Diploannessione [Ierocrazia Vatis] La vecchia sovrana delle Steppe

Adamantio

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Pan e Zefris cavalcavano da giorni verso Est, inoltrandosi sempre di più nelle piatte steppe dell'oriente di Ea; per quanto il paesaggio della regione dell'Ogrimmar era "brullo", non si discostava tutto sommato troppo da quello conosciuto della regione dell'Holm, una pianura puntinata qui e li da qualche sparuto albero, regno incontrastato di distese di erba e branchi selvaggi.
Il vestiario usato dagli esploratori (e dalla loro scorta) era adeguato al clima regionale, l'assenza di zone d'ombra (e la probabile insolazione) veniva combattuta con un vestiario forse più pesante a quelle latitudini, ma che di poco si "scostava" da quello beduino del deserto più a sud.. il turbante copriva gran parte del volto dei viaggiatori, combattendo le notti gelide e proteggendo gli avventurieri dalle sferzate del vento tagliente della mattina sul volto.
Avevano lasciato la sicurazza del Vatis da almeno una decina di giorni con la loro nutrita scorta e l'approccio al viaggio era improntato sulla "sicurezza" più che sulla vera e propria "velocità". Si accampavano metodicamente lasciando scegliere agli esploratori i luoghi più adatti, ossia lievi depressioni nel terreno od attorno a gruppi di alberelli che svettavano come "oasi" nella pianura infinita.
Erano diretti verso un luogo quasi "mistico", le vecchie mappe, parlavano di quella regione come quella dell'Ogrimmar, capitale e fortino di regni antichi dimenticati, popoli guerrieri e violenti.
Pan osservò la guaritrice al suo fianco e gli sorrise in maniera complice, erano una coppia abbastanza ben assortita per quel genere di compito.. Ricercare se vi era del vero in quelle mappe.
La scorta, composta da 8 uomini in totale oltre a loro formava un perimetro di sicurezza di almeno una cinquantina di metri attorno a loro che ne erano fulcro, a circa 200 metri volteggiavano un paio di arpie, usate come vedette e punti privilegiati di osservazione..

Tentativo di Diploannessione della regione di Ogrimmar, pg utilizzati : Pan e Zefris . Scorta totale 12 "uomini", 10 a cavallo + 2 arpie di esplorazione.
 

Silen

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Eretta dagli orchi nei giorni della potenza della Orda, Ogrimmar era sempre stata una stranezza, una città delle dimensioni di una metropoli costruita nel bel mezzo del nulla e mai più popolata di una città di piccole dimensioni. Una meraviglia, a suo modo, e un centro di potere dal quale si erano irradiate scorrerie in tutte le direzioni. Saccheggiata e incendiata dalla invasione degli ogre la città non si era mai ripresa del tutto vivacchiando secondo gli alti e bassi della Nuova Orda finchè la guerra non era arrivata ad est ponendo fine alla sua travagliata storia. Infine i due mezzuomini giunsero in vista delle vaste rovine: impossibile non notarle in quel paesaggio così piatto.
 

Adamantio

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Il centro di potere di Ogrimmar svettava all'orizzonte ed era visibile già da chilometri di distanza..
Il punto di vista, falsato, concesso dalla steppa totalmente piatta, concedeva alla metropoli, o per meglio dire alle rovine di quella che era stata una grande metropoli degli orchi di mostrarsi imponente e.. vasta (!) agli occhi degli stranieri.
Zefris sorrise e spronò la sua cavalcatura ad avanzare al passo mentre si avvicinavano alla loro meta, una città enorme, costruita sulla steppa..


<.. La sovrana delle steppe..>

Fu Pan a parlare e Zefris annuì vagamente estasiata dalla vista.
Ci volle qualche ora per giungere in vista delle rovine, gli occhi dei presenti delinearono lo sfacelo qui, i tumuli di terra e roccia la e le mura possenti crollate in diversi punti, eppure neanche il tempo aveva tolto ad Ogrimmar la sua maestosità.
Pan diede l'ordine di accamparsi davanti una delle porte della città, a circa 500 metri in linea d'aria, abbastanza lontano da non beccarsi una freccia diretta in pieno petto, sperava.., ma abbastanza vicino per farsi scorgere come era nelle usanze dei nomadi che li, in un passato forse troppo remoto, avevano fatto pascolare i loro branchi..
Gli orchi erano una razza... particolare.
L'approccio alla città, anche se probabilmente deserta (?) doveva seguire il "rituale" delle steppe, non tanto per onorare coloro che (im)probabilmente li, risiedevano, quanto per onorare coloro che erano passati ed in ultima analisi per onorare la città...
Il gruppo della Ierocrazia Vatis, si accampò come erano soliti fare i nomadi della steppa con l'intento neanche troppo velato di passare fuori dalla città la notte che stava per giungere.
Certo, nel comportamento Halfling vi era una grande dose di rispetto, quantomeno per gli occhi di un Orco delle steppe (//questi approcci erano stati insegnati alla Ierocrazia dalla popolazione nomade Orchesca dello Zoram'Gar) ma anche più prosaicamente (e meno poeticamente) per stabilire se vi fossero o meno problemi di sorta.
Fu stabilito nel campo un perimetro difensivo, e venne acceso il fuoco per combattere il freddo rigido della notte.
Pan avrebbe vigilato su Zefris mentre lei avrebbe sondato con i suoi sensi magici la città. Vi era qualcosa di sospetto o .. molesto all'interno delle strutture diroccate?.. Solo una maga poteva rispondere a tale domanda, percepire la sua "magia"..

La notte giunse e con l'oscurità, dalle voci baritonali di parte della scorta, (5 orchi) su 10 soldati totali, venne innalzata del tutto spontaneamente, un ode nella lingua dura degli Orchi, ma incredibilmente sentita e superbamente musicale. Era un ode mascolina, guerriera, eppure commovente, ben presto altre lingue ed altri toni si unirono. L'ode divenne un canto che accumunò la totalità della scorta, formata anche da Halfling e Uomini.. alcune ore prima dell'alba in canto si concluse, per cedere la "parola" al suono del vento fra le rovine diroccate di Ogrimmar, per cedere e prestare orecchio alle "parole" della città.

[// Suspance... Se passo la notte tranquilla e non vengo scoppiato da "qualcosa"..]

L'indomani, con il sole ben alto nel cielo, il campo era stato smontato..
Vessillo del Vatis montato in testa alla colonna, l'esplorazione proseguì varcando con lentezza ed attenzione le porte della città.
 
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Silen

Get a life
Pan si guardò attorno ammirando la città in cui si apprestava a fare il suo ingresso. Le mura erano integre e così i maestosi palazzi della antica Ogrimmar, grandi e splendidi come il giorno in cuie rano stati costruiti. Eppure quella che stava guardando non era Ogrimmar. Lo sapeva con quella certezza che a volte le persone sentono di avere durante un sogno. L'architettura era diversa, più simile al modo di costruire tipico delle città umane e inoltre, se ne accorse all'improvviso come accade nei sogni, tutti gli edifici erano avvolti in gigantesche ragnatele che avvolgevano interamente i palazzi in un abbraccio soffocante, stendendosi poi da un palazzo all'altro in disegni intricati.
Una città Aracne, pensò e infatti ora che lo notava c'erano Aracne tutto attorno a lui indaffarate in mille modi diversi, occupate ad arrampicarsi su e giù per le tele e gli edifici. Si chiese come faceva ad esserne così certo...dopotutto non aveva mai visto una città Aracne prima di allora. In ogni caso,
nessuno sembrava notare la sua presenza.
Per un pò si ritrovò a vagare per la città ammirandone la stranezza finchè finalmente una delle abitanti sembrò notarlo. Pan si trovò di fronte una Racne di media grandezza, ovvero molte volte più grande e più massiccia di lui, l'addome segnato da una cicatrice oblunga, forse dovuta a una vecchia battaglia. L'espressione però, per quanto poteva esserlo quella di una aracnide, era cordiale.
Benvenuto, straniero! Hai l'aria spaesata...Cosa ti porta qui a Shumani? E come mai non hai una Garante con te? È rischioso vagabondare non accompagnato nella nostra città qualcuna potrebbe prenderti per un intruso e non per un ospite.


