Intesa di Costantinopoli IV: Rinnovamento patti Costantinopoli-Italia

Il bizantino

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Intesa di Costantinopoli,

Anno dalla creazione del mondo 6667[1158]


Costantinopoli,


Alla presenza dell’ambasciatore plenipotenziario Normanno Adrianos Aristippo,
si riconfermano a suo tempo la vecchia intesa siglata tra l'Impero dei Romani e il Regno di Sicilia, ora Regno d'ITALIA


Noi, Manuele, Imperatore e Autocrate dei Romani, fedele in Cristo Dio, e sempre Augusto il Comneno decretiamo:


- Riconosciamo Serlone d’Altavila quale legittimo Re d'ITALIA nel nome dell'Impero dei Romani; unica dignità titolata a concedere tale titolo



Al tempo stesso Noi, Serlone d’Altavilla Re di ITALIA decretiamo:


- Riconosciamo Manuele il Comneno come IMPERATORE E AUTOCRATE DEI ROMANI in Cristo Dio.


Così dunque si sigilli l'amicizia tra l'Impero dei Romani e il Regno d'Italia




Firme in calce

Manuele II, en Xristw tw Thew pistos Basileus kai Autokpatop twn Pwmaiwn, aei Augoustous, o' Komnenos
 

Toga!

Chosen one
*in attesa di ufficialità per Minor Consilio*

Il Bailo della Repubblica di S.Marco a Costantinopoli, Pietro Polani.
 

Falciatore

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L'Ambasciatore del Sacro Romano Impero chiede spiegazioni su quello che non è un titolo del regno di Sicilia.
 

Il bizantino

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Un dignitario di medio rango avvisa l'ambasciatore che presto riceverà una risposta ufficiale dal Mega domestikos sulla questione.
 

Il bizantino

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Un plico viene consegnato da un eunuco all'ambasciatore



Da quando l'ecumene fu consegnata da Dio agli Imperatori dei Romani questo ci ha intitolato del diritto di riconoscere qualunque titolo regale in vista della Nostra Augusta missione nella terra e della Nostra superiore dignità titolare. Il Re d'Italia Serlone d'Altavilla ci ha riconfermato quanto suo padre, Ruggero, già aveva riconosciuto alla Corte Imperiale di Costantinopoli, erede di Roma, e sede dell'Impero dei Romani. Insieme a Sicilia, Ungheria, Svezia, Norvegia, Kiev, Georgia, Curonia, e il regno lontano di Kipchak riconoscono nella nostra figura il legittimo erede del trono dei Romani. Popoli di differenti usi e costumi, di riti di natura linguistica diversa, propri dell'Impero dei Romani vedono in Costantinopoli l'unica erede del trono dei Cesari e degli Augusti. E' nostro preciso diritto poter sostenere le legittime pretese di Serlone quale Re d'Italia nel nome dell'Impero dei Romani, poichè l'Italia è la terra naturale dei Cesare e degli Augusti quali Noi soli siamo. In questo senso l'Italia è la sede del Patriarcato d'Occidente a cui noi Imperatori dei Romani dobbiamo concedere la protezione che essi abbisognano, e in questo senso abbiamo nominato Serlone Re d'Italia e quindi incaricato di proteggere quello che è il Patriarca d'Occidente. Siamo certi che comprenderete appieno il nostro ragionamento e che saprete riservarci la cordialità che i figli hanno sempre per i loro padri; poichè il nostro affetto è sincero proprio come quello di un padre verso il figlio.

Il mega domestikos in nome dell'Imperatore dei Romani Manuele in Cristo Dio fedele, Imperatore e Autocrate dei Romani e sempre Augusto, il Comneno.



 

Rebaf

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Fantacalciaro
Una risposta giunge anche da Roma.

Non possiamo che addolorarci nel vedere che un prode Figlio di Cristo quale il re di Sicilia abbia deciso di reclamare, con ancora maggiore veemenza, un titolo che spetta all'unico legittimato imperatore. Per questo la cancelleria papale informa che papa Vittore IV non intende accettare tali riconoscimenti vedendo in Corrado III sia il legittimo Re d'Italia nonchè Imperatore dei Romani, discendenti da quel grande imperium universale che fu Roma.
 

