Shir sogghignò evidentemente divertita "Dietro? Oh no, Vittoria. No. Come potresti tenere il mio ritmo? O arrampicarti sulle nostre tele? No. Sali." così dicendo Shir piegò gli arti da ragno in modo da agevolare il compito dell'umana. Quando l'ammiraglia esitò, l'Aracne si picchiò una mano sul fianco in un secco gesto di invito "Avanti, sali. Resta vicina i miei arti e se devi aggrapparti, fallo pure. Solo non sedere sul mio addome. E' una cosa che mi infastidisce."
Quando Vittoria fu seduta saldamente sul carapace di Shir, appena dietro il torso umanoide, l'Aracne si mosse a velocità sorprendente puntando direttamente a uno dei cavi fissati a una estremità al suolo e all'altro alla cima delle mura. Visti da vicino quei cavi erano ancora più imponenti e Vittoria potè vedere che si trattava in realtà di più fili legati e attorcigliati assieme, tessuti e filati in maniera non molto diversa da quella dei normali aracnidi, solo su una scala centinaia di volte più grande. Shir iniziò ad arrampicarsi usando tutti e otto gli arti da ragno e aiutandosi occasionalmente anche con le braccia umane e presto Vittoria dovette aggrapparsi per non cadere. Mentre si muoveva l'Aracne stava fornendo spiegazioni, come se quell'arrampicata fosse una cosa da tutti i giorni...ma forse per Shir lo era.
"Le Grandi sono le nostre guide, le anziane della nostra razza" disse "sono state madri, naturalmente, ma quella fase della loro vita è ormai superata. Una Grande è...bene, lo vedrai coi tuoi occhi. Non voglio rovinare la sorpresa" Shir sogghignò ancora fra sè. Intanto le due avevano già scavalcato le mura e si stavano calando nella città, il tutto in un tempo straordinariamente breve. Per un pò Shir vagò nelle strade seguendo quello che doveva essere un percorso ben preciso e Vittoria, ora relativamente comoda, potè guardarsi attorno. La città non era affatto in rovina come si sarebbe aspettata: a parte le grandi ragnatele che coprivano ogni cosa e che si stendevano fra gli edifici più alti, la città delle Aracne era in ottime condizioni. Durante il tragitto Vittoria vide persino tre Aracne arrampicarsi sulla facciata di una casa intente a effettuare delle riparazioni sui muri e sul tetto...a quanto pareva quel popolo non aveva bisogno di impalcature o misure di sicurezza...sempre mentre superavano rapidamente le strade Vittoria vide una Aracne arrampicarsi di getto su una tela stesa fra due palazzi. Incuriosita l'umana vide che sulla parte più alta della tela un imprudente gabbiano era rimasto impastoiato dai fili. L'aracne lo raggiunse, lo liberò dalla tela e lo morse, scendendo poi a terra con il volatile in bocca. L'indifferenza generale delle altre Aracne sembrava indicare che la cosa fosse perfettamente normale.
Lungo la strada Vittoria vide attività familiari o comunque intuibili, altre meno. Qui alcune Aracne lavoravano metalli e preparavano armi e altri manufatti, là c'era una specie di mercato, sulla destra una mezza dozzina di Aracne era intenta a preparare grossi rotoli di seta grezza, seta prodotta apparentemente da loro stesse filando la propria tela, sulla sinistra un gruppo di Aracne più piccole delle altre sembravano essere scortate da delle soldatesse. Incuriosita, Vittoria osservò meglio quest'ultimo gruppo. Sembravano quasi... Shir si accorse dello sguardo della ammiraglia ed elargì un commento criptico "Non siamo barbare, noi della Tela. Noi ci prendiamo cura dei nostri maschi, non sprechiamo inutilmente le loro vite." dopo un pò, Shir puntò direttamente verso un grande edificio che si trovava nel quartiere centrale della città. Doveva essere stato un tempo una specie di ufficio della locale burocrazia, ma durante la loro permanenza le Aracne lo avevano modificato profondamente: molte porte e mura erano state abbattute per ampliare lo spazio a disposizione e i sotterranei, un tempo probabilmente dedicati agli archivi, erano stati ripuliti e ulteriormente scavati. Era un ambiente buio e umido,illuminato solo quà e là da una torcia e ricolmo delle onnipresenti ragnatele. Infine giunsero in una vasta caverna artificiale, scavata nel profondo del sottosuolo e resa solida da una fittissima rete di ragnatele che ricoprivano fittamente il soffitto e le pareti, oltre ai piloni di sostegno che erano stati ricavati con materia di scavo e resi compatti indovinate come? Con altre ragnatele.
