GDR [Regno delle Cicladi] Territori esplorati

Adamantio

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Una lunga riunione del consiglio terminò con una votazione sofferta, pochissimi voti di scarto diedero l'autorizzazione alla flotta ciclade di armarsi e uscire ad affrontare il mare.
Il regno delle Cicladi era stato da sempre cauto nel disturbare i propri vicini, eppure le esplorazioni erano diventare oramai vitali per la sicurezza di uno stato che si sentiva, di mese in mese, sempre più accerchiato da identità sempre più organizzate.

Fu concesso all'oratore di partire per esplorare le terre montagnose a nord della sua terra natia. La nave salpò ed in breve tempo si lascio alle spalle la civiltà per l'incertezza.

Approdo la settimana successiva su una spiaggia che assomigliava moltissimo alla sua terra natale.
Sorrise e si mise in marcia insinuandosi nell'ignoto.
@giobia86 inizio quest per tentare l'assimilazione dell'isola 25 terreno montagnoso
 

giobia86

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Dalla spiaggia la scalata si fece subito scoscesa, le montagne erano stranamente brulle e spoglie ed ora torreggiavano sulla piccola baia.
Quasi verso sera l'uomo si ritrovò in una stretta valletta che si apriva su una valle più ampia carica di vigneti, al vederlo un contadino si fece avanti, l'uomo motrava qualcosa che l'oratore riconobbe immediatamente, prima dagli abiti e poi dall'accento, era certamente di origine cretese.
"Benvenuto viaggiatore...Il mio nome è Kairos e il vostro? ditemi chi siete e se venite in pace siate il benvenuto nella mia casa come ospite protetto da Zeus...è quasi sera e gli dei non mi perdonerebbero di avervi lasciato qui fuori la notte"
 

Adamantio

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Non era necessario avanzare di notte. Si sarebbe accampato un po' per dare riposo al suo cavallo qualche miglio più avanti se non si fosse imbattuto in nessuno. Il paesaggio brullo non lo turbava più di tanto eppure si ritrovo sorpreso quando lo sguardo indugió sulla stretta vallata. Si produceva vino e quei filari di vigna erano così tenacemente aggrappati a quella terra brulla che quasi davano all'oratore una preziosa indicazione di quanto potevano essere forti le popolazioni locali. Quando un uomo si fece avanti lui scese da cavallo e portandolo per la briglia di presento con un sorriso sincero che scaldo il proprio cuore. Aveva riconosciuto una cultura affine alla sua.. " Kairos, le tue parole scaldano sinceramente il mio cuore è mi riempiono di gioia. Il mio nome é Lisia e sono l'oratore del regno delle isole cicladi. Vengo in pace e vi offro l'amicizia del popolo ciclade se c'è lo permetterete." piccola pausa "il tuo gesto Kairos non verrà dimenticato da me. La mia riconoscenza ti appartiene." guardo l'uomo e gli si affiancó porgendo la mano aperta in un gesto che si ha fra pari.. " vi seguo, Kairos"
 
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giobia86

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Kairos, viveva in una piccola fattoria nella valle, Lisia venne ben accolto dalla famiglia e dopo una buona cena gli fu preparato un giaciglio.
La mattina successiva, dopo aver fatto colazione, Kairos lo accompagnò presso un palazzotto che sorgeva a poche miglia dalla fattoria, li, Lisia venne introdotto presso Asterione, signore di quelle terre e accolto come si conviene ad un ambasciatore
Dopo un breve cerimoniale in cui gli vennero lavati i piedi e offerto del vino e del pane in segno di ospitalità Asteriione prese la parola
"Buon Lisia, cosa vi conduce nella nostra ridente valle?"
 