Toga!

Chosen one
*recante l'effigie del Leone di S.Marco*

Alle eccellenze vostre, Pontefice della chiesa cristiana Vittore IV, Re d'Italia Serlone d'Altavilla, Illustrissimo Imperatore Romano Corrado III

Con la presente intendiamo chiarificare la posizione della Serenissima, per quanto non sia direttamente coinvolta nella diatriba interposta tra il nostro alleato Altavilla e il Sacro Romano Imperatore, anche in virtù delle informazioni diplomatiche e i colloqui intrattenuti in questi mesi con esponenti delle casate reali che compongono il patto di Aquisgrana.

Detto ciò è nostra premura ribadire al pontefice Vittore IV e ad entrambi gli Imperatori, che lo sforzo spoletano nel contenimento della minaccia musulmana grava su spalle veneziane e che la nostra alleanza e partecipazione a Spoleto è offerta alla volontà di Roma a condizione che l'integrità territoriale di ogni singolo comune e nazione della penisola italica non risulti messa in discussione senza previo accordo tra le parti atte all'esercizio del diritto divino sulle nazioni che, giustamente ed in concordia di intenti, si assoggettano ad esso (intendiamo il Sacro Romano Impero, il papato e l'impero romano d'Oriente) poichè questo equivarrebbe a un grave precedente, potenzialmente destabilizzante al mantenimento dello status quo europeo. Per quest'unica ragione vi convochiamo a dieta in Venezia per la luna seguente, pronti a mediare un documento che regoli definitivamente la faccenda, mettendo al riparo l'europa da sconvenienti profitti, solo apparenemente innocui, in un ora sì difficile come quella che stiamo vivendo dopo la morte del grande Bernardo.

Ragion per cui, se nell'occupazione del Lucchese, Spoleto ha atteso al mandato papale in accordo con il nulla osta imperiale, ritengo sia opportuno ridefinire nell'interesse dell'europa intera: dal Dniepr al Tejo, le posizioni di ciascuno dei blocchi, affinchè la pace possa regnare prospera e duratura e l'interesse di parte sia accantonato affinhcè cose più importanti siano portate avanti.

Manifestiamo anche la volontà di accogliere alla dieta rappresentanti dell'Ordine Templare una volta che il nuovo Gran Maestro sarà nominato, su interessamento del cardinale Bandinelli, Venezia desidera che coloro che sono nel cuore del pontefice possano esprimersi e chiarificare le loro posizioni espresse a Troyes.

Offriamo ricomposizione e pace laddove, non per nostra colpa, essa pare venir meno.
Possano giungere chiarissime le nostre parole e i nostri intenti, mentre ci appropinquiamo a combattere una guerra per mare e per terra in nome di tutta la cristianità ci sia data la considerazione del merito a proporsi ancora una volta a solutrice delle diatribe tra le nazioni.

Il Doge, Enrico Dandolo
 

Mourinho

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Fantacalciaro
Una risposta al Doge Enrico Dandolo giunge anche da Milano

I Poveri Cavalieri sanno distinguere le parole sagge da quelle imprudenti; le parole del Doge appartengono sicuramente alla prima categoria.
L'invito per la dieta di Venezia viene raccolto: un rappresentante del Tempio sarà sicuramente presente, e in tal proposito mi auguro che la nostra nuova guida non abbia difficoltà a raggiungere la Laguna.
Esprimiamo quindi il nostro piacere anche a Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Bandinelli, per l'interessamento alle anime templari.

Francesco di Taverna, Maestro di Milano
 

Falciatore

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Corrado III, pensieroso ancora sul da farsi, sentendosi un enorme macigno della responsabilità sulla testa iniziò col rispondere al veneziano, riservandosi una risposta futura al Basileus, che sicuramente avrebbe dovuto esserci.
Il sacro Romano impero sarebbe stato presente, con la figura di suo figlio Enrico. Che al più presto si decidesse luogo e data.
 

