A tutti gli animi scossi dai dubbi non rimane altro che una solitaria e inquieta veglia, soprattutto se le palpebre non vogliono chiudersi e il corpo brama riposo.
La tenda isolata dalla testa dell'accampamento era buia e nonostante la primavera aveva freddo ma non era merito della sera anzi.
Era la schiena di lei, quella schiena che ogni notte gli veniva puntata contro per punirlo per ricordargli che era sua la colpa.
La sua schiena chiazzata di rosso.
Quelle maledette macchie sin dalla loro comparsa avevano ucciso ogni desiderio in lui,
e nel loro intimo orrore non fanno altro che attirare il suo sguardo sulla altrimenti candida schiena della giovane.
Comma tu dormi, ma sei nei pensieri dell'uomo che ti dorme accanto e si strugge sapendo che scopandoti ti ha condannato alla sua punizione.
Oh Comma, sei una brava moglie ma il senso di colpa del tuo sposo non potrai mai guarirlo, egli ti ha tradita con la peggiore di tutte le armi.
Come potevi sapere accotentando il suo smodato desiderio di prenderti il suo stesso male?
La sua mano non vuole più afferarti i seni e la sua libido non basta per possederti con la stessa vemenza di quella sera trionfale a Cherusci.
Sono le macchie rosse che contornano il dorso tutto ciò che vede nella sua mano.
"Tasgezio Rix, la lebbra é spesso un segnale degli dei, si può guarire dalla lebbra, si può conviverci dignitosamente e si può morire soffrendo".
Queste parole gli furono dette e queste stesse rimbombano nelle testa del Rix...
Toutatis poteva davvero considerato un indegno? Lui sopravvissuto a tante battaglie e vincitore come massimo condottiero non aveva forse vinto il nemico barbaro?
Non aveva fatto scendere i propri in battaglia come bestie, ne aveva fatto una questione di onore, di razza.
Indegni avevano versato il sangue dei Galli e i galli avevan risposto versando il loro. Aveva messo davanti a se l'onore dei prediletti di Toutatis ed ecco cosi ritrovava colpito da una malattia che solo Belanu poteva toglierli.
Non negava a se stesso di avere paura, ma non la passeggera paura prima e durante una battaglia no, aveva paura sempre.
E ormai essere chiamato rix gli pesava incredibilmente.
Solo un sacrificio umano poteva aggrazziare gli dei al punto di perdonarlo... una vita spenta nel fuoco...
Il mattino dopo un messo gli narrò senza entrare nella tenda gli ultimi eventi della Gallia, di galli che si saccheggiavan tra galli ed ebbe un illuminazione.
Lui non era indegno, era stato messo alla prova per dimostrare di nuovo che la sua scelta, che il sogno di difendere la cultura Gallica era possibile.
Dettò una lettera per Britomarò e si congedò dal esercito prendendo una strada che non l'avrebbe ricondotto a casa.
La tenda isolata dalla testa dell'accampamento era buia e nonostante la primavera aveva freddo ma non era merito della sera anzi.
Era la schiena di lei, quella schiena che ogni notte gli veniva puntata contro per punirlo per ricordargli che era sua la colpa.
La sua schiena chiazzata di rosso.
Quelle maledette macchie sin dalla loro comparsa avevano ucciso ogni desiderio in lui,
e nel loro intimo orrore non fanno altro che attirare il suo sguardo sulla altrimenti candida schiena della giovane.
Comma tu dormi, ma sei nei pensieri dell'uomo che ti dorme accanto e si strugge sapendo che scopandoti ti ha condannato alla sua punizione.
Oh Comma, sei una brava moglie ma il senso di colpa del tuo sposo non potrai mai guarirlo, egli ti ha tradita con la peggiore di tutte le armi.
Come potevi sapere accotentando il suo smodato desiderio di prenderti il suo stesso male?
La sua mano non vuole più afferarti i seni e la sua libido non basta per possederti con la stessa vemenza di quella sera trionfale a Cherusci.
Sono le macchie rosse che contornano il dorso tutto ciò che vede nella sua mano.
"Tasgezio Rix, la lebbra é spesso un segnale degli dei, si può guarire dalla lebbra, si può conviverci dignitosamente e si può morire soffrendo".
Queste parole gli furono dette e queste stesse rimbombano nelle testa del Rix...
Toutatis poteva davvero considerato un indegno? Lui sopravvissuto a tante battaglie e vincitore come massimo condottiero non aveva forse vinto il nemico barbaro?
Non aveva fatto scendere i propri in battaglia come bestie, ne aveva fatto una questione di onore, di razza.
Indegni avevano versato il sangue dei Galli e i galli avevan risposto versando il loro. Aveva messo davanti a se l'onore dei prediletti di Toutatis ed ecco cosi ritrovava colpito da una malattia che solo Belanu poteva toglierli.
Non negava a se stesso di avere paura, ma non la passeggera paura prima e durante una battaglia no, aveva paura sempre.
E ormai essere chiamato rix gli pesava incredibilmente.
Solo un sacrificio umano poteva aggrazziare gli dei al punto di perdonarlo... una vita spenta nel fuoco...
Il mattino dopo un messo gli narrò senza entrare nella tenda gli ultimi eventi della Gallia, di galli che si saccheggiavan tra galli ed ebbe un illuminazione.
Lui non era indegno, era stato messo alla prova per dimostrare di nuovo che la sua scelta, che il sogno di difendere la cultura Gallica era possibile.
Dettò una lettera per Britomarò e si congedò dal esercito prendendo una strada che non l'avrebbe ricondotto a casa.