Io mi sento di consigliare solo Cronache del ghiaccio e del fuoco...
è un libro che inizia così
, poi diventa
, poi
, poi di nuovo
, poi
per passare a
e poi di nuovo
e infine, finito l'ultimo libro in italiano, :angry: :angry: :fuck: :fuck:
:mecry: :mecry: :mecry: :mecry:
E' una serie di libri fantasy molto particolare, dove il fantasy (per ora) c'è di striscio. E' più un misto di romanzo storico/fantasy, dove ci sono miriadi di personaggi e, cosa che per ora mi ha entusiasmato, non ci sono i buoni e i cattivi, gli eroi e i deficenti, ma semplicemente personaggi, che hanno la loro storia in questo conflitto che man mano si ingrandisce...è molto difficile da spiegare così in due righe, l'unico modo per capire è leggerlo, e sono abbastanza sicuro che non ci sarà pentimento.
Narrativamente è tutto molto scorrevole e si nota molto la natura scenografica di Martin...i punti di souspanse, storie interrote al momento più bello... dopo molti anni, sono tornato a leggere la notte a letto e dire "vabbè, leggo sto capitolo poi dormo....uhmmm....vabbè, solo un laltro.... beh....questo è corto, leggo questo e poi basta..."
Poi beh....il silmarillion, per chi ha letto il signore degli anelli, è d'obbligo...
Ho letto anche altri libri di tolkien racconti sparsi sempre sulla terra di mezzo, che descrivono, in maniera più approfondita, eventi del silmarillion. Sono 3 libri (racconti perduti, racconti ritrovati, racconti incumpiuti) di raccolte degli appunti e delle storie che tolkien stava scrivendo. Il suo progetto era mostruoso e il Silmarillion era solo un "canovaccio" di un'opera gigantesca.
Purtroppo questi racconti sono a volte non terminati, oppure non congruenti con gli eventi del silmarillion. A volte sono solo appunti, poi integrati dal figlio di Tolkien, ma ci sono alcune storie che da sole giustificano l'acquisto, tipo le 60 pagine che descrivono nel dettaglio la battaglia di Gondolin attaccata dalle forze di morgoth. C'è il combattimento tra echetelion e il signore dei Balrog che è qualcosa di epico, così come la descrizione delle armate elfiche delle varie casate... un racconto quello, che merita di essere letto da chiunque ami tolkien
Nel silmarillio la battaglia viene riassunta così
"Degli atti di disperato valore che vi si compirono da parte dei capi delle nobili casate e dei loro guerrieri, e da Tuor non certo tra gli ultimi, molto si narra ne La Caduta di Gondolin: dello scontro tra Ecthelion della Fonte con Gothmog, Signore di Balrog, nella stessa piazza del Re, dove ciascuno dei due uccise l'altro, e della difesa della torre di Turgon per mano dei suoi familiari, finchè la torre stessa non venne abbattuta; e risonante fu la sua caduta e Turgon trascinato nella sua rovina."
In racconti perduti la battaglia viene descritta in 60 pagine
vi riporto solo la descrizione delle armate, se volete leggerle
L'assalto di Melko si annunciò con terribili rossi bagliori d'oltre i colli e le montagne, durante la notte di Tarnin Austa (le Porte dell'Estate) la grande ricorrenza in cui dalla mezzanotte fino al sorgere del giorno nella città nascosta non veniva pronunciata parola, ma l'alba veniva salutata con canzoni antiche. Presto, tutte le grandi casate e stirpi dei Gondolindrim accorsero in piazza per organizzare la difesa della città.
La possente schiera della Casa Reale aveva come emblema il cuore scarlatto e i suoi colori era il bianco, l'oro ed il rosso.
La truppa di Maeglin (qui ancor più infido traditore) portava armature nere senza simbolo né emblema, tondi copricapi d'acciaio coperti di pelle di talpa ed era armata di asce a due lame simili a zappe.
La stirpe della Rondine aveva sull'elmo un ventaglio di penne ed era abbigliata di bianco, blu scuro, porpora e nero; sugli scudi recava una punta di freccia ed il signore di quella casata era Duilin, il più veloce tra i Gondolindrim a correre e spiccare balzi ed il più sicuro degli arcieri su un bersaglio.
La stirpe dell'Arco Celeste era di smisurata ricchezza: i suoi uomini vestivano di in un tripudio di colori e le loro armi erano intarsiate di gemme. Gli scudi erano azzurri come la volta celeste ed ognuno di essi era borchiato con un gioiello di sette pietre preziose. Erano guidati da Egalmoth, unico dei Noldoli (i Noldor del Silmarillion) ad utilizzare una spada ricurva, cui preferiva però l'arco, con il quale sapeva colpire più lontano di chiunque altro. Alla Rondine e all'Arco Celeste appartenevano i migliori arcieri di Gondolin.
Da Penlod, il più alto dei Noldor, erano comandate le genti del Pilastro e della Torre di Guardia.
Galdor era considerato il più valoroso dei Gondolindrim dopo Re Turgon e guidava la grande casata dell'Albero, i cui appartenenti vestivano di verde e combattevano con mazze borchiate e fionde.
La casa del Fiore d'Oro portava sullo scudo un sole raggiante ed il suo capo, Glorfindel, indossava un mantello ricamato con fili aurei come i suoi capelli; anche le sue armi erano damascate in oro fino.
Dal sud della città giungeva il popolo della Fonte, comandato da Ecthelion, amante dell'argento e dei diamanti. Le loro spade erano assai lunghe, luminose e pallide. Solevano andare in battaglia al suono dei flauti.
Di seguito procedeva la schiera dell'Arpa, adorna di nastri d'argento e d'oro: un'arpa argentea brillante in campo nero era il loro stemma. I guerrieri dell'Arpa erano gente intrepida, ma il loro capo, Salgant, era invece un codardo ed un adulatore di Maeglin. Il suo corpo era greve e tozzo ed egli era l'unico tra i Gondolindrim a recarsi in guerra a cavallo.
L'ultimo battaglione era quello del Martello d'Ira, composto dai migliori fabbri ed artigiani; l'intera stirpe venerava Aule più di tutti gli altri Ainur. Avevano braccia assai forti e combattevano con grandi mazze, simili a martelli, proteggendosi con pesanti scudi. Erano comandati da Rôg, il più forte tra tutti i Noldor ed appena secondo, per valore, a Galdor dell'Albero. Il simbolo della gente del Martello d'Ira era un'incudine colpita da un martello che le sprizzava scintille tutt'intorno i colori erano l'oro rosso ed il ferro nero. Grandi furono le loro gesta nella terribile battaglia di Gondolin e nessun altro come loro seminò morte e terrore tra i Balrog; ma la sorte gli fu avversa e nessuno di quella stirpe sopravvisse e tutti caddero intorno a Rog, così molta arte e maestria si persero per sempre assieme a loro.
Queste erano le undici casate di Gondolin e come già si è accennato, la guardia del corpo di Tuor, la gente dell'Ala Bianca, era considerata la dodicesima. Nel mezzo si ergeva Tuor con la sua cotta d'argento e vicino a lui i suoi valorosi, con ali come di cigno o gabbiano sull'elmo e lo stemma dell'ala bianca sullo scudo.
Tutti erano ormai schierati, mentre il terrore di fuoco si avvicinava sempre di più alla bianca città nascosta di Re Turgon