Se te lo stai chiedendo, si è un sogno. Un sogno un pò particolare XD
 

Adamantio

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Pan varcò le porte della città senza chiedersi nulla, senza chiedersi se era una decisione saggia... o meno. Semplicemente lo fece.
La possente roccaforte di "Ogrimmar" si svolgeva davanti ai suoi occhi in tutta la sua magnificenza e senza indugiare, iniziò a camminare lungo le lastricate strade. Superbia e potere per la città delle steppe.
Vi era qualcosa di sbagliato, qualcosa di "latente" nella sua mente che urlava di stare in guardia.. ma non vi sarebbe stato nessuno ad ascoltare la voce che si affievoliva nella sua mente. Svuotato del suo pur innato, senso critico.. continuò ad avanzare, semplicemente, meravigliato e stupito come un bambino senza guida... Novello esploratore di qualcosa che non avrebbe mai compreso.
Le strutture portanti della città, dalla foggia squisitamente umana erano macchiate, incrostate ed avvolte in quell'abbraccio soffocante, dolciastro e mortale delle ragnatele.
Stranamente... solo le strade che stava percorrendo erano, curiosamente, quasi sgombre da quella sostanza filamentosa ed appiccicosa che era onnipresente sui palazzi ed ai lati della strada.. come se le aracne di quel luogo non avessero bisogno di tessere ragnatele su quei camminamenti da "umani", preferendo di gran lunga, percorsi alternativi, che le facevano scivolare da un palazzo all'altro.. instancabilmente.


Aracne?.. Aveva detto Aracne?

Si ritrovò a camminare in mezzo a loro, stupore e sorpresa dunque si accostarono a quel senso di meraviglia che monopolizzava la sua mente e non lo faceva ragionare, non era sprezzo del pericolo ciò che lo faceva andare avanti.. quanto.. cosa? Incoscienza? Stupidità?

Chi poteva dirlo?
Era importante?

..Era in silenzio da lungo tempo, eppure senza volere pensò che quel particolare.. fosse in un qualche modo, sbagliato.
Avrebbe dovuto parlare con qualcuno..
Stare con qualcuno.
Proteggere qualcuno.

Zefris..

Chi era Zefris?.. Nessuno.
Reminescenze di un passato o forse di un futuro lontano?.. Una presenza di questo mondo o di un altro mondo?
Un nome importante, eppure sconosciuto che gli balenò nella mente per poi essere inghiottito, intrappolato da quelle ragnatele ed infine, essere lasciato alle spalle.
Si sentì osservato.
... E si bloccò.
Senza avere più il desiderio di avanzare ma senza cedere alla paura.. una sensazione atavica e viscerale che mancò totalmente.. disturbandolo.

.. Era osservato.
Un occhiata... o per meglio dire molti occhi che lo osservavano.. ma solo da una prospettiva e.. tutti governati da una sola consapevolezza che, intelligentemente li orientava verso di lui.
L'aracne era in posizione elevata rispetto a lui.. Alzò gli occhi e la sua nemesi era su di lui.
[//Halfling... Aracne.. brrrr.. ]

Nel mondo reale sarebbe stato divorato.. o almeno agli occhi di un passante, sarebbe parso "che la vecchia Shelob se la sia voluta spassare (?!)"..
..Ma questo non era il mondo reale..
Vero? ...
O no?...
Una consapevolezza spersonalizzata e latente, che forse lo tenne in vita, ma percepiva "perfettamente", anche in "quel" mondo.. che fra i due, lui era la preda.
La catena alimentare non era stata magnanima con gli Halfling, neanche in un sogno.

E cosa fà una preda in punto di morte?
Gli sovvenne alla mente una canzone.. antica? recente?.. Di quel luogo ..oppure no?.. Una canzone che probabilmente poteva essere canticchiata solo in quel luogo di sogno.
Era orecchiabile e una strofa faceva più o meno così :

" ...Ma c'era su la porta quella nera signora
..Stanco di fuggire la sua testa chinò.. "

Ecco cosa fece.
Piegò il capo...
Ed invece di essere inghiottito da colei che attende.. L'aracne parlò con tono affabile e con viso tutto sommato cordiale, attendendo perfino con grazia che il suo interlocutore muto articolasse qualche parola.
Parole che dovevano essere "giuste". Pan pregò che le sue parole ed i suoi gesti fossero accolti con favore.

<... Io..> era già partito male.. e sorrise nervosamente.

<Non accompagnato?>.. si voltò indietro con il capo, lentamente, pensando di incontrare il volto familiare da accoppiare a quel none (Zefris) che pochi istanti prima gli ronzava per la mente ed invece, era solo come suggerito dall'aracne. Curioso.. Era veramente e sinceramente spaesato..
<.. Perdonami dal più profondo del cuore, non era mia intenzione introdurmi nella vostra città come uno straniero o peggio.. come un intruso. Le mie intenzioni.. e con esse quelle della Ierocrazia Vatis sono leali e genuine..>
Ierocrazia Vatis?.. Poteva veramente parlare a nome della Ierocrazia?.. In quel "Sogno" esisteva qualcosa di "reale" oltre a lui? La mano che si portò al petto intercettò il piccolo ciondolo raffigurante il quadrato del sator sotto la tunica e ciò lo tranquillizzò... Era una cosa amica e, soprattutto non sarebbe mai stato solo. Aveva almeno la sua fede e ci si aggrappò, continuando a parlare.. <.. Da straniero, ignoravo che questa città si chiamasse "Shumani"..> tacque, aveva la mente confusa. Un altro nome aveva quella città, ne era "sicuro", ma quale che fosse il nome era lontano, come fosse il nome che si ha sulla "punta della lingua" appena dopo essersi svegliati da un sogno troppo agitato..
Continuò a parlare.. < Ignoravo perfino che a "Shumani" fosse necessario un Garante per varcare le sue porte.. ma questo non cancella la mia colpa ai tuoi occhi.. e getta disonore su di me.. sono pertanto pronto a fare ammenda se lo riterrai necessario.> tacque per un lungo attimo, costernato .. <.. Se mi hai ritenuto degno della tua attenzione.. e mi riterrai ancora degno dopo l'ammenda, tuttavia.. concedimi di divenire tu stessa, mio garante.> e la guardò ora negli occhi.. <.. Il mio nome è Pan.. sono un Halfling che giunge da Ovest, dove il grande mare di erba della steppa, cede il passo alla collina ed alle montagne. La Ierocrazia Vatis è la mia patria.. Stiamo esplorando queste terre.. Portiamo in dote amicizia e lealtà da condividere con coloro che incontriamo..> fece un sorriso, poi si sforzo di sorreggere i molti "sguardi" dell'aracne.. L'aracne, invece di contro, aveva solo un paio di occhi da mirare e la sincerità che traspariva dagli occhi di Pan alle sue parole.. era evidente.

