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Yugoslav People's Army
La JNA in una unica pagina da wikipedia. ( non avevo voglia di tradurre qualcosa dall'inglese)
Le origini dell'Armata Popolare Jugoslava risalgono alle unità partigiane della seconda guerra mondiale, quando il 22 dicembre 1941 a Ruda in Bosnia Erzegovina venne costituita la 1ª Brigata Proletaria d'assalto (1ª Proleterska Udarna Brigada), prima unità partigiana, tra quelle che si erano formate dopo l'occupazione della Jugoslavia, in grado di operare anche fuori dalla propria area e che fu il primo nucleo dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia che sarebbe nato per volontà di Tito nel novembre del 1942 a Bihac. Al momento della sua costituzione raggruppava 8 divisioni, ciascuna delle quali contava circa 3-4000 uomini, ed ebbe il nome provvisorio di Narodnooslobodilačka vojska i partizanski odredi Jugoslavije (NOV i POJ) o "Esercito popolare di liberazione e distaccamenti partigiani della Jugoslavia" che nel marzo 1945 cambiò nome assumendo la denominazione di Jugoslovenska Armija. Dopo la liberazione della Jugoslavia dalle potenze dell'Asse il 22 dicembre sarebbe diventato il giorno delle forze armate ed in occasione del 10° anniversario della costituzione della 1ª Proleterska Udarna Brigada il 22 dicembre 1951 la Jugoslovenska Armija aggiunse l'aggettivo popolare (in serbo Narodna) assumendo la denominazione di Jugoslovenska narodna armija.
La bandiera dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo fu anche la bandiera provvisoria della Jugoslavia dopo la guerra e con qualche modifica, dopo l'approvazione della nuova Costituzione, divenne la bandiera definitiva della Jugoslavia fino alla sua dissoluzione.
Le forze armate jugoslave erano costituite dal Esercito, dalla Marina e Aviazione che a partire dal 1969 vennero affiancate dalla Difesa territoriale, una forza militare di riserve autonoma con una organizzazione molto decentralizzata ed indipendente affidata alle singole repubbliche che formavano la federazione.
Equipaggiamento
L'equipaggiamento consisteva in:
Carri armati
Carri armati leggerii
* PT-76 - 100
Carri armati medi
* M4 Sherman - 630 (tra cui M-32, M32B1 e M-74 serbatoio di recupero del veicolo, immagazzinati in riserva)
* T-34/85 - 308 (immagazzinati in riserva)
* M-47 Patton - 319
* T-55 - 1000
carri armati pesanti
* T-72 - 93
* M-84 - 450
APC
* MT-LB - ~ 200
* M-60P - ~ 800
* BTR-50 - 14 (attuale Serbia)
* BTR-60 (TBA-72) - 60
IFV
* M-80A - 600
Veicoli corazzati di ricognizione
* BRDM-2 - ~ 100
* BOV APC - 317 (Serbia)
Kopnena Vojska (KoV) fu l'esercito jugoslavo dal 1945 al 1992. Il nome significa Forza militare terrestre. Erede dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo del tempo delle guerre partigiane, è stato istituito nel 1946, dopo la proclamazione ufficiale della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia, rinominatasi poi negli anni 70 in Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Inizialmente l'unico ecquippaggiamento pesante di cui disponeva erano carri armati medi T-34/85 di provenienza sovietica e di carri leggeri M3 Stuart. La rottura dei rapporti con l'Unione Sovietica di Stalin rese impossibile l'acquisto di nuovo materiale, questo spinse il presidente Tito a rivolgersi agli Stati Uniti, che fornirono alle forze armate jugoslave un consistente numero di carri medi M4 Sherman e in seguito di carri M47 Patton. Negli anni 60, la normalizzazione dei rapporti con l'unione sovietica, operate da dal nuovo capo di stato Nikita Krusciov, rese nuovamente possibile l'acquisto di materiale bellico sovietico. Vennero così acquistati un consistente numero di carri armati T-54 e T-55, che sarebbero stati la spina dorsale delle forze corazzate jugoslave fino agli anni '80, quando la Jugoslavia acquistò una piccola partita di carri armati sovietici T-72. Il carro interessò molto i vertici dell'esercito jugoslavo, che a partire dal modello originale sviluppò una propria versione del T-72, denominata M-84, con qualche miglioria ma esteriormente identico al carro d'origine. Le forze armate jugoslave in seguito seguirono al pari della nazione jugoslava un lento deterioramento, iniziato nel 1991, con l'inizio delle guerre civili e terminato nel 1999, con la guerra del Kosovo. L'attuale Esercito Serbo si può definire l'erede più diretto di quello jugoslavo, avendo attualmente in dotazione oltre la metà degli armamenti che a suo tempo furono dell'Esercito Popolare Jugoslavo. In passato era considerato la quarta forza terrestre in Europa come capacità di fuoco.
