Historia Magna Eanum

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(GdR off, un piccolo evento che serve sia a darvi qualcosina da leggere mentre aspettate il turno, sia a soddisfare una richiesta che mi venne fatta tempo fa e che vorrei, piano piano, soddisfare.

Il nuovo anno vede comparire, ad opera del maestro di sapienza Abraham J. Rhnorno della Università della Sapienza Arcana e Non della città di Neuhafen, una ponderosa opera dal titolo Historia Magna Eanum Mundi ovvero un compendio della storia delle nazioni principali di Ea. Copiata da maestri amanuensi e arricchita con mappe e minature il ponderoso trattato è frutto di oltre trent'anni di ricerca da parte dell'illustre professore e viene accolto con grande favore in tutti gli ambienti colti delle nazioni del Mondo Conosciuto.

Capitolo Primo: Il Principato di Minnonar

La storia del Principato affonda nei primordi di Ea, ai tempi in cui gli elfi, i Priminati, erano la popolazione più numerosa e potente di Ea oltre che la più antica. Per lunghi millenni il popolo degli elfi, guidato da un Re Supremo o da una Suprema Regina fu senza tema di smentita la nazione più potente di Ea; se gli elfi non estesero mai il lroo dominio sull'intero mondo fu perchè non erano interessati a farlo. L'Antico Regno di Tiond era soprattutto un faro di cultura e di pace e tale rimase fino all'Apocalisse di Tiamat quando gli elfi divennero il principale obiettivo dei servitori Caduti della Dea del Caos e dovettero affrontare orde senza fine di morti viventi e la furia terribile degli Antichi Draghi. In quest'ora buia la Regina Suprema Isilwen, presa dalla disperazione, accettò di fare un patto con Tiamat per salvare la sua gente, ma fu ingannata. Quel giorno Isilwen morì e dalle sue ceneri sorse Lady Vashti, una delle più terribili fra i Caduti.
Con Isilwen morì anche l'unità del popolo elfico...anche dopo che l'Apocalisse fu terminata gli elfi superstiti, dispersi per ogni dove, non trovarono mai più l'antica unità.
In fuga dalle terre devastate dai Caduti, un numero consistente di elfi si stanziò nel nord ovest di quello che è oggi il Mondo Conosciuto e fondarono il Regno di Minnonar scegliendosi per sovrano un membro della antica famiglia degli Elensil, imparentati per parte di madre con Isilwen, l'ultima regina di tutti gli elfi. Per quanto in altre parti di Ea sorsero nazioni elfiche indipendenti, gli Elensil di Minnonar sostennero sempre la loro pretesa al titolo di Re Supremo di tutti gli Elfi fino alla morte della regina Elenwen Elensil nel 3947 dell'era chiamata A-Silmaren.
Poco popolato a seguito dell'Apocalisse e lacerato dalle discordie interne il Regno di Minnonar conobbe un lungo periodo di decadenza finendo col perdere le regioni più a nord, dove gli elfi finirono colo rinnegare gli antichi valori fondando uno stato dispotico e militarista col nome di Unione di Carandor. Più tardi gli umani si diffusero in molte regioni costiere finendo per soppiantare gli elfi come etnia maggioritaria. Pur vivendo pacificamente a fianco degli elfi, questi uomini fonderanno un proprio stato, il Regno di Ishitara, che col tempo sfuggirà al controllo di Minnonar formando uno stato a tutti gli effetti indipendente e separato.
Così ridotto, il regno di Minnonar manterrà il suoc arattere di faro di pace e cultura ancora per molti anni, sebbene una nuova corrente di pensiero inizi a raccogliere proseliti, propugnando una nuova politica improntata a garantire al Regno di Minnonar la supremazia sulle razze dei "Successivi" e a riunire i rami sparsi degli elfi sotto il loro legittimo sovrano, il Re Supremo.