Sospetto che Pan nel "mondo reale" sia caduto in trance e Zefris lo stia riempiendo di sberle per farlo svegliare °_° xD Commozione celebrale a parte è possibile comunicare con Zefris in qualche modo?.. O che Pan abbia almeno l'idea di chi era Zefris? xD C'è un motivo per cui Zefris non è con Pan?.. Si è capito che mi intrippa sta quest? xD
10 punti per chi ha sgamato i due ester eggs (molto facili) che ho messo nel Walltext.
" Pare che la vecchia Shelob se la sia voluta spassare", battutona del signore degli anelli, quando Frodo viene avvelenato dall'aracne ed ovviamente "Samarcanda" di Vecchioni.
 
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Silen

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Non devi scusarti, i sanguerosso raramente conoscono le notsre usanze l'aracne scosse la testa in un gesto di deprecazione ricordo un umana che giunse in città senza sapere nulla, proprio come te. Come era terrorizzata! A proposito il mio nome è Shir, sarò lieta di essere la tua Garante.
La città sembrava sfocata attorno ai due. Era come niente fosse veramente reale, a parte loro due. A dire il vero Pan guardando meglio Shir trovò che lei stessa sembrava un pò irreale. Non come il resto della città ma c'era qualcosa di inesatto. Non minaccioso. Soltanto...inesatto. Ma non sapeva dire cosa. Nel frattempo l'aracne aveva corrugato le sei paia di sopracciglia e indirizzato all'halfling uno sguardo perplesso.
Ierocrazia Vatis...non conosco nessuna nazione con questo nome. Mi sembri confuso Pan...quale sarebbe questo mare di erba di cui parli? A ovest si stendono le terre della Tela di Shalar non ci sono stati di halfling. Ma forse intendi parlare dell'oceano? Shumani è una città costiera per quanto noi non siamo precisamente una razza amante delle acque. Ma l'oceano si trova ad est non ad ovest.
Con un ampio gesto Shir indicò lo sterminato oceano che ora si poteva intravedere oltre alcuni edifici, verso est. Alle narici del mezzuomo arrivò l'odore salino del mare e le strida dei gabbiani. Zefris non si vedeva da nessuna parte.
Una cosa era certa, quella non poteva essere Ogrimmar.


Beh io di Easter Eggs te ne stò mandando a fiumi, specie in questo ultimo post XD
C'è una risposta per tutte le tue domande ma ovviamente non intendo dartele, eccetto per ilf atto che si, Pan si ricorda di Zefris magari nel modo confuso tipico delle scene oniriche.
Si si è capito che ti intrippa ahahahahahah
 

Adamantio

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Umana che giunse senza sapere nulla?.. Terrorizzata?.. Era forse Zefris?.. Dove è ora? Quello avrebbe dovuto chiedere.... se solo si fosse ricordato il nome della sua compagna che continuava, stranamente a sfuggirgli ed invece qualcosa lo trattenne dal fare un ennesima figuraccia.
..E fu una fortuna.
Non poteva sapere quanto era lontano dalla realtà.
Ebbe un assaggio della distanza siderale che vi era, quando Shir gli fece presente la questione del mare...
Ebbe la stessa sensazione di chi è costretto a guardare il mondo a testa in giù per tutta la vita. La terra sopra ed il cielo sotto i piedi.

E' probabile che agli occhi (//tanti occhi, purtroppo) di Shir, Pan stava facendo una magra figura.

La presenza dell'oceano dal lato sbagliato, era una consapevolezza che affiorò in maniera naturale, cosi come l'odore salmastro del mare. Gli Halfling e la Ierocrazia, avevano ricercato di "rimettere assieme i pezzi", dare per quanto possibile un ordine ad un mondo sconquassato, ricercare la sapienza perduta nei libri... collezionarla e riscoprirla.. ed invece, dopo l'ultima guerra molto era quello andato irrimediabilmente perduto per sempre e molto poca era la consapevolezza che si era riguadagnata.
La "Tela di Shalar" ad esempio era sapienza completamente perduta, cosi come la presenza di civiltà "Oltre" il grande oceano.. Eppure, a quanto pare, era li.
L'enorme massa di acqua, alle sue spalle non poteva mentire. Il mare non aveva bisogno di sotterfugi o di apparire ciò che non era.
Si legò a quell'elemento naturale, l'acqua (//Pan è Capitano) e provò per la seconda volta.. conforto.
Si limitò ad ascoltare Shir, poi quasi quel pensiero fosse un macigno troppo grosso da sorreggere da solo, espresse a parole la sua angoscia..

<Io..> si voltò verso il mare nel tentativo di scegliere bene le parole.. <.. C'è qualcosa di sbagliato.. E' come se l'oceano fosse dalla parte sbagliata rispetto la mia abitudine... Ma non ho viaggiato sull'acqua per giustificare un tale stravolgimento.. Eppure.. è come se lo avessi attraversato per parlare qui, ora con te, Garante Shir..> non era normale una frase del genere, eppure era quello che doveva dire per far intendere a Shir tutta la sua sorpresa, se ve ne fosse stata neessità ulteriore..
Poi come se fosse una cosa che era necessario appurare, fu lui a fare una domanda a Shir a bruciapelo.. <..L'ultima guerra è stata combattuta anche qui?.. L'annichilazione totale del continente di Ea è avvenuta?> perchè se il mare era ad Est e non ad Ovest, beh.. quella non poteva essere il continente di Ea che conosceva. A rigore, poteva tranquillamente essere un "altro mondo", un "nuovo mondo".. Tacque per le implicazioni di tutte queste consapevolezze che non riusciva a collegare assieme.. costernato, poi si rese conto che era da molto che non compiva un passo.

"Tela di Shalar" non diceva nulla a lui, come "Ierocrazia Vatis" non diceva niente alla Garante.. come avrebbero potuto.. "parlare"?.. poi di colpo si ricordò di un piccolo nomignolo...
<.. "La Contea" ..> fece una brevissima pausa.. <.. Si.. "La Contea" vi dice qualcosa.. Garante Shir?.. Dopo l'ultima guerra, è li che la Ierocrazia Vatis si è stanziata ed ha prosperato.. in pace. Sono passati poco più di 300 anni da quegli eventi..> sospirò.. era palese ora a Shir che lui, probabilmente, veniva da oltre l'oceano come... "l'umana che giunse senza saper nulla.. terrorizzata." (@Last Century), l'unico a non rendersi conto di tutto questo, era ancora... Pan, sempre un passo indietro..

Pan non era.. "realmente" li.
Oppure si?

<.. Sarò lieto di essere scortato da te. Sappi, Garante Shir.. che le mie intenzioni sono pacifiche e non intendo arrecare a te od alla tua gente alcun male.. Ne io, ne tantomeno la mia nazione.> poi quasi fosse la cosa più naturale del mondo da fare davanti un aracne, da un fodero estrasse con perizia, l'unica arma che aveva, un pugnale perfettamente bilanciato e lo concesse a Shir dalla parte del manico.. <Non sono stato perquisito.. Ma è l'unica arma che possiedo. Non è saggio entrare in casa altrui armati.. Potrei essere.. frainteso.>... ne ad Ogrimmar, ne a quanto pare a Shumani dall'altra parte del grande oceano era saggio. Pan su questo era abbastanza sicuro.. Finalmente.