Adamantio

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Lisia da parte sua fu trattato con rispetto ed ogni onore e lui ricambio con altrettanta cortesia. Condivise la propria provvista durante la cena alla tavola con Kairos e la sua famiglia e si assicurò, prima della partenza dal villaggio, che quella gentile gente non avesse bisogno di altro.
"Sarà mia premura, Kairos, concedervi tutto l'aiuto materiale che mi sarà possibile dare." ed era una promessa suggellata da una stretta di mano ed un inchino. L'avrebbe rispettata, gli dei ne furono testimoni.
Parti dunque di buon ora e ringraziando il contadino venne introdotto al palazzo, si fece lavare i piedi senza remore ne tentare dinieghi e non per mostrare superiorità, tutt'altro.. acconsenti solo per mostrare rispetto.. rispetto nelle tradizioni del luogo che erano anche le sue..
E' così che un cretese accoglie un ospite.
Ringraziò chinando il capo con la mano sul cuore e finalmente i suoi occhi si posarono su Asterione..
"Cretese e per questo fratello.. Vi ringrazio per l'accoglienza, il vostro vino è secondo solo ad una cosa.. La vostra meravigliosa gente. Grazie".. Si fece avanti e si chino' rispettosamente.. "Lasciate che vi risponda. Sono portavoce del regno delle Cicladi, vi porto la nostra leale amicizia e collaborazione." parlava con lingua dritta e sguardo serio.. "Da liberi ed uguali vi chiedo l'onore di avervi cittadini del nostro regno." non amava troppi giri di parole sebbene i suoi modi sembrino palesarsi diversamente.
 

giobia86

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Il sovrano fissò il nuovo venuto
"l'offerta è interessante, so che non possiamo restare isolati ancora per molto ma capirai che è una questione che va ponderata, godi della nostra ospitalità...e stasera a cena ti farò avere la mia risposta"
Nel corso della giornata Lisia venne accompagnato su un carro da un giovane auriga a visitare le terre ricche di vite dell'isola
La sera tornò al palazzotto di Asterione
Una tavola imbandita lo attendeva al centro del cortile illuminato da fiaccole e bracieri, oltre che da un grosso falò su cui era stato messo a cuocere un in intero giovane vitello
(Tiro)
Lisia venne accompagnato a fianco del sovrano

"buon Lisia ho consultato i sacerdoti e i consiglieri e abbiamo sacrificato un giovane vitello a Zeus, vi lascio due scelte, potete dialogare con me o potete dialogare con Zeus tesso, se dialogherete con me vi chiederò di costruire una città e un porto qui per la mia gente, inoltre siederò nel consiglio dei vostri governanti da vostro pari (re Asterione come nuovo eroe), altrimenti Zeus sceglierà domani all'alba, e se è la sua volontà noi non ci opporremo, domani sfiderete un toro nella Tauromacha, il nostro gioco sacro, e da li vedremo la volontà del dio"

A te
1: Le offerte del re, ogniuna da un bonus ma va fatta entro il turno
2: Ah, la Tauromachia https://it.wikipedia.org/wiki/Tauromachia


 

Adamantio

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Lisia si godete l'ospitalità con lo stesso intusiasmo che si confà ad un bambino più che ad un uomo vissuto con qualche pelo oramai argento sul volto. Sapeva ancora godere dunque di queste piccole grandi cose e chiese al suo accompagnatore dopo aver visitato e goduto dell'ospitalità del regno di rendere tributo alle Divinità protettrice dei regni. Zeus il padre degli dei e suo figlio Hermes. Si ritrovo la sera a cena e parlo con lingua dritta e sguardo sincero.

"potente Asterione, sovrano dell'isola. Ho visto la felicità dei tuoi cittadini e la bontà dei loro sguardi." fisso l'attenzione negli occhi di Asterione, direttamente e continuó " la felicità del suo popolo é testimonianza che siete un grande re." sospiró " non mi é concesso decidere per i saggi.. Perdonatemi" si scherni, chins fo il capo..
"per ció che chiedete, nobile re" piccola pausa " costruiremo ció che chiedete, verranno chiamati i migliori scalpellini ed urbanisti dell'intero regno ciclade per fondare qui una città perfetta la cui architettura sia ammirata da tutto il mondo conosciuto. Ma non ora." lo guarda, sospira.. "siete fratelli e avete chiamato a testimoni gli Dei.. Acconsento a sfidare il toro, nel nostro sacro gioco. È giusto e rispettoso della vostra gente è dei nostri comuni usi. Se perdessi, sarebbe onorevole perire qui." brindó con pochissimo vino e a fine della cena si congedo presto per prepararsi a "giocare".



