Il messo era stato ricevuto direttamente dal Conte nel palazzo del comune a Solesplendente, nella sala del governo.
Le recenti visite dei mercanti dei Nani del Clan del Corvo avevano rallegrato Caradoc, in quanto solo con loro sentiva d'avere un rapporto di reciproca fiducia e reciproco rispetto. E così, con animo disponibile e cordiale, aveva accolto anche questo nano, che portava con sé le insegne di un altro clan, quello del Pugno di Ferro.
Con un sorriso prestò ascolto alla lettura della pergamena, e quando il nano smise di parlare, Caradoc annuiva debolmente.
"Vi chiamerò fratello così come ora vi siete rivolto a me. Non nascondo che queste parole mi rendono assai felice, perché io voglio il bene del mio popolo e questo si può raggiungere soltanto insieme al bene degli altri popoli nostri amici. Soltanto uniti si possono creare le possibilità di pace e sicurezza, di crescita e di commercio.
Con questa richiesta d'amicizia, di fratellanza, non posso che accettare la mano che tendete in questi tempi incerti, con la speranza che noi Halfling potremo ripagare la fiducia che ci concedete in questo momento, così come abbiamo fatto con gli altri fratelli Nani a cui avete rivolto questo messaggio. Potete tornare dal vostro nobile sovrano con un sì, nobile Nano".
Scrive quindi un breve messaggio rivolto a re Foibur, da cui attenderà una risposta, nel quale comunica il suo parere positivo all'eventuale allargamento a tre della precedente alleanza, che passerebbe alla sopradetta unione dei "Figli di Wotan".