Vabbeh.. tanta tanta tanta roba questa quest. Tutto il tuo ultimo post è un enorme "Easter Eggs". Ci ho messo meno tempo a scrivere che a leggere quasi tutto quello che aveva a che fare con La tela di Shalar. E probabilmente mi sarà sfuggito qualcosa di vitale importanza. xD
 

Silen

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Shir aveva continuato ad ascoltare con forse un pizzico di divertita indulgenza il discorso del mezzuomo ma l'ultima domanda sembrò turbarla ricordo una grande guerra disse dopo un attimo di esitazione ma era molto lontano da qui...e poi...l'aracne si guardò intorno, confusa ma questo era...cioè non è ancora....deve ancora essere. Come è possibile? Per un attimo Shir sembrò smarrita quanto lo stesso Pan ma prima che potesse dire altro o riflettere ulteriormente sull'argomento un gruppetto di aracne giunse di corsa e una di queste si rivolse direttamente alla interlocutrice di Pan.
Shir, presto le altre Risveglianti ti stanno aspettando; non c'è nessun altra che possa parlare per la Grande Shura.
Shir sembrò colta di sorpresa ed esitò ma l'altra insistette e infine l'aracne si voltò per andarsene.
Ti chiedo perdono, amico mezzuomo ma i miei doveri richiedono la mia presenza. Più tardi però vorrei parlarti nuovamente. La guerra a cui accennato...c'è qualcosa che non ricordo ed è...strano. Vieni al palazzo al centro della città e chiedi di me Shir scosse il capo e ridacchiò, imbarazzata forse dopotutto io sono più confusa di te. A quel punto Shir si decise infine ad andare, sollecitata dalle sue compagne. Mentre la guardava allontanarsi però Pan notò che una delle aracne che erano venute a cercare Shir era ancora sul posto, proprio quella che la aveva chiamata per prima eora stava osservandoa ttentamente il mezzuomo.
Tu non dovresti essere qui disse in tono di disapprovazione.
 

Adamantio

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Pan si zitti ed il fiato gli si mozzò in gola come se fosse stato colpito il pieno fegato da un cazzotto datogli a tradimento.
Boccheggiò appena, affamato di aria, cercando di inserirsi con una singola domanda nella mole di "affermazioni e domande" che Shir si diede in rapidissima sequenza, quasi fosse un fiume in piena.. Pan ascoltò con atteggiamento passivo la mole di informazioni e percepì che molte di quelle erano.. domande le cui "risposte" erano estremamente interessanti..(?)

Tutto stava procedendo in maniera abbastanza tranquilla, se per "tranquilla" quella situazione avesse mai avuto qualcosa... quando la situazione "precipitò" e come succedeva sovente nei sogni, i movimenti e le azioni da parte degli altri, si succedettero in rapida sequenza, quasi a velocità doppia... o forse era Pan ad essere imbambolato ed il mondo attorno a lui avanzava alla stessa velocità?
Shir venne richiamata e Pan, di contro sentì l'urgenza di parlare.. allungo la mano, ma non con intento di afferrare qualcuno, ne tantomeno sbarrare il passo... Il gesto non era possessivo, quanto una richiesta di attenzione prima che fosse troppo "tardi".. (?)
<Garante?... Deve ancora.. essere...> fece una brevissima pausa.. <..Essere cosa?.. Cosa non è possibile?.. Garante Shir?> fece per muovere un passo, magari per seguirla, ma la sola presenza di un altra Aracne fu abbastanza per farlo desistere da ogni "tentativo".. <... Chiederò di te.. ma.. se te ne andrai via, perderò la mia Garante.. E nessun'altra si è fatta avanti per me..> poi si guardò attorno e osservò l'aracne sconosciuta che, senza appellarlo gli disse che "quello non era il suo posto", in maniera abbastanza tranciante...
Fece un cenno del capo e si chinò appena, portandosi la mano sul cuore.. era un tentativo di ingraziarsela forse?.. Di certo non voleva inimicarsela.. <.. La Ierocrazia Vatis è affamata di sapere.. e può raccontare e scambiare molte informazioni a voi sconosciute.. La Ierocrazia Vatis intende parlare con lingua dritta ad orecchie che desiderano ascoltare.. Le vostre orecchie sono tali?> deglutì appena, nel vago tentativo di non farsi congedare dalla nuova Garante (se mai l'altra Aracne ne avesse avuto voglia di essere.. Garante (?))..
Ancora effettivamente non sapeva come comportarsi, ma quel sogno onirico assumeva aspetti.. singolari.
Shir era stata accomodante e soprattutto aveva chiaramente espresso la posizione della Tela nei confronti degli stranieri.. Non dovevano andare in giro da soli e dovevano essere sempre accompagnati da un Aracne che garantiva per loro, era dunque impossibile per Pan eseguire il compito che Shir gli aveva chiesto di fare se non fosse stato aiutato dall'altra Aracne... Nel mare di difficoltà, della nuova Aracne, Pan non sapeva neanche il nome e l'approccio da parte della nuova giunta non era stato del tutto.. amichevole. Semplicemente, la guardò, poi fece una lenta reverenza.. <.. Il mio nome è Pan.. La mia preseneza qui, non vuole arrecare disturbo o peggio.. danno e non vuole contravvenire alle vostre regole. Chiedo solo, se nelle mie possibilità, di ricongiungermi con la Garante Shir appena lo desideri al palazzo al centro della città. Come anche tu hai sentito..> sorrise restando fermo dove Shir l'aveva di fatto, congedato.

Scusate la piccola assenza, giornatacce in real, ma tutto perfortuna si risolve. Scrivo queste poche righe per meglio specificare il mio "andare a parare", da quello che ho capito il sogno stà leggermente sfuggendo di mano e se ho ben capito, la nuova aracne potenzialmente potrebbe "congedarmi" xD.. Pan ovviamente spera che non sia cosi e si gioca la carta "conoscenza".
Cioè.. Da come ha parlato Shir (sul fatto dell'ultima guerra) gli è sembrato più o meno di capire che sia sullo stesso pianeta (?) ma "molto" lontano da casa, (il mare ad ovest invece che ad est è.. inequivocabile) e Shir vuole avere più informazioni (un pò come lui del resto)... ebbene.. per non farsi congedare, richiede "formalmente" alla nuova aracne di "scortarlo" (quindi fargli da nuova Garante) verso il palazzo del centro cittadino, nel tentativo di scambiare delle informazioni... e magari di non essere pappato.. o svegliarsi "tutto sudato":look::happy:..
 
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Silen

Get a life
L'aracne scosse il capo Stavi per rovinare tutto disse e per un momento Pan ebbe la netta impressione che davanti a lui non ci fosse affatto un aracne ma qualcosa di completamente diverso che si rivestiva della forma aracnide come Pan avrebbe potutofare con un vestito Per questa volta ti lascerò andare stava intanto dicendo la sua interlocutrice ma potresti non essere così fortunato la prossima volta. E giusto per darti qualcosa da ricordare...
Improvvisamente l'aracne si lanciò su Pan, sopraffacendo facilmente ogni suot entativo dir esistenza, dopodichè spalancò la bocca in maniera impossibilmente grande e e sollevato il mezzuomo se lo cacciò voracemente in gola...

...al che Pan si svegliò di soprassalto, coperto di sudore gelido, nel suo giaciglio all'accampamento.

