The Shiran Reborn
Chosen one
"La ricchezza è la chiave, la chiave per raggiungere la grandezza di un tempo, la grandezza dei tempi dimenticati dove Nood il carnefice, l'Imperatore di quello che un tempo era un vasto e ricco Impero del nord, riuscì alla testa di una poderosa armata a respingere le ombre non morte ai confini della civiltà"
"Padre quel Regno era Ishitara?"
"Ishitara è solo un nome tra i tanti con cui è stato chiamato questo Regno circa quattrocento anni or sono, in seguito alla vittoria di Impartaniel, nel fosso dei cadaveri, nella valle desolata vicino Porto Lontano, dove tutt'ora sorge un mausoleo che cade a pezzi..
Come dicevo, rammenta le mie parole ragazzo. Un giorno sarai sovrano e dovrai prendere decisioni importanti, decisioni che potrebbero dilaniarti il cuore e l'anima, ma questo è il prezzo per la grandezza, il prezzo per la libertà, per essere ricordati, perché siamo tutti accomunati da una sola verità: una volta morti diveniamo polvere e cibo per i vermi.
Rammenta, una nazione povera non sarà mai una nazione potente, per questo abbiamo investito ingenti capitali nello sviluppo del commercio. Ora abbiamo una grande armata e ben presto i figli di Solonielle protetti dal sommo Kraken si troveranno a pagare il prezzo più grande ed io sarò con loro.
Ora dormi, continueremo domani"
"Sì pradre"
Una volta che Ragnar fu accolto tra le braccia di Maunil il Dio dei sogni Shiran abbandonò la sua stanza cercando di non far rumore benché la sua armatura pesante tintinnasse ad ogni passo. Si diresse nelle profondità del palazzo fino a raggiungere, al livello più basso, un'enorme stanza illuminata da cento bracieri al cui centro una statua raffigurante un Kraken alta più di dieci metri si proiettava a spirale verso l'alto sin quasi a sfiorare il soffitto. Intorno alla statua alcuni monaci posti ai lati dondolavano ritmici dei contenitori d'incenso da cui uscivano tentacoli di fumo, mentre ripetevano strane preghiere il cui eco avvolgeva come onde l'intero luogo.
Il sovrano si avvicinò alla statua sino a pochi metri da questa, si lasciò cadere ai suoi piedi. Lentamente si slacciò il busto dell'armatura, poi gli spallacci ed infine il resto, sino a rimanere completamente nudo. Prese il mazzafrusto legato al cinturone e iniziò a colpirsi la schiena con movimenti diagonali e violenti sino a che il sangue copioso non imbrattò parte della statua disegnando strani motivi.
[continua]
"Padre quel Regno era Ishitara?"
"Ishitara è solo un nome tra i tanti con cui è stato chiamato questo Regno circa quattrocento anni or sono, in seguito alla vittoria di Impartaniel, nel fosso dei cadaveri, nella valle desolata vicino Porto Lontano, dove tutt'ora sorge un mausoleo che cade a pezzi..
Come dicevo, rammenta le mie parole ragazzo. Un giorno sarai sovrano e dovrai prendere decisioni importanti, decisioni che potrebbero dilaniarti il cuore e l'anima, ma questo è il prezzo per la grandezza, il prezzo per la libertà, per essere ricordati, perché siamo tutti accomunati da una sola verità: una volta morti diveniamo polvere e cibo per i vermi.
Rammenta, una nazione povera non sarà mai una nazione potente, per questo abbiamo investito ingenti capitali nello sviluppo del commercio. Ora abbiamo una grande armata e ben presto i figli di Solonielle protetti dal sommo Kraken si troveranno a pagare il prezzo più grande ed io sarò con loro.
Ora dormi, continueremo domani"
"Sì pradre"
Una volta che Ragnar fu accolto tra le braccia di Maunil il Dio dei sogni Shiran abbandonò la sua stanza cercando di non far rumore benché la sua armatura pesante tintinnasse ad ogni passo. Si diresse nelle profondità del palazzo fino a raggiungere, al livello più basso, un'enorme stanza illuminata da cento bracieri al cui centro una statua raffigurante un Kraken alta più di dieci metri si proiettava a spirale verso l'alto sin quasi a sfiorare il soffitto. Intorno alla statua alcuni monaci posti ai lati dondolavano ritmici dei contenitori d'incenso da cui uscivano tentacoli di fumo, mentre ripetevano strane preghiere il cui eco avvolgeva come onde l'intero luogo.
Il sovrano si avvicinò alla statua sino a pochi metri da questa, si lasciò cadere ai suoi piedi. Lentamente si slacciò il busto dell'armatura, poi gli spallacci ed infine il resto, sino a rimanere completamente nudo. Prese il mazzafrusto legato al cinturone e iniziò a colpirsi la schiena con movimenti diagonali e violenti sino a che il sangue copioso non imbrattò parte della statua disegnando strani motivi.
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