GDR Il Palazzo dei Sussurri - Editto di Lealtà

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Il Palazzo dei Sussurri è il mastodontico edificio che domina la parte "governativa" di Bhakim, accanto alla Torre di Bronzo. Prende il nome dalla silenziosità dei funzionari che vi lavorano, nonostante l'incessante attività di gestione di quello che era una volta il fulcro di potere dell'intera Regione (o almeno uno dei fulcri). L'epidemia ha drasticamente ridotto i territori del Jayathi Riyasaat, ma non ha ridotto l'impegno dei burocrati del Palazzo: faldoni di documenti continuano a venire estratti dagli innumerevoli scaffali, esaminati da legioni di funzionari, modificati, rivisti, e poi rimessi a posto. Come già detto, le operazioni giornaliere si svolgono tradizionalmente in relativo silenzio, complice la muraglia che divide il palazzo dalla città vera e propria, ma oggi non era così.

Per ordine del Mahapradhana, le porte erano state aperte, e il popolo affollava la Grande Piazza.

Dal Palco del Ryasi che la dominava, Baji Rao contemplava la folla. Al suo fianco, il delegato Imperiale Tsiti Eleimon ed il Sipahasaalaar Aurangzeb Rao. Prese un lungo respiro, e parlò.

"Fedeli sudditi Jayathi, è giunto il giorno di decidere il futuro del Riyasaat.

Sotto l'Impero, abbiamo avuto millequattrocento anni di pace e stabilità. Abbiamo fatto parte della gloria Imperiale, forti della supremazia dell'Uomo e delle razze a lui leali. Abbiamo goduto di ricchi commerci, abbondanti raccolti, fiumi di Rupie che scorrevano fra di noi lasciando tutti nell'agiatezza, o quantomeno con in mano abbastanza da garantire un'esistenza serena. La Pax Imperiale ha protetto la pace sociale, mantenuto le strade sicure, reso ognuno di noi consapevole ed orgoglioso di far parte di qualcosa più grande.


Noi Jayathi, noi Aidar, siamo stati fra i primi a piegarsi all'Impero, e mai ce ne siamo dovuti pentire. Nell'antichità ci combattevamo ferocemente fra noi, per rivalità meschine e per un pugno di oro e grano in più. Decine di migliaia di giovani eroi perdevano la vita ogni anno in conflitti insensati, ingloriosi, mai decisivi. La conquista Imperiale ha dato il via ad un periodo d'oro mai visto prima e mai ripetutosi.

Abbiamo goduto dei frutti dell'Impero, ma abbiamo anche combattuto per difenderlo. Finalmente imbracciare le armi per difendere un ideale di pace, e la prosperità del presente, e non più per le meschine ambizioni di un Ryasi egoista. Tante e tante volte abbiamo combattuto per l'Impero, il vessillo Jayathi che garriva orgoglioso al fianco di quello dei Theofonias, la vittoria che arrideva ai giusti.

E poi l'Epidemia ci ha portato via tutto. L'Impero si è ritirato da queste terre.

Alcuni l'hanno salutata come una liberazione, ma cosa ci ha portato questa presunta libertà? Ha forse portato ulteriore prosperità? La pace? Speranza?

No.

Senza l'Impero e senza la struttura politica che teneva insieme la regione, il sogno è andato in frantumi. La miseria attanaglia il popolo, i raccolti stentano o marciscono nei depositi, le miniere e le forge sono silenti, il bestiame rinselvatichisce, il commercio è defunto, il crimine imperversa, gli eserciti si sono dissolti. Vili traditori egoisti hanno cercato di approfittare del caos per ritagliarsi dominii personali risibili, patetici. Come nei tempi bui, l'Aidar uccideva l'Aidar per futili motivi.

Quindici anni di caos, miseria e morte ci hanno insegnato quanto essenziale fosse la Pax Imperiale per la nostra prosperità.

Mentre intorno a noi i traditori levano il capo e gridano il loro blasfemo inno al Caos, noi ci ergeremo come baluardo inviolabile della lealtà e della speranza! Mentre i mostri radunano le loro schiere noi erigeremo mura e fonderemo città. Riporteremo la prosperità nelle terre degli Aidar, con l'aiuto dell'Impero ed in suo nome! Riuniremo il nostro popolo disperso sotto un solo vessillo, per proteggerlo dalle forze del Male!

Quello che era il Sau Shahar (Cento Città) tornerà ad esserlo, e coloro che cercheranno di distruggerlo cadranno sotto le nostre spade, poiché noi combattiamo per una giusta causa e nessuno potrà fermarci! L'Impero è al nostro fianco e ci ha garantito il suo pieno appoggio!

Gloria al Jayathi Riyasaat! Gloria all'Impero!"


Fra le acclamazioni, funzionari Jayathi scortati da guardie distribuivano carne, pane e verdure. Per quanto non dubitasse della fedeltà del popolo, Baji Rao non intendeva lasciare niente al caso.
 
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