scelgo 2 grazie@giobia86
 
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giobia86

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No purtroppo sono abbastanza rigido su questo (anche altri me l'hanno chiesto), niente promesse solo fatti, va messo tutto in scheda per avere i bonus al tiro, non è necessario soddisfarle tutte, semplicemente il soddisfarle da dei bonus e il non soddisfarle dei malus ma il tiro c'è comunque, ps non puoi costruire un porto senza costruire la città (se vuoi puoi rifare l'ultima giocata no problem...oggi sono bbuono)
 

giobia86

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Asterione, fu felice della scelta e la serata proseguì tranquilla tra i festeggiamenti, ora era tutto nelle mani di Zeus
La mattina successiva Lisia si svegliò di buon'ora, e, dopo una leggera colazione venne accompagnato da Asterione al cortile del palazzo dove un grosso toro stava venendo preparato dai sacerdoti, li, Lisia venne spogliato e unto anche esso da un giovane sacerdote e si preparò mentalmente alla sfida.
(tiro di dadi)
Il toro venne lanciato e caricò Lisia come se fosse guidato, come se conoscesse il suo bersaglio, Lisia si ritrovò paralizzato osservando l'immane massa nera di carne, muscoli, ossa e corna correre a grande velocità verso di lui, tentò di avanzare verso il toro come altre volte aveva fatto da giovane e saltò, non era stato un gesto conscio, qualcosa, o qualcuno lo aveva mosso, poggiò le mani sulle corna del toro e volteggiò quasi senza peso fino a terminare una capriola sul suo dorso per poi atterrare...un po traballante alle sue spalle.
Il toro venne fermato e il sacerdote proclamò la vittoria di Lisia sulla bestia per volontà del sommo Zeus.
Fu Asterione a parlare
"Fratelli, sudditi, non si può sfidare i tempi odierni e restare soli, e non intendo portarvi alla rovina sfidando la volontà del sommo Zeus...da ora la nostra isola fa parte del dominio delle Cicladi, così gli dei hanno voluto e così ho parlato."
Prima della partenza di Lisia il toro viene quindi sacrificato a Zeus e le sue carni mangiate al banchetto di commiato

L'isola 25 entra a far parte delle Cicladi, non ci sarà il tiro alla fine del turno prima dei report, è considerato successo automatico

Il tiro in questo caso era con un vantaggio di 1 in quanto la tauromachia è uno sport tipico Cretese e Lisia è di cultura cretese (sarebbe stata la sfida proposta da Antioco per la sua isola tra Minosse e Kull) con il successo a 10 su 18 Lisia ottiene un 14, successo non critico ma più che sufficiente a portare a casa il risultato.
 

Adamantio

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La volontà di Zeus fu chiara solo quando Lisia si ritrovo a cavalcare a pelo il toro. Pelle contro pelle. Lo aveva visto fare, lo aveva perfino fatto quando era più giovane, ma in quel frangente tutto fu diverso. I suoi gesti furono forse guidati dalla Divinità di Zeus o da semplice fortuna? .. Lisia non l'avrebbe mai creduto. Avrebbe immolato alla propria Divinità patrona una volta tornati in patria un secondo toro. (//quello per Zeus é stato immolato ora) . Si fermo una vola eseguito il sacro gioco è si rivolse ad Asterione.

"Nobile pari, il regno delle cicladi vi accoglie come amici, fratelli e cittadini. La nostra tavola sarà la vostra tavola, la nostra spada, la vostra spada, il nostro scudo il vostro scudo.. Da ora e per sempre. Zeus ha parlato e il mio cuore esulta perché mi ha concesso di conoscere un nobile uomo e una popolazione magnifica che ora potró chiamare Sorella. " si congedó, dopo aver mangiato del toro ed aver ringraziato Zeus. Avrebbe fatto nuovamente un ringraziamento una volta a Delo ad Hermes.
 

