"Tutta questa situazione è una farsa!"
Il viaggio era stato duro per Bastilio, non che il maestro delle spie della Teocrazia di Agarthi odiasse passare giorni e giorni su un cavallo e dormire all'addiaccio, era una cosa che durante l'esilio aveva imparato bene. La vera difficoltà era stata sopportare la sua compagna di viaggio: Diana. Per essere una generale acclamata dell'esercito pontificio e una grande combattente dell'Ordine dei Mangiapeccati di sicuro la ragazza amava lamentarsi parecchio. Per tutto il giorno, e, per sfortuna di Bastilio, anche di notte, visto che per aggiungere il danno alla beffa, la guerriera amava parlare nel sonno.
"Diamine, Diana. Ti prego spiegami perché pensi che la missione affidataci dalla divina Giustinia I sia una farsa."
Il tono era apertamente ironico, a questo punto del viaggio se Bastilio avesse attirato su di sé l'ira di quel colosso di donna avrebbe accettato la morte con felicità. Non sapeva se la sua anima sarebbe tornata ad Astera o sarebbe finita nelle grinfie di Tiamat, ma a quel punto tutto faceva brodo. Ma purtroppo per lui, l'ironia non era una cosa che Lady Diana percepiva facilmente.
"Innanzitutto, da quando il nostro Ordine segue i consigli tattici di una ragazzina che ha passato la sua intera vita in un monastero di clausura? Seconda cosa, perché mandare proprio noi due a trattare con Kalassia?"
Bastilio mandò indietro la sua testa, emettendo un gemito di frustrazione a sentire di nuovo quella conversazione per la millesima volta. Diana era normalmente seccante, ma da quando aveva rotto il suo fidanzamento col suo promesso sposo, per motivazioni che ancora sfuggivano a Bastilio, era diventata ancora più pedante. Era difficile resistere alla tentazione di tagliarle la gola nel sonno...o quantomeno di provarci.
"Come al solito Diana, la ragazzina in questione è il capo della Nuova Chiesa di Astera, quindi quello che dice è il giudizio di Astera per il futuro della Teocrazia. Cerca di essere rispettosa quanto basta per non farci bandire di nuovo, per favore..."
La guerriera sbuffò indispettita, la prospettiva di essere allontanati di nuovo da Transueil era terrificante, chiunque nell'Ordine sapeva questo. Certo, Diana era una bambina quando avvenne il fatto, prese i voti dell'Ordine solo dopo la morte di suo padre durante l'esilio, ma anche lei sapeva l'importanza di tenere i Mangiapeccati sul territorio. Bastilio sapeva che sarebbe stato infierire continuare a rispondere, e per questo lo fece.
"Perché hanno mandato noi? Perché Lord Melchiorre è con la papessa a discutere di pace coi bovini di Zungaria e quindi noi eravamo i più indicati a parlare con questi elfi"
"E qui casca l'asino! Perché dobbiamo aver a che fare con il Matriarcato?! Non hanno di certo la migliore reputazione del mondo."
E neppure noi. Pensò Bastilio, ma di sicuro non lo disse. Non voleva così tanta voglia prendersi un colpo del maglio a due mani di Diana.
"Giustinia I ritiene che avere amici attorno a noi piuttosto che nemici sia più sano...e io su questo non posso darle torto."
"Guarda, capisco volere la pace, specie considerato gli eventi recenti, ma con questa vena pacifista finiremo per andare a trattare coi Caduti al Nord!"
Bastilio tirò fuori la sua fedele fiaschetta di liquore e ne tracannò una sostanziosa sorsata, prendendosi il tempo necessario per gustarsi la sensazione di bruciore sulla sua lingua e la sua gola. Da quando erano tornati ad Agharti l'avere accesso ai pregiati liquori delle cantine dei vecchi palazzi degli Arconti era stato il più grande premio che Lord Melchiorre potesse dargli. Di sicuro lo aiutava a superare quei momenti.
"Che caso che tu stia parlando dei Caduti, considerato che è proprio uno dei nostri punti di discussione. Sembra quasi che qualcuno non abbia letto con attenzione gli ordini del Gran Maestro..."
E con questo sapeva di aver chiuso almeno per il momento la discussione. Diana poteva guidare con precisione un'armata sul campo di battaglia e allo stesso tempo spaccare i crani dei nemici della Teocrazia, ma quando si trattava di fermarsi e prestare attenzione a qualcosa che non fosse nell'immediato come il cercare alleati o stringere accordi di pace allora tendeva a distrarsi e perdere i dettagli. Era per questo motivo che Lord Melchiorre aveva chiesto a Bastilio di portarla con sé, per insegnarle l'importanza della pazienza e della diplomazia. Il suo sguardo passò dal volto imbarazzato di Diana alla fortezza di Kalassia dove tecnicamente avrebbero dovuto incontrare i funzionari di Kalassia.
"Ehi, Bastilio, il drago che si trova minacciosamente davanti all'avamposto di Kalassia è normale?"
Gli occhi del capo delle spie si spalancarono. Non era per niente normale, anzi era un bel disastro. Se una bestia del genere era intenzionata a distruggere la fortezza di sicuro questo avrebbe compromesso la missione. Non si può parlamentare facilmente coi morti...d'altro canto il drago sembrava sull'attenti, non intenzionato ad attaccare per il momento. Che fosse proprietà del Matriarcato? Dai rapporti letti sul Matriarcato non risultava a Bastilio che avessero nel loro arsenale bestie del genere.
"Non ho mai visto un drago da vicino! Andiamo a vedere, Bastilio!"
"Cosa? No, aspettami Diana!"
I due partirono al galoppo verso la fortezza elfica, e con la vicinanza Bastilio notò che il drago era decorato con delle insegne...di Carandor? C'erano anche quattro altre persone che sembravano portare le insegne di Carandor...cosa, in nome di Astera, ci faceva una delegazione di Carandor in quell'angolo del mondo?
Diana fece fermare il cavallo quando il drago si girò per esaminare i nuovi arrivati. La bocca della ragazza era aperta, era meravigliata chiaramente dall'imponenza della bestia, anche se probabilmente sarebbe stato più saggio per lei esserne intimidita, contando che il rischio di essere divorati era enorme.
"E' bellissimo! Come si chiama?"
Bastilio poteva vedere chiaramente gli sguardi perplessi non solo dei membri della delegazione di Carandor, ma anche di alcuni funzionari di Kalassia presenti sulla scena. Usare le parole giuste sarebbe stato essenziale per evitare problemi diplomatici di qualunque tipo. Accennò un inchino verso l'anziano drow che sembrava essere il più alto in rango presente.
"Perdonate l'irruenza della mia compagna di viaggio. Il mio nome è Bastilio, accompagnatore di Lady Diana, generale delle truppe della Teocrazia di Agarthi. Siamo venuti qui per parlamentare nel nome di Giustinia I, papessa della Nuova Chiesa di Astera, con Kalassia riguardo il futuro delle nostre due nazioni. E' un onore per me potervi incontrare..."
Il suo sguardo passò verso la piccola delegazione di Carandor
"E anche fare l'inaspettata conoscenza di questi nobili inviati di Carandor."
Con questo Bastilio sperava di evitare una morte a base di fuoco di drago...almeno per il momento.