Diplomazia Il Gran Torneo del Primo Incantatore del continente

Demetrio

Lonely Fapper
Siano inviati messaggeri!
Che venga allestita l'arena!
Siano preparate le botti!
Siano imbandite le tavole e preparati piatti prelibati!
Siano acquistati i vestiti migliori!
Che vengano invitati tutti!
Il Gran Torneo é stato organizzato!

Verrá nominato il miglior incantatore del continente. Prove incredibilmente ardue dovranno essere superate, duelli pirotecnici e magie proibite; se ne vedranno delle belle!

C'é un gran fermento nella regione di Viera dato che ospiterà la prima edizione del gran torneo. La Cittá di Gizahya brulica di mercanti, viaggiatori, intrattenitori, artisti e soprattutto maghi dato che qui si svolgerà il tutto. Tendoni e festoni colorati spiccano sul grigiore tipico della cittá, simboli araldici di ogni tipo si possono notare ovunque; una grande quantità di nobili é giunta in visita.
Mentre i preparativi vengono ultimati nelle sale nobiliari vengono attese le delegazioni dei regni di Yagron e Aarakorya, sia perché sono tra i favoriti al torneo sia per le succulente occasioni diplomatiche che si prospettano.

 

T.k.D

Novice Spammer
Dal regno di Yagron si presentano Galk, come partecipante al torneo, e Arykra accompagnatrice con a seguito tutta la delegazione diplomatica per sfruttare l'occasione fornita dal regno di Gizeh.
"Fa caldo qui, non trovi Arykra", "Normale, forse sei te che vieni da un posto troppo freddo eh Galk...", "Sarà.. vediamo di vincere questo torneo va.." concluse Galk.

Le delegazione donò 2 unità di vino per il regno di Gizeh.
 

Demetrio

Lonely Fapper
La delegazione di Yagron venne accolta con una parata sgargiante.
Al mago e all'accompagnatrice vennero dati degli alloggi alla rocca mentre agli attendenti venne assegnata una grossa tenda nell'area del torneo.
La sera del loro arrivo un banchetto festoso venne organizzato e mentre tutti gozzovigliavano, Mastro Vladimir, dopo le parole di rito, invitò Arykra in un salotto per discutere di commercio e diplomazia.
"Trovo che tra i nostri due regni dovrebbe scorrere oro grazie al commercio e sostegno attraverso la diplomazia, lasciamo armi e sangue agli infedeli e cavernicoli dai colori bizzarri, non trova milady? La ringrazio per il dono pregiato, sono certo che il Re gradirà. Certo non é un ubriacone come il vecchio regnante ed é più morigerato e religioso ma un bicchiere di buon vino viene apprezzato anche dal santo più integerrimo.
Spero che il soggiorno sia di gradimento, posso offrirle qualcosa di gradito? perdonatemi ma non ho idea di cosa un frostling ritenga una prelibatezza"
Intanto Wiilhelm, rintanato nelle sue stanze, ripassava con ansia il libro degli incantesimi per prepararsi al torneo imminente.
 

WinterSun

Spam Master
Anche Aarakorya rispose alla peculiare chiamata.

Nel caso in cui già questo mondo fosse stato testimone di tali avvenimenti, ormai Ea non ne possiede memoria.

La strada per Gizeh è ormai sicura e battuta da anni, complici i floridi commerci e scambi, e l'aria comoda che ormai vien reciprocamente ben interpretata da entrambi gli attori. Ma è necessaria una "scorta", di animo, non d'arme.
Nella combriccola selezionata non vi sono solo aracne, ma anzi e soprattutto minotauri: tanto feroci in scontri e battaglie, quanto bambolotti morbidi e caldi quando v'è alcol in circolo nel loro organismo. Forse anche un pò molesti, forse tanto.

La squadra, pesantemente corazzata lasciò la capitale, in seguito alle canoniche preghiere e cori propiziatori, usuali in molte occasioni, tra cui l'abbandono delle proprie terre
 

Demetrio

Lonely Fapper
L'arrivo della delegazione da Aarakorya destò parecchio scalpore. Il gruppo corazzato di minotauri e ragni venne accolto con timore e rispetto.
Il tendone a loro destinato venne allargato e reso più confortevole per l'ingombrante scorta che durante i festeggiamenti si rivelò essere la più rumorosa e gaudente, nonché apprezzata.
Intanto nei salotti del castello i diplomatici aracne venivano coinvolti in negoziazioni e trattati di vario genere.
Mentre il popolo beve vengono stretti gli accordi.

