Norvegia o Guerra

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Anonymous

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I rappresentanti delle terre dell'Hergeland, Svartsen, Narvik e Thule, furono convocati presso l'accampamento dell'esercito Norvegese. L'invito fu fatto pervenire ai villaggi più importanti delle suddette regioni e in tal modo quindi reso pubblico. Nell'invito si pregava di inviare <non messi ma sovrani, poichè del futuro delle vostre genti si tratta e parole dovranno essere pronunciate troppo gravose da passare di bocca in bocca>.

Coloro che si recarono all'accampamento furono ricevuti nella tenda regale di Sigurd II, cui si poteva accedere solo dopo aver attraversato una sterminata piana fitta di tende e focolai in cui bivaccavano manipoli di soldati. Furono quindi accolti come sovrani, senza che nessuno si curasse di accertare la reale identità di queste persone, anche perchè nessuno dei norvegesi sapeva con esattezza chi e come comandasse in quelle terre. A questi venne offerto un ricco banchetto di carne mentre una musica tipica del posto veniva suonata in sottofondo. Le bevande, però, non furono poste sui tavoli prima che Sigurd II si fosse alzato in piedi per pronunciare un discorso che avrebbe deciso le sorti della penisola scandinava o almeno della metà norvegese al di là dei monti. Il sovrano era molto distante dagli invitati per motivi di sicurezza e circondato da fedelissime guardie reali, nonchè affiancato dal loro comandante Gunnar. Ovviamente gli invitati furono perquisiti all'arrivo in modo che non avessero alcuna arma con sè al momento del banchetto.

Mentre tutti erano intenti a ingurgitare ogni genere di carne, con le bocche grondanti di sangue e le barbe piene di brandelli di budella e carne, la musica si interruppe e il nobilissimo Sigurd II si alzò in piedi pronunciando accoratamente questo discorso:


<Avete tutti voi potuto osservare l'imponenza dell'armata che conduco. Non perchè ne abbiate timore vi è stata mostrata, prima di giungere in questa regale tenda ed essere accolti come sovrani, degni di ogni onore e rispetto. Non perchè ne abbiate timore, ma consapevolezza. Affinchè vi rendiate conto della potenza che un popolo può raggiungere quando è unito, quando sa riconoscere i propri fratelli e affidare al più capace e onorevole il comando, senza esitare, quando c'è da contrastare con fermezza coloro che minacciano i propri confini, la propria libertà e la sicurezza delle proprie famiglie.

Oggi; ora e in questo luogo; voi tutti siete chiamati a prendere una decisione che potrà cambiare in meglio o in peggio le vite delle vostre genti. Il sangue che avrete sulle vostre labbra quando vi avrò detto ciò che ho da dirvi, non sarà il sangue delle bestie con cui stiamo banchettando, ma quello dei vostri amici, dei vostri parenti, dei vostri figli. Sono sicuro, sicurissimo, che rifletterete a lungo prima di pronunciare qualsiasi parola, dopo che io, Sigurd II, legittimo sovrano delle terre di Norvegia e condottiero della sterminata armata che ci circonda in questo momento, avrò parlato.

La storia mi ha affidato un compito gravosissimo ed io non intendo sottrarmi all'onere di portarlo a termine. Sento che la libertà e la prosperità dalle nostre genti, le vostre in particolare, è minacciata e va salvaguardata. E' minacciata la vosta libertà di aver fede nelle stesse cose in cui credevano i vostri padri, che sono anche i miei, giacchè abbiamo le stesse radici. E' minacciata la vostra libertà di poter occupare la terra di cui avete bisogno e di poter avere ciò di cui avete bisogno per vivere come meritate. E' minacciata la vostra prosperità poichè questo è un tempo infelice e non prospero. Ma io dico che la vostra stessa disunione è una terribile minaccia per voi stessi, perchè un popolo incapace di radunare un esercito degno di questo nome dietro uno stesso stendardo e affidarlo alla guida di un unico condottiero nobile e valoroso è selvaggina ambita anche per il cacciatore più incapace che invece da un branco sarebbe sicuramente sopraffatto. La vostra sicurezza e la vostra prosperità vanno salvaguardate. (Quelle norvegesi come ben sapete sono perfettamente al sicuro.) Credo fermamente che il modo migliore di farlo sia abolire i falsi confini che ci separano, poichè l'unico confine cui riconosco un qualche senso valido è la catena montuosa che ci separa a sud dalle terre svedesi. Io credo, e nessuno mi farà mai cambiare idea, che anche voi siete norvegesi come me, anche se non ne siete ancora convinti. Siete norvegesi. Lo sarete. Lo sarete, o non sarete più nulla.

