Hermas si guardò attorno supito, quasi non credeva a ciò che era successo, per la prima volta aveva capito ciò che diceva Elpenore, suo compagno e prescelto di Apollo, quando gli parlava delle sue imprese. Adesso avrebbe portato lui la storia degna di un Eroe!
Quando si riprese infilò la piuma dietro i capelli guardando il cielo e facendo un piccolo segno di ringraziamento ad Era, dopotutto se ciò era accaduto non era solo merito suo, anzi la divinità aveva messo più di uno zampino.
Così si avvicinò al compagno sconfitto e strinse la mano che gli era stata tesa.
"Grazie per le belle parole e per la bella prova. Nessuna sfida è degna di nota se l'avversario non lo è altrettanto. Adesso però, come hai ben consigliato andiamo a festeggiare, ma permettimi di offrire!"
Poi si rivolse alle persone che erano accorse per ammirare la prova.
"Uomini e donne di queste terre, sotto gli occhi di Era, Zeus, Apollo e tutti gli dei dell'Olimpo vi prometto che Corinto porterà pace e prosperità nella vostra terra. Ma soprattutto nel momento del bisogno, quando veramente avrete bisogno di compagni, di fratelli, allora noi saremo li con voi, al vostro fianco. Che ci debbano essere spade nelle nostre mani o aratri e zappe non vi lasceremo! A Corinto! A Era! A Omospondia! E ovviamente a voi!!"
Così si avviarono a mostrare come i greci di altre terre usavano festeggiare.
Durante un bicchiere di vino e l'altro Hermas cerco di iniziare una piccola conversazione diplomatica.
"Caro Philikos, mi dispiace non possiate accedere al mare da questa zona, però parlerò con il mio sovrano per far si che il passaggio commerciale non vi sia precluso e se siete interessati al commercio anche con noi benvenga!"