Successivamente il torneo iniziò con la prima competizione: la prova di Trasfigurazione.
 

T.k.D

Novice Spammer
Galk guardò la compagnia allontanarsi con un sorrisino e come se lei lo percepisse si voltò e fece un occhiolino.

Arrivati nel salotto lontani dal baccano del banchetto Arykra rimase sorpresa quando Vladimir si mise a parlare di commercio e diplomazia, sarà stato un bicchiere di troppo o il contesto della serata, lei si aspettava tutt'altro.. "Uomini" bisbigliò tra sé e sé. "Vladimir ringrazio per la considerazione, per il commercio non ci sono problemi possiamo parlarne invece per la diplomazia quello immagino sarà qualcosa di più lungo.. noi siamo consapevoli che il nemico è il mondo in cui viviamo e le creature che si sono create dall'ultima guerra e non certo i sopravvissuti". Arykra si alzo in piedi " Dai ritorniamo alla festa, dobbiamo socializzare tra di noi gli accordi diplomatici verranno successivamente.
 

WinterSun

Spam Master
"...Eravamo soli, io e mio fratello, con quuuesto, quuuuesto cazzo di martellettho umano tra le mani, uwun affrrino piccolo piccolo.."

Le storie di Silthor erano tremende, storie che probabilmente centinaia di abitanti nell'intero continente avevano vissuto. Storie di belve, situazioni pericolose, esplorazioni o normale quotidianità. Eppure, le narrazioni di quel minotauro sbronzone davano il meglio se affogate nell'alcol. Poderoso ed imponente, goffo e ciarlatore, era li, in mezzo a decine di individui suoi simili, o provenienti dalle altre due nazioni che, coraggiosamente, non temendo per l'integrità delle loro ossa, lo stavano ad ascoltare.
Il minotauro infatti, data la sua imponenza, seconda solo alla forza del suo fegato, barcollava, pestava, agitala, rompeva cose tutt'intorno a lui. Additava e sbiascicava, tutto con due occhietti a fessura, da cui però trasparivano le irrorate vene rosse, che fossero di sangue o di vino.

"E si, scierano queste mae.. MALEdette creaturew, utto intornow annoi. Eh si, vollevano le nostre chwiappe, shi shi. TREMENDE EH. E e e mio frattello eraw dawero teorrizZato, ma sempre pronto a difenderci. E e lui siggira, per non so, vedere se anche io fossi pronto quannto llui. HAHAHAHAHA. E LUI.. HAHA E LUI SIGGIRA ED IO MI VEDE CON IL MARTELLLETTTO DAVANTI AL PISELLLO, HAHA CHE LO AGITO HAHAHA. Così PICCOLINO.

Gli spettatori, rumoreggiavano. Il silenzio dei sorrisi iniziò e lasciare spazio alle prime risate

"Io, io non so come facciatew voi u-umani a sodf.. sodr.. SODisfare e vosTRe donne, noo capiròmmai"

Si mise a gridare, agitandosi ferocemente un pugnale "mimando" (se così si può definire), un minuscolo pene, osservandolo con ostentazione. E riuscì bene, quel pugnale nelle sue mani raggiungeva forse una falange e mezza. La sproporzione era massima.

"..mio frratelo mi.. ah io non so mi ha detto qualcosa, era dawero di.. disperato.
Eaallora. Allora io cammino.."

Si mise a mimare una camminata sciolta, solenne, maschia ed eretta, e la sua espressione divenne spaventosamente seria. Fece qualche passo e si fermò, teatralizzando la sua storia, come se (sempre con il pugnale davanti al pene, che secondo la storia è un "martelletto umano"), si fermasse d'innanzi alle creature desiderose di far loro la pelle..

"Guardo la più vicina neugli occhi, è wero è.. Gli urlo in faccia:"
Barcolla un attimo. Si china, la creatura doveva essere ben più piccola di loro. Il pugnale - martelletto umano fallico sempre in mano. Ben saldo, eretto.


"SEI TU CHE CERCHI UNA GRAN DOSE DI CAZZO?!?!?!"