Io oggi vi ho chiamato qui in vero non per sottoporvi qualche mia richiesta, come un sovrano annoiato che pone lo sguardo su popoli stranieri confinanti e decide di affliggerli per diletto con le proprie angherie [= non lo faccio per i lulli!] Invece, voi siete qui perchè io so cosa vi capiterà in futuro e voglio avvertirvi, come uno che in piena notte, assillato da un incubo in cui spiacevolmente accade che suo fratello muoia di una morte evitabilissima, s'alza e sente il bisogno di correre ad avvertirlo.

Io so cosa vi succederà nei prossimi mesi e intendo mettervi al corrente di ciò. Perchè non immaginate quanto io abbia a cuore le vostre sorti. Che considero strettamente legate alla mia.

Quando avrò finito di parlare, e mi risponderete, alcuni di voi assicureranno ai propri amici, ai propri parenti, ai propri figli, un futuro onorevole di libertà e prosperità. Gli altri, eventualmente, li condanneranno a sanguinosissime guerre destinate ad essere, con assoluta certezza, perdute. Guerre non solo ingiuste e inappropriate, ma nefaste e prive di ogni valore perchè combattute tra fratelli, senza che vi sia un solo valido motivo a giustificarle.

Questa armata che ci circonda in questo sterminato accampamento è un manipolo di avanguardia che avanzerà regione per regione dichiarandone di volta in volta l'annessione al regno di Norvegia, esattamente come è avvenuto per la valle in cui siamo, il Trondelang. Se deciderete di comportarvi come, con somma saggezza e lungimiranza, hanno deciso di fare le genti di questa valle, se deciderete cioè ciò che è bene per voi, allora le stesse identiche garanzie di libertà e autonomia vi saranno offerte. Gli stessi esigui tributi della gente di norvegia sarete tenuti a pagare e sarete considerati liberi cittadini norvegesi a tutti gli effetti. Ognuno di voi sceglierà il governatore della vostra terra e il consiglio di nobili che lo affiancherà. [--> vedi nuova burocrazia norvegese]

Ma -vi avverto!- nel mio incubo alcuni di voi -ciechi e sordi, oh...sventurati!- decideranno di opporsi al naturale corso della storia del nostro popolo, storia di gloria e di prosperità. Ecco: nel mio terribile incubo, questi poco avveduti sovrani condanneranno le loro gente allo sterminio in una guerra contro un esercito impari, una guerra priva di ogni ragionevole causa, condotta contro i propri fratelli e contro il proprio legittimo sovrano. Il massimo che questi potranno ottenere sarà convincere il proprio sovrano che non sono degni di esserne sudditi e di meritare il rispetto, l'onore e i diritti che sono dalla nascita dovuti a tutti i norvegesi. E se ciò dovesse accadere ogni uomo delle vostre terre desidererà morire in fretta per non vedere la propria casa saccheggiata e i propri figli fatti schiavi. Non immaginate che terribile incubo sia stato per me!
Per fortuna si è trattato solo di un brutto sogno! Di fatti che non sono destinati ad accadere. Non è forse vero, amici miei?>


Seguono alcuni istanti di silenzio in cui Sigurd passa in rassegna con lo sguardo ciascuno dei partecipanti al banchetto, fissandoli con sguardo fermo e deciso, ma con il volto segnato da un leggerissimo sorriso, carico di speranza e relativamente affettuoso. Poi il sovrano si siede, la musica riparte, gli invitati riprendono timidamente a mangiare, ingoiando bocconi improvvisamente amari.
 

Rebaf

Get a life
Fantacalciaro
Per tutta la durata del discorso di Sigurd nessuno dei capiclan presenti disse nulla, poi due di loro si fecero avanti. Si trattava dei capi clan rappresentanti delle regioni di Hergeland e Svartsen.

