Diplomazia Il lupo cattivo nel bosco

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- Hanno risposto dal Sargon?
Non ancora, ma ci vorrà un po'. -
Rispose l'aviano, mettendo in ordine alcuni fogli riguardanti lamentele e mancanze del novello stato. - Come in tutte le cose. In questa situazione, con le infrastrutture che abbiamo, è difficile avere delle risposte immediate.
- Bene, allora occupatene tu quando rispondono.

Nekhub sbatté le palpebre un secondo, perplesso. - Credevo volessi dialogare con i lossodonti e gli skaven per la vicinanza di culto?
La grossa gnoll annuì. - Sì, volevo. Ma abbiamo dei vicini con cui è importante fare due chiacchiere molto presto.
- Deduco non manderai una missiva quindi.

Astarte sorrise. - E' bene farsi vedere volenterosi, non trovi?

Per fare la traversata ci volle un po' di organizzazione, anche per passare abbastanza lontano dai territori lealisti. La delegazione venne preceduta da un messaggero aviano che annunciava l'arrivo di Astarte l'Abbattititani da Gevaudan, Guardiana delle Radici dell'Awt-Nyota, in visita presso la corte del Regno Silvano d'Ysil per un colloquio diplomatico. La regnante dello stato aviano avrebbe atteso ai confini a sud dello stato Vii in attesa della decisione dei vertici statali se riceverla, come riceverla e in caso organizzare tutto il necessario.

@Last Century a lei!

EDIT- ah già, la pic del pg:

paprika-asadaddffgg4.jpg
 
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«Hey. Hey Korak, questo regno sarà gentile con noi?» per qualche motivo alla burocrazia di Ysil prediligeva mettere gli skaven allo smistamento delle epistole e alla gestione del sistema postale. Tra i loro compiti c'era anche quello di accettare i messi dei stati che desideravano interloquire con la corona.
L'orco a cui aveva chiesto informazioni prese il biglietto in cui il topo aveva copiato il nome dell'Awt-Nyota e lo lesse per alcuni istanti.
«Non lo so, mi sembra falso.» comunicò il suo responso. «Krogharrak è un nome vero. Angrakhamar è un nome vero. A... Aw... come come cazzo dovrei pronunciarlo.» brontolò l'orco.
«Awt-Nyota. Tua testa piccola, linguaggio poco sviluppato. ack-ack. Esiste, è nuovo-nuovo. Sorto dalle ceneri putrescenti di Feana!» continuò lo skaven.
«Ah. Non sapevo. Ero uno schiavo fino a due anni fa, non sono molto aggiornato. E mi hanno insegnato a leggere di fretta, quindi scusami se non sono intelligente come te.» l'orco s'imbronciò, braccia conserte e testa incassata sulle gigantesche spalle.


«Scusate se m'intrometto, ma gentilmente sarebbe il caso di passare questa informazione alla Regina.» un'aracne, intenta a portare un grosso plico di fogli si fermò a guardarli. «Guardate che non era un suggerimento il mio.» aggiunse, vedendoli poco reattivi.
«Vado io ack-ack. Lui si perderebbe.
» commentò il ratto.
«Non è vero. Forse.» sempre tenendo il broncio l'orco si allontanò continuando a sbrigar le proprie mansioni.

[ ... ]

L'arrivo di Astarte fu abbastanza poco pubblicizzato, passando perlopiù come una normale dignitaria, in parte perché le intenzioni del neonato Awt-Nyota non erano chiare a Gwenniel ed in parte perché, come da consuetudine, la frugalità del Regno Silvano non amava pasti assurdi o eccessi di qualsiasi tipo e sorta. Una piccola parte del palazzo dentro il grande albero di Ysil era stata adibita a stanze private della dignitaria e del suo seguito, mentre alcuni attendenti assegnatigli avrebbero avuto il compito di soddisfare al meglio richieste e desideri fino all'incontro. La Regina, impegnata su più fronti, poté ricevere Astarte solamente dopo due giorni dal suo arrivo, ma per farsi perdonare l'accolse nella sala del trono con una tavola imbandita su cui figuravano arrosti e cacciagione in quantità.

«Domando scusa per la poca tempestività, vostra signoria, ma mi avete trovata in una situazione a dir poco movimentata. I colloqui con il Marchesato ed il Karaz-ankor imperversano e occupano molto del mio tempo libero, ma ho ritagliato il prima possibile dei momenti da spendere in vostra compagnia.» la invitò a prendere posto a tavola. «Non fate complimenti, prendetelo come il mio personalissimo benvenuto a Ysil.»
 