La Jugoslavenska ratna mornarica (JRM) è stata la Marina della Jugoslavia Socialista ed è stata attiva dalla fondazione dello stato nel 1945 fino alla sua dissoluzione avvenuta nel 1991. La sua fondazione avvenne durante la seconda guerra mondiale il 10 settembre 1942 a Podgora i partigiani jugoslavi fondarono la marina partigiana che dopo, la guerra, sarebbe diventata la Jugoslavenska Ratna Mornarica (JRM) con la costituzione della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. Questo avvenimento è ricordato da un monumento eretto nel 1962 in una collina nei pressi del porto di Podgora che venne inaugurato dal Presidente Tito.
La Marina Jugoslava contava su una flotta d'altura e di pattugliamento costiero che operava in Adriatico ed aveva il suo Quartier Generale a Spalato sulla costa dalmata e disponeva inoltre di una piccola flotta fluviale e lacustre.
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia la Flotta è stata divisa tra la Croazia, che ne ha ereditato una minima parte, e la nuova Federazione Jugoslava.
La Jugoslovensko ratno vazduhoplovstvo i protivvazdušna odbrana (in cirillico Југословенско ратно ваздухопловство и противваздушна одбрана - Aeronautica militare e difesa aerea jugoslava), spesso abbreviata in RV i PVO o Jugoslovensko ratno vazduhoplovstvo o JRV, è stata dal 1945 al 1992 l'aeronautica militare della Jugoslavia. Formata nel 1945 fu l'erede della JKRV l'aviazione del Regno di Jugoslavia, distrutta nel 1941 quando nel corso della seconda guerra mondiale la Jugoslavia venne occupata dalle potenze dell'Asse. La RV i PVO SFRJ fu tra le più potenti aviazioni du tutta Europa con centinaia di aerei. Alla fine del 1990 prima della dissoluzione contava 32000 efettivi.
Storia
All'inizio del 1945 i partigiani di Tito avevano liberato una larga parte del territorio jugoslavo dagli occupanti. L'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia poteva contare su un certo numero di unità aeree addestrate ed equipaggiate dagli inglesi (Spitfire e Hurricane) e sovietici Yak-3, Yak-7, Yak-9 e Ilyushin Il-2) oltre che alcune untà equipaggiate con velivoli catturati alla Luftwaffe tedesca e all'aviazione Ustascia quali Bf 109, Stuka e molti altri.
Il 5 gennaio 1945 le varie unità aeree dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo vennero incorporate in una nuova Forza Aerea denominata Jugoslovensko ratno vazduhoplovstvo (JRV) ed allo stesso tempo i gruppi jugoslavi che erano stati addestrati da istruttori sovietici divennero operativi a Zemun presso Belgrado che divenne anche la sede del quartier generale. Dal 17 agosto 1944, quando i primi squadroni di Spitfire jugoslavi erano diventati operativi, fino alla fine della guerra in Europa, gli aerei jugoslavi furono impegnati in 35oo uscite per combattimento e 5000 ore di volo operativo, così quando la guerra era finita la JRV aveva già un nucleo di personale forte ed esperto.
Il 12 settembre 1945 a Belgrado venne istituita l'accademia Aeronautica per l'addestramento dei futuri piloti. Lo sviluppo della JRV venne ulteriormente incrementato con la creazione della Vazduhoplovnni savez Jugoslavije (VSJ) o Unione aeronautica della Jugoslavia dall'unione delle aviazioni delle sei repubbliche costituenti la federazione con l'obiettivo comune di promuovere il volo sportivo e le tecnica aeronautica tra i giovani della nazione. Nel giugno 1947 la prima scuola di volo iniziò la formazione dei primi allievi a Borongaj presso Zagabria e molti di questi allievi avrebbero in futuro fatto parte dell'aviazione militare jugoslava.