Adamantio

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La nave solcava con perizia l'egeo sud occidentale sotto costa. Si era lasciato alle spalle due giorni prima un isola collinare, spingendosi probabilmente fuori rotta. Ora da circa mezza giornata si trovava alla fonda davanti le coste della grecia continentale.
Il sole era sorto da fin troppo tempo. Una barca in legno si decise a staccarsi dalla nave ammiraglia ed in fretta giunse sulla terraferma. Approdò e scesero rispettivamente il primo uomo, che si palesò essere l'eroe ciclade, Antioco assieme alla sua guardia personale composta da 3 uomini.
Mentre i due marinai iniziarono a sistemare la barca pronti ad un eventuale ripartenza i 4 uomini iniziarono ad avviarsi verso il centro della regione seguendo il fiume che risaliva verso il cuore della Grecia.

Quest per annessione diplomatica regione nominata "Nemea"
@giobia86
 
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giobia86

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Antico si mosse verso l'entroterra, in cima ad una collina in lontananza si vedevano delle rovine di quella che doveva essere stata una grande città, a lasciare un po perplesso il gruppo di viaggiatori era l'innaturale silenzio, pareva che quella regione, pur essendo rigogliosa di piante, fosse totalmente priva di altra vita, ne uccelli ne bestie e neppure insetti si muovevano in quel bellissimo luogo, intanto era giunto il tardo pomeriggio per i viaggiatori e bisognava decidere cosa fare

1: inquietante, tornate alla nave e via
2: vi accampate per la notte e domani raggiungete le rovine
 

Adamantio

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Il gruppo si mosse agile ma attento fra il fitto della vegetazione, senza mai perdersi d'occhio l'uno con l'altro. L'eroe cicale avanzava in testa al gruppo, guardingo.
I quattro erano affiatati, lo si capiva dalle occhiate che si lanciavano e dai movimenti ben pensati.
D'un tratto Antioco dette il segnale di riposo ed i quattro si accamparono per la notte. Scelsero il posto migliore che la morfologia di quel territorio poteva concedergli. Avevano bisogno di riposo per attaccare la cima della collina il giorno successivo e muoversi di notte era fuori discussione.
Erano fra pari e Antioco propose di tirare a sorte il primo gruppo, formato da due individui che dovesse fare alcune ore di guardia mentre gli altri due riposavano e viceversa per permettere a tutti e quattro di riposare un poco durante la notte senza abbassare la guardia.

Scelgo 2, mi accampo per la notte e domani si raggiunge le rovine
 

giobia86

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Era una bellissima notte stellata, la luna illuminava il terreno col suo pallido lucore e si poteva vedere lontano, l'ombra delle rovine appariva scura e minacciosa ma dall'altro lato si poteva vedere lo scintillio delle stelle e della luna stessa sul placido mare.
Tutto era tranquillo, troppo tranquillo in effetti, poichè in nessun luogo si poteva udire rumore che non fosse ciò che essi stessi provocavano, e l'assenza di vento ad agitare rami e foglie non faceva che aumentare l'inquietudine di quella notte silenziosa.
Tutto a un tratto la situazione cambiò, un latrato...un ulaulato...spezzarono il silenzio...distanti vero ma non troppo...vi era qualcosa nel buio...qualcosa che li osservava...e non era amichevole.

1: Vi avvicinate al fuoco, stanno arrivando
2: andate a indagare sugli strani ululati e latrati
3: chissene andiamo a dormire
4: via di qua
 

Adamantio

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Non ci fu bisogno di svegliare coloro che erano a riposo. L'ululato ed il seguente latrato li desto ben prima dei compagni e tutti seppero cosa fare, quasi fosse un ingranaggio ben oliato.