"Le vostre parole sono giuste, riconosciamo in voi lo spirito del grande condottiero. I nostri clan hanno dichiarato ottima la vostra proposta e sono intenzionati ad accettarla", detto questo, come per sottolineare la cosa, i due si inchinano a Sigurd.

I capi clan del Narvik e Thule, invece, guardarono con sommo disprezzo la scena. Finito quello che loro consideravano solo un teatrino di infima qualità, sputarono per terra e, quasi all'unisono, dissero: "Non cederemo mai la nostra libertà, già tanti re o sedicenti tali ci hanno provato in questi secoli ma il nostro popolo è sempre rimasto fieramente indipendente. La risposta è no, combatteremo fino alla morte."
 
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Olav (governatore del Trondelang, rappresentante dai clan della regione stessa):
<Con le vostre scelte non avete dimostrato che esistono uomini codardi e uomini fieri, ma che esistono uomini saggi e uomini stolti.
- poi, rivolto ai rappresentanti di Hergeland e Svartsen - Avete fatto l'unica scelta possibile e quindi, quella giusta. Troverete che la parola di Sigurd II è degnissima di fiducia, e che il nostro sovrano è un uomo saggio, giusto e incredibilmente potente.
- poi, scuro in volto, rivolto ai rappresentanti di Narvik e Thule - La differenza tra un uomo coraggioso e saggio ed uno coraggioso ma stolto, è che il primo sa distinguere il coraggio dall'incoscienza, il secondo no. Avete fatto la vostra scelta, ma è quella sbagliata. Pensateci bene finchè sarete in tempo. Ripensateci, quando sarete tornati a casa, dopo aver guardato negli occhi le vostre mogli e i vostri figli.>


Sigurd II: < Olav dice bene. Si occuperà egli stesso di illustrarvi come funziona l'apparato burocratico norvegese, struttura portante del nostro glorioso regno. Dovrete scegliere un vostro rappresentante come Governatore e gli altri apparterranno ad un consiglio regionale con poteri importanti. Ma vi spiegherà lui...
- poi rivolto ai rappresentanti di Narvik e Thule, col volto rilassato e quasi inespressivo - Quanto a voi, potete andare. Per cambiare idea avete tempo fino alla morte del primo uomo del mio esercito. Dopo, per voi sarà la fine del mondo. Non potete immaginare quanto io abbia a cuore la vita dei figli di norvegia e quanto, invece, stimi di poco valore quella degli altri.>

Quindi il sovrano abbandonò il banchetto e la tenda, scortato da Gunnar e da sei guardie armate pesantemente. Dopo di lui uscirono anche i rappresentanti di Narvik e Thule. A banchettare rimasero i rappresentanti delle nuove regioni annesse, con Olav e i più alti in grado dell'esercito Norvegese, poco distanti dai primi. Così Olav ebbe modo di parlar loro, faccia a faccia.
Olav: <Signori, capisco perfettamente quanto vi sia costato fare la vostra scelta. Ma capite benissimo che quando si è sull'orlo di un precipizio una mano tesa va sempre stretta con vigore...La scelta del nostro popolo, credo come la vostra, è stata fatta sotto la minaccia di un invasione armata e sicuramente sarebbe stata ben diversa in altre circostanze. Noi fummo estremamente diffidenti nei confronti di questo sovrano sedicente eletto dalla storia a unificatore delle terre di norvegia...Ma, vi dirò, io personalmente mi sto ricredendo. Credo che costui possa davvero fare del bene a tutti noi. Voglio dire, unirci in un potentissimo regno, e farlo prospero e glorioso come non accadeva da secoli alle nostre genti. Io vi dico: fidatevi di lui, come sto facendo io stesso, almeno finchè ci darà modo di farlo; e state a guardare nei prossimi mesi cosa ne sarebbe stato di voi se aveste fatto una scelta diversa...Narvik e Thule faranno una fine tutt'altro che gloriosa, ve lo assicuro. >



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Il giorno seguente, l'accampamento militare fu tolto e l'imponente armata iniziò la marcia verso il Narvik, attraversando in parata i territori annessi di Hergeland e Svartsen, così come era avvenuto per il Trondelang.