Il trionfo per la conclusione fu lampante, gente si ruzzolava a terra dalle risate, e per terra finì anche Silthor, e la gente si spostò (fortunatamente prima della sua caduta. Un minotauro corazzato che ti casca addosso potrebbe far rimpiangere molte cose della tua vita).
Ma così forse erano in fondo i minotauri, bestie affascinanti, si sa che le sbronze, siano rivelatrici di chi siano nel profondo gli individui.
Per assurdo ci si dimentica che quell'animale bestiale, pesante ed ammirevole, abbia schiacciato crani ed ucciso di botte nella sua vita. Difficile rammentarlo con un rappresentante della sua specie che mima un atto sessuale con un coltellino al posto del pene (che in realtà è un martelletto, si), a terra, circondato e semi-sovrastato da altra gente che cerca di trascinarlo via o schernirlo o non si capisce bene che altro, e di far parte del suo spettacolo sudaticcio e piacevolmente degradante
 
Ultima modifica:

WinterSun

Spam Master
La festa del Gran Torneo, per essere al primo lancio, aveva raccolto un cospicuo numero di visite, probabilmente sarebbero nei successivi anni aumentate vista l'impeccabile organizzazione su larga scala messa in piedi da Gizeh.

Il luogo e l'ambiente sembravano parlare di un successo, mondano si, che aveva le potenzialità di entrare nella "cultura" dei popoli delle tre nazioni partecipanti, ma dietro i boccali, le sfide, i giocolieri e musicanti, si interagiva non solo nella narrazione di favolette o scambi di opinioni, ma di altro, più grande dei presenti


"smack, smack"
"sbuffff.."

"Non morti dite"

"Non morti dite"

La festa andava via via entrando nel suo culmine, ed un impattante brusio, attenuato dalla distanza, avvolgeva per centinaia e centinaia di metri alberi, tende, campi e mercanti ambulanti periferici alla festa, un aracne sbuffava fumo da uno strumento peculiare, difficilmente descrivibile ad occhi dei "duegambe". Uno strumento simile se non identico faceva parte dei doni portati dall'aracne -capo spedizione- agli interlocutori suoi pari che sedevano accanto a lei.


Le aracne erano creature straordinarie da ammirare, peculiari. Dividevano nelle loro contraddizioni, anche intrinseche: orride ma nel contempo di bell'aspetto, raccapriccianti ma nel contempo eleganti e femminili. Ogni loro caratteristica era stereotipabile.

E quella voce, anzi, quelle voci, Quella lingua, anzi, quelle lingue
Quando parlavano emettevano due voci contemporaneamente, una considerabile come "normale", ed una più acuta ma dal volume più basso, quasi come un urlo lontano o soffocato. E durante il loro pronunziar parola, o durante l'azione di fumare, come in questo caso, l'utilizzo delle lingue era grande e visibile. Due lingue? Una biforcuta?


"Nessuno ricorda il tempo di incontrarne. Non da noi. Narratemi.."
"Nessuno ricorda il tempo di incontrarne. Non da noi. Narratemi.."
 

Demetrio

Lonely Fapper
Dalla balconata Vladimir osservò il minotauro cadere in mezzo alla folla e le fragorose risate causate dalla storia raccontata e dal capitombolo.
“per fortuna Shruck è in missione. La combinazione di un orco orgoglioso è testardo con un Minotauro sarebbe stata veramente difficile da gestire; da ubriachi ulteriormente.”
Girandosi rientrò nel salotto dove la creatura umanoide con i tratti da aracnide fumava da quello strano strumento. Ogni suo movimento catturava la sua attenzione, così elegante e così pericolosa in ogni suo gesto.
Due lingue? Una biforcuta ?
Non riusciva a capirlo ma il suono emesso faceva vibrare ogni parte del suo corpo.
Vladimir era sempre stato affascinato e attirato da tre cose: politica, le creature inusuali e l’ignoto. In quel salotto c’era il perfetto connubio.

“Non morti dico, in grande quantità e agguerriti. Infestano il nord e noi siamo il muro contro cui si infrange quest’onda immonda. Prima o poi potrebbero diventare un problema di tutti se non verranno fermati.
Abbiamo la forza per fermarli ma chissà quanti se ne nascondono più a nord.

