evvedi che alla fine l'ho visto anch'io, appena finita la visione
sapete, io sono un sentimentale, specie coi film, quindi cosi' su due piedi me ne esco dicendo GRAN FILM!
sarà che ultimamente ogni cosa mi fa pensare alla mia tesi, ma questo film è terribilmente a tema con quanto sto cercando (con una fatica immensa) di raccogliere. è che la tesi, cosi' come il film, parla della vita sulla terra e del tempo, entrambi (naturalmente) per gli esseri umani, quindi mi ci sono trovato davvero bene.
non sono affatto d'accordo, chiaramente, con chi dice che il film è sfasato, superficiale e abbozzato, perché é tutto il contrario: in due parole, è la solita, oltreumana questione di entropia vs neghentropia, ovvero il fatto che gli esseri umani percepiscono e vivono e spiegano scientificamente la propria esistenza e quella della terra come fenomeni che possono esulare la preponderante tendenza alla dispersione e, dunque, alla morte che tuttavia sperimentiamo allo stesso tempo. come? vediamo.
l'uomo, come dice jared leto nelle parti "alla quark", fa parte di questa lotta per l'esistenza, e la sua maniera per sopravvivere è il sesso, che attraverso e non oltre l'istinto diventa affettività e quella parola tanto arcana che è "amore".
inutile dire che, come hanno sempre saputo i savi, i veggenti e i poeti, l'amore è la massima espressione umana, ed è molto bello e coerente che l'autore scelga di raccontare, del protagonista, le vite ovvero gli amori.
come ha saputo, per esempio, dire francis ford coppola in "youth without youth" (ma anche, in altro modo, in "bram stoker's dracula") la spinta all'amore è talmente necessaria all'essere umano da essere cio' che ci uccide, perché ci lascia mortali proprio nel desiderio di immortalità, proprio nell'ambigua, onirica trascendenza irraggiungibile e tuttavia perennemente vissuta.
il vecchio nemo che, visivamente, cita di continuo (specie nei profili) il millenario bowman di 2001: a space odissey non è solo l'omaggio di un cinefilo, ma il modo dell'autore di significare lo stesso concetto: arrivare alla fine dell'umanità, al tramonto universale dell'essere umano ("l'ultimo mortale" asd) e, anche se chiaramente in altro modo e da diversi presupposti, ripartire all'indietro (L'eterno ritorno? si, diciamo di si).
sicuramente non ha il rigore autorale e stilistico dei grandi autori alla, ripeto, coppola o kubrick, ma questo jaco van dormael ha avuto il coraggio/innocenza di sembrare ridicolo con tutto questo bailamme di film per parlare dell'uomo e dell'universo.
mi fa ancora sorridere un (ex)amico che si voleva artista e affermava il suo totale disinteresse a trattare l'amore, perché mi dava e continua a darmi l'impressione di perdersi un qualcosa che l'arte non puo' sorvolare.
chiaramente esiste molto altro (vedi 2001 e l'istinto di morte, la paura e la violenza) ma questo film ha saputo, in modo certo barocco ma niente affatto incoerente quanto alla forma, parlare di come la scelta sentimentale sia alla base di ogni movimento inutile e grandioso dell'uomo, incasellato in quell'inutile e grandiosa casualità morente che è la Terra e l'universo.