Olav, insieme ad Olaf, fedelissimo consigliere di Sigurd II nonchè primo burocrate del regno, colui che aveva messo in piedi tutto l'apparato burocratico costruito negli ultimi due anni, provvedevano ad organizzare le nuove regioni annesse.
Intanto un messo fu inviato nella Norvegia I (così fu chiamata la regione "Norvegia" per distinguerla da tutto il regno, intendendola come: "prima regione norvegese") con un messaggio sigillato da parte di Sigurd II per la Regina Lene.
 
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Mia adorata regina, questo è un giorno per me molto triste.
Ciò che temevo più di ogni altra cosa in questa mia intrapresa missione si è realizzato. Alcuni capiclan si sono stoltamente opposti all'annessione. Vogliono essere convinti dal ferro. E lo saranno! Ve lo posso assicurare.
Ma come ben sapete, conoscendomi, in un momento come questo il mio buon cuore è afflitto. Non solo perchè mi costringeranno ad un inutile massacro, che a questo punto sarò tenuto ad ordinare, decretando la fine di migliaia di uomini innocenti, nonchè norvegesi come noi, di antica stirpe vichinga. Non solo perchè una guerra di questo tipo rattristerà le anime dei nostri padri. Ma soprattutto perchè uomini del mio esercito dovranno rimanere sul campo di battaglia per una causa che non possono ancora comprendere, anche se nella mia mente è assolutamente chiara. E con quanto disonore dovranno morire! Cadere per mano di un nemico indegno e probabilmente dopo aver compiuto qualche massacro di donne o bambini, che io stesso sono fermamente intenzionato a ordinare. Oh che terribile sorte!
Non ho intenzione di fare niente meno di tutto ciò che è in mio potere per ridurre al minimo le perdite del mio esercito, anche a costo di massimizzare le perdite del nemico (ch'io considero, in fondo, amico), anche se questo vorrà dire investire tutto il denaro del regno per questa guerra. Date ordine di armare una flotta per la guerra e di radunare un'orda di cavalleria che sia degna di recare con sè in battaglia lo stendardo norvegese. Non lasciate nulla nelle nostre casse, perchè su ogni moneta risparmiata vedrei riflessa l'immagine di un norvegese caduto! Questo non è il momento di accumulare ricchezze, ma onore e imperitura gloria.

Mia adorata regina, se in questo breve tempo avete già penetrato il mio animo abbastanza a fondo da poter dire "mio signore, io vi conosco", capirete bene quanto tutto questo sia angosciante per me. Spero che, se non con la vostra presenza e il vostro calore d'amore, almeno con la vostra mente e le vostre parole possiate essermi vicino e benedire le azioni che sto per compiere.


Con tutta la stima e l'affetto che nutro per voi,
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PS: Abbiate cura di non far mancare nulla a nostro figlio, nella sua crescita e nella sua educazione che è completamente affidata a voi. E' importante che cresca forte e vigoroso ma anche saggio e colto, perchè quello che oggi io conquisterò con la spada, lui dovrà mantenere col senno.
 
A

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Mentre una cavalleria di 5000 unità viene radunata e inviata nel Svartsen a raggiungere in fretta la fanteria, una flotta di 5 navi viene allestita e inviata nel porto norvegese più vicino al Narvik.


L'armata di Sigurd II, di circa 35000 uomini, invade il confine tra Svartsen e Narvik con i seguenti ordini:
- eliminare ogni resistenza armata senza fare prigionieri
- saccheggiare qualsiasi ricchezza venga trovata: metà sarà distribuita tra i soldati, l'altra metà andrà nelle casse del regno
- ridurre in schiavitù le donne e i bambini più sani , trucidare gli altri
- libertà assoluta per i soldati di comportarsi come vorranno con le donne catturate
- assalire e conquistare la capitale della regione ammesso che non sia fortificata al punto da richiedere mezzi d'assedio: in tal caso cingerla d'assedio senza assalirla
 
A

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Dopo alcuni mesi dall'inizio della guerra, Sigurd II diede l'ordine di portare al di là del confine con il Thule la guerra.

Alla luce di ciò che era avvenuto e stava avvenendo nel Narvik, il sovrano norvegese esortò nuovamente i capiclan del Thule a mettere da parte la loro incoscienza e pensare alla sorte cui avrebbero condannato le proprie famiglie con la loro ingratitudine verso il proprio legittimo sovrano. *

Mentre l'esercito norvegese avanzava, alla gente del Thule restava ancora una possibilità di scelta...