Disse versando del vino in due coppe.
“Poche parole ma dritta al punto, così diretta ma così affascinante. Chissà se…”
Scacciò via i pensieri peccaminosi per offrire la coppa.
“Posso permettermi di tentarla con le delizie locali ? L’unica tradizione mantenuta dalla vecchia reggenza è quella di accogliere gli ambasciatori con una coppa di buon vino ”
Si lasciò sfuggire una strizzata d’occhio
 

Demetrio

Lonely Fapper
Inizia il gran torneo!
Gli spalti gremiti di pubblico esultante, intorno all'area dove si svolgono le prove una calca di curiosi che non si sono riusciti ad aggiudicare un posto a sedere.
Dopo una trepidante attesa, l'annunciatore intavola un breve discorso di benvenuto ringraziando tutte le nazioni partecipanti e annunciando l'inizio del torneo con la prima prova. Clamore dalla folla!
Wilhelm fa il suo ingresso, occhiaie marcate sul suo volto per la notte passata a studiare i libri di magia, saluta la folla e prende posto per iniziare la prova di trasfigurazione.
Le regole sono semplici ma la magia per superare la prova no, per questo l'ansioso Wilhelm ha studiato tutta la notta cercando di prepararsi per il meglio conscio delle scarse capacità, a dire suo.
Trasformare un oggetto in un altro a piacimento. Semplice. Fin troppo semplice se pensato da una mente non affine alla magia. Per un mago é ben più complesso, forse la prova più difficile; ed é la prima.
La giornata é piacevole, leggermente nuvolosa ma temperata.
Il calore del giorno non giustifica il sudore dell'ansia che scorre lungo la fronte del giovane mago.
Prende posizione davanti all'oggetto posizionato sul piedistallo di legno: un grosso sasso.
Un semplice, comunissimo grosso sasso scuro.
Se solo all'università arcana avesse fatto più attenzione alla trasfigurazione degli oggetti inanimati ora non avrebbe passato una notte insonne.
Trasfigurarlo in cosa?
In un essere vivente ? No, impossibile.
In una pietanza deliziosa? No, troppo complicato.
In una potente arma? No, al pubblico non piacerebbe.
In cosa? Cosa piace alla brava gente? Cosa potrebbe stupire i giudici e gli spettatori?
Wilhelm si fa muovere forse dall'influenza di un sovrano passato e sceglie.
Alcuni popolani, dignitosamente brilli, dicono di aver visto lo spirito del vecchio re guidare la mano del mago.
Muove le mani rapide disegnando simboli arcani invisibili in aria, pronuncia tonante le parole e gli occhi si illuminano debolmente.
L'intenzione di trasformare quel semplice sasso in uno dei semplici desideri del popolo: un calice di vino!

@Silen
 

T.k.D

Novice Spammer
Galk era nella sezione dedicata ai partecipanti al torneo mentre osservava con attenzione il mago degli umani eseguire la sua prova, il mago mosse la mano per fare la sua magia e poi il grosso sasso nero sparì dalla vista di Galk ma questo non era in grado di vedere cosa fosse diventata quella pietra.
"Hei partecipante di Aarakorya, hai visto in cosa ha trasformato il sasso?" chiese il frost all'altro partecipante, ma la folla urlò prima che potesse rispondere "GUARDATE E' UN CALICE!!?!!?", "ahhhhhhh un calice, da qui non si vedeva proprio" commentò ad alta voce Galk sorridendo.

Poco dopo il calice sparì facendo posto al grosso sasso scuso, "Vado io", disse il frost adesso.. il frost prese il posto del mago degli umani. In mezzo all'arena Galk si sentì ancora più piccolo di quanto non fosse già rispetto agli umani e soprattutto ai minotauri e arakne che erano lì presenti, "su su" si incoraggiò e si mise le mani in tasca senza fare nessun movimento. L'area era completamente in silenzio ad osservare il mago, ma lui non fece nessun movimento apparente, poi all'improvviso il sasso sparì completamente dall'arena e al suo posto ci fu proprio un frostlings, si c'era un altro frost nell'arena oltre a Galk e quell'altro frost non era altro che proprio Galk stesso, non solo, il secondo Galk era sospeso in mezz'aria che guardava l'area tutto intorno a lui salutando i presenti con la mano.
Il mago tirò fuori le mani e tutto sparì ritornando alla sua normalità, con il grosso sasso nero in mezzo all'arena.
 

WinterSun

Spam Master
La serata (ma in generale la festa) messa in piedi da Gizeh, ammorbidiva gli animi.

Dopo anni di turbolenta introspezione e recrudescenza da parte delle comunità sopravvissute, seguite da anni con nel cuore la paura del diverso e di coloro la cui storia (seppur simile) non era condivisa, ora, per la prima volta, comunità e culture diverse gioiscono ed acclamano. Desiderio di cambiamento?

La sfida, la competizione. Forte nutrimento di tutti gli esseri viventi, fiamma che dona a taluni 10 volte l'ardore che pensavano d'avere, un decimo ad altri. Scaturite da chissà dove queste energie, tolte da chissà chi, elaborano il concetto fondante, elementare quasi, che regola l'essenza della vita e dell'evoluzione.