Con la rottura Stalin-Tito e con la Jugoslavia che abbandonava il mondo comunista gli aiuti sovietici vennero meno e all'inizio degli anni '50 vi fu un avvicinamento all'occidente. Dall'Inghilterra i de Havilland Mosquito, e dagli Stati Uniti Republic F-47D Thunderbolt, Lockheed T-33 Shooting Star, Republic F-84 elicotteri Westland Dragonfly e intercettori F-86 Sabre.
Nel 1959 la JRV venne unificata con le unità di difesa aerea che operavano con l'esercito dando vita alla JRViPV, Ratno vazduhoplovstvo i protivvazdushna odbrana o Aeronautica militare e difesa aerea jugoslava.
Con l'avvento di Nikita Kruscev quale leader sovietico le relazioni con l'URSS migliorarono, nonostante la Jugoslavia si affermasse sempre più come leader del Movimento dei Non-Allineati la collaborazione militare tra i due stati comunisti riprese con la consegna nel settembre 1962 dei primi MiG-21.
Nel corso degli anni '60 e degli anni '70 oltre agli aerei acquistati dai sovietici diversi aerei ed elicotteri dell'aviazione jugoslava vennero costruiti nelle industrie nazionali SOKO e Utva alcuni su licenza, con l'industria jugoslava che si affermò anche nell'esportazione. Nei primi anni 80 venne impostato il progetto Novi Avion per rendere la Jugoslavia autosufficiente in quanto a equipaggiamento militare ma dopo la dissoluzione della Jugoslavia stessa il progetto venne accantonato quando già era in produzione un prototipo.
Alla fine degli anni anni '80 nell'aviazione jugoslava erano in servizio i seguenti velivoli: J-21, J-22, G-4, G-2, SA.342 GAMA, MiG-29, MiG-21 SA.341 HERA, Ka-25, Ka-28, Mi-14, Utva 75, An-2, An-26, YAK-40, Falcon 50, Learjet 25, Mi-8.
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia la maggior parte degli equipaggiamenti passò alla la aviazione della nuova Federazione Jugoslava che ne ereditò anche il nome che venne mantenuto fino al 2003 quando prese il nome di Ratno vazduhoplovstvo i protiv vazdušna odbrana Vojske Srbije i Crne Gore.
Durante la Guerra del Cossovo circa 50 aerei furono perduti quando nel 1999 la Federazione Jugoslava venne attaccata dalla NATO con l'Operazione Allied Force.
L'Armata Popolare Jugoslava, successivamente all'invasione sovietica della Cecoslovacchia dell'agosto 1968, che dimostrò l'impossibilità per le forze armate di una piccola nazione di resistere all'aggressione di una superpotenza, formulò nel 1969 una dottrina militare unica al mondo tra le forze convenzionali. Il concetto si basava sull'applicazione della guerra totale (difesa nazionale totale, in serbo Opštenarodna odbrana; macedone: Општонародна одбрана; croato: Općenarodna obrana; Sloveno: Splošna ljudska obramba, abbreviato in alfabeto latino ONO), ed era fortemente ispirata al vasto movimento partigiano sviluppatosi in Jugoslavia durante l'occupazione da parte delle Potenze dell'Asse nella Seconda guerra mondiale, e che riuscì con successo a tenere impegnate più di trenta divisioni tedesche e a portare a termine la liberazione del paese senza sostanziosi interventi di truppe straniere. La difesa nazionale totale dava all'Armata popolare il compito di rallentare l'avanzata nemica il più possibile per dare il tempo alla popolazione civile di mobilitarsi in forze di difesa territoriale dotate di grande indipendenza operativa che, sfruttando la conoscenza del terreno e le tattiche della guerriglia, si sarebbero trasformate in un monolitico esercito di resistenza che avrebbe condotto azioni militari, continuato la produzione bellica e mantenuto l'amministrazione dello stato nelle zone occupate, proseguendo una guerra di logoramento contro l'invasore.
