Il ritorno dell'Impero nella capitale della Cristianità

Il bizantino

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Mio signore - disse il protovestiarios entrando nella sala dove il basileus e il megas domestikos discutevano di tematiche importanti- una lettera da Vostro fratello, il sebastokrator Isacco.
Manuele osservò con imperturbabilità il dignitario, ormai da lunghi anni egli deteneva l'imperio dei popoli romani, ed eraormai abituato a non mostrare le benchè minima alterazione del volto; questo anche nel caso delle peggiori o migliori notizie. Fece solo un cenno a Teodoro Kontostephano, il mega domestikos, il quale diede a sua volta l'autorizzazione a parlare al protovestiario.
Mio signore, - proseguì dunque l'uomo- il Vostro Augusto fratello vi informa che a partire da oggi la guarnigione romana è entrata nel regno di Gerusalemme. Le lotte tra Latini ci hanno permesso di introdurci in mezzo in quanto ufficialmente risultiamo essere stati chiamati a compiere un dovere di protezione. Mio caro fratello, ora il Regno di Gerusalemme non potrà fare a meno della garanzia Romana, ora siamo finalmente tornati a detenere una certa influenza nella dimora di Cristo-Dio.
L'uomo terminò il suo dire e osservò con attenzione il basileus e autocrate dei Romani che rimase perfettamente immobile. Un lento guizzo nei suoi occhi fece capire agli astanti che era molto soddisfatto dalla piega degli eventi. Il basileus, dunque, volse lo sguardo verso il domestikos e con voce secca disse: è ora di convocare il Senato e i nobili più alti. Bisogna rendere noto l'evento, bisogna far comprendere a tutto il popolo dei Romani che, finalmente, Gerusalemme non è più un solo affare dei latini.
Cenni di assenso seguiti da un generale allontanamento; solo il basileus rimase a contemplare la cartina che aveva di fronte a sè: un altro tassello, un'altra vittoria per il popolo dei Romani.

 

Il bizantino

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Mio signore, nonostante gli accordi stipulati nuove vengono dal Regno di Gerusalemme e non sono certo notizie positive!
Così esordì il messaggero del fratello dell'Imperatore dei Romani di fronte al cospetto del centro dell'Ecumene. Il Megas domestikos, Thedoro, prese il plico che quest'ultimo recava con sè e incominciò a leggerlo di fronte al Basileus. La fronte del Comneno piano piano che la lettura si avvicinava alla fine si faceva sempre più perplessa e al tempo stesso irritata. Non comprendeva i gesti provocatori dei Latini; non ultimo il fatto di dover stabilire con tanta pomposità un Patriarca Latino. Da quando l'ecumene si reggeva sulla pentarchia era ben noto a chi spettasse la competenza sulla città celeste e dimora del Signore. Ma quello che lo fece immediatamente dare un ordine secco e ben chiaro al megas domestikos fu la volontà del Re di porre tutti gli uomini agli ordini di un Latino. Theodoro Kontostephanos comprendendo appieno la volontà del suo signore fece una proskynesis completa e si ritirò; lasciando quest'ultimo a contemplare ancora sè stesso e l'ecumene imperiale che si stendeva nella mappa vicino a lui.

 
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