E questo, seppur docile e controllato, è momento di sfida e si, qualcosa di strisciante vi è in palio. V'è sempre


E li, davanti a quella gente, un aracne, Koska, era rappresentante dell'impronta del suo popolo e del suo retaggio. Ma non si trattava quest'oggi di battersi. O meglio, si, ma con una complicazione, ovvero che tale competizione avrebbe avuto il fine di divertire una pletora assai grande di presenti, il cui stampo era ben differente dal popolo cui apparteneva. Lapidarie ed austere le aracnidi, di certo non aggettivi che un essere dotato di vaga intelligenza avrebbe abbinato agli spettatori degli spalti di quella serata. Quindi?

Koska propose al pubblico un diverso "ingresso" rispetto a quelli dei sue due rivali.
Luci ve n'erano, ma si poteva proporre qualcosa di più luminoso ed impattante. Durante la sua moderata camminata verso il centro dell'arena, circa ad un terzo di strada o poco più, dalla terra umidiccia ed argillosa, cominciarono ad intravedersi delle cose. Dei solchi di luce fioca e sottile provenire dal terreno, quasi fossero delle piccole serpi d'acqua nuotanti veloci, ma che solcavano il terreno a movimenti casuali. Sempre più si avvicinava alla meta, sempre più quelle luci parevano intensificarsi per luminosità e velocità, fino ad emergere dal suolo, come se un bambino invisibile, con un bastoncino invisibile disegnasse forme oscillanti sul pelo dell'acqua.

Ma presto, ci si accorse che il frutto di quell'elaborazione non erano schizzi, ma essenze erbacee, floreali che da quelle fenditure crescevano. E più Koska si avvicinava al centro dello spettacolo, e più alte crescevano, e più veloci crescevano, e più belle e luminose crescevano.
Una volta giunta nel mezzo, una luminoso e profumata vista poteva deliziare il pubblico. Una via di piante luminose, come se fossero lucciole, e fuori grandi quanto un tavolo rotondo da 12 posti a sedere, e profumi! Profumi che di quando in quando Koska, con un visibile cenno delle mani, elargiva e traghettava verso le varie platee. Non soddisfatta da quel turbinio di aromi e luci creata, tornò indietro di qualche metro, ove un fiore, simile ad anche altri, ma arancio acceso e dai grassi e zuccherini pistilli verde clorofilla, una volta sfiorato con delicatezza, eruttò nell'aria centinaia di lucciole e di petali variopinti, che formarono una cascata inversa da terra in cielo, e perdendosi nell'oscurità della volta celeste.
Il luogo, era illuminato a giorno dallo spettacolo scintillante.

Ma ora, il sasso. La pietra giaceva forse un paio di metri da lei. Si voltò verso essa, un paio di passi alzando la mano destra e la pietra schizzò nella sua mano, come un dardo.
Da qual momento tutto si spense, di colpo. Niente più lucciole, colori o luminose essenze. Così repentino che per diversi secondi, il pubblico non vide nulla, dovendosi riabituare ad una luce di molte volte inferiore.
Ed il sasso era li, nella sua mano, e la natura viva esplosa vigorosa fino al momento prima, ora giaceva a terra scura, marcescente, morta. Morta come se qualcuno l'avesse tagliata settimane fa.

"Chi si dice Uomo qui?"
"Chi si dice Uomo qui?"

Forse, non una delle più invitanti richieste, non proprio in quel momento di perplessità generale per via dell'orrida visione. Anche il tono, tono infido e pungente.

"Forza maschietti, mi serve un riconosciuto Uomo, di valore e forza, che abbia dimostrato di non aver timore, indietreggiare d'innanzi al pericolo. Alto e possente, legittimato a definirsi tale!"
"Forza maschietti, mi serve un riconosciuto Uomo, di valore e forza, che abbia dimostrato di non aver timore, indietreggiare d'innanzi al pericolo. Alto e possente, legittimato a definirsi tale!"
Il tono era cambiato, ora più morbido e gentile, più sereno e convincente.

Le richieste furono sempre più decise e spronanti, fino a quando iniziarono a sentirsi tra il pubblico i primi chiacchiericci.
"Dai.. Vai tu!", "Fatti avanti.." oppure "Dovrei andare io?!". Era chiaro che qui e li, forse dei disertori iniziavano democraticamente a spronare, forse i loro stessi capi villaggio, ad entrare nell'arena.