Il bizantino

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*all'ambasciatore dello SRI fu comunicato da un eunuco che d'ora in poi gli sarebbe stata assegnata una scorta di due variaghi per la sua sicurezza. Secondo i servizi segreti Romani qualcuno vedeva di mal'occhio la sua presenza al Palazzo*
 

Falciatore

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Il bizantino ha scritto:
Un plico viene consegnato da un eunuco all'ambasciatore



Da quando l'ecumene fu consegnata da Dio agli Imperatori dei Romani questo ci ha intitolato del diritto di riconoscere qualunque titolo regale in vista della Nostra Augusta missione nella terra e della Nostra superiore dignità titolare. Il Re d'Italia Serlone d'Altavilla ci ha riconfermato quanto suo padre, Ruggero, già aveva riconosciuto alla Corte Imperiale di Costantinopoli, erede di Roma, e sede dell'Impero dei Romani. Insieme a Sicilia, Ungheria, Svezia, Norvegia, Kiev, Georgia, Curonia, e il regno lontano di Kipchak riconoscono nella nostra figura il legittimo erede del trono dei Romani. Popoli di differenti usi e costumi, di riti di natura linguistica diversa, propri dell'Impero dei Romani vedono in Costantinopoli l'unica erede del trono dei Cesari e degli Augusti. E' nostro preciso diritto poter sostenere le legittime pretese di Serlone quale Re d'Italia nel nome dell'Impero dei Romani, poichè l'Italia è la terra naturale dei Cesare e degli Augusti quali Noi soli siamo. In questo senso l'Italia è la sede del Patriarcato d'Occidente a cui noi Imperatori dei Romani dobbiamo concedere la protezione che essi abbisognano, e in questo senso abbiamo nominato Serlone Re d'Italia e quindi incaricato di proteggere quello che è il Patriarca d'Occidente. Siamo certi che comprenderete appieno il nostro ragionamento e che saprete riservarci la cordialità che i figli hanno sempre per i loro padri; poichè il nostro affetto è sincero proprio come quello di un padre verso il figlio.

Il mega domestikos in nome dell'Imperatore dei Romani Manuele in Cristo Dio fedele, Imperatore e Autocrate dei Romani e sempre Augusto, il Comneno.




Venezia titubava e il concilio andava per le lunghe... quella risposta arrogante del basileus non aveva ancora ricevuto una decente risposta da parte di Corrado, cosa che iniziava a far sembrare di accettare quell'insulto.
Per questo Corrado mandò tramite l'ambasciatore una nuova risposta al basileus.

"
All'attenzione di Manuele, imperatore dei Romani d'Oriente, il Comneno.
Io Corrado, in nome di Imperatore del Sacro Romano Impero, titolo da Dio concessomi e Rex Italaee, titolo che il Santo Padre della Chiesa Romana D'Occidente mi ha conferito mi rivolgo a te, o Imperatore dei Romani D'Oriente, mio pari, mio fratello in Dio e mio eguale sugli uomini. Il Titolo che vorresti concedere ai regnanti del meridione della terra del Pontefice non verrà riconosciuto dal Sacro Romano Impero, il quale è l'unico detentore di questo titolo, che gli fù riconosciuto dalla Santissima Chiesa, espressione di Dio e del suo volere sulla terra. Il compito di difendere il Santo Padre è gravoso e difficile, non riconosciamo agli Altavilla la possibilità di essere loro a farlo, in quanto è nostro compito, onere e onore! Preghiamo che questa Vostra dimenticanza possa essere cancellata dall'amicizia Fraterna che lega i nostri Imperi e le nostre genti, che sempre più possano vedere un futuro di pace e di amicizia con il rispetto reciproco che invoco e che concedo. Vi sono grato per la protezione che offrite all'ambasciatore che presso di Voi rappresenta il Sacro Romano Impero, fortunatamente la situazione nel nostro palazzo è diversa e solo su Vostra richiesta affiderò ulteriori guardie al compito di protezione della Vostra Ambasciata.
Che Dio Vi abbia in gloria, che il sole sacro della verità splenda per sempre sui nostri Imperi!
Corrado, Imperatore dei Romani d'Occidente, Rex Italeae e Difensore della Chiesa, Paladino della cristianità
 
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