La JNA in una unica pagina da wikipedia. ( non avevo voglia di tradurre qualcosa dall'inglese)
Le origini dell'Armata Popolare Jugoslava risalgono alle unità partigiane della seconda guerra mondiale, quando il 22 dicembre 1941 a Ruda in Bosnia Erzegovina venne costituita la 1ª Brigata Proletaria d'assalto (1ª Proleterska Udarna Brigada), prima unità partigiana, tra quelle che si erano formate dopo l'occupazione della Jugoslavia, in grado di operare anche fuori dalla propria area e che fu il primo nucleo dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia che sarebbe nato per volontà di Tito nel novembre del 1942 a Bihac. Al momento della sua costituzione raggruppava 8 divisioni, ciascuna delle quali contava circa 3-4000 uomini, ed ebbe il nome provvisorio di Narodnooslobodilačka vojska i partizanski odredi Jugoslavije (NOV i POJ) o "Esercito popolare di liberazione e distaccamenti partigiani della Jugoslavia" che nel marzo 1945 cambiò nome assumendo la denominazione di Jugoslovenska Armija. Dopo la liberazione della Jugoslavia dalle potenze dell'Asse il 22 dicembre sarebbe diventato il giorno delle forze armate ed in occasione del 10° anniversario della costituzione della 1ª Proleterska Udarna Brigada il 22 dicembre 1951 la Jugoslovenska Armija aggiunse l'aggettivo popolare (in serbo Narodna) assumendo la denominazione di Jugoslovenska narodna armija.
La bandiera dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo fu anche la bandiera provvisoria della Jugoslavia dopo la guerra e con qualche modifica, dopo l'approvazione della nuova Costituzione, divenne la bandiera definitiva della Jugoslavia fino alla sua dissoluzione.
Le forze armate jugoslave erano costituite dal Esercito, dalla Marina e Aviazione che a partire dal 1969 vennero affiancate dalla Difesa territoriale, una forza militare di riserve autonoma con una organizzazione molto decentralizzata ed indipendente affidata alle singole repubbliche che formavano la federazione.
Equipaggiamento
L'equipaggiamento consisteva in:
Carri armati
Carri armati leggerii
* PT-76 - 100
Carri armati medi
* M4 Sherman - 630 (tra cui M-32, M32B1 e M-74 serbatoio di recupero del veicolo, immagazzinati in riserva)
* T-34/85 - 308 (immagazzinati in riserva)
* M-47 Patton - 319
* T-55 - 1000
carri armati pesanti
* T-72 - 93
* M-84 - 450
APC
* MT-LB - ~ 200
* M-60P - ~ 800
* BTR-50 - 14 (attuale Serbia)
* BTR-60 (TBA-72) - 60
IFV
* M-80A - 600
Veicoli corazzati di ricognizione
* BRDM-2 - ~ 100
* BOV APC - 317 (Serbia)
Kopnena Vojska (KoV) fu l'esercito jugoslavo dal 1945 al 1992. Il nome significa Forza militare terrestre. Erede dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo del tempo delle guerre partigiane, è stato istituito nel 1946, dopo la proclamazione ufficiale della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia, rinominatasi poi negli anni 70 in Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Inizialmente l'unico ecquippaggiamento pesante di cui disponeva erano carri armati medi T-34/85 di provenienza sovietica e di carri leggeri M3 Stuart. La rottura dei rapporti con l'Unione Sovietica di Stalin rese impossibile l'acquisto di nuovo materiale, questo spinse il presidente Tito a rivolgersi agli Stati Uniti, che fornirono alle forze armate jugoslave un consistente numero di carri medi M4 Sherman e in seguito di carri M47 Patton. Negli anni 60, la normalizzazione dei rapporti con l'unione sovietica, operate da dal nuovo capo di stato Nikita Krusciov, rese nuovamente possibile l'acquisto di materiale bellico sovietico. Vennero così acquistati un consistente numero di carri armati T-54 e T-55, che sarebbero stati la spina dorsale delle forze corazzate jugoslave fino agli anni '80, quando la Jugoslavia acquistò una piccola partita di carri armati sovietici T-72. Il carro interessò molto i vertici dell'esercito jugoslavo, che a partire dal modello originale sviluppò una propria versione del T-72, denominata M-84, con qualche miglioria ma esteriormente identico al carro d'origine. Le forze armate jugoslave in seguito seguirono al pari della nazione jugoslava un lento deterioramento, iniziato nel 1991, con l'inizio delle guerre civili e terminato nel 1999, con la guerra del Kosovo. L'attuale Esercito Serbo si può definire l'erede più diretto di quello jugoslavo, avendo attualmente in dotazione oltre la metà degli armamenti che a suo tempo furono dell'Esercito Popolare Jugoslavo. In passato era considerato la quarta forza terrestre in Europa come capacità di fuoco.