La salita al potere di Re Loras Elensil, convinto sostenitore della nuova dottrina di supremazia elfica, segnerà un punto di svolta nella storia del regno. Dopo aver trascorso i primi anni rafforzando l'esercito e l'economia del regno, Re Loras interverrà una prima volta nel Regno di Ishitara dichiarando guerra alla usurpatrice nota come Regina Malvagia: gli elfi al comando di Loras coglieranno una schiacciante vittoria che porterà poco dopo alla deposizione e alla morte sul rogo della stessa Regina Malvagia e delle sue accolite e alla instaurazione di un governo gradito al Re di Almarillan. Successivamente i rapporti fra Loras e lo stato vicino dell'Unione dell'Antico Fuoco diverranno tesi a causa di una controversia dottrinale e in specie al fatto che i lucertoloidi adorano apertamente Apsu, l'Antico. Nonostante le driadi appoggino i lucertoloidi, Re Loras romperà la tradizionale politica di amicizia con le creature degli alberi. Nella successiva guerra le Spriggan verranno facilmente sbaragliate e indotte alla pace mentre la guerra con l'Unione sarà lunga e atroce. Per ordine di Loras i lucertoloidi delle regioni occupate verranno tradotti in cosiddetti "Campi di Purificazione" e costretti ad abiurare la propria fede in un orgia di torture e stermini di massa: più tardi si stimerà che nemmeno un uomo-lucertola su cinque uscirà vivo dai Campi di Purificazione e nessuno indenne.
La guerra terminerà con la conquista dell'intero territorio dell'Unione e con il famoso Esodo degli Uomini-Lucertola verso Sud. Non pago, Re Loras interverrà poco dopo contro il Dragonato di Arkhosia contribuendo a schiacciare lo stato dragonide. Sempre per iniziativa di Loras, i maghi elfi compiranno una serie di rituali volti a restituire agli elfi l'antica Purezza e la piena potenza della razza Primogenita. I cambiamenti apportati alla razza saranno permanenti e da ora in poi gli elfi di Minnonar saranno conosciuti come Eldar.
In soli 13 anni di regno Loras ha quasi raddoppiato il territorio di Minnonar, cambiato permanentemente la sua razza e reso Minnonar una grande potenza ma qui la sua parabola si interrompe: dopo aver abdicato in favore della sorella Elenwen, Loras si recherà a nord seguendo una sua personale visione, deciso a battersi contro Vashti. Nessuno lo rivedrà mai vivo.
Il regno di Elenwen segnerà una cesura di grande importanza per lo stato di Minnonar. Dapprima la regina sembrerà prosegurie con successo nel solco della politica del fratello partecipando insieme a Carandor e Ishitara a una guerra contro l'alleanza di Caduti detta Dovenant, al comando di quella stessa Vashti che ha ucciso Loras, riuscendo a scacciare i non morti dal territorio di Carandor che avevano in precedenza invaso ma presto la situazione comincerà a degenerare. Non soltanto la politica guerrafondaia di Minnonar gli ha procurato molti nemici in giro per Ea, ma al sud si stà ormai manifestando in tutta la sua potenza la minaccia costitutia dall'Impero dell'Arpia. Per anni i rapporti fra l'Impero meridionale e il Minnonar sono andati continuamente peggiorando e finalmente una coalizione formata da Arpie, Formicaio e Sylvania attaccano congiuntamente il regno elfico. Nonostante l'aiuto di Carandor e Ishitara gli eldar sono costretti ad arretrare finchè nella battaglia di Aiquanore gli eserciti uniti di Sylvania e Arpie riescono ad ottenere una importante vittoria, il che induce anche le Spriggan e i dragonidi di Yngold ad entrare in guerra contro gli eldar allargando ancora di più il numero dei nemici di Elenwen.
Gli anni successivi vedono ormai le forze ostili a Minnonar saldamente installate su territorio eldar, nemmeno l'attentato alla vita della Prima delle Arpie, Silene, cambierà lo svolgersid ella guerra nonostante per un attimo l'impero meridionale sembri sul punto di disgregarsi. Infine gli eldar debbono accettare un trattato di pace che prevede la eprdita di gran parte delle loro conquiste a favore dei propri vicini. Non è esagerato dire che il regno non si riprenderà più da questa sconfitta. Sul fronte interno si manifestano infatti gravi dissensi: i nobili sono infatti sempre più insofferenti di fronte alla politica dispotica di Elenwen, che poteva essere tollerata quando aveva successo ma diviene un peccato mortale di fronte alle sconfitte degli ultimi anni. Elenwen tenta di porre riparo alla cosa cambiando la costituzione del regno e concedendo ai nobili di riunirsi nel Consiglio della Corona, una sorta di parlamento a cui sono concessi vasti poteri. La misura avrebbe potuto essere efficace se non chè la stessa Elenwen presto si adopererà per svuotare di significato la riforma violando la sua stessa costituzione e corrompendo più volte i nobili ( a volte con denaro straniero) per ottenere che seguano le sue direttive). La scoperta che il regno ha inscenato il furto della indennità di guerra che avrebbe dovuto consegnare in base al trattato di pace fa salire nuovamente alle stesse la tensione non meraviglia che allo scoppio della Grande Guerra il regno di Minnonar, dopo qualche esitazione, entri nuovamente in guerra contro le Arpie. La nuova guerra inizia sotto sinsitri presagi: lo scontento dei nobili è sempre più marcato e la stessa Elenwen sembra aver perso il polso della situazione. Nuovamente le truppe eldar vanno incontro a una disfatta contro le truppe dell'Impero e di Sylvania e questa volta la disfatta è catastrofica: l'esercito eldar viene annientato e i generali morti in battaglia. Poco dopo, mentre le truppe alleate avanzano verso Almarillan, i nobili si ribelleranno ad Elenwen provocando il collasso finale dello stato eldar. La caduta di Almarillan e la morte di Elenwen sono solo la naturale conseguenza dell'avnzato stato di disgregazione del regno.