Spiace, alla fine Pan si è svegliato tutto sudato XD ma non preoccuparti troppo, che il sogno finisse bruscamente era nel copione. E ora sono curioso di vedere se hai colto gli indizi che ti ho dato o se invece non ci hai capito un'acca :rotfl:
 

Adamantio

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ok, ti farà piacere sapere che in questo momento mi sento limitato e percepisco avere lo stesso quoziente intellettivo di un australopithecus... *.* Detto questo hai un messaggio privato:asd::looksi:
 

Adamantio

Spam Master
Pan sentì in maniera netta, quanto la creatura davanti era.. "altro" rispetto ciò che appariva. Un "Altro" che sfuggiva alla sua comprensione e forse, perfino immaginazione.
Era nettamente convinto di ciò, prima con Shir aveva avuto un sospetto, che però era stato colpevolmente accantonato, con "questa" Aracne era tutto diverso. Il sospetto era divenuto una certezza e sentiva troppe cose "sbagliate".
Lui di sicuro non doveva trovarsi li. Quella consapevolezza accomunava le due visioni e quando "l'altro" parlò, lui, misteriosamente si sentì causa della rovina del tutto. Quasi si trovasse davanti uno specchio parlante che lo invitava a fare i conti con la propria coscienza o... qualcosa del genere.

<.. Non volevo rovinare.. niente.. Io.. ma..> e si zittì quando l'altra si avvicinò. <.. Andare?.. Andare dove?.. io.. non dovrei essere qui..> e poi avvenne un fatto terrificante. Quando "l'altro" apri la "bocca", Pan fu sopraffatto dal terrore, addirittura prima delle paura. Un terrore cieco ed atavico. Un nemico sconosciuto lo stava inglobando e lo rendeva parte di se contro il suo volere. Era un agnello.. e quella bocca era il suo mattatoio personale. La consapevolezza lo colse ed invece di stare in silenzo urlò.. urlò con tutta la sua forza.. <.. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH NON VOLEVO ROVINARE TUTTO! VOLEVO SOLO CONOSCERE!!!!.. NON VOLEVO FARE DEL MALE!!!!!! NO! NO! NOOOOOO!..>

Oblio..

<OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO AAAAH!> si risvegliò urlando e si mosse spasmodicamente con il cuore in tachicardia, che gli doleva per lo sforzo. Si toccò il corpo con le mani, e tentò a bocca aperta con il fiato corto di chi era affamato di aria di scivolare oltre il sacco a pelo che limitava i movimenti troppo violenti di Pan.
Il sacco a pelo venne reputata una gabbia troppo stretta.
Boccheggiò.
Raccolse aria a pieni polmoni e con gli occhi sgranati avvertì la presenza di qualcuno attorno a se.
Era la creatura?.. Era.. l'altro?.. No.
Quando la mano di Zefris si mosse sulla spalla di Pan, la maga avvertì il sudore freddo dell'altro..
<Era solo un sogno..> disse con un sorriso rassicurante per minimizzare e tranquillizzare il mezz'uomo.. Ed invece Pan le rivolse uno sguardo carico di terrore. Puro terrore che la mise, stranamente in imbarazzo..

<.. Dov'eri?.. Non eri con me! Perchè!..> le urlò in faccia Pan e Zefris, di contro ebbe quasi l'impressione di doversi sentire in colpa. Lo lasciò sfogare... e passò qualche istante di troppo.

Il silenzio che proveniva dalla cittadina di Ogrimmar, diroccata fu.. eloquente e dal punto di vista di Pan estremamente inquietante, come se la città e la probabile creatura all'interno che era un tutt'uno con lei, fosse una silenziosa osservatrice del piccolo accampamento...

<.. Scusami..> si limitò a dire e subito dopo Pan, dispiaciuto.. <.. Hai forse.. avvertito qualcosa?.. Dalla cittadina intendo.. Qualcosa di magico.. o qualcosa di... fuori luogo?> e Pan guardò attentamente Zefris, quasi sperando di ricevere una risposta affermativa..
Poi..

<.. Ho sognato.. una Garante.. Shir.. Si, Shir era il suo nome.. Un aracne come quelle che la Ierocrazia ha incontrato nelle terre reclamate dal regno di Aarakonya.. ma era... Strana.. diversa..> poi scosse il capo.. <..Questo luogo è.. Zefris.. c'è qualcosa.. li.. Qualcosa che.. forse.. non ci vuole.. non comprendo..> si sentì un totale idiota, eppure qualcosa doveva essere successo. Pan doveva essere tramite e mezzo per avvertire la compagnia.. <.. Credo che.. non saremo i benvenuti se entrassimo senza la.. Garanzia di chi abita quel luogo..> poi sospirò.. <.. Sono stato avvertito.. se entreremo in forze ad Ogrimmar.. moriremo.. tutti.. > e Zefris, si accigliò. La prima risposta che avrebbe voluto dargli è che probabilmente era un "cazzo di ottimista" e magari aveva mangiato un pò troppo pesante per un sogno del genere.. ma Pan era conosciuto in tutto il Vatis per essere un mezz'uomo di sani principi ed attento a non scadere mai ridicolo.. Questa reputazione voleva pur dire qualcosa.. Fu Zefris ad interrompere quell'improvviso silenzio dicendo : <.. Ebbene.. lasciami studiare attentamente la cittadina, ma se non ho percepito nulla.. forse non c'è nulla.. o forse la creatura non vuole parlare con me.. Come hai detto che si chiama.. la creatura?..> e detto questo osservò Pan, che avvertì tutta la sua inadeguatezza nel rispondere :.. <.. Non ha detto come si chiamava.. Era "Altro" da tutto ciò che ho mai conosciuto..> rabbrividì..

Ci volle del tempo.

Le ore passarono serenamente ed a quanto pare oziosamente, poi quando il sole era alto nel cielo, Pan decise di non indugiare oltre.. aveva vagliato con attenzione tutte le possibili strade percorribili ed invece il sogno così vivido ancora nascondeva dubbi, paure e perplessitá. Le poche sicurezze che aveva è che sarebbe andato da solo, alla ricerca di un luogo specifico. Un grande palazzo al centro della città, probabile fulcro urbanistico di Ogrimmar.. semmai gli abitanti di Ogrimmar avessero studiato la città, da quel punto di vista (?).. Raccolse attorno a se la sua scorta e Zefris e diede ordine alla Maga di accamparsi per almeno una settimana; Sperava, in cuor suo, un tempo abbastanza lungo per venire a capo di tutte le potenziali difficoltà. Preparò una sacca per le scorte di viveri necessari e tutto il potenziale occorrente per esplorare una città, sperava.. in rovina, si cacciò nella blusa una mappa aggiornata della Ierocrazia del Vatis e di tutte le esplorazioni eseguite fino a quel punto e dopo essersi congedato, avanzò solo e solitario verso la cittadina in rovina di Ogrimmar. Come arma, curiosamente, solo un pugnale, nascosto nel fodero della mancina.. un potenziale deja-vu..
Non intendeva arrecare danno a nessuno, solo penetrare nella cittadina, risalirla fino al centro ed individuare il palazzo indicato dal sogno.. Poi beh.. bisognava solo chiedere di Shir. Della sua... Garante se ve ne fosse stato bisogno..
Sperava che questo.. bastasse.
E sperava di essere l'unico a respirare all'interno di quei ruderi.
Si mosse, tuttavia, fra i palazzi e le strade in rovina, come se sospettasse di non essere il solo...
 