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Astarte si presentò al banchetto bardata come di consueto, senza ovviamente portarsi dietro le proprie armi - anche lei ci arrivava che sarebbe stato un tantino scortese presentarsi armati davanti a un altro regnante. Non che uno gnoll avesse bisogno di armi per essere comunque una minaccia in una stanza, perciò meno faceva cose strane meglio era.
Fece un inchino - per quanto possibile, era comunque ben più grossa - davanti alla regina, ascoltando le sue scuse. - Nessuna scusa vostra maestà, anche nell'Awt-Nyota, anche se appena nato, è giunta notizia della dieta d'Ysil. Dopotutto si tratta del primo incontro importante fra più stati che si sono ribellati a quei... uhm... orridi Theofonias, non averne sentito parlare vorrebbe dire vivere sotto un sasso. Vi ringrazio molto per aver trovato posto anche per questo incontro, non dev'essere stato facile. - Si era fermata qualche istante prima di riferirsi alla famiglia imperiale: era abituata ad utilizzare appellativi ben più brutali e scurrili per parlarne ma non era il caso di fare brutte figure prima del tempo. Già il suo registro verbale non era dei più ricercati!
Vedendo il banchetto che l'aspettava, sorrise - un sorriso di zanne, ma gli gnoll così erano fatti - e drizzò le tonde orecchie allegramente. - E vi ringrazio anche di questo, non mi dovevate nulla con l'accoglienza anche dei giorni precedenti!
La gnoll si sedette a mangiare: prima di affrontare argomenti importanti decise che un piccolo assaggio alle leccornie l'avrebbe dato, o il buon profumo avrebbe finito per distrarla. Optò per una - quale ironia - coscia di pollo arrosto: una annusata e sparì fra le fauci, come fosse stata una forchettata qualsiasi.
- Mmmh. - Fece, mentre masticando scrocchiava tutto un rumore di ossa. Deglutì, prima di continuare. - Ottimo! Davvero. Spero di potervi far provare qualcosa di simile se mai vorrete venire a visitarci, facciamo molto bene la carne e vedo che non siete da meno. - Sorrise. - E' bello potersi godere tutto questo, la semplicità di mangiare una cosa buona, dopo tutte le sofferenze di una vita. Non siete d'accordo? La tranquillità è la più grande conquista che possiamo difendere.
 

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«Credo proprio che abbiate ragione, Astarte di Awt-Nyota.» rispose la sovrana. «La tranquillità è un lusso che dobbiamo conquistarci e ottenere prima con la testa che con le armi... anche se talvolta è necessario un colpo di mano perché i fiori del proprio giardino tendano a fiorire.» si limitò a mangiare qualche frutto, lentamente, lasciando il grosso del pasto alla sua ospite.
«Ho sentito che non c'è stato spazio per le negoziazioni con la morte di Feana. E' stato un peccato, ma da quanto riesco a vedere i regni che si sono dichiarati fedeli all'impero tutto sembrano essere fuorché stabili, legittimi e... fedeli.» fece una piccola smorfia, come se quella mancanza di lealtà la rendesse insoddisfatta.

«Prima Feana si è fatta silenziosa e voi l'avete sostituita, adesso Koenigswald e Peinrith si sono scissi e combattono l'uno contro l'altro accusandosi vicendevolmente di essere ostili all'impero. Una situazione a dir poco sgradevole, specialmente così vicino ai nostri confini. Una minaccia alla tranquillità, oserei dire, fomentata dall'indolenza del Lord Protettore.» spiegò.
«Lasciate che vi dica che se anche Ysil ha accettato di perdonare per creare un futuro avulso dalla violenza, questo non significa che resterà in tacito silenzio aspettando che il caso lambisca i suoi confini. L'Awt-Nyota come pensa di gestire il suo futuro? Pace e prosperità, oppure avere un cuore più focoso, più simile a quello dei nostri amici nel sud-est?»
 

