Non ci voleva un esperto di scultura per capire che l'espressione scolpita nella roccia sul grigio e nanico volto non era delle più contente, anzi.
Il tempo che ci volle per verificare l'attendibilità della documentazione, fu pari agli sforzi che in patria fece per riuscire a farseli fare.
Chissà cosa sarebbe successo se non avesse convinto i suoi nuovi e tonti signori?
In quanto al trattamento diplomatico ricevuto, potremmo cominciare col dire che alcune botti di vino imperiale ora sono misteriosamente asciutte. Dopo tutto al nord era una bevanda che scarseggiava e dopo tutto quell'aspettare era il minimo che l'impero potesse fare per ammansire il grigio.
Quando finalmente venne ricevuto, la sorpresa nel vedere una elfa come inviata non si vedeva sul suo stoico volto, ma se il vino l'avesse in qualche modo addolcito ora il non vedere una alata giungere aveva mitigato l'effetto.
"il mio nome è Mornurmath Thunderhammer, inviato del Trollheim, capo della Gilda Mercantile Grong ut Krusk e per la barba di Laduguer chiudete quelle finestre se non volete che diventi cieco prima della fine di questo incontro" esordì con un tono ruvido e secco, proprio come ci si poteva aspettare da un nano grigio.
Nell'aspetto appariva con un nano molto giovane per la posizione ricoperta. sul capo ospitava ancora molti capelli, la barba non era più lunga della lama dell'elsa di una ascia. Il vestiario curato, ma sobrio, forse per il lungo viaggio intrapreso. Dopo tutto era unitile presentarsi in bellissime vesti che sarebbero diventate logore e sudice una volta arrivato nei territori Imperiali.
Ma nonostante questo guardandolo in volto emanava una sorta di aura di autorità e fermezza, oltre che di irritazione.
Senza attendere di essere invitato ad accomodarsi andrebbe a prendere posto al tavolo delle trattative. Una volta accomodato andrebbe ad estrarre dalla bisaccia da viaggio il grosso porta pergamene di fattura decisamente non Troll. Era un cilindro di metallo finemente lavorato, su cui erano incisi diverse rune e aveva l'aria che il contenuto sarebbe arrivato salvo anche se avesse attraversato il mare. Mise mano all'estremità che ne faceva da tappo e praticò alcune torsioni in avanti e all'indietro, in modo non regolare. Dopo diversi instanti riuscì ad estrane l'estremità.
L'elfa avrebbe potuto rifarsi gli occhi nel vedere l'ingegno dei grigi, non secondo ai loro più rosei e odiati cugini. All'interno del grosso tappo vi erano diversi meccanismi che andavano sbloccati in un ordine preciso e ben definito.
Dopo alcuni secondi ne estrasse dal nucleo un piccolissimo cristallo di mana, più piccolo di un'unghia di un mastro forgiatore.
Si affretto a spiegare
"non avete nulla da temere, è solo una piccola precauzione nel caso in cui durate il cammino mi fosse stato sottratto il cilindro. Se non aperto nel modo corretto avrebbe distrutto il suo contenuto. Il ché avrebbe significato un altro anno prima di riuscire a portarvi un altra pergamena, ma molto probabilmente a quel punto sarei stato morto e non sarebbe certo più stato un mio problema" disse come se fosse la cosa più normale del mondo. Ad un'occhiata attenta era facile ipotizzare che qualnque cosa avesse generato quel cristallo probabilmente il suo effetto sarebbe stato contenuto dal generoso spessore del metallico cilindro.