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Silen

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Ogrimmar era vuota e silenziosa, sembrava che non vi fosse anima vivente fra le case e gli edifici ormai diroccati e consumati dal tempo e dalle intemperie. Inun paio di occasioni Pan sussultò per un movimento improvviso o per una figura che gli attraversava rapidamente la strada, ma non si trattava altro che di piccoli animali che avevano fatto il nido fra le rovine e in un caso di un cane della prateria che sembrava anche più spaventato del mezzuomo. E tuttavia la sensazione di essere in un posto spettrale non se ne andava ed anzi si fece più forte quando, giunto nel bel mezzo della città, l'inviato della Ierocrazia vide un ampio palazzo ancora in discrete condizioni e che corrispondeva in pieno alla descrizione che aveva avuto nel mezzo del suo sogno. Di più Pan era certo che fosse il palazzo del suo sogno, ma non ne sapeva dire il perchè.
 

Adamantio

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Pan avanzò con attenzione fra i viottoli silenziosi e gli edifici diroccati ed abbandonati.. Si teneva alternativamente al centro della carreggiata, se reputava un edificio "troppo" fatiscente da passargli sotto od al lato della careggiata se, invece, lo reputava un passaggio abbastanza sicuro. Il suo avanzare.. era.. accorto.
Vi furono 2 o 3 sussulti quando disturbò con il suo passaggio, questo... o quell'animale, ma tutto sommato il tragitto fu, sorprendentemente, tranquillo..
Se tranquillo, poteva essere un aggettivo che ben si coniugava a quel.. luogo spettrale.
Vi era una discrasia evidente.
Se da una parte la cittadina era.. spettrale e, tutto sommato spaventosa, la presenza di animali, in un certo senso era.. rassicurante. Era risaputo che gli animali avessero un invidiabile sesto senso e, di certo avrebbero evitato luoghi troppo.. "maligni"... Figurarsi fare la tana per i propri cuccioli.
Forse aveva sbagliato a non aver portato con se Zefris?.. stava sbagliando tutto?.. Quei pensieri vennero bruscamente interrotti quando si rese conto di trovarsi davanti l'edificio... esatto.
Lo sapeva e basta, semplicemente.
Era più di una sensazione. Era quasi una sicurezza..
Era "esattamente" l'edificio del sogno e per un attimo, tergiversò..
Era un edificio stranamente "familaire" in una città che ovviamente di familiare non aveva... proprio nulla.
Stupidamente tentò di osservare se fra gli architravi delle porte o gli spigoli delle finestre ci fosse presenza di ragnatele.. Si sorprese a sorridere e raccogliendo il suo coraggio si avvicinò alla porta d'ingresso.. Allungò la mano sinistra, quasi a voler afferrare una porta inesistente e poi.. ritrasse le dita come se pensasse di aver appena fatto qualcosa di... sbagliato.. Prima di entrare all'interno del palazzetto, si annunciò, chiedendo il permesso di entrare <... Il mio nome è Pan, della Ierocrazia Vatis.. Giungo qui, sotto la protezione di una Garante.> stava parlando da solo?.. Esatto. Fortuna che non vi fosse nessuno (?) (almeno dei suoi) ad ascoltarlo..
Si guardò attorno, poi lentamente estrasse il pugnale dal nascondiglio sotto la mancina in un deja-vu già visto nel sogno e ripetendo esattamente i gesti fatti alcune ore (?) prima... lo posò a terra, appena prima dell'uscio della porta.. vicino a lui. Privandosi dell'arma.
Erano palesi i suoi gesti. Entrava nella palazzina con la volontà di parlamentare e non fare del male.. Tacque, poi.. <.. Mia garante è Shir. Della tela. Chiedo di poter parlare con lei, in pace ed amicizia, come già ella per prima, mi ha accolto..> era andato cosi il sogno?.. No?.. Realtà ed immaginazione si rincorrevano in una specie di loop. Alcune cose avvenivano esattamente come nel sogno.. sperava in cuor suo, non "TUTTE". Avrebbe parlato con Shir?.. O forse con.. colui che "indossava" Shir?.. Rabbrividì, con un fremito e lanciò un occhiata al pugnale, sua unica difesa. Sarebbe servito a qualcosa del resto?.. Sapeva che se quella cosa avesse voluto la sua vita, non sarebbe servito a nulla il pugnale.. l'aveva già provato in sogno sulla sua pelle. Deglutì. La mano cercò il quadrato del sator sotto la sua blusa, anche quel gesto fu stranamnete simile a quell già fatto nel sogno e poi.. scivolò oltre l'uscio con coraggio.
 
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Silen

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L'edificio era come ci si poteva aspettare da una razza che aveva abitato a lungo tempo le steppe: una breve anticamera, forse una sala delle guardie, un corridoio e poi un vasto spazio aperto, una specie di grande anfiteatro coperto o sala delle assemblee sufficientemente vasta da poter ospitare una fetta non indifferente della popolazione. Cosa avesse un tempo occupato quello spazio era impossibile da speculare: ora quel luogo ospitava ben altro.
Una aracne di dimensioni spropositatae giaceva profondamente addormentata al centro della sala. Pan speculò che doveva essere lunga dai dodici ai quindici metri, mentre era difficile dire quanto alta in posizione eretta. In ogni caso,una gigantessa quale mai si era visto fuori dal continente di Aman. Troppo pesante per potersi appendere su una ragnatela come era l'uso delle aracne la colossale creatura giaceva prona sul pavimento, le zampe piegate vicino all'addome mentre il torso umanoide giaceva sul pavimento, la testa appoggiata in una nicchia formata dalle braccia, in un modo in verità molto umano. Il respiro era lento e regolare, ed era l'unico rumore che risuonasse nella immensa sala.
La Grande, chè altro non poteva essere, dormiva pacifica e non diede alcun segno di notare l'ingresso di Pan: il mezzuomo potè girovagare in lungo e in largo, per quanto gli permetteva la mole della colossale ospite, senza essere disturbato.
Una delle prime cose che il mezzuomo notò fu una ampia cicatrice che solcava il fianco della titanica aracne, una cicatrice che aveva già veduto nel suo sogno della notte precedente...
 

Adamantio

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Pan come prevedibile, non ricevette risposta alle sue "farneticazioni".. E decise, saggiamente di zittirsi.
La quiete immota di quel luogo era, stranamente... rassicurante. A differenza della fatiscente città di Ogrimmar, quel particolare palazzo godeva con sorpresa di una particolare.. fortuna.. se cosi poteva essere definita la sua, situazione : Era come se il tempo fosse stato "particolarmente" clemente con quella struttura in particolare, serbandolo dallo sfacelo generalizzato della città ai suoi piedi.
Le dimensioni della struttura erano pressochè immense per un uomo od un orco.. figurarsi per un mezz'uomo e di certo ci sarebbero voluti molti... molti... anni affinchè i progettisti del Vatis riuscissero in qualche maniera a poter "solo pensare" ad un simile spettacolo architettonico.
Pan si mosse fra le stanze con circospezione e con una certa dose di sincera meraviglia.. fino a giungere nel flulcro dell'anfiteatro.
Quando i suoi occhi si abituarono a "cosa" c'era davanti a lui, beh.. fece una cosa, semplicissima..
..rimase senza parole.