La stessa caverna era un intrico fittissimo di cavi, tanto spessi e tanto numerosi che probabilmente anche Vittoria avrebbe potuto arrampicarvisi con facilità. Al centro della enorme ragnatela, che altro non si poteva definire quell'ambiente, giaceva la Grande. Fedele al suo nome, era una Aracne gigantesca, grande quattro o forse anche cinque volte una Aracne "normale" come Shir. Inerte, con le mostruose gambe da ragno penzoloni e il torso umanoide appoggiato a una massa di cavi che le faceva da sostegno e forse da cuscino, la Grande dormiva.
Senza peritarsi di avvertire Vittoria, Shir si arrampicò agilmente fino a trovarsi appesa ai fili a poca distanza dal capo della enorme aracnide "Grande Shura" chiamò con voce chiara "Anziana, la colonia ha bisogno di te e della tua saggezza. Sorgi dal tuo sonno e ascoltaci, ti prego" oltre alle parole in comune, Shir emise tutta una serie di schiocchi e clicchettii e fece vibrare più volte un filo che sembrava condurre fino alla figura addormentata. A Vittoria sembrava quasi più un rito di evocazione che non un modo di rivolgersi a una figura di autorità. Dopo qualche minuto la Grande si mosse lentamente, il torso si rimise in posizione eretta e sei enormi occhi rossastri si aprirono.
"Shir, sei tu? Riconosco la tua voce." disse la Grande mentre metteva a fuoco il triplice sguardo sulla Aracne e sulla piccola umana che portava in groppa. "Guarda, guarda, cosa abbiamo qui? Una sanguerosso...mi hai portato un dono, Shir? Un bocconcino prelibato?" Vittoria non potè fare a meno di rabbrividire quando la Grande si leccò le labbra. Sarebbe scomparsa fra quelle zanne in pochi secondi.
"Abbiamo bisogno della tua guida e consiglio, Grande Shura." disse Shir in tono pieno di rispetto e rapidamente riassunse gli avvenimenti di quella mattina a beneficio della Grande "Come dobbiamo comportarci con questi sanguerosso che attraversano le acque salate?" chiese Shir quando ebbe terminato la propia esposizione "se quanto dice la sanguerosso è vero, potrebbero essere una minaccia per la Tela...ma anche una risorsa. Facciamo appello alla tua saggezza."
"Capisco." rispose la Grande dopo qualche istante di rilessione "Hai fatto bene a svegliarmi, Shir. Questa è una questione della massima importanza." la Grande spostò lo sguardo su Vittoria. Nonostante il tono autorevole a Vittoria sembrava che l'enorme creatura fosse soprattutto assonnata e stanca e ansiosa di tornare al suo sonno "Tutto questo deve sembrarti strano, Sanguerosso. Se hai detto la verità a Shir, tutto questo per te deve essere nuovo. Finora ho udito soltanto lei parlare, ma prima di decidere voglio sentire la tua voce. Quale è lo scopo del vostro viaggio? Cosa si aspetta di trovare la tua gente in Aman? Sii sincera; mi accorgerò se menti." La Grande inspirò fragorosamente "Ah, sento l'odore della tua paura...ma non devi temere. Noi della Tela non siamo necessariamente nemiche di tutti i sanguerosso, anche se sappiamo bene che effetto facciamo alle altre razze. Avanti, ti ascolto."