Dopo la morte di Elenwen e dei suoi eredi più prossimi nella caduta di Almarillan, gli eldar si rivolgeranno all'ultimo discendente degli Elensil scampato alla morte, il principe Carnil Calenardon Elensil. A questi toccherà il duro compito di trattare l pace coi vincitori e intraprendere la ricostruzione del regno. Ispirandosi apertamente ai principi più antichi degli elfi, rinnegati da Loras ed Elenwen, Carnil promulgherà una nuova costituzione favorendo un governo di tipo liberale e spogliando la nobiltà, colpevole di aver tradito il regno, di ogni autorità sul governo dello stato. Rinunciando con grande umiltà ad ogni pretesa sul titolo di Re Supremo degli Elfi, Carnil si fa fautore di una nuova politica allacciando rapporti amichevoli con gli antichi nemici dell'Impero e Sylvania, il cui aiuto è fondamentale per vincere la guerra civile contro i nobili (che hanno rifiutato di riconsocere Carnil come sovrano di Minnonar). Pur iniziato fra mille difficoltà, il regno di Carnil finora ha riportato alcuni grandi successi: l'unità di Minnonar è stata ripristinata e grazie al rifiorire del commercio Minnonar stà recuperando la prosperità perduta. Solo il tempo dirà se il nuovo regnante riuscirà a rendere questa ripresa una vera e propria rinascita.
 

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Capitolo Secondo: Unione di Carandor

Il Carandor un tempo non era altro che una espressione geografica, usata per designare le regioni settentrionali del Regno di Minnonar, quelle più vicine alle immense wastelands. Fin dai primi giorni dell'insediamento nel nuovo regno, le regioni del Carandor furono regioni di frontiera i cui abitanti vivevano sotto il continuo pericolo di incursioni di non morti (che sebbene senza guida per la fuga dei Caduti nella profondità del Grande Vuoto, come era designato l'immenso territorio devastato, erano comunque molti e pericolosi) oltre che con l'incubo del possibile ritorno dei Caduti superstiti. Non stupisce quindi che gli elfi del Carandor fossero più duri e bellicosi dei loro compagni stanziatisi più a sud in territori più sicuri, nè che col tempo sviluppassero una mentalità militarista e la propensione per una organizzazione più collettivista e una visione critica dell'antico modo di vivere degli elfi. L'amore per la natura e la pace, sostenevano molto elfi del Carandor, non avevano preparato il regno elfico e resistere al terribile massacro avvenuto durante la Apocalisse, la tutela della natura e delle foreste non aveva aiutato in alcun modo la resistenza del popolo elfico contro i non morti...innumerevoli vite erano andate perdute per difendere le foreste di Ea e per di più alla fine le foreste stesse erano state comunque distrutte.
Questa visione critica del modo di vita elfico e la tendenza all'autoritarismo e al collettivismo divennero sempre più spiccate col passare degli anni e il moltiplicarsi della popolazione fino ad arrivare al punto in cui molti abitanti del Carandor cominciarono a vedere la propria appartenenza al Minnonar come una vera e propria palla al piede e lo stesso Minnonar come una reliquia del passato, un relitto la cui gente si ostinava a vivere fuori dal tempo e dalla logica, un fallimento di stato abitato da un popolo di falliti. Circa settecento anni dopo la fine dell'Apocalisse il Carandor proclamò la propria secessione dal regno di Minnonar e la sua costituzione in stato autonomo col nome di Unione di Carandor, dandosi un governo spiccatamente centralizzato e militarista al cui vertice stava un Direttorio di cinque membri. La Secessione fu un eventot raumatico per il Regno di Minnonar poichè frammentava ancora di più il popolo elfico e svuotava ulteriormente di significato la pretesa del sovrano Elensil al titolo di Re Supremo degli Elfi...eppure il sovrano di allora, Galdor Elensil il Rinunciatario, preferì accettare il fatto compiuto. Nonostante il giudizio negativo dato dagli storici, Galdor si era evidentemente reso conto di come la Secessione non fosse stata un evento forzato da una cricca di ambiziosi quanto il culmine di un movimento iniziato secoli prima: da tempo il Carandor era spiritualmente, se non di fatto, separato dal resto del regno ed è forse ingiusto biasimare Galdor se non volle iniziare una guerra dall'esito incerto contro altri elfi per difendere l'ideale dell'unità del popolo elfico.
Non che il pacifismo di Galdor venisse ricambiato, anzi. La Secessione segna infatti l'inizio di un lungo periodo di ostilità sommersa fra i due stati elfici dato che i membri del Direttorio inaugureranno una politica volta a sovvertire eed in un ultima analisi abbattere il regno del Minnonar ritenendo proprio dovere il "liberare" tutti gli elfi dal primitivo e oppressivo governo del Re Supremo per portarli a "Vedere la Luce del progresso e dare inizio a una nuova era". Altrettanto improntata a un bellicismo imperialista fu la politica rivotla verso gli altri vicini di Carandor: nemmeno diciotto anni dopo la Secessione, l'Unione dichiarerà guerra al Principato di Wabami, uno staterello abitato rpevalentemente da umani, annettendolo. Stessa sorte toccherà successivamente ad altre due piccole entità politiche umane, sconfitte e annesse con guerre rapide e contraddistinte da un grande spiegamento di truppe pesanti e un totale abbandono delll'arco, l'arma preferita dagli elfi in ogni epoca. L'annessione di numerose regioni abitate da umani fu salutata come un trionfo e giustificata dalla intenzione di "incivilire" i primitivi umani. In realtà queste acquisizioni daranno inizio a un secolare conflitto interno all'Unione: fortemente discriminati ed esclusi da qualsiasi ruolo di governo (anche i matrimoni misti fra le due razze vennero severamente proibiti), considerati soprattutto una forza lavoro a basso rpezzo, gli umani dell'Unione ricambieranno rpesto il disprezzo degli elfi con odio e ribellione costituendo un fattore di instabilità dell'Unione fino ai giorni nostri.
Nel corso dei secoli successivi la tensione fra Carandor e Minnonar sfocerà due volte in conflitti armati: entrambi di breve durata e conclusi senza sostanziali mutamenti di confine, seguiti da periodi di pace precaria e tensioni sui confini. La situazione rimasta per secoli una costante della geopolitica di Ea, cambierà radicalmente con il ritorno dei Caduti. Con le wastelands che vomitano orde di guerrieri non morti e l'ombra del Consiglio del Giudizio alle proprie porte, l'Unione finisce con l'interrompere bruscamente ogni tentativo di imporsi al Minnonar per concentrare tutte le proprie forze sulla frontiera a nord, così gravemente minacciata. Non è esagerato dire che inizialmente Carandor riesce a resistere solo grazie alle discordie interne dei Caduti, manifestatamente incapaci di agire in maneira coordinata. Nel frattempo il Direttorio intavola trattative volte a creare un fronte unico che coinvolga le nazioni del nord ma con scarso successo anche se viene stabilita una solida alleanza con Sylvania. Grande gioia suscita inoltre la fine della lunga ostilità con il Regno di Minnonar, sancita da uno storico accordo fra il Direttorio e Re Loras Elensil.
Nel 3920 le tensioni fra uomini ed elfi scoppiano in una serie di rivolte che sconvolgono tutte le maggiori città dell'Unione. La crisi è talmente grave e il Direttorio talmente impreparato ad affrontarla che il generale in capo Alath Dam, amatissimo dalle sue truppe, guiderà l'esercito contro la capitale impadronendosi del potere con un colpo di stato. E' l'inizio di un periodo di torbidi che sconvolgerà l'Unione per molto tempo. Il generale Dam manterrà il potere per due anni cercando a suo modo di restaurare la compattezza dell'Unione adottando una politica favorevole alla conciliazione fra elfi e umani, ma l'elezione di un Presidente del Direttorio reazionario e xenofobo, Malros Shadowbane, provocherà una nuova massiva ribellione degli umani oltre a una diserzione in massa fra le file dell'esercito. Nelle regioni occidentali viene proclamata la Repubblica di