La Jugoslavenska ratna mornarica (JRM) è stata la Marina della Jugoslavia Socialista ed è stata attiva dalla fondazione dello stato nel 1945 fino alla sua dissoluzione avvenuta nel 1991. La sua fondazione avvenne durante la seconda guerra mondiale il 10 settembre 1942 a Podgora i partigiani jugoslavi fondarono la marina partigiana che dopo, la guerra, sarebbe diventata la Jugoslavenska Ratna Mornarica (JRM) con la costituzione della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. Questo avvenimento è ricordato da un monumento eretto nel 1962 in una collina nei pressi del porto di Podgora che venne inaugurato dal Presidente Tito.
La Marina Jugoslava contava su una flotta d'altura e di pattugliamento costiero che operava in Adriatico ed aveva il suo Quartier Generale a Spalato sulla costa dalmata e disponeva inoltre di una piccola flotta fluviale e lacustre.
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia la Flotta è stata divisa tra la Croazia, che ne ha ereditato una minima parte, e la nuova Federazione Jugoslava.
La Jugoslovensko ratno vazduhoplovstvo i protivvazdušna odbrana (in cirillico Југословенско ратно ваздухопловство и противваздушна одбрана - Aeronautica militare e difesa aerea jugoslava), spesso abbreviata in RV i PVO o Jugoslovensko ratno vazduhoplovstvo o JRV, è stata dal 1945 al 1992 l'aeronautica militare della Jugoslavia. Formata nel 1945 fu l'erede della JKRV l'aviazione del Regno di Jugoslavia, distrutta nel 1941 quando nel corso della seconda guerra mondiale la Jugoslavia venne occupata dalle potenze dell'Asse. La RV i PVO SFRJ fu tra le più potenti aviazioni du tutta Europa con centinaia di aerei. Alla fine del 1990 prima della dissoluzione contava 32000 efettivi.
Storia
All'inizio del 1945 i partigiani di Tito avevano liberato una larga parte del territorio jugoslavo dagli occupanti. L'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia poteva contare su un certo numero di unità aeree addestrate ed equipaggiate dagli inglesi (Spitfire e Hurricane) e sovietici Yak-3, Yak-7, Yak-9 e Ilyushin Il-2) oltre che alcune untà equipaggiate con velivoli catturati alla Luftwaffe tedesca e all'aviazione Ustascia quali Bf 109, Stuka e molti altri.
Il 5 gennaio 1945 le varie unità aeree dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo vennero incorporate in una nuova Forza Aerea denominata Jugoslovensko ratno vazduhoplovstvo (JRV) ed allo stesso tempo i gruppi jugoslavi che erano stati addestrati da istruttori sovietici divennero operativi a Zemun presso Belgrado che divenne anche la sede del quartier generale. Dal 17 agosto 1944, quando i primi squadroni di Spitfire jugoslavi erano diventati operativi, fino alla fine della guerra in Europa, gli aerei jugoslavi furono impegnati in 35oo uscite per combattimento e 5000 ore di volo operativo, così quando la guerra era finita la JRV aveva già un nucleo di personale forte ed esperto.
Il 12 settembre 1945 a Belgrado venne istituita l'accademia Aeronautica per l'addestramento dei futuri piloti. Lo sviluppo della JRV venne ulteriormente incrementato con la creazione della Vazduhoplovnni savez Jugoslavije (VSJ) o Unione aeronautica della Jugoslavia dall'unione delle aviazioni delle sei repubbliche costituenti la federazione con l'obiettivo comune di promuovere il volo sportivo e le tecnica aeronautica tra i giovani della nazione. Nel giugno 1947 la prima scuola di volo iniziò la formazione dei primi allievi a Borongaj presso Zagabria e molti di questi allievi avrebbero in futuro fatto parte dell'aviazione militare jugoslava.