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Le erano arrivati racconti della regina di Ysil, e ne aveva discusso lungamente con la sua scorta durante il viaggio verso i gelidi boschi del nord: una persona gentile, che metteva a proprio agio ogni ospite e aveva grande capacità diplomatica accompagnata da un fervente idealismo e fede nello stesso. Quello che si trovò davanti fu però in un certo senso più freddo e distaccato: Gwenniel era andata dritta al nocciolo della questione, al punto da lasciare sorpresa la grossa gnoll. Mandò giù un sostanzioso boccone di filetto di carne prima di prender parola.
- Ma allora parliamo la stessa lingua! Io che credevo che il linguaggio diplomatico fosse, diciamo così... Più sfumato. - E rise di cuore, un suono tonante che forse non era proprio adatto a una sala diplomatica, ma per una della sua pasta probabilmente altro modo non c'era. - O forse sono solo io troppo palese. Mi vedete, maestà, non ho ne la faccia ne i modi della fine diplomatica, più quelli di qualcuno che spacca teste a suon di pugni sul campo di battaglia. E penso questo forse un po' conti come risposta alla sua domanda. - Mentre lo diceva sbatté un paio di volte un pugno sull'altro palmo della mano. - Ma non sono soltanto una guerriera ora e certe cose vengono con le loro noiose catene. No, non vogliamo attaccare la qualunque, vogliamo assicurarci di poter stare tranquilli e non viviamo come nelle favole. Non si può stare con vicino degli smidollati perché altrimenti ci trascinano via con loro. Non so quanto sappiate di cultura Gnoll, ho sentito parlare della Spezzacatene alla vostra corte ma non so quanto vi abbia detto... Ma vi confermerà a sua volta che siamo gente da "fatti, non p... uh... ehm... parole". - Un altro scivolone, ma annuì convinta per sottolineare quel che aveva detto. - Abbiamo già mandato diversi inviati fuori dello stato per prendere contatti, evitare incidenti, mettersi d'accordo. Serve guardarsi in faccia, non leggere due righe su una pergamena, e io ho scelto di venire personalmente per sapere che cosa aspettarmi da Ysil. - Mangiò un altro boccone di carne con più calma, poi incrociò le braccia al petto rilassandosi sulla grossa, grossissima sedia che le era stata messa a disposizione. - Ci sono stati paesi che si sono proclamati diversi dall'impero, e poi hanno fatto scelte e azioni tali a quelle loro... Poi ci sono stati paesi che hanno detto di essere leali all'imperatore, ma stanno facendo gli interessi dell'impero solo sulla carta... E poi ci siete voi, maestà, che avete deciso di perdonare, lo avete fatto davvero e continuate a scegliere di farlo. Una cosa molto coraggiosa. La apprezzo. Perfino noi, che abbiamo la fortuna di collaborare con gli aviani che non ce l'hanno mai con nessuno, abbiamo cacciato via il Mekkanicoso dai nostri domini per tutta quella serie di motivi nel Primo Editto. - Fece un cenno con la testa al nominare l'editto di esistenza dell'Awt Nyota, aspettandosi che la regnante d'Ysil sapesse già tutto in merito: con i pennuti a diffonderlo la notizia era arrivata in lungo e in largo. Peraltro malpronunciò Mikanikotrio, ma non sembrò ne curarsi ne accorgersi della cosa. - Cosa che spero non sia un problema fra i nostri paesi. Abbiamo scelto di rigettare il culto amato dagli imperiali, ma non ci tocca particolarmente che altri stati lo pratichino o lo lascino esistere. Se Nekhub fosse qui, ve lo confermerebbe a sua volta. Oh, e per Feana, in realtà qualcosa c'è stato: la gran parte del parlamento era corrotto e con delle colpe terribili, ma non lo erano tutti, quindi fra noi sono rimasti ancora alcuni umani nella nobiltà e nel resto dei ceti. Vorrei dire che in un certo senso gli abbiamo fatto un favore. Brave persone, che capivano le colpe dell'impero e della loro vecchia classe politica. - Annuì, contenta di essersi ricordata della domanda.
 

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Gwenniel rise. «La sfumature sono per coloro che cercando di vendere mele marce al mercato. Un consiglio: diffidate sempre da chi viene a millantare di "sfumature" morali o etiche per giustificare qualcosa. Le promesse sono importanti, la parola data è importante, e i gesti sono ciò che conta di più in assoluto. E quando si parla in amicizia niente è più triste di cercare di abbindolare l'altro, non credete?» chiese, retorica.

«Oh non vi preoccupate. Io non ho mai giudicato gli altri regni per quello che è stato fatto nella loro ora più bella, nel momento della libertà, e ho giudicato poco persino ciò che è stato commesso dopo, seppur ci siano atrocità che rendono ben poca giustizia a chi si definisce "non come i Theofonias".» sospirò. «Noi stessi abbiamo cercando di trovare la nostra strada nel mondo, ma il processo richiederà tempo, molto tempo, e non possiamo permetterci che vicini scomodi come il Protettorato si comportino in modo dubbio e ondivago negli intenti. Per ora, comunque, ci limiteremo a guardare assicurando, se possibile, il confine montano.» confermò la regnante.