Non per la grandezza e la mastodontica mole del luogo stesso, quanto per *chi* era al centro della sala.
Fissò la creatura con lo sguardo ammirato e sorpreso di uno speleologo alle prese con la scoperta di una cavità sotterranea a cui dover dare il proprio nome..
Indeciso se girargli attorno, svegliarla o filarsela via, rimase semplicemente immobile..
Aveva solo sentito vaghe.. vaghissime storie sulle "grandi" ed il Vatis di certo non aveva una cultura tale da poter scoprire molto di più sul punto. Pan, come del resto la Ierocrazia sapeva cose "basilari", sulle grandi e quella.. decisamente lo era..
Gli occhi vennero assottigliati, le implicazioni di tale "scoperta" se cosi poteva essere chiamata un enorme aracne nel mezzo della steppa.. erano a dir poco enormi e la sua mente, vagò mille miglia ad occidente, verso Aarakonya senza volere. La mente di Pan vorticò come era solita fare quando vi erano troppe variabili in gioco e poche scelte da prendere.. poi, quasi sul punto di fondere, i suoi occhi videro una cicatrice "troppo" familiare, per essere uno scherzo del destino e la sua mente disinnescò tutti i pensieri che gli si affollavano nella mente. Uno solo era rimasto.
Quella che aveva davanti era senza dubbio Shir.
Del tutto sorprendentemente gli fluirono nella mente alcune parole che aveva ascoltato nel sogno *non c'è nessun altra che possa parlare per la Grande Shura* lo aveva detto un aracne (quella che per inciso l'aveva divorato in sogno (!)) a Shir stessa.. Ora Shir era una grande e.. Pan fece la prima (//ok, la seconda) cosa, stupida..
Provò un senso di protezione istintivo verso quella creatura cosi enorme e sconosciuta eppure cosi paciosamente addormentata. La scrutò come sono soliti fare i neo-genitori, ascoltando nel contempo, il suono ritmico del respiro del neonato profondamente addormentato nel tentativo di capire se vada tutto bene.. poi si guardò attorno, cercando di percepire "altre" presenze oltre la propria e quella enormemente ingombrante dell'altra.. Infine, fece la "seconda" (//o la terza?) cosa stupida della giornata. Adagiò il capiente zaino a terra, quello delle provviste ed ancora sull'uscio dell'anfiteatro, a circa 5 metri da Shir, iniziò a frugare dentro con attenzione, senza voler far troppo chiasso o rumore. L'intento era dei più genuini, dopotutto.. Scelse il pezzo di carne migliore che poteva avere all'interno dello zaino.. poi reputandolo esso stesso "troppo piccolo" (non sarebbe di certo bastata la sua scorta a placare la fame di una tale creatura) ne accompagnò un altro.. Tergiversò e si sorprese a pensare, con una certa dose di sarcasmo, che... fortunatamente (?!) neanche egli stesso, sarebbe bastato a saziarla e le si avvicinò con attenzione.
Adagiò la carne in prossimità della nicchia formata dalle "braccia" dell'aracne senza, tuttavia invadere in alcun modo il suo spazio vitale.
Sperava che l'olfatto della grande.. e la fame più nello specifico.., avrebbero fatto il resto.

ok, ovviamente spero che questo basti a svegliarla.. Del resto andarle vicino e scuoterla non mi sembra un gesto particolarmente saggio da fare,..cosi come parlargli nelle orecchie come fossi un Watusso. °.° In RL quelli attorno a me, triggerano se faccio una cosa del genere.
Anyway.. se questa è il poliziotto buono (Shir).. il poliziotto cattivo (#l'aracnestronza che mi ha pappato il pg) quando si fa viva? °_°...
 

Silen

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Il volenteroso tentativo di Pan non sembrò dare il minimo risultato; la Grande continuò a dormire tranquillamente ed anzi fu il mezzuomo a cominciare a provare a sua volta una pronunciata sonnolenza finchè ad un certo punto...

...Pan era nel centro della sala principale del palazzo di shumani, circodnato da aracne indaffarate in quella che apaprentemente era una ristrutturazione massiva dello spazio volta senz adubbio ad efficientarne l'uso secondo i parametri delle aracnidi; in mezzo al trambusto nessuno sembrava notarlo.
Ah caro Pan non ti sembra di essere un pò fuori strada? disse improvvisamente una voce. Voltandosi il mezzuomo si trovò davanti nientemeno che Tenet la guida principale della Ierocrazia ti avevo chiesto di esplroare Ogrimmar e invece ti ritrovo quì dall'altra parte dell'oceano. Un pò lontano dalla destinazione del tuo viaggio...
 

Adamantio

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Possibile che Pan fosse stato cosi stupido o cieco?
Essere troppo volenterosi e generosi, spesse volte in "quel" genere di mondo che era altro rispetto la sicurezza della Ierocrazia Vatis, poteva costare caro..
E Pan cadde nuovamente in un sogno.

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Aveva la percezione di trovarsi in un sogno?
Era "cosi" simile al precedente che Pan si ritrovò ad assottigliare lo sguardo, come fa chi cerca di ricordare qualcosa, senza riuscirci..
Sapeva, probabilmente esattamente dove si trovava e quando percepì qualcuno (qualcosa?) alle sue spalle che lo appellava, in automatico rispose.. <.. Giungo qui, sotto la protezione di una Garante.. E' mia intenzione parlare con Shir, la mia garante.. sono..> e nel voltarsi, ammutolì.
La presenza di Tenet li, un volto familiare che conosceva lo destabilizzava in maniera evidente. Sebbene non dovesse "rendere conto" del proprio operare a nessuno se non al Consiglio, la voce di Tenet era comunque tenuta in altissima considerazione, eppure.. qualcosa.. era sbagliato. Li.
Cosa?
Chi poteva dirlo?
Si ritrovò ad essere di nuovo, accusato di "non dover essere li", un leitmotiv già sentito.. e qualcosa a differenza della volta precedente, scattò in lui.

<.. Tenet. Mia signora.. Quale onore e ... sorpresa..> si portò una mano al petto con rispetto.. chi era lui a non dover rispondere ad una domanda da parte della sacerdotessa? <.. Ho fatto come la Ierocrazia ha comandato..> era superfluo affermare che egli non aveva viaggiato per mare.. <.. Esploro Ogrimmar durante la veglia.. Esploro questa città di nome..> si guardò attorno, notando le molte aracne <.. Shumani?..> chiese interrogativo <.. per ciò che mi è consentito farlo, durante il sonno> assottigliò lo sguardo. Essere stati mangiati "in sogno", era comunque stata un esperienza abbastanza forte, impossibile da "rimuovere" totalmente e quel particolare gli ritornò alla mente. <...> guardò Tenet, nel tentativo di cercare un qualche tipo di "imperfezione", come ne aveva ritrovati nei "vestiti" indossati di volta in volta da colui (?) che era dietro tutto quello spettacolo di marionette..
Doveva semplicemente chiedergli di mostarsi?..
Svelarsi?
Pan era in grado di articolare un pensiero simile?
Ne sovvenne uno ben peggiore eppure che non tardò a lasciare la sua bocca.. <.. Tu, non dovresti essere qui..> se Pan era dall'altra parte dell'oceano.. Come era giunta, anche, Tenet li per rinfacciarlo?.. Un pensiero improvviso che tuttavia non lo turbò.. Ripetere quelle esatte parole fu.. ridondante.. esattamente come vedersi sull'orizzonte degli eventi e poter sbirciare all'interno di un buco nero.