Nel frattempo un contingente di 1000 cavalieri guidati dal comandante Gunnar, fu inviato nel porto più vicino dello Svartsen per imbarcarsi e salpare verso Aquisgrana.




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*
<Mio signore! Ho capito bene?
L'ordine è di caricare su un carro i cadaveri di questi bambini trucidati e inviarlo ai capiclan del Thule con la richiesta di resa incondizionata?>

<Quante altre volte dovrò ripetere il mio ordine prima che venga eseguito?
Fate che a condurre il carro sia quella donna del Narvik, quella catturata ieri mentre cercava di scappare, promettendole la libertà per lei e per i suoi due figli se porterà a termine il compito. Ditele di raccontare come donne e bambini siano stati fatti schiavi, senza alcun rispetto per la loro dignità. Che racconti loro tutto ciò che ha visto!
Mandate lei perchè non ho intenzione di rischiare un uomo di norvegia in quella terra di sciagurati per dargli l'ennesima prova della mia magnanimità.
Ora, avete intenzione di eseguire?>

<Sì, certamente mio Signore.
Eseguo immediatamente.>

[...]
<Generale! Abbiamo trovato cinque giovani donne che si nascondevano in una baracca. Cosa dobbiamo farne?>
<Datele agli uomini insieme al resto del bottino.
Che ne facciano ciò che vogliono. >

[...]
<Generale! Cosa dobbiamo farne dei prigionieri?>
<Trucidate quegli ingrati. Immediatamente.>
[...]

Molti ufficiali dell'esercito norvegese rimasero stupiti in più di un'occasione dagli ordini fatti eseguire dal sovrano. Fino ad allora avevano sempre visto quel giovane generale come un uomo generoso e saggio, ma non avevano ancora conosciuto il lato più cruento della sua personalità. Ciò che accadde in quella guerra passò di bocca in bocca facendo il giro delle terre norvegesi, modificando l'idea che i suoi sudditi si erano fatti di lui. Se la liberazione di alcuni prigionieri, il dimezzamento delle tasse, la costruzione dell'efficiente macchina burocratica norvegese, il patto dell'allenanza del nord, le annessioni del tutto pacifiche di tre regioni confinanti...Se tutto questo aveva contribuito a costruire la figura di un sovrano saggio, generoso e pietoso, al punto da essere considerato quasi un uomo di chiesa, troppo debole per essere un re guerriero!, le nuove storie che si andarono diffondendo a seguito di quella guerra chiarirono ogni dubbio sulla sua capacità di essere fermo e deciso contro il proprio nemico.
Nelle regioni più distanti dal cuore del regno, iniziò a girare la voce che il vero Sigurd II fosse un uomo violento, cruento e privo di ogni bontà d'animo che gli si era attribuita fino ad allora. Alcuni iniziarono a parlare di due sovrani: quello saggio e pietoso: Olaf; e quello guerriero e sanguinario: Sigurd II.

Ma un sovrano guerriero e sanguinario seguirebbe mai i consigli di un vecchio saggio?
Un giovane violento e poco avveduto, quanto stimerebbe le parole del consigliere di suo padre?
Non sarebbero forse sagge le decisioni prese seguendo il consiglio di un uomo più esperto e capace?
 
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Tratto dal carteggio tra Sigurd II e il suo fidato consigliere Olaf

Amico mio,
quando questa cruenta guerra sarà finita, queste terre resteranno desolate, abitate da pochissimi superstiti e da vecchi. Ho dato ordine di deportare in cattività tutte le donne e i bambini trovati in buono stato di salute. Tutti gli altri, compresi gli uomini prigionieri di guerra, sono stati trucidati sul posto. Lo so, amico mio, mi odierai per questi miei ordini anche se il rispetto che hai nei confronti del tuo sovrano ti impedirà di rivelarmelo. Ma poichè tu più di ogni altro mi conosci, sai bene il perchè di questa mia terribile e angosciosa decisione. Penso che un massacro di questo tipo oggi eviterà decenni di rivolte e rappresaglie, oltre a palesare tutta la potenza della Norvegia alle genti al di là dei nostri confini. Inoltre la mia speranza, come ben sai, è quella di convincere la gente del Thule a tornare sui propri passi e ad evitare ulteriori spargimenti di sangue. Probabilmente non capirai queste mie decisioni e resterai fermo, come sempre, nelle tue opinioni che io rispetto più di ogni altra cosa, riconoscendoti dieci volte la mia esperienza e due volte la mia saggezza. Ma solo il futuro ci dirà chi di noi due avrebbe preso la decisione migliore in questo caso.
Ora, come un figlio che torna a chiedere consiglio al proprio padre, pur avendone appena ignorato uno, ma con la fierezza e la consapevolezza di un figlio maturo, vengo da te e ti chiedo: cosa posso fare, dunque?
Sigurd II