"Avanti maschi, mostrate di che pasta siete fatti, ci sono cumuli di femmine qui che potrebbero.. gradire credo.. una vostra dimostrazione. O MI SBAGLIO FORSE?"
"Avanti maschi, mostrate di che pasta siete fatti, ci sono cumuli di femmine qui che potrebbero.. gradire credo.. una vostra dimostrazione. O MI SBAGLIO FORSE?"

Inutile dire che le donne, non si dimostrarono clementi. Koska mobilitò le sue alleate di genere.

Di li a breve, diversi candidati varcarono la divisoria dei posti a sedere. Ne scesero 7, ne scartò 2. Scelse quelli visibilmente più grossi e possenti, magari barbuti, minacciosi, e li dispose li uno di fianco all'altro, mobilitando ancora il pubblico, e lisciando loro il pelo, sottolineando a più riprese la mascolinità dei selezionati.


Ma ecco ad un tratto che la pietra, ormai dimenticata certamente dai più, riprese la scena, poiché rimasta nelle mani della maga, non era di certo uscita, nemmeno per un istante dal palco della prova. E li, inaspettatamente e quasi con furia, tra gli schiamazzi del pubblico, e l'orgoglio compiaciuto delle cavie, Koska scagliò d'impeto il sasso verso gli uomini, come fosse una scheggia. E per un istante ancora luce, ma non da fiori, ma da fiamme, che per pochi secondi sembrava avvolgessero e stessero cuocendo vivi i malcapitati volontari. Lo sgomento rimase però per poco, assai poco, poiché le fiamme ora rosse, ora viola, scemarono e si soffocarono in un battito di ciglia.

Ed ecco qui, al loro posto, anzi, al posto dei crudi uomini che la selezione naturale volle irti e possenti, vi erano figure si massicce, si imponenti ma.. Il fumo ormai diradato scoprì un in insieme di agghiaccianti ed assai poco graziose siluette..

Uomini o donne? Entrambi forse
Ma, le barbe scure o chiare eran rimaste. I muscoli? Oh si, se ne apprezzavano le forme, ed erano ancora li presenti. Si percepivano i muscoli come alcune grandi pance. Ma si percepivano e trasparivano da lunghi abiti colorati di stoffa di ottima presenza. La fattura era impeccabile, come impeccabile ed invidiabili i gioielli, lucenti ed intarsiati ai colli bovini di quelli che erano o sono, la crème de la crème del testosterone del pubblico. Deliziose scarpette adeguate ai quei gran piedi callosi dei selezionati, ed i corsetti che stringevano loro la vita quasi soffocandoli, ma non riuscendo a contenere anni di stufati e bevande alcolico-zuccherine. La moda quel giorno ne usciva di certo danneggiata.
E le parrucche, si, v'erano anche quelle, alte e stereotipate, tutte bianche. Bianche come il trucco scelto per la serata, che lasciava intendere di certo, l'eleganza e la raffinatezza di quegli energumeni.

Delle vere gentildonne, aristocratiche e di buona famiglia. Sembravano li, guardandosi tra loro agitati, perplessi, probabilmente anche impauriti dell'accaduto, quasi fosse una squallida sfilata per abbindolare il migliore dei principi azzurri delle favole, una sfilata per trovar marito. La scena era imbarazzante. Il loro comportamento, prima fiero e spavaldo, ora era timido e pieno di vergogna.

Agitati ed in preda al panico i più iniziarono a comportarsi in maniera buffa, cercando si strapparsi di dosso il cappello, o la parrucca, o ancor meglio il corsetto. Senza riuscirci. Solo un paio si adeguarono allo spettacolo, ed iniziarono a sceneggiare tra loro ormai rassegnati al loro nuovo corredo, frutto in toto della trasmutazione di un sasso: dal trucco alle scarpe, dai gioielli agli eleganti ventagli. Dei falsi, polvere di sasso? Dei falsi come i tre che non colsero la magia beffarda e non riuscirono ad abbracciarne la satira. Tre su cinque.

Non durò molto, appena il tempo di far ambientare i due rimasti, abbastanza sicuri della loro esistenza e di chi fossero, che per una trentina di secondi, si atteggiarono tra loro e verso il pubblico, come delle "vere" nobildonne.
E li, un lieve schiocco di dita, e lentamente ogni componente fittizia diventò polvere, scivolando come portata da un soffio di vento nel palmo di Koska, ricomponendo quindi, la pietra protagonista originale.
 

