Evento Il Giorno più lungo

Silen

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"La situazione stà cambiando velocemente, Prima. In tutta Ea le prede brulicano come formiche su un nido smosso da un bastone".
A parlare era stata Kisara, la giovane arpia dalle grandi anbizioni. Silene sedeva come sempre sul Trono Alato, circondata da un nugolo delle sue simili intente a commentare a bassa voce nella loro incomprensibile lingua natalequanto udivano.
"I colossi sono in movimento" disse più rivolta a sè stessa che a Kisara "non potremmo fermare le cose nemmeno se volessimo. Oh beh..." un sogghigno attraverò il volto della Prima: la sua razza non era di quelle che temono uno scontro, in nessun caso. Silene accennò a dire altro, ma in quel momento accaddero molte cose.

Da un angolo della grande sala del trono un'ombra sembrò improvvisamente prendere forma concreta. Senza esitazione la cosa si scagliò verso Silene, armata di una spada nera quanto la propria essenza. L'arpia si alzò per fronteggiare il sovrannaturale assalitore ma non fu abbastanza rapida: l'arpia ricadde sul trono, trafitta al fianco dalla lama d'ombra. Un attimo dopo l'essere si dissolse sotto una pioggia di incantesimi offensivi scagliati dalle maghe presenti nella sala.
Un silenzio innaturale seguì al proditorio attacco, seguito da un urlo corale di rabbia.

...Vedo un torrente di fiamme esplodere da un cuore oscuro fatto di nera ombra...

Entro brevissimo tempo Kyrne Lamiya fu in preda al caos. In ogni angolo della città le arpie sembravano come impazzite, si scagliavano su ogni cosa che osasse muoversi, urlavano con una furia animalesca, vagvano in cerca di un nemico da uccidere mettendo a ferro e fuoco la loro stessa città in preda a rabbia omicida.

...Vedo migliaia e migliaia di voci urlare di rabbia e nelle loro urla io sento la voce della morte...

I primi a morire furono gli stranieri presenti in città, ambasciatori, mercanti o anche solo semplici viandanti, senza alcuna distinzione. Anche la villa di Tleitzin fu assalita da una torma di arpie infuriate e data alle fiamme insieme a tutti coloro che non furono abbastanza rapidi da fuggire e nascondersi. Lo stesso Tleitzin si salvò soltanto perchè Shani, Francesca Findabair e Sabrina Glessivig lo difesero e dopo alcuni terribili attimi di tensione le arpie infine decisero di rispettare il parere delle proprie ein-kethi.


...Vedo fiumi di sangue scorrere come acqua e inondare la terra come un fiume che rompe gli argini...

Soltanto a sera, finalmente, la situazione parve stabilizzarsi ma l'atmosfera rimase carica di tensione. Era evidente che le arpie non avevano affatto abbandonato la loro rabbia omicida, semplicemente erano tornate abbatanza lucide da capire che quella rabbia doveva essere sfogata verso l'esterno, verso i responsabili dell'accaduto. Ma quanto sarebbe successo ora, soltanto gli dei potevano dirlo


...E vedo le vostre città bruciare.
 

Basileus

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"Questo, amico mio" Tleitzin uscendo illeso dalla villa in fiamme a Tepoc "Questo sarà interessante" volse lo sguardo verso la Torre della Prima, spostandolo poi verso le sue salvatrici e poi lontano, in un punto imprecisato, distante infinite miglia, verso Nord ovest.