«E per quanto mi riguarda anche i colpevoli vanno valutati caso per caso. Se la gente da voi faceva cose orribili era nel vostro diritto fare quel che avete fatto. Io forse avrei agito diversamente, forse no, non posso saperlo e sono felice che il fardello non sia ricaduto sulle mie spalle. Chi è pronto ad assumersi con troppa leggerezza il diritto puntare il dito spesso perisce della medesima piaga.» sospirò profondamente, guardando per un attimo sopra la testa della gnoll, lontano, ad un punto non meglio precisato nella stanza. «La vostra visione delle divisioni tra lealisti e indipendentisti, invece, quel è? Ci sono varie visioni sulla posizione da adottare con gli imperiali. Ah e a tal proposito, se dovessero esserci individui sgraditi per qualche motivo di natura squisitamente ideologica, mandateli pure da noi anziché ucciderli. Le vite sono preziose, ora più che mai. Saremo disposti a compensare pecuniariamente, come abbiamo promesso al Karak-ankor, in caso voleste.»
 

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Allo sguardo distante della regina Astarte per un attimo rimase interdetta, si girò a guardare se c'era qualcosa effettivamente che avesse attirato l'attenzione della vii, e poi capì che stava solo rimuginando. Mentre l'altra finiva si rosicchiò con gusto una costoletta d'agnello, davvero molto succosa, e ponderò qualche attimo con ancora l'osso in bocca prima di risponderle.
- Mi trovate d'accordo sul mettere in sicurezza il confine. Onestamente è la nostra stessa politica. Pensate anche a quei poveracci appena fuori lo stato, che non sanno se arriveranno le due metà del paese a chiedergli di unirsi a loro e poi magari, trovandosi muso a muso, si scannano per decidere a chi va un pezzo di terreno, tutto mentre lo devastano. Non una prospettiva simpatica, no? Ha tanto buonsenso quanto una certa convenienza, essere altruisti in questi anni. - Ridacchiò fra sé. - Per i lealisti... Beh, si contano sulle dita di una mano, farei un discorso generale ma forse è un po' vago! - Rise di nuovo. - Penso che per il nostro comune vicino ci siamo intese. Il Ja... Jayati, se non sbaglio, è un po' lontano e non credo ci interesserà. Voglio dire, è dall'altra parte del continente. Chi gli sta vicino decida, e se vorranno consultarci per come rapportarsi allora ci penseremo. E di lealisti per ora rimane solo uno... L'Unione commerciale. - Astarte sembrò fare una espressione di scarso apprezzamento. - Come gnoll e come persona non li apprezzo per tutta una serie di motivi che vi potrò dire in luoghi meno ufficiali e più... Come si dice? Informali, credo. - Scrollò le spalle. - Ma come stato non mi sembra siano inaffidabili ne incapaci, soprattutto non mi sembrano estremisti. Quindi lealisti come loro, come altri se usciranno fuori, secondo me dobbiamo cercare di portarli dalla nostra parte, e non isolarli. Se ti isolano tu attacchi. - Allargò le braccia. - Voglio dire vostra maestà io sono molto fiera di cosa ho messo insieme e penso lo siate anche voi ma sono... due o tre anni scarsi che siamo insorti tutti e poco più da che siamo usciti da un morbo che è arrivato pure in posti che non credevamo di avere! Chi è il pazzo furioso che pensa sia saggio dare battaglia a sprombattuto mentre stiamo ancora, pe' favve n'esempio, con le mutande rattoppate, la casa col tetto bucato e una spada rotta in mano? I lealisti saranno pochi e l'Impero è in difficoltà, ma loro i Colossi li hanno ancora e la capacità di recuperare in fretta anche... Il sapere non l'hanno mica perso. E noi invece dobbiamo reinventarcelo da zero!
Si era un po' infervorata durante il discorso e aveva preso a gesticolare. Uno gnoll che parlava di non fare la guerra, per molti, sarebbe stato una vista quantomai strana. Sicuramente anche per Astarte era strano fare quel discorso, ma non era diventata chi era solo perché sapeva spaccare le cose molto bene: aveva anche capito che in certi casi bisognava non spaccarle.
Quindi questa è la mia opinione: farli avvicinare se ascoltano e se non sono degli inetti incapaci. Altrimenti, se sono estremisti che non vogliono sentir nulla, beh lì si deve passare a ignorarsi o alle mani. Si sa.
 

