nessuno dei tre brani è un blues, però come chitarrista sembra comunque interessante. Confesso l'ignoranza, non l'ho mai ascoltato, solo sentito nominare di sfuggita. Poi se Jimi Hendrix lo elogiava penso che come biglietto da visita sia sufficiente. Approfondirò sicuramente.
Per continuare un pò di divulgazione volevo provare a fare un post un pò più da musicisti che da musicofili, per cercare di entrare più in profondità nell'argomento, dato che spesso si tende a rimanere in superficie, sia nell'ascolto che nella successiva "digestione. Spero di essere il più divulgativo e meno pesante possibile
(do per scontato che tutti abbiano, magari proveniente dalle medie, un qualche rudimento di teoria musicale. Altrimenti mi scuso anticipatamente. Cercherò comunque di essere chiaro al massimo)
La "Blues Revolution"
A tutti i livelli (musicale, ma anche culturale e sociale) il blues è stato indubbiamente una dei movimenti più rivoluzionari di tutti i tempi. Escludendo gli aspetti che non riguardano la musica, si può benissimo inserire il blues fra i grandi sconvolgimenti musicali della storia della musica, al pari della notazione gregoriana e degli studi armonici di Bach.
E' difficile pensare che questo ribaltamento di tematiche e schemi armonici possa provenire da una popolazione per niente acculturata, dedita all'alcool e ai lavori forzati. Però non è affatto così, anzi. E' forse questa una delle caratteristiche principali di questo "moto rivoluzionario", che potremmo analizzare come segue.
- 2+2 = 5. Lo swing
In musica, per scandire e regolare l'andamento di un pezzo musicale, si usa un elemento che viene definito "tempo". E' sostanzialmente il ritmo che il pezzo segue, ed è gestito in maniera puramente matematica. Il tempo più comune della musica moderna e in una parte della musica classica è il 4/4 (quattro quarti). Ogni spartito è diviso in "battute", ed ogni battuta, in questo tempo, dovrà durare 4/4. Se prendiamo una velocità di riferimento, questo sistema ci permette di avere una lunghezza prestabilita che ogni nota dovrà rispettare, perchè questoè un modo di dividere una porzione di tempo x in parti uguali. (spero di essere riuscito a spiegarmi).
L'armonia è sempre stata una cosa molto matematica, e giustamente se prendiamo un pezzo in quattro quarti, una battuta conterrà al massimo 4 note da un quarto, o 8 note da un ottavo, o 16 note da un sedicesimo, e ogni combinazione di questo tipo.
Questo fino al blues.
Il blues introduce in maniera massiva e pandemica nella musica moderna la cosiddetta terzina, ovvero una struttura irregolare di 3 note.
In soldoni, quello che i negracci hanno fatto è inserire, ad esempio, 3 note da 1 ottavo (quindi 3 ottavi) nello spazio di un solo quarto (2 ottavi). L'intuizione che prima di allora non era stata considerata è che lo spazio musicale potesse essere inteso in maniera molto meno rigida, prendendo come base il tempo e non la metrica. Se nel tempo di un quarto riesco a inserirci 3 note da un ottavo invece che due come direbbe la logica più drastica, ecco che lo faccio. E ottengo quello slancio e quella dinamica tipica del blues e dei generi ad esso collegati.
Probabilmente non sono riuscito a rendere l'idea della grandezza stratosferica di questa intuizione, però è stata indubbiamente una scossa che ancora mantiene una vibrazione costante nella musica moderna e contemporanea. Se giù nel Mississipi nessuno avesse rotto quella regola, non avremo il jazz, il rock e tutto quello che ne consegue.
- Sounds blues. Le settime
In musica, se metto insieme, in un singolo suono, più di una nota formo un sistema armonico che è definito accordo. Un accordo è formato da note che sono posizionate in particolari posizioni all'interno di una scala musicale. Un accordo maggiore, ad esempio è formato dal 1°, dal 3° e dal 5° grado di una scala maggiore corrispondente alla nota dell'accordo. Per intedersi, un accordo di Do maggiore è costruito su una scala di Do maggiore (Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si), ed è formato dalle note delle rispettive posizioni (gradi) sopracitati: Do, Mi, Sol.
Ci sono ovviamente una quantità rilevante di regole per la composizione degli accordi, ma in sostanza il giochino è questo. Ed anche questo, come nell'esempio delle terzine, ha sempre seguito un andamento rigidamente matematico.
Fino al blues.
Quello che il blues ha inserito nello schema accordi maggiori/accordi minori (e alle relative scale maggiori e minori) è l'utilizzo dell'intervallo di settima, un intervallo mai utilizzato prima perchè ritenuto unanimamente stonato. Un accordo di settima suona male, è disarmonico, non è, per così dire, idealista.
Ed è forse l'emblema più puro dello spirito del blues, perchè ha quella naturale dissonanza e imperfezione che descrive perfettamente la malinconia e il tedio del "blue feeling".
Così come per la terzina, questo tipo di utilizzo relativistico dell'armonia ha aperto la strada a una serie di sperimentazioni musicali che prima i dogmi intoccabili della notazione musicale non si era mai permessa di toccare.
Stiamo sempre parlando di poveracci nelle baracche sul Mississipi.
Nota di Folklore: si dice che l'introduzione della settima diminuita (la cosiddetta "nota blu") sia avvenuta all'interno dei canti liberatori che le raccoglitrici di cotone intonavano durante il lavoro nei campi, perchè la nota fortemente dissonante serviva ad avvisare i compagni dell'arrivo del padrone sul posto di lavoro (da cui ne conseguivano frustate, strupri,etc).
Da Dio a Satana. Una musica verso il basso
E questa è la parte che riassume meglio ogni singolo aspetto delle innovazioni che il blues ha portato nella storia della musica, ed è forse la più grandiosa, perchè ha un valore che va oltre la musica stessa, e tocca molti aspetti della società che ha vissuto il blues e il suo spirito liberatorio.
Ogni musica prima del blues è per così dire, dal basso verso l'alto. Sia la musica classica che la musica tradizionale avevano un forte senso idealista. La musica era, per così dire, perfetta. Perfetta come il mondo non poteva essere. Bach suona per Dio, molta musica tradizionale ha aspetti "celestiali" o in ogni caso tendenti ad un'armonia di contenuti e armonie compositive e sonore che rappresentano una vera e propria fuga verso un "paradiso" in terra.
Fino al Blues.
Il blues, nei suoi testi e nello spirito che ne muove la diffusione, parla di puttane, di vite distrutte dall'alcool, di amori non corrisposti, di omicidi, di sesso spinto. E' una musica che smette di crearsi falsi miti e affronta la vita per come è: dura, spesso devastante. Non ci si rivolge più a Dio in senso platonico, ma ci si rivolge a Dio in senso apocaliittico, o al Diavolo per un altra bottiglia di whisky.
Questi sono forse i tre aspetti principali dell'assoluta rivoluzione che è stata la cultura blues. Ed è secondo me significativo come la rottura di tutti questi schemi avvenga in anni in cui si affaccia nel panorama scientifico la teoria della relatività di Einstein, o in campo logico-matematico le teorie di Russell, e così via. Questo rende, a mio avviso, il Blues l'incarnazione perfetta della musica moderna, forse ancora non del tutto superata o declassata a "vintage".
Il prossimo post lo faccio su un musicista, così risulterà meno palloso.