"A ME! FIGLI DI MINOSSE, A ME!!" fu l'eroe Antioco a parlare. O meglio dire, ordinare e di colpo i quattro uomini desti e pronti si trovarono a far cerchio, attorno al fuoco, dando le spalle al fuoco scoppiettante, spalla a spalla col compagno, alternati, due armati di lancia e scudo e due di scudo e torcia infuocata. "SCUDI ALTI E CUORE SALDO UOMINI!" esortó secco e tacque. La calma quasi innaturale che si respirava durante l'attesa gli permise di pensare. Era inutile nascondersi, essendo l'ululato fin troppo animale per essere opera umana.. Ed il fiuto degli animali difficilmente si riusciva ad ingannare, nascondendosi. Vi erano gli alberi, certo.. Si sarebbe potuti scappare sugli alberi, ma quella era l'estrema ratio.. La via di fuga disperata tentata probabilmente prima della morte. Vi era la possibilità di allontanarsi dal fuoco e dividersi.. Ma voleva dire diminuire le chance di sopravvivenza e poi si era sicuri che era solo una la bestia? I lupi.. Se di lupi si trattava.. agivano in branco. Decise dunque di attendere. Sguardi dei quattro orientati verso l'oscurità, faccia a faccia, occhi negli occhi, probabilmente della fiera assetata di sangue.
"μολὼν λαβέ".. Sussurró l'eroe con un filo di voce *Che vengano a prenderle*. E uno fra i compagni, quello alle sue spalle inizio a ridere, contagiando tutti gli altri. Non vi era gaudio tuttavia, solo ferrea determinazione nel cuore e nelle braccia dei quattro. Se aggrediti avrebbero risposto. Avrebbero risposto con le armi a disposizione. Avrebbero risposto non per ferire, quanto per uccidere.

scelgo 1, resto accanto al fuoco
 

giobia86

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Qualcosa si muoveva nel buio, gli ululati e i latrai si fecero più vicini, ma...non accadde niente...passavano le ore e mentre tutto attorno a loro sembrava risuonare l'inferno stesso nulla si avvicinò a portata della luce, eppure...con la coda dell'occhio ciascuno di loro potè percepere ombre, ombre contro il cielo, buie quanto gli abissi tra le stesse stelle...in agguato

1: vai a vedere
2: resisti fino all'alba, le torce li tengono lontani
 

Adamantio

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Non fu mancanza di coraggio sulle prime, quanto la ferrea determinazione ad erigersi a muro fece sì che i quattro saldarono ancor meglio il cerchio. Le ore passavano e la tensione aumentava senza che succedesse nulla. Erano in territorio ostile ed era buio.. Una diffidenza atavica del genere umano verso l'ignoto ebbe quasi la meglio quando d'un tratto Antioco parlo.
"Soldati, compagni... Fratelli. Portate corde.. Due corde che mi leghino saldamente la vita e leghino gli uni agli altri tutti voi." capirono immediatamente. Era forse enorme stupidità, eppure l'eroe voleva sapere. "..." no ebbe alcuna parola di commiato guardo solo negli occhi i suoi compagni e questi compresero ed ebbero la certezza che coraggio, il più delle volte va a braccetto con.. Stupidità.. Di sicuro la creatura.. O le creature avevano timore del fuoco e lo aborrivano.. Una volta legato saldo in vita l'eroe Antioco armato di una torcia e dello scudo, di tutto il suo coraggio e la propria stupidità si avventuro sul bordo della pozzanghera di luce che faceva il fuoco.. "Padre.." si riferiva ad Efesto.. " il bronzo di questo scudo.. Il ferro della mia armatura ti appartengono. Fa che mi proteggano." fu una frase sussurrata, detta alla velocità di un casto pensiero, poi abbandono la luce della sicurezza.. Per vedere. Lo scopo era indagare.. Sensi allerta, corda lasciata dai propri compagni lasca in maniera che non si spezzi ma pronta ad essere tirata..

vado a vedere..

Più che altro perché mi volevo giocare sta cosa delle corde.. Mi ha ricordato troppo il "canto delle sirene" di Omero. Odisseo rulez!! E poi.. Come faccio a non imbastardirmi dopo un pensiero così aulico come l'odissea con il pezzo del Signore degli anelli qui sotto?

Dajeee fammi vedere in faccia cosa mi mangia l'eroe!!!!!
 