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La regina sembrava divertita da Astarte, forse per i modi un poco goffi, forse per la parlata della gnoll così semplice e bassa, ma in ogni caso la restò ad ascoltare molto attentamente, dondolando solo di tanto in tanto la testa, pensosa.
«Il vostro è un ragionamento tanto semplice quanto efficace. E' abbastanza rinfrescante sentire qualcuno che parla in maniera onesta e aperta, sono qualità del tutto rare quanto non sconosciute nelle corti di Ipeiros.» disse. «Purtroppo la situazione non è sempre così semplice o comprensiva, c'è chi non apprezza molto la nostra visione... unitarista. Oserei dire che siete la prima, dopo l'Unione Commerciale, a dirmi che la cosa sia un pregio e non una colpa inguaribile da cui doversi scagionare. Il che, essendo voi una indipendentista, vi rende già persona a me molto più gradita di quanto non possiate immaginare.» Gwenniel sorrise fieramente. Finalmente qualcuno che non l'additava come lo spettro nero del nord, non poteva ricevere notizia migliore.

«Siamo distanti, purtroppo, altrimenti vi avrei offerto d'iniziare a commerciare e discutere di confini e trattati immediatamente... ma c'è una cosa che né Il Marchesato né il Karaz-Ankor sono in grado di concederci per adesso, una cosa per noi molto importante.» abbassò la voce e si fece più delicata nelle maniere, per quanto già lo fosse in precedenza. «Mia sorella e io siamo entrambe in età da matrimonio e per quanto ci siano numerosi partiti di un certo lignaggio tra la nostra gente, preferiremmo un marito esterno. C'è la possibilità che tra la vostra gente ci siano elfi o vii di alto rilievo disposti a unire le nostre case?»
 

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Astarte schioccò le mascelle, tutta impettita. - Il piacere è reciproco! E sì, sì, vi manderemo chi capita, se capita, ne parliamo quando succede. Certo in realtà preferirei di no, magari con un pugno sul grugno rinsaviscono. - Ridacchiò. - Non importa chi vi prendete finché li tenete a bada e finché questi abbandonano quello che erano prima. Se poi esce fuori che complottano, complotteranno meglio senza testa. All'inizio ero anche io più per la linea dura, sa, ma Nekhub, la mia controparte, mi ha convinto che ex-lealisti con offese minori dopotutto potevano sempre essere utili. E certo sono più utili come servi che come cadaveri! L'avete detto anche voi, le vite sono preziose!
La guerriera gnoll era molto utilitaristica e non lo nascondeva. Sembrava essersi molto rilassata, specialmente ora che anche l'altra, che era stata tanto declamata nobile animo in lungo e in largo, mostrava che certe decisioni erano anche molto convenienti oltre che apparentemente molto nobili.
Se fossi un po' più maliziosa penserei che quel persona a voi gradita di poco fa fosse una proposta, maestà. - Sorrise sotto i baffi, poi scosse la testa. - Ma ho scherzato abbastanza e so cosa volete dire. Fatemi pensare... La maggior parte dei nobili è aviana o gnoll a dir la verità, ma abbiamo anche un bel gruppetto variegato di nobili di tutte le altre razze, fra rimasugli della vecchia nobiltà ed altri talentuosi che si sono distinti per bravura nel loro campo o che ci hanno aiutato a conquistare la libertà. Forse ci vorrà un po' per intavolare qualcosa e trovarne uno all'altezza, ma possiamo farlo.
A questo punto però, la gnoll guardò con curiosità la regina. - Permettetemi una domanda, e questa è una cosa che avrei sempre voluto chiedere a un regnante o nobile di qualche tipo. Spero di non essere sgarbata, vedetela come un modo di capire a vicenda le nostre usanze. Io comprendo i legami di sangue degli antenati e della discendenza, e se fossi nei panni di chi saranno i vostri figli sarei molto fiera di avervi come madre. Ma un compagno, cosa può essere oltre qualcuno con cui crearli, quei figli? E' così forte, importante quel legame? Capisco se c'è, come dire... Un rispetto, un affetto particolare. Ma oltre questo?
Aveva parlato con sincera curiosità a riguardo, il che poteva sembrare un po' strano per altre razze: gli gnoll tuttavia non avevano un forte concetto di monogamia, e raramente formavano famiglie e coppie stabili nel tempo. Due gnoll potevano concepire e crescere un figlio, e poi tornare due estranei senza doversi niente a vicenda. La tradizione dei matrimoni di potere era perciò per loro fondamentalmente bizzarra, poiché quell'unione non aveva particolare significato, specialmente per le bande di provenienza.
 