Mio signore e sovrano, illustre generale dell'armata di norvegia, non è a me che dovete o dovrete render conto del vostro operato. Non vi ho mai negato il mio miglior consiglio quando me lo avete chiesto e non intendo farlo in questo momento così difficile per voi. Il peso delle vostre scelte grava come un macigno sulle vostre giovani spalle, lo riconosco. E non ve ne farò una colpa.
Il consiglio che posso darvi in questo momento è :
la Norvegia, ovvero il vastissimo regno che voi oggi state costruendo seguendo quella importante missione che sentite di aver avuto dalla storia e che io ritengo stiate giustamente portando a termine, questo vostro regno dopo anni di sangue e instabilità avrà bisogno di un lungo periodo di pace e tranquillità per prosperare. In futuro, se ci saranno guerre andranno portate ben al di là dei nostri confini. Io vi dico: quando avrete preso possesso di Narvik e Thule e le avrete dichiarate terra di Norvegia, congedate i vostri uomini meno valorosi e peggio armati. Dividete la terra appena occupata tra loro e invitateli ad abitare quelle nuove terre insieme alle loro famiglie, o a metterne su delle nuove prendendosi qualche donna di quelle catturate purchè le trattino come mogli e madri dei propri figli, non certo come schiave. Perchè schiave alleverebbero schiavi, non certo liberi figli di norvegia! Fate in modo che siano i vostri più fidati uomini, i soldati del vostro esercito, coloro che con valore hanno conquistato quelle stesse terre, a ripopolarle e a renderle nuovamente fertili. Ognuno di loro non solo difenderà la terra che possiede, ma la curerà al meglio, facendola prosperare, perchè è cosa sua e lo farà con piacere, traendone il massimo godimento. Eccovi il mio miglior consiglio, mio signore.
Il vostro fidatissimo consigliere, Olaf


Amico mio, come sempre le vostre parole valgono più di ogni altra cosa per me, in momenti come questi. Questa volta il tuo consiglio sarà eseguito alla lettera. Credo fermamente che sia la cosa migliore da fare. In questo momento così cupo per me, le tue parole mi danno nuovo vigore e sicurezza. Te ne sono immensamente grato.
Sigurd II
 
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Editto: disposizioni di premi oltre al normale compenso per gli uomini dell'armata norvegese


Alla fine di questa guerra,
le terre conquistate saranno divise tra tutti gli uomini della milizia e della fanteria leggera, i quali saranno congedati, come possedimenti privati da poter abitare insieme alle proprie famiglie. Per costoro le terre costituiranno la propria parte del bottino di guerra. A chi ne farà richiesta potrà essere assegnata una donna di quelle catturate affinchè non sia schiava, ma diventi madre di liberi norvegesi restando ad abitare nella propria terra. A queste donne verrà concesso di sottrarre alla schiavitù i propri figli, allevandoli personalmente assieme all'uomo cui verranno assegnate.

Per quanto riguarda fanteria pesante e cavalieri, tra loro verrà suddiviso equamente metà del bottino di guerra, mentre l'altra metà andrà nelle casse del regno. A costoro verranno assegnate nuove missioni con la promessa di bottini ben più ricchi. In seguito anche loro avranno diritto alla propria terra dove condurre una vita tranquilla, quando sarà il momento. Fino ad allora continueranno a combattere fieramente per il potentissimo Regno di Norvegia, come sono stati addestrati a fare.

Adesso sapete cosa otterrete da questa guerra, se alla fine avrete dimostrato il vostro valore, e non ne dubito, oltre alla gloria e all'onore di aver combattuto nell'esercito condotto del vostro valoroso sovrano Sigurd II in persona!

Così ha voluto il vostro condottiero!

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