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Silen

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Quando il caos si scatenò a Kyrne Lamiya, il mezzuomo Brigillo si trovava pressochè dirimpetto all'epicentro della scossa, essendo impegnato in una discussione amichevole con cuochi e pasticceri della torre di Silene, tutte persone che il mezzuomo consoceva assai bene dopo il suo lungo soggiorno in quella città.
"...no no no Ronald nella crema pasticcera non devi aggiungere mai la panna, diventerebbe troppo dolciastra. Attieniti alla ricetta, poi aggiungi la scorza e il succo del limone per aromatizzarla, facendo bene attenzione però a togliere ogni traccia residua. Se vuoi fare qualche variazione puoi anche suare qualche altra essenza al posto del limone...ma cosa succede, si stà dando una festa lì in cima? Se è una festa però il tono non mi pare molto appropriato..." disse Brigillo perplesso sentendo le urla che provenivano dall'alto ma fallendo, almeno all'inizio, nell'interpretarne il significato.
Il suo interlocutore, un uomo di emzza età che ormai aveva vissuto oltre vent'anni al servizio delle arpie, sbiancò il viso "C'è qualcosa di sbagliato...qualcosa di terribilmente sbagliato!" disse mentre il clamore aumentava di intensità
"Mastro Brigillo, dovete andare via di qui. Non so cosa stia succedendo, ma da queste urla si direbbe la fine del mondo. Noi siamo servitori, non rischiamo nulla, mentre voi siete straniero e, perdonate il termine, selvatico. Potrebbero prendersela con voi."
"Ma dove potrei andare amico mio? Non sono mica come voi gambelunghe..." borbottò il buon Brigillo, sorpreso e spaventato allo stesso tempo; e in effetti le sue corte gambette non lo avrebbero portato lontano, tanto più vista la considerevole zavorra che gli appesantiva il girovita.
"Allora dobbiamo trovarvi un nascondiglio! Ma dove..." gli occhi dell'uomo vagando intorno si posarono sul grosso pentolone utilizzato poco prima per cuocere la crema, più o meno insieme agli occhi dello stesso Brigillo.
"Oh no, Ronald. Oh no, non pensarci per niente!"
"Oh si, invece. Suvvia Mastro Brigillo, sarà per poco, un'ora magari. Che volete che sia? E non c'è tempo per discutere! Vi metteremo in un angolo, una grossa pentola sporca in attesa di essere lavata. Chi ci guarderebbe mai dentro? Oh forza, non fate lo schizzinoso! E' per il vostro bene...." e fra spinte, imprecazioni e male parole, l'ottimo Brigillo venne infine cacciato nella pentola della crema e messo in un angolo a malo modo.
Fu così che, a sera inoltrata, un Brigillo Larghebretelle anchilosato, ammaccato e sporco di crema, ma vivo, uscì da sotto la pentola riuscendo a salvare la pelle in un giorno che vide migliaia di innocenti stranieri morire nelle strade della città delle arpie. Ringraziando tutti gli dei noti e ignoti lo halfling non esitò a mettersi subito in viaggio per paura che scoppiassero altri tumulti.
 
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Ostrègone

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Fantacalciaro
Dopo una quindicina di giorni di viaggio forsennato, Brigillo varcò finalmente la frontiera del Decumano Sud. In groppa al suo pony, tirò un sospiro di sollievo nel vedere le sentinelle della sua gente che regolavano le persone in entrata nella Contea. "Sia benedetto il giorno in cui rivedo facce amiche..." pensò, quasi commosso, il povero cuoco della Contea. Rispetto al funesto giorno della sua partenza dalla capitale delle Arpie i lividi erano ormai scomparsi - anche se qualche zona del corpo ancora gli doleva per come era entrato bruscamente nel pentolone - ed era quantomeno ripulito dalla crema, sebbene ora fosse sudato e impolverato dalle lunghe marce di viaggio, a lui poco consuete.
Il terrore lo aveva soverchiato sin dal momento in cui era uscito dalla pentola e non ci aveva messo molto a capire che era l'attimo propizio per fuggire e dirigersi al più presto verso Goslar e da lì prendere le strade di Britannia, per poi ricongiungersi infine alle sue terre. "Ce l'ho fatta davvero!" rifletté Brigillo.
Non s'era fermato, come suo solito, a scambiare qualche parola con le guardie ai confini, ma dopo aver sbrigato le formalità aveva ripreso il cammino verso Solesplendente. Non aveva avuto il tempo d'avvertire il Conte, ma di sicuro, a distanza di così tanti giorni, qualche eco degli eventi di Kyrne Lamiya doveva pur essere giunta alle sue orecchie.