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giobia86

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Antioco avanzava nel buio, stranamente mentre si avvicinava in direzione dei latrati questi continuavano a rimanere sempre alla stessa distanza, come se si allontanassero con un passo perfettamente pari al suo, o peggio, gli venne da pensare, come se giungessero da luoghi irreali lontani da questo mondo ed inafferrabili dalla mente umana.
Mentre la sua mente vagava in quegli oscuri pensieri, la temperatura sembrò abbassarsi, cristalli di ghiaccio si formarono sul terreno e nella notte tiepida il fiato di Antioco iniziò ad addensarsi, in un'angolo della sua mente iniziò a formarsi un'immagine, e mentre si formava quell'immagine, quel ricordo, da un piccolo anfratto del terreno, una spaccatura tra le rocce, iniziò a salire del fumo, a formarsi una nebbia ed in quella nebbia...la testa infernale di un cane partorito da un'incubo.

Antioco è un bambino, ha da poco compiuto 9 anni e nella sua casa natia, il suo amico Aulo si è fermato a dormire la notte a casa sua, parlano di quando saranno adulti, sognano, come tutti i bambini di diventare grandi guerrieri, Alcione la mamma di Antioco però è di tutt'altro avviso e pensa che prima di tutto debbano andare a dormire, e, dopo averli messi a letto, spegne la lucerna.
I due discoletti però aspettano che sia andata a dormire per scappare in cortile a guardare le stelle.
"Aulo...perchè siamo qui? questo è successo molti anni fa?" il pensiero di un ricordo si fa più vivido "Aulo questa è la notte in cui sei morto!"
Aulo si volta a fissarlo, ride come se lo stesse prendendo in giro...è tutto reale e immediato ma ogni attimo si scolpisce anche nei suoi ricordi...no non è un sogno ne un'illusione.
Antioco si da un pizzicotto, forse un sogno, forse una fantasticheria di quando crescerà, forse...il ringhio spaventoso interrompe il flusso dei suoi pensieri, da una nebbia all'angolo del cortile un enorme segugio si scaglia verso di loro.

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Hai un coltellino e una spada di legno, come ti difendi?
 
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Adamantio

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Il suo respiro si consenso in una nuvola di vapore acqueo ed il cuore ebbe un sussulto.. Poi rallento e si ritrovo a fissare le fattezze da bimbo del suo amico.. Senti le parole di sua madre ed un sussulto di emozione si mosse in lui. Aveva dimenticato quella voce, ma non i volti.. Si giró a sorridere alla madre, un sorriso fugace ma sentito.. Gli dei erano stati gentili a fargliela vedere ancora una volta. Lo chiamava.. Forse in punto di morte i parenti chiamano.. Lo fanno sempre.
Si ritrovó nell'aia della sua dimora.. Ricordi che affioravano, belli e dolorosi allungo una mano verso Aulo e si rese conto che il proprio braccio era quello di in bimbo.. Forse 9.. 10 anni al massimo. Aveva una spada di legno ed un coltellino.. Si.. Ci giocava a fare il soldato.