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Gwenniel rise all'ultima curiosità di Astarte. «Oh, Astarte, siete la gioia diplomatica di quest'annata claudicante.» disse, ancora scuotendo il capo, divertita. «La nostra stirpe ha più e più volte cercato di imparentarsi con razze diverse, talune più o meno compatibili, ricercando un miglioramento e una comprensione maggiore degli altri. Ma il nostro senso della vita è più poetico di un mero procreare, non facciamo figli noi facciamo famiglie e anche se i termini possono essere facilmente intercambiabili, il loro significato più profondo è diverso. Da una parte si ha un semplice lascito del proprio seme, dall'altro un desiderio di tramandare qualcosa, di costruire qualcosa dove non c'era nulla.» le spiegò.
«Siamo una razza longeva, Astarte, molto, molto longeva. E quando i secoli scorrono si tende a volere al proprio fianco qualcuno su cui poter fare affidamento. Vivere cinquant'anni e legarsi a qualcuno può sembrare restrittivo, si bruciano le tappe, tutto va fatto in fretta. Ma un legame che dura per dieci volte la vita di un uomo comune? Quello rende indispensabile qualcosa di più che un banale e fertile amplesso.»

La regina guardò per un attimo la tavola, come se stesse pensando se aggiungere qualcosa.
«Diciamo che se i miei figli saranno fiera di avermi come madre, vorrei che lo fossero altrettanto di loro padre. E non vorrei dover considerare la metà non mia che li ha generati come una semplice notte di piaceri. Capite cosa intendo?»
 

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Oh, sì, questo lo capisco molto bene. Un compagno forte o nessun compagno. Meglio dimenticarlo, un antenato che ha scelto di essere feccia. - Arricciò il naso sbuffando irritata al pensiero. Aveva ascoltato con interesse, le orecchie tonde dritte in avanti, tutto il discorso della Vii. - Una vita così lunga viene con i suoi problemi... Noi Gnoll non viviamo così tanto, quindi se una cosa non funziona la disfiamo subito e la rifacciamo o facciamo qualcos'altro. Non ha senso perderci tempo, non ne abbiamo. E se ti mostri esitante allora non sai prendere decisioni, e allora sei un debole... E allora sei nei guai. Insomma, tutta un'altra serie di problemi. Probabilmente per voi siamo poco pazienti, ve direi che avete raggione. Ma avvolte è meglio avere la miccia più corta, ti tiene a bada chi vuole approfittarsi. - Mosse le orecchie giocherellando con una delle trecce in cui era annodata la sua folta criniera rossiccia. - Certo con una vita così lunga immagino anche vi serva fare molta attenzione a chi scegliete per accasarvi. Farò un sacco attenzione a chi trovo, ve lo prometto! - E batté il pugno sul petto, convinta. Era un primo piccolo passo per trovarsi da due nazioni ancora molto diverse. Chissà, magari conversare anche con il più diplomatico e garbato leader aviano avrebbe sortito qualche effetto per la simpatia fra gli stati.

Credo che forse possiamo chiudere qua con un tuo post di risposta! Sennò dimmi tu :D
 

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«E che sia bello, mi raccomando. Non vorremmo mai dei figli poco graziosi!» rise Gwenniel, rispondendo ad Astarte. «Sapete nella regione di Gwathir c'è uno specchio d'acqua che un tempo è appartenuto ad una banda saccheggiatrice gnoll. Sono passati due millenni da allora, forse qualcosa più, ma c'è ancora una piccola comunità gnoll locale. La prossima volta che passate da queste terre fermatevi lì, il principe Findor VII sarà contento di farvela vedere. Davvero.» sorrise. «Ora dovrei tornare alla Dieta, e probabilmente ad occuparmi dei miei illustri ospiti. Vi farò fare una visita della città dal mio ciambellano, è un piccolo skaven, vi troverà lui!» detto quello si alzò, fece un profondo inchino e si mosse verso l'uscita della sala. Dopo pochi istanti un piccolo skaven dall'aria anziana entrò e fece cenno ad Astarte di seguirlo: l'avrebbe portata in giro per Ysil facendole vedere le peculiarità cittadine, soprattutto i templi e gli edifici di epoca imperiale, concludendo con una cena rigorosamente a base di cacciagione in una delle taverne più rinomate della città.

Perfetto, segno tutto in scheda!
 
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