Nonostante l'improvvisa venuta, Caradoc lo accolse con un misto di preoccupazione, dato che aveva saputo degli accadimenti di quella notte, e curiosità, non avendo ricevuto sue notizie da un po' di tempo. Caradoc, dopo averlo fatto sedere e rifocillare un poco, gli chiese "Mio caro Brigillo, non pensavamo stessi tornando a casa, a dire il vero non sapevamo dove fossi finito...ci è giunta una vaga voce di qualche tumulto nella capitale...colpa dei prezzi del grano?" ma, vedendo che Brigillo scuoteva la testa, "Pensavamo fossi rimasto vittima nella calca..."; però venne interrotto dal provetto cuoco, il quale espose la sua versione dei fatti.
Alla fine di un racconto piuttosto confusionario e che non aiutò Caradoc a comprendere i tragici fatti di quel giorno, Brigillo concluse "Di certo non voglio più tornare laggiù! Non è modo di trattare una persona per bene come me...oh, cielo, non lo so proprio che sia accaduto, non mi sono neanche avvicinato a Goslar a chiedere informazioni, ho pensato a salvarmi; ve l'ho detto...io ero lì, poi i miei assistenti che mi dicevano delle urla, e in effetti erano proprio agghiaccianti! Mi si accappona la pelle solo al ripensarci, e chissà che fine avrei fatto se non..." e lì fece una pausa. Era stato piuttosto titubante a parlare di come s'era salvato quella notte, ma prese coraggio e in un tono sommesso "proprio il mio lavoro m'ha salvato! quello che vi sto raccontando deve rimanere fra noi, preferirei così, Conte; allora, con l'aiuto di persone fidate mi... mi sono...ebbene, mi son dovuto infilare nel pentolone dove avevamo fatto la crema" bofonchiò, fra l'imbarazzo e un certo malumore a ricordare, "che non era lavata e mi sono trovato tutto ricoperto! Quell'odore mi resterà nel naso per chissà quanto tempo, e neanche legato a un bel ricordo". Caradoc lo consolò e la discussione proseguì...

Ma si sa, certi halfling hanno un udito molto sviluppato - si dice che generazioni di ficcanaso delle campagne della Contea abbiano predisposto a ciò - e così la sentinella che montava la guardia davanti all'ufficio del Conte, presa dalla curiosità di conoscere i motivi di quest'incontro non previsto, sentì quanto il povero Brigillo aveva rivelato, confidenzialmente, a Caradoc. La sentinella soffocò una risatina mentre immaginava Brigillo nel pentolone e poi tornò serio.
Il guaio è che, di ritorno da lavoro, la sentinella raccontò quanto aveva sentito a sua moglie, come storiella divertente, e successivamente le intimò di non dirlo a nessuno, perché avrebbe rischiato il posto. Tuttavia si sa che un segreto può essere custodito da tre persone solo se due di queste sono già al creatore...e nel giro di qualche tempo Solesplendente tutta conobbe le circostanze di come Brigillo s'era salvato dal pericolo.
E per quanto la popolazione gli volesse bene e fosse orgogliosa che un loro concittadino girasse il mondo e facesse conoscere la cucina della Contea - la migliore, a detta loro - , da quell'evento in poi il povero Brigillo venne bonariamente citato, fra un sorriso e una risata, come il "bombolone alla crema". Soprannome che lo fece restare chiuso in casa per un po' di tempo, corrucciato inizialmente per come fosse stato svergognato in pubblica piazza per una cosa così riservata. Tuttavia, capendo lo spirito con cui era sorto questo nomignolo, col tempo ci si abituò e Brigillo poté fare anche lui un -piccolo però, eh - sorriso a riguardo.
 

Silen

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Ajarin, generale della Confederazione Naga, viveva ormai da alcuni anni nella città di Kyrne Lamiya, nell'ambito dell'accordo di pace stipulato fra le arpie e i naga ed era ormai ben conosciuto eppure anche lui fu vittima dei drammatici avvenimenti di quel giorno nero.
Il naga stava camminando(strisciando sarebbe più corretto ^__^) per le sue faccende quando all'improvviso si trovò circondato da una decina di arpie le cui intenzioni erano fin troppo ovvie.
"Uccidetelo! Uccidete la sudicia preda!"
"Che il suo sangue scorra per le strade. Uccidetelo, uccidetelo!"

Il naga si guardò attorno frastornato "Un momento! Qualunque cosa ritenete che abbia fatto, sono innocente" ribattè Ajarin mettendosi al tempo stesso in posizione di guardia. Era un arciere e non uno spadaccino, e per di più era disarmato; ma un arciere che valesse qualcosa sapeva bene come schivare i colpi dei nemici dato che era una situazione che poteva verificarsi anche troppo facilmente in battaglia.
Le arpie comunque non accettarono il suo tentativo di conciliazione

"Non siamo qui per ascoltare lesue parole! A morte, a morte!"

Ajarin riuscì a schivare il colpo d'artiglio della prima assalitrice, ma una seconda lo ferì alla schiena. Riuscì a liberarsi anche di questa contando sulla sua superiore forza fisica ma poco dopo gli furono tutte addosso inchiodandolo al suolo con la forza bruta del numero. Il naga mormorò una preghiera a Krietiva e si preparò a morire ma proprio in quel momento l'arpia che stava per dargli il colpo di grazia esitò.
"Un momento io...conosco questa preda. Rispondi se hai cara la vita: sei Ajarin? Rispondi! E' questo il tuo nome, preda?"
Il naga annuì.
"Si..mi ricordo di te. Il naga che partecipava alla gara di tiro con l'arco al torneo di Sylvania. Quello che venne battuto dalla driade."

Che aspetti, Nilin? Uccidilo!"
"No, sorelle aspettate...conosco questa preda, era qui per apprendere e migliroare i rapporti con la sua razza. Non è certo un mago." Nilin esitò un momento "Mi occuperò io di lui" aggiunse.
"Preda, sarà bene che tu vnga con me ora, se hai cara la tua vita. Quello che è accaduto oggi è...inconcepibile" inconsciamente Nilin digrignò i denti "ti condurrò alle prigioni e rimarrai là fino a quando la situazione non si sarà calmata, poi potrai chiarire la tua posizione. Sappi che l'alternativa è morire, qui ed ora."
Messa la cosa in questi termini, il naga non potè che acconsentire. Più tardi scoprì di essere uno dei fortunati che, riconosciuti dalle arpie che li stavano assalendo, erano stati risparmiati.
 

Basileus

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9 ore dopo i Fatti della Torre (circa mezzanotte)

Tleitzin aprì le porte di quercia che davano al tempio della villa. Al suo interno tutte le Compagne di Silene e tutte le sorelle vere che si era riusciti a contattare, assieme a Kisara.
Il senatore ardente guardò i presenti negli occhi per un lungo, immobile minuto quindi sospirò "Signore immagino abbiate tutte idea del perché i miei uomini hanno rischiato la vita per riuscire ad inviare un messaggio dentro la Torre" disse

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Silen

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"Avevano voglia di morire?" chiese innocentemente Kisara con un sorriso appena accennato. Trovare le ein-keth, sia pure con qualche difficoltà, era stato possibile ma le sei sorelle-vere di Silene si trovavano tutte all'interno della Torre e se Kisara non fosse stata presente all'ingresso il messaggero sarebbe stato probabilmente ucciso a vista.
"In ogni caso, nessuna di loro verrà" disse ancora Kisara scuotendo il capo "non fino a quando sarà tutto finito."
Attorno al tavolo Francesca Findabair sedeva imperscrutabile come sempre. Accanto a lei Sabrina Glessivig sembrava profondamente turbata per quanto accaduto. Un poco discoste dalle altre Ida Emean ascoltava con attenzione mentre Sienna Silavandrel giocherellava con uno stilo. Shani dopo aver salvato la vita a Tleizin alcune ore prima era letteralmente scomparsa nel nulla e nessuno sapeva dove fosse, mentre Rayla probabilmente era ancora a Sylvania e quindi troppo lontana per potere essere di aiuto.
Oltre a Kisara era presente un'altra arpia, una giovane(per quanto era possibile dare un'età alle creature alate) dall'aria bellicosa le cui ali, maestose anche per lo standard della sua specie, avevano una insolita sfumatura biancazzurra. Fino a quel momento aveva detto pochissimo, oltre al fatto di chiamarsi Azure...un nòm de plùme con ogni probabilità.
 

Basileus

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Tleitzin si sedette, quindi emise un sospiro "affrontiamo la realtà: nessuno sa cosa verrà fuori da questa follia. Le arpie non hanno mai affrontato nulla di simile. Secondo la vostra logica tutto il lavoro di Silene andrà perduto in una notte... ma non credo nemmeno per un secondo siate così stupide. Questo ci porta a vari problemi che affronteremo in ordine:
Assicurare il funzionamento e l'indivisibilita di questo territorio di caccia nel perdurare della crisi
Assicurare una successione il più salda possibile
Fare in modo che la guerra in corso prosegua senza intoppi"

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Basileus

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"Nella sala di fianco si stanno radunando i grandi della città. Finito con voi farò in modo che questi seguano quanto viene deciso da questo consesso"

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Silen

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Francesca Findabair inarcò un sopracciglio "Decidere? E cosa vorreste decidere, di grazia?" chiese con educato scetticismo.
 

Basileus

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"Decidere un modo per affrontare questa crisi. Andiamo signore siamo tra creature intelligenti... quanti di voi credono che gli schiavirazza rimarranno passivi ad osservare le arpie massacrarsi tra loro?
Tutti noi abbiamo investito forza, sangue e sudore in questo progetto e, Apsu mi sia testimone, farò in modo che l'impero superi questa notte"
si voltò verso Kisara "Kisaratzin secondo voi cosa succederà ora? La piccola di Silene? Non credo che la successione si svolgerà in modo pacifico, chi credete siano i candidati più probabili?"
 

Silen

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Francesca Findabair si limitò a sorridere con aria enigmatica ma Kisara si accigliò a quelle parole.
"Tu supponi che le Sorelle si comportino nello stesso modo assurdo di voi prede. Non è così." disse freddamente "Non ci saranno 'arpie che si massacrano a vicenda'. Quello che può accadere è che nessuna di noi sia abbastanza influente da prendere il posto di Silene. In questo caso ci divideremo." dal tono era evidente che a Kisara la prospettiva non andava a genio per nulla.
"Le altre due domande...non sono certa di capire i tuoi concetti-preda. Qualunque Sorella può proporsi come guida ma ovviamente nessuno la seguirebbe se non avesse kraichar sufficiente. Nella vostra lingua non conosco la parola...autorevolezza forse? E che c'entra la figlia di Silene?" chiese on un'espressione di totale incomprensione sul viso.
 

Basileus

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Tleitzin sospirò "credete davvero che le vostre sorelle si disperderanno? Trent'anni di unione, privilegi, espansione e fecondità spariranno in una notte? Tutte le grandi del Territorio di Caccia, dalle Sorelle-vere alle più grandi collaboratrici hanno una loro idea sul futuro di queste terre" prima che kisara potesse ribattere alzò una mano, ad interromperla "le regole precedenti a Silene non sono più applicabili, non siete barbare del Picco Rosso. Tutte coloro che hanno un minimo di kraichar vorranno fare in modo di applicare la loro volontà, ma nessuno per ora può sperare di superare quella delle altre. E allora cosa accadrà?" fece una pausa guardando l'arpia negli occhi. Per la prima volta Kisara si perse in quello sguardo composto da mille soli, provando una sensazione di disagio "credi di essere la sola arpia a cercare supporto tra gli schiavi razza? Credi di essere l'unica ad avere sviluppato ambizioni sulla tua posizione?" disse il senatore con voce simile a fuoco
 

Silen

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"Presumi troppo, preda, e comprendi troppo poco. Non hai la minima idea di quello che stà accadendo" ribattè Kisara ora palesemente irritata "quanto a voi, prede, si ammetto che potevate diventare degli strumenti utili. Ma che importanza ha? Che noi si rimanga unite o ci si divida, il Territorio di Caccia rimarrà nostro. Ti illudi se pensi che lo lasceremo a voi, o a chiunque altro."
 

Basileus

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Tleitzin guardò negli occhi l'arpia in silenzio per un tempo infinito, sino a quando tutti vennero distratti dal rumore di una porta che si apriva. Tepoc, ancora con un mantello addosso si avvicinò al suo padrone e sussurrò qualcosa all'orecchio. "Il Vecchio Mondo è finito Kisara, prima ve ne accorgerete meglio sarà" disse come a liquidare la questione "ora pensiamo alle cose più immediate. Senza Silene i vari uffici imperiali non sapranno a chi rivolgersi. L'intera macchina burocratica e militare finirà paralizzata se non agiamo. Con l'esercito nel nord non è una opzione.
Sabrinatzin voi siete conosciuta in lungo e in largo. Sareste disponibile a viaggiare nel nord? Bisogna assicurare la fedeltà dei governatori e fare in modo che le rotte commerciali e granarie non chiudano.
Francescatzin lo stesso per voi. Il meridione è un territorio ostico e so che voi lo avete frequentato molto.
Adatzin voi avete connessioni con i mercanti, fate in modo che non trasferiscano i capitali o provino a fare troppo la cresta sui prodotti necessari.

Kisaratzin voi siete l'unica a poter entrare nella Torre senza problemi. Capisco non comprendiate perché sto facendo questo ma avremo bisogno di voi per ottenere informazioni su quanto sta succedendo li dentro.

quanto a voi Azuretzin; posso sapere qualcosa su di voi? perché avete abbandonato la Torre e accolto la mia chiamata?
"
 

Silen

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Kisara si alzò e se andò senza una parola, scura in viso e a quel punto Sabrina sembrò scuotersi "Vi preoccupate troppo, Tleitzin. Questa impasse non durerà per molto e la burocrazia imperiale è pienamente in grado di occuparsi dell'ordinaria amministrazione. Sapete meglio di me che le arpie non si occupano di queste cose e Silene non faceva...non fa...eccezione. Cercare di mantenere l'ordine in città dopo quanto è accaduto è lodevole ma le vostre intenzioni sembrano voler andare oltre questo, e non sono certa che sia la cosa giusta da fare."
"Io posso occuparmi di tenere tranquilli i mercanti...o almeno provarci" disse Ida Emean occhieggiando l'altra elfa "Sempre che Francesca non abbia niente in contrario."
"Oh, fa pure. Anche solo convincere qualcuno a vendere prodotti alimentari in città sarà un problema dopo oggi." l'elfa si voltò nuovamente verso Tleitzin "Ditemi, senatore, con quale autorità siete così prodigo di direttive e suggerimenti? L'ultima volta che ho controllato, non mi trovavo nel territorio dell'Unione."

Azure si limitò ad ascoltare la conversazione in corso finchè non venne interpellata.
"Curiosità soprattutto, preda. E poi ero stanca di rimanere ad attendere ai piedi della torre...temo di non avere la pazienza necessaria. In ogni caso, non dovresti occuparti di me, ma di lei". l'arpia alzò una mano ed indicò la porta dietro di sè con un pollice della mano artigliata "è lei quella che ha qualche influenza sulle Sorelle. Io sono una semplice cacciatrice."
 

Basileus

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"Kisaratzin se permettete una parola in privato" disse prima che l'arpia lasciasse la stanza, quindi tornò a rivolgersi alle altre donne "Sabrinatzin il mio lavoro è preoccuparmi... e prepararmi ad ogni eventualità.
Lasciate le mie intenzioni a me. Comunque vada questa crisi nessuno potrà obiettare la mia condotta. Voglio andare altre? E cosa suggerite? Una rivoluzione? Un colpo di stato? In questa sola città ci sono parecchie centinaia di arpie: avrei vita breve. No quello che voglio fare è, come sempre, rendermi utile e dimostrare al mondo cosa un Ardente può fare
"
sospirò, nervoso, e guardò Francesca negli occhi "potrei citare l'autorità dell'esperienza, governando città da prima che buona parte di voi nascesse. Potrei citare l'evidente favore concessomi da Silene negli affari civili dell'impero. Potrei citare la rete di conoscenze con i mercanti dell'impero e stranieri. Ma mi limiterò a citare il buon senso: nessuno tra voi ha mai affrontato cose simili. Io si.
Riguardo ai mercanti, la città ha una guardia cittadina: usatela se necessario. Costringete la gente a vendere, applicate un prezzo politico al pane se necessario. Il popolo non deve avere fame
"

si allontanò verso Kisara quindi mise nelle mani dell'arpia una piccola pietra rosso sangue "nella mia terra indica un legame di amicizia e collaborazione profonda. Sono ancora dalla vostra parte Kisaratzin. In un modo o nell'altro i nostri destini sono intrecciati. Mi fido di voi e della vostra intelligenza"
si girò nuovamente verso il tavolo
"ci ritroveremo qui dopo il calare del sole del prossimo giorno. Nel frattempo gradirei rimanere aggiornato e parlare con le Sorelle-vere il prima possibile" disse prendendo congedo.
Quindi, dopo aver gettato uno sguardo al simbolo della Fiamma aprì le porte della sala in cui erano riuniti gli schiavi razza "signori vi ringrazio di essere qui..."

@Silen se vuoi saltiamo direttamente ad alcune ore dopo se il senatore non muore prima :asd:
 

Silen

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(Si, passiamo pure oltre. Certo che Tleitzin ha proprio una gran faccia tosta nel dire che lui ha esperienza di governo prima che la maggior parte dei presenti nascesse ad una riunione in cui sono presenti elfi praticamente immortali, maghi che possono quindi prolungare la vita con la magia, ed arpie la cui durata media di vita è sconosciuta ma certamente più alta di quella degli umani, alemno a giudicare dagli indizi :asd: )
 

Silen

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Due giorni dopo l'attacco contro la Prima, Kyrne Lamiya viveva un'atmosfera surreale, calma ma al tempo stesso carica di tensione. Pochissimi mercanti si erano avventurati nelle piazze più frequentate, pochissimi gli stranieri che dopo la strage di due giorni prima avevano lasciato in massa la città con l'eccezione di coloro che erano stati rinchiusi nelle segrete e che attendevano di conoscere quale sarebbe stata la loro sorte.
La grande torre rimaneva impenetrabile, lo spiazzo antistante e i cieli intorno ad essa erano gremiti di arpie e anche quando qualcuna si allontanava altre ne prendevano il posto. Kisara si era mostrata molto riluttante ad aggiungere particolari su quanto stava succedendo laggiù mentre Azure a domanda esplicita su cosa facessero le arpie si era limitata a stringersi nelle spalle e a rispondere "aspettano" e di tanto avevano dovuto accontentarsi.
nel frattempo avevano cominciato ad arrivare notizie dal mondo esterno, delle vittorie contro Minnonar, l'entrata in guerra dei dragonidi al seguito di Shooting Star, il ritorno di apsu e la distruzione della Barriera, i demoni evocati dai Sauriani ed altro ancora; Tutta Ea sembrava in subbuglio.
 
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