Un segugio li caricó e non fu lo scalpitio delle zampe sul suolo ghiaioso della bestia, quanto il ringhio.."AULOOOOOO" no, perfavore.. Il suo amico.. Suo "fratello di latte" non sarebbe morto ancora. Non così almeno.. Ebbe il temperamento di buttarsi fra Aulo e la bestia.. Una spallata così forte da tentare di far cadere entrambi fuori dalla portata degli artigli della bestia.. Ah, se gli dei avessero voluto.. Era tempo di combattere.. Tento di rialzarsi il più velocemente possibile, cogliendo l'opportunità concessale forse dalla bestia che doveva comunque voltarsi per affrontarli nuovamente.. Lui era un bimbo.. Male armato.. Indietreggio, occhi fissi sulla bestia. Preda e predatore si osservarono per un lungo attimo.. Una sfida forse per tentare di allontanare l'attenzione del mastino da Aulo.. Il giovane Antioco aveva un vantaggio.. Seppur minimo. Conosceva il campo di battaglia. (era casa sua..), indietreggio, attento verso il luogo dove sapeva di avere forse la protezione di suo padre, l'edicola dove sua madre è lui ogni giorno.. Assieme alla sua famiglia.. alzavano le offerte ad Efesto suo padre.. Un luogo tutto sommato sacro. Spalle all'edicola.. Il balzo era prossimo. Ed avvenne. L'urlo di Antioco fu un inno alla protezione alzato a suo padre Efesto, si confuse e fuse assieme a quello della bestia in un ringhio determinato. Non aveva né la portata del braccio sufficiente, né l'arma adatta, neanche la potenza per affondare la spada in legno nel corpo o nella bocca della bestia. Fece una cosa innaturale.. Assecondo il balzo della bestia, e piegandosi verso terra, inarcando all'ingiù la schiena in un movimento flessuoso, oriento la punta dell'arma alle fauci dell'enorme bestia. L'elsa è l' impugnatura si incastro nella terra arrestando la sua corsa.. Ad ogni azione corrisponde reazione uguale e contraria.. Se la bestia si spingerà sul corpo di Antioco forse la spada penetrerà con eguale forza contraria.. Del resto lui é solo un ragazzo.. Non vuole morire eppure lui chi é per decidere di queste cose?.. Se Efesto ha deciso che suo figlio deve morire così sia.. Lui si batterà tuttavia per non sfigurare fino all'ultimo per essere accolto al fianco di suo padre.. Il coltellino.. Inizierà a colpire con furia ceca se ancora ha alito di vita.. Verso gli occhi della bestia.. Per provarla della vista, del resto dovrebbero essere praticamente avvinghiati nell'abbeaccio che precede la morte.. Sente il tanfo del suo alito.. Ed in bocca il vago sentore ferroso del proprio sangue..
 
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giobia86

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(Ti ricordo che il tuo è prescelto di Efesto non figlio di Efesto, bella differenza)
(tiro)
La spada si infilò nella bocca della bestia, ma un semplice coltello non poteva avere la meglio contro un mastino di quelle dimensioni, e la spada di legno, si frantumò, una delle schegge ferì Antioco all'occhio sinistro accecandolo, sentì intanto Aulo scappare e chiedere aiuto mentre sua madre, spaventata, accorreva.

La collina buia vicino alle rovine di Nemea esplose di urla, Antioco si sentì tirare per la vita da una corda, la vecchia ferita all'occhio sinistro pulsava, gli era sembrato di vedere nella nebbia la stessa creatura che aveva attaccato lui e il suo amico Aulo quando erano bambini, i suoi QUATTRO amici lo tirarono indietro, Aulo fu il primo a raggiungerlo per trascinarlo mentre la testa gli scoppiava dal dolore
"fratello, è la stessa creatura di quando eravamo bambini"
ebbe a malapena il tempo di rispondere

Antioco guadagna il tratto Orbo:-1 a tutti i tiri che riguardano la vista (tipo attacco e difesa)

Delo stava bruciando, Antioco era riuscito a caricare la sua famiglia sulle navi per fuggire verso le lontane colonie a occidente, i suoi figli si sarebbero salvati, ma lui doveva tentare di arrestare l'avanzata del nemico, era il suo dovere. La flotta delle Cicladi era stata spazzata via quando avevano tentato di aiutare i fenici a resistere e ora quegli uomini barbuti e spietati giunti da Est avanzavano in tutta l'Ellade con le loro armate, semplicemente troppi.
Mentre correva tra le strade per cercare di organizzare un'ultima disperata resistenza vedeva ovunque i loro felini sbranare impunemente uomini, donne, bambini, vedeva i loro guerrieri, corazze dorate, lunghe barbe ricciole e nere, massacrare chiunque capitasse loro a tiro.
Trovò rifugio in una casa a due piani, pietra solida, dalla finestra avrebbe potuto organizzare un'imboscata, a uno dei gruppi di razziatori schiavisti di passaggio e liberare altri suoi conterranei, in quel momento da un'angolo della stanza sentì venire un'ululato e la bestia, uscendo dal fumo, si avventò su di lui.

A te
 
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