Sapeva quello che era successo pochi attimi dopo quelle parole e allargò le mani mentre ogni singola cellula del suo corpo, aborriva quel pensiero..
<.. Sembra che la regione di Ogrimmar e.. questo luogo, condividano ben più che.. sogni.. La mia ignoranza, nulla toglie al fatto che vi deve essere un motivo per il quale questo avvenga.> poi si mosse a disagio, si avvicinò a Tenet.. <.. Troverò da solo la risposta.. o la chiederò a qualcuno.. quando sarà pronto a darmela..> poi si guardò attorno e notò una stranezza nella stranezza.. le aracne scivolavano "attorno" a loro come se non esistessero, senza badarli di un occhiata, ne primo sogno era stato solo una sensazione, ma questa volta, Pan ne aveva la certezza.. ed azzardò.. <.. Vedo la città di Shumani.. ma ho come la sensazione di non essere... a Shumani. E neanche tu..> ora si voltò totalmente a guardare Tenet o.. chiunque "indossasse" Tenet. Ci doveva essere un "qualcosa" che univa il tutto.. la "chiave di volta" dell'intera faccenda che era appena al dilà della sua comprensione, ma che si sforzava di cercare.. Gli attori del sogno erano lui, la grande che era (?) vissuta a Shumani, ossia Shir e... colui o colei che l'aveva mangiato, una specie di "censura" o qualcosa del genere.. (paradossalmente addirittura della stessa Shir).. Assotigliò lo sguardo..

< Shir non può parlare per la grande Shura... Chi è colei? Ti dice qualcosa questo nome..> domandò e voltandosi verso la sacerdotessa, Pan la chiamò per nome <.. Tenet?..> ma quel nome, cosi conosciuto e cosi abusato sulla bocca di ogni soggetto della Ierocrazia, si macchiò per la prima volta di un "qualcosa" di sbagliato....
 

Silen

Get a life
'Tenet' indirizzò a Pan una occhiata penetrante Forse stavolta ho esagerato disse infine con una scrollata di spalle Shura è una figura del passato di Shir, la Grande che lei serviva nella città di Shumani molto tempo fa. Shir un tempo era la Risvegliante di Shura ovvero la sua custode, portavoce e interprete, l'unica che potesse parlare in sua vece. La sua presenza era richiesta abitualmente quindi era una scusa perfettamente credibile.
'Tenet' fece un gesto stizzito Ma ho sbagliato ad usare questa figura, questa Tenet, con te visto che hai compreso la incongruenza data dalla sua presenza in questa città. Ho avuto troppa fretta di usare una figura che ti fosse familiare.
'Tenet' scrollò nuovamente le spalle Bene, visto che sei qui tanto vale parlare. Come ho già avuto occasione di dirti, la tua presenza è inopportuna; questo sogno non è tuo.
 

Adamantio

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Pan, dal canto suo ascoltò molto attentamente le parole di "Tenet".. La fissò con la stessa intensità di chi si aspettava un tiro mancino o come se da quel discorso dipendesse la sua stessa esistenza in vita..
E la cosa sgradevole è che, purtroppo, non era "troppo" lontano dalla verità.
Colui o colei che indossava Tenet come un vestito era stato parecchio "chiaro" sul punto quando aveva divorato nel sogno passato Pan.
L'inviato della Ierocrazia, per inciso, non aveva bisogno di altre spiegazioni sul punto.. o peggio, dar motivo alla creatura di ripetersi.

Vi fu, tuttavia una cosa che non si sarebbe aspettato di sentire, colui o colei che indossava "Tenet" concesse udienza a Pan e lo fece in maniera chiara..
Era effettivamente la prima volta che accadeva e Pan scelse molto attentamente le parole da dire..

<.. Conosci molto di me, sicuramente più di quanto ho detto od ho avuto modo di svelare. Non mi sembra di aver invocato.. Tenet, la guida della Ierocrazia, eppure eccola davanti a me, si potrebbe dire in "carne ed ossa".. Perfetta.> rabbrividi, era palese che la creatura che aveva davanti aveva in qualche modo sondato il suo.. intimo senza che lui se ne rendesse conto.. <.. Mi hai concesso di parlare, ebbene quale è il nome con il quale posso chiamarti?..> si strinse nelle spalle, in verità avrebbe voluto chiedere "cosa fosse la creatura che aveva davanti", ma.. il nome con il quale appellarla, sarebbe stato sufficiente per iniziare..
<Ho compreso che la mia presenza qui è inopportuna e sbagliata ; Non solo la mia presenza, perfino che vi sono cose che non devono essere dette, cose che non devono essere fatte.. eppure ci deve essere un motivo per il quale sono qui.. Non credi anche tu?> si mosse, appena verso destra, pensoso, poi si fermò.. <Tu non riesci ad impedirmi di accedere a questo sogno.. eppure accorri quando giungo.. Questo dunque, non è il tuo sogno.. Questo è il sogno di Shir, la risvegliante.. > stava parlando con un filo di voce, più probabilmente a se stesso che alla creatura.. Non era un tentativo di farla innervosire.. non era ciò che desiderava fare, semplicemente scoprire le carte ora che stavano entrambi parlando..
<.. So che potresti uccidermi. Basterebbe un tuo solo pensiero per farlo.. ma.. sarebbe conveniente farlo?>
Fece una seconda, lunga pausa poi si costrinse a parlare nuovamente <..La risvegliante Shir mi ha chiesto udienza in questo palazzo.. e come richiesto sono venuto e l'ho scorta.. profondamente addormentata.. ad Ogrimmar. Prima che il sonno cogliesse anche me..> poi scosse il capo <.. Te e me, siamo entrambi stranamente legati a Shir, al suo pensiero.. Esistiamo nel suo sogno e per il suo sogno..> guardò la creatura <.. Chi si prenderà cura del corpo della Risvegliante Shir sul piano del reale? Tu puoi farlo od invece sei costretta in questo piano della realtà?> e dopo un attimo <... Ebbene io l'ho veduta, adagiata sulla nuda roccia al centro di una struttura di una città in rovina.. non issata nella sua enorme tela, non ho visto le sue sorelle accudirla e pulita e non ho visto il suo enorme corpo arieggiato..> sospirò <.. Ebbene, Colei che è mia Garante e per prima mi ha accolto nel suo sogno, Shir non si merita questo. Noi della Ierocrazia potremmo aiutare Shir a vivere, curarla, cibarla ed accudirla ove necessario se tu lo concederai e lo faremo alle tue condizioni, se saranno accettabili e non lesive della risvegliante.. Forse è questo lo scopo del nostro incontro?> poi assottigliò lo sguardo <.. Mi domando quale sia il tuo di scopo. Quale sia la tua volontà profonda in questa vicenda.. Ebbene.. vorresti collaborare?> fece una lunga pausa, poi si avvicinò a "Tenet", alla fine era inutile tentare di sfuggirgli, tanto valeva morire con onore e semplificarle il lavoro sporco. Quantomeno, sarebbe morto per mano di un volto.... conosciuto e rispettato. Era il turno della creatura di parlare, forse svelarsi.. o forse semplicemente agire e divorare per sempre Pan.

Per ricapitolare, il Vatis mette sul piatto la promessa che si impegnerà ad accudire la risvegliante Shir attualmente ad Ogrimmar. Offre anche di "sottostare" a delle regole di comportamento all'interno del sogno e non parlare di determinate (?) cose. In cambio chiede, ovviamente che la creatura che "indossa gli abiti", si sveli e metta sul piatto le sue condizioni, se ne ha.
 
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