Silen

Get a life
Il pubblico mostra immediatamente quale è il proprio incantesimo favorito. Per acclamazione
un 20 naturale al tiro di dado, un gran culo direi
la magia di Koska è quella più apprezzata, forse per la sua originalità o forse per l'innegabile componente comica. La giuria è un pò più indecisa perchè vi è chi preferirebbe votare per il calice di vino, apprezzata bevanda nonchè sport nazionale di Gizeh e di molti suoi regnanti ma alla fine prevale il principio del vox populi, vox dei.

La prima prova si conclude con questi risultati
Prima classificata e vincitrice della prova: Koska di Aarakorya!
Secondo classificato: Wilhelm di Gizeh
Terzo classificato e buon ultimo: Galk di Yagron!

(@Demetrio come padrone di casa e organizzatore, puoi dare il via alla seconda prova quando vuoi)
 

Demetrio

Lonely Fapper
Impressionante la prova della donna ragno, forse un po’ da gradassi ma sicuramente di grande effetto.
Il livello di abilità magica degli altri concorrenti aveva instillato ancor di più il dubbio e l’insicurezza nel giovane mago.
Adesso Wilhelm doveva affrontare la seconda prova: incantesimi di invocazione.
Le regole sempre all’apparenza semplici: distruggere la pietra nel modo più pirotecnico possibile. Facile a dirsi per un non incantatore ma ben più difficile per chi pratica la magia.

Cosa scegliere stavolta ? Gli altri concorrenti nella prima prova avevano dimostrato una netta superiorità magica, incantesimi complessi ed estremamente difficili.
Il giovane mago schiacciato dall’insicurezza rimaneva impietrito alla postazione senza saper cosa fare.
Questa era la prova che temeva di più, aveva sempre apprezzato poco gli incantesimi atti a distruggere prediligendo quelli volti alla creazione.
Sudore copioso correva lungo la fronte e la schiena inzuppandogli la veste. Cosa fare ?
Poi l’illuminazione!
Perché cercare qualcosa di complesso? Alla gente piace la semplicità e da qui l’idea! Combinare due semplici elementi che insieme si amplificano, una mossa semplice ma efficace.
Allargando le gambe per avere una base più stabile si prepara per lanciare l’incantesimo. Pochi movimenti precisi delle mani, una avvolta da piccole scintille bluastre e l’altra lucida con una piccola scia di vapore acqueo rilasciata durante la rotazione, per poi proferire silenziose le parole per concludere l’incantesimo.
Il silenzio.
Non accade nulla.
Il pubblico in attesa, qualche urlo di delusione.
Poi il sasso inizia a venire avvolto da una bolla che lo solleva a mezz’aria e un istante dopo il boato.
Un fulmine scaturisce dalla mano sinistra del mago colpisce la bolla , mandando in numerosi frammenti la roccia e il sottile globo d’acqua; ogni pezzo avvolto da una bolla.
Wilhelm poi avvicinandosi al risultato del suo incantesimo soffia e sparge le bolle verso il publico che dopo poco si infrangono lasciando cadere i pezzi di roccia davanti alla platea.
Il mago poi si ritira nell’area preposta per gli incantatori abbassando lo sguardo davanti agli altri concorrenti mormorando solo “buona fortuna”.
Un augurio semplice come il suo semplice incantesimo.
 

WinterSun

Spam Master
Il sole si stava pian piano inabissando, e da li a pochi minuti la luce sarebbe stata un ricordo caldo della giornata.
Il crepuscolo giungeva, ma non solo il sole ne faceva da avvisaglia: anche l'aria stava cambiando ed ora, proveniva da nord. Fresca, molto fresca e già quasi pungente, normale a quelle latitudini ove il clima era ancora ragionevolmente "mite", ma di certo sera e notte erano ben meno magnanime di quelle di Aarakorya.