Con la rottura Stalin-Tito e con la Jugoslavia che abbandonava il mondo comunista gli aiuti sovietici vennero meno e all'inizio degli anni '50 vi fu un avvicinamento all'occidente. Dall'Inghilterra i de Havilland Mosquito, e dagli Stati Uniti Republic F-47D Thunderbolt, Lockheed T-33 Shooting Star, Republic F-84 elicotteri Westland Dragonfly e intercettori F-86 Sabre.
Nel 1959 la JRV venne unificata con le unità di difesa aerea che operavano con l'esercito dando vita alla JRViPV, Ratno vazduhoplovstvo i protivvazdushna odbrana o Aeronautica militare e difesa aerea jugoslava.
Con l'avvento di Nikita Kruscev quale leader sovietico le relazioni con l'URSS migliorarono, nonostante la Jugoslavia si affermasse sempre più come leader del Movimento dei Non-Allineati la collaborazione militare tra i due stati comunisti riprese con la consegna nel settembre 1962 dei primi MiG-21.
Nel corso degli anni '60 e degli anni '70 oltre agli aerei acquistati dai sovietici diversi aerei ed elicotteri dell'aviazione jugoslava vennero costruiti nelle industrie nazionali SOKO e Utva alcuni su licenza, con l'industria jugoslava che si affermò anche nell'esportazione. Nei primi anni 80 venne impostato il progetto Novi Avion per rendere la Jugoslavia autosufficiente in quanto a equipaggiamento militare ma dopo la dissoluzione della Jugoslavia stessa il progetto venne accantonato quando già era in produzione un prototipo.
Alla fine degli anni anni '80 nell'aviazione jugoslava erano in servizio i seguenti velivoli: J-21, J-22, G-4, G-2, SA.342 GAMA, MiG-29, MiG-21 SA.341 HERA, Ka-25, Ka-28, Mi-14, Utva 75, An-2, An-26, YAK-40, Falcon 50, Learjet 25, Mi-8.
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia la maggior parte degli equipaggiamenti passò alla la aviazione della nuova Federazione Jugoslava che ne ereditò anche il nome che venne mantenuto fino al 2003 quando prese il nome di Ratno vazduhoplovstvo i protiv vazdušna odbrana Vojske Srbije i Crne Gore.
Durante la Guerra del Cossovo circa 50 aerei furono perduti quando nel 1999 la Federazione Jugoslava venne attaccata dalla NATO con l'Operazione Allied Force.
L'Armata Popolare Jugoslava, successivamente all'invasione sovietica della Cecoslovacchia dell'agosto 1968, che dimostrò l'impossibilità per le forze armate di una piccola nazione di resistere all'aggressione di una superpotenza, formulò nel 1969 una dottrina militare unica al mondo tra le forze convenzionali. Il concetto si basava sull'applicazione della guerra totale (difesa nazionale totale, in serbo Opštenarodna odbrana; macedone: Општонародна одбрана; croato: Općenarodna obrana; Sloveno: Splošna ljudska obramba, abbreviato in alfabeto latino ONO), ed era fortemente ispirata al vasto movimento partigiano sviluppatosi in Jugoslavia durante l'occupazione da parte delle Potenze dell'Asse nella Seconda guerra mondiale, e che riuscì con successo a tenere impegnate più di trenta divisioni tedesche e a portare a termine la liberazione del paese senza sostanziosi interventi di truppe straniere. La difesa nazionale totale dava all'Armata popolare il compito di rallentare l'avanzata nemica il più possibile per dare il tempo alla popolazione civile di mobilitarsi in forze di difesa territoriale dotate di grande indipendenza operativa che, sfruttando la conoscenza del terreno e le tattiche della guerriglia, si sarebbero trasformate in un monolitico esercito di resistenza che avrebbe condotto azioni militari, continuato la produzione bellica e mantenuto l'amministrazione dello stato nelle zone occupate, proseguendo una guerra di logoramento contro l'invasore.