Diplomazia [Minnonar-Carandor] Un ingombrante delegazione

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Pesanti erano erano i passi dei cavalli al galoppo.
Un nutrito manipolo pesantemente bardato cavalcava senza sosta, mentre alti si muovevano i neri vessilli stellati del Regno di Minnonar.
Loro non erano grazia, dolcezza e armonia, non oggi.

Alla vista delle mura di Gwaith'Ost non rallentarono il passo, e malgrado la voce ormai si fosse sparsa, non furono poche le guardie sulle mura cittadine ad imbracciare l'arco.

A meno di una decina di metri dalle preoccupate guardie alle porte il gruppo si fermò e una figura si fece avanti.
Solo in quel momento poterono notare come gli stendardi fossero rovinati, al pari delle armatura sporche e scheggiate, e quanto i cavalli apparissero stanchi, quasi al limite delle loro forze.

"Sono Erundil Elentauron" disse l'eldar sfilandosi l'elmo "Primo Generale di Minnonar e porto le parole della Regina."
"Radunate il vostro Direttorio nelle sale del palazzo, io e la mia guardia li aspetteremo li, e fate in fretta."

Grazia, tatto, etichetta, compostezza, non vi era nulla di questo in questi eldar, ed in tante decadi nessuno poteva dire di ricordarsi un tale atteggiamento da un Primonato di Almarrilan.

@Silen
 

Silen

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Nonostante le maniere brusche, Erundil Elentauron è pur sempre il rappresentante di uno stretto alleato dell'Unione e come tale viene accolto a Gwaith'Ost la vecchia capitale dell'Unione e sede del nuovo Direttorio. Dopo che gli indispensabili preparativi sono stati completati l'ambasciatore di Minnonar viene scortato nella città e ammesso all'udienza col Direttorio dell'Unione recentemente eletto. Cinque membri in totale, tre elfi due umani a rappresentare le due etnie presenti a Carandor. Per lungo tempo umani ed elfi si sono trovati in disaccordo a causa delle fazioni estremiste come quella del defubnto Malros Shadowbane, ma di fronte all'emergenza causata dalla caduta di Sarmatia e dai torbidi interni l'Unione ha finalmente riacquisato un minimo di coesione interna anche grazie alla concessione della presenza di due membri umani nell'organo di governo supremo di Carandor.

Arminas Silverleaf, Presidente del Direttorio, si alza in piedi per accogliere il generale Erundil Elentaurion.
"Vi diamo il benvenuto a Gwaith'Ost, generale. Ci rammarichiamo per l'accoglienza indegna di un inviato dei nostri fratelli di Almarillan ma certamente sarete al corrente dei dolorosi avvenimenti dello scorso anno. L'Unione avrà bisogno più che mai del sostegno dei suoi alleati in questo momento oscuro."
 

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L'Eldar pareva aver attraversato metà del mondo dal suo aspetto trasandato, ed in effetti era praticamente così.
Erundil squadrò lentamente tutti i membri del direttorio, nuovamente volti totalmente sconosciuti.

"Tredici anni, quattro di questi turbolenti, con tre colpi di mano.
Fino ad oggi il Regno ha silenziosamente osservato Carandor cercare rovinosamente la sua strada, e silenziosamente ha osservato i suoi ripetuti fallimenti.
Non un parola nè un ingerenza, malgrado tutto siamo rimasti fraterni alleati, malgrado sappiate quanto ci abbiano turbato le perdite delle vite dei nostri consanguinei nelle vostre ripetute faide razziali."

Una lunga pausa permise al generale di studiare le espressioni di tutti i presenti, soppesando gli umori.
"Fino ad oggi, quando il vostro ennesimo fallimento mette a rischio il nord tutto, e questo non possiamo permetterlo.
Il Regno è rimasto silente nel vedervi cercare la vostra via, oggi quel tempo è finito.
La Regina ritiene che l'Unione di Carandor necessiti della Guida degli Eldar in questi giorni bui e ritiene che voi dobbiate accettarla."

Un altra pausa lasciò il tempo necessario a numerosi sommessi brusii salire fino a che la voce di Erundil li interruppe bruscamente.

"La Regina vede due nazioni, due razze, ma un solo grande popolo da tempo diviso.
E' tempo che venga restaurata l'Unità dei servi di Gallean e che con essa sorga un nuova alba."

L'Eldar rimase quindi in silenzio, in attesa di udire le risposte prima di continuare.
 

Silen

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Tre membri del Direttoerio fecero per parlare contemporaneamente ma si azzittirono di fronte ad un cenno di Arminas, il quale congiunse le dita osservando pensosamente il generale di Minnonar prima di rispondere
"In altre parole, ci chiedete di diventare una provincia del Regno di Minnonar, come nei tempi antichi." disse con voce pacata "Comprendiamo come l'offerta venga da un genuino desiderio di vedere rafforzate le difese contro i non morti ma...no, non è una proposta accettabile. Crediamo anche che i nostri fratelli del sud abbiano problemi più urgenti da considerare ora che i domini di Isilwen, ora chiamata Vashti, confinano direttamente con le terre del regno dei Priminati."
 

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Il Generale osservò i vari membri del direttorio indugiando lungamente su ognuno di loro.

"Secondo voi Arminas" esordì Erundil con un tono che da solo poteva spiegare la filosofia superiorista degli eldar "se la Regina avesse voluto Carandor come provincia staremo qui a parlare? Se il Regno avesse voluto conquistarvi, sarebbe bastato intervenire in un dei vostri continui giochi di potere e tradimenti interni."

Poi, avendo notato l'intonazione usata, riprese con fare più conciliante dopo un profondo respiro.

"Il Regno di Minnonar non è un mendicante, nè un borioso cafone, nè un approfittatore, come i tanti che giungono oggi alla vostra porta per sfruttare la vostra debolezza.
Come ho già avuto modo di dire, la Regina vede sì un unico popolo, ma non intende passare sopra a secoli di divisioni nazionali, se un tale cammino avverrà mai, avverrà nel futuro.
Ciò che oggi Sua Maestà è giunta a chiedere è l'Unità.

La comune fede nell'amato padre Gallean infine ci unisce, e da questo è necessario costruire una comune casa.

La Regina chiede che le sia riconosciuto il titolo e il ruolo di Guida degli elfi e del servi del Padre; là dove l'Unione ha fallito, le sagge guide del Regno hanno avuto successo e per questo riteniamo che Carandor tutta abbisogni del nostro consiglio.
La Regina chiede che cessino per sempre le frontiere tra le nostre terre, due nazioni, due razze, ma un unica fede ed un unico Popolo; che le genti si avvicinino e si uniscano, che trovino riparo nelle case dei fratelli nel momento del bisogno, e nelle fondamenta più salde trovino la via per ridare lustro alla propria terra.
La Regina chiede che le nostre armate si muovano come una sola, grande, unica forza, poichè tanto quanto l'oscurità è alle porte, solo la luce dell'Unità farà sorgere l'alba del nostro futuro.
La Regina chiede che a tutti i priminati di Carandor sia data la possibilità di affrontare i rituali del sangue e di purificazione, per elevarsi come noi, per tornare ad essere il puro popolo delle stelle che il Padre creò, gli eldar.
La Regina chiede che vi sia infine unità di intenti e volontà verso l'esterno, come due braccia che collaborano mosse da un unico pensiero.

Questo è ciò che la Regina, che il Regno è venuto qua a chiedere.
Non provincie, ne vassallaggi o sottomissioni, ma due nazioni fraterne, libere nelle loro terre ma unite verso l'oscurità che le circonda."
 

Silen

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"Ultimamente gli avvoltoi volano in cerchio sui cieli di Carandor" disse il presidente del Direttorio con un pallido sorriso "perdonerete quindi la nostra comprensibile diffidenza. Le vostre richieste se accettate porterebbero di fatto al medesimo risultato di una annessione...non più frontiere, una unico comando, nella mani della regina in quanto Guida degli Elfi. No, generale, vi parrà strano dopo i torbidi che ci hanno accompagnato in questo periodo oscuro della nostra storia, ma qui a Carandor siamo ancora orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto e non riteniamo di dover perdere ogni cosa solamente perchè negli ultimi quindici anni le cose non sono andate bene."
Una breve pausa, uno scambio di sguardi con gli altri membri del Direttorio
"Su una cosa siamo comunque pienamente d'accordo...viviamo in un periodo oscuro e la minaccia dei Caduti è più vicina che mai. Se il Regno di Minnonar intende intraprendere una campagna contro i Caduti, siamo disposti come alleati e fratelli a unire le nostre armate alle vostre e ad accettare un comando unificato, come desidera la vostra regina."
 

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Il Generale alla risposta parve distintamente contrariato.

"Le parole hanno un peso, o almeno lo hanno le mie.
Guida, non Sovrano.
Una Guida va ascoltata poichè i suoi consigli dettano la retta via, ma le sue parole non sono vincolanti, e questo è al di là di ogni dubbio ciò che serve alla vostra terra e al vostro popolo, di essere guidati, consigliati e condotti verso strade di rettitudine.
Nessuno ha parlato di un unico comando, tenete pure i vostri condottieri se essi vi rendono sicuri
- disse con ironia - ma che i miei e i vostri generali agiscano di concerto nel futuro, come spada e scudo.

Lo ripeto un ultima volta, non siamo qui a chiedere servitori, se li volessimo ce li prenderemmo, siamo qui ad offrirvi una mano per farvi rialzare, siamo qui per indicarvi il cammino, ed evitarvi sentieri tortuosi.
Voi parlate della vostra storia, avete ragione. Ma un albero può crescere per anni forte e alto, ma se poi i suoi frutti saranno malevoli e marciscenti, sarà sempre un albero che dovrà essere abbattuto, anche se il fusto risulta sano.

Avete ragione però, viviamo in tempi oscuri. L'oscurità è alle nostre porte prima del tempo, migliaia di vite sono state mostruosamente spezzate, ma di certo non per nostra inadeguatezza."
 

Silen

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"In questo caso, non credo che ci sia altro di cui discutere, generale. Non siamo bambini che necessitano di guida, checchè voi ne pensiate. Siamo alleati, e questo vale qualcosa agli occhi dell'Unione. Mi auguro che sia lo stesso anche per voi." fu la risposta secca di Arminas.
 

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"Lo vedremo cosa siete. Se bambini o ciò che da un decennio sostenete."

Erundil si voltò e si allontanò a lunghi passi.
 
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