Questa volta l'aracne non abbigliava di sete fini, tessuti direttamente lavorate (e secrete) dalle stesse aracne, solite a vestire le loro stesse tele.
Una pelliccia bianco-sporco si adagiava sul ventre, risalendo il "bacino", vestendo il busto, ma lasciando aperta la parte della pancia, lasciando visibile la prima caratteristica biologica conosciuta dalle altre razze: l'ombelico.
Decisamente sconcio per molte altre razze

Entrò in arena, mentre la festa tutt'intorno aumentava d'intensità e volume. E sarebbe andata peggiorando di mezz'ora in mezz'ora

Ecco al centro la pietra, ben centrata nel palco, grossa circa quanto lei a spanne, e la distruzione di questa pietra lasciava l'imbarazzo della scelta.
I manti floreali li aveva già mostrati, ora la scelta ricadde non accompagnando il momento della giornata che si stava vivendo, ma in contrapposizione

E li, avvenne il tocco: un tocco deciso ma elegante, sinuoso e femminile. Nonostante l'imponenza, la decisa diversità delle aracne rispetto ad altre razze, la mezza natura intrinseca in quella razza, di certo creava un connubio che spaziava dall'orrido al magnetico

Nulla. Per gli istanti successivi la pietra non pronunciò suono, non si mosse, non si incriccò. Ma di li a breve, il pubblico, quasi come orchestra comandata da un maestro, iniziò a strizzare gli occhi, come sforzo nel vedere più nitidamente qualcosa di lontano. E si, fumo, o vapore?
La pietra iniziò a rilasciare del vapore, sempre più copioso, dalle proprie superfici.

Crepe, scoppiettii, sempre maggiori, sempre più il vapore si spargeva nell'aria, ed ecco che una parte cade, e l'altra esplode via, lasciando intravedere del liquido lavico che esercitava pressione dal centro, corrodendo, spingendo, maciullando la roccia e rilasciando sulla superficie dell'arena sempre più lava, chiaramente magica, vista l'enorme quantità, sproporzionata rispetto al volume e peso della pietra.

Rivoli di lava, bollente e scoppiettante, raggiunsero velocemente gli spalti correndo sempre più agilmente, mentre la forma iniziale della pietra era solo un ricordo, cedendo la sua forma solida ad una spaventosa forma liquida che stava illuminando l'arena, e la cui luce traspariva chiaramente anche al di fuori: il suono di urla e sgomento penetravano anche da fuori l'arena, direttamente dal luogo dei festeggiamenti.

Le colate che raggiunsero gli spalti si arrampicarono innaturalmente sulle divisorie tra palco e spalti, deformando la loro traiettoria in favore dei presenti, trovando ristoro dal freddo pungente tra le colate di accecante lava che scorrevano a mezz'aria a pochi metri davanti ai loro visi.

Così come era stata creata, ad uno schiocco di dita dell'aracne, le colate si fermarono per un battito di ciglia, e ripresero a scorrere nella direzione da cui erano venute.

Sempre più veloci, sempre più veloci si riagglomerarono al posto della roccia, ricreando una forma solida deforme, scura, tristemente manipolata.
La roccia non v'era più, al suo posto, un cumulo tondeggiante di lava rafferma, niente luce, l'ambiente si oscurò, il freddo riprese il giusto suo posto tra gli spalti ed ai presenti, riadattare gli occhi alla minor luce, richiese tempo
 

T.k.D

Novice Spammer
Ed ecco finalmente arrivato il turno di Galk, non ci sperava neanche più, non sapeva perchè, il lasso di tempo che era passato tra la fine della prova del mago degli uomini con la fine della prova del mago delle aracne non poteva essere tanto, eppure a lui sembravano fossero passati mesi.
Che la prova delle aracne fosse durata di più del solito non vi erano dubbi, in fondo quanto tempo di mette la pietra a trasformarsi in lava col il solo fuoco? questo Galk non lo sapeva. tocco a lui..

La scena era come la precedente, lui davanti ad una pietra con lo scopo di far divertire il pubblico, Galk aveva capito che non era il tipo di magia che determinava la prova, solo l'effetto che faceva al pubblico. "Iniziamo" disse a bassa voce, alzo la mano destra e il raggio di gelo si diresse verso la pietra, apparentemente non successe nulla, non ai occhi del pubblico almeno, ma la pietra si stava restringendo, piccole crepe apparivo in vari punti ai bordi della pietra, il colore stava cambiano, stava schiarendo. Poi Galk cesso di lanciare il raggio di gelo e vario il colpo, ora una palla di fuoco librava sulla mano di Galk, questo la lancio contro il masso e....

Pezzi del masso schizzarono via in tutte le direzioni, nemmeno lui si aspetto un effetto del genere, l'abbassamento drastico delle temperature del masso e poi il contatto diretto con una fonte alta di calore che ne provocò un esplosione non controllata.

Attese che il fumo provocato dall'esplosione si dissolse e poi ringraziò tornando al proprio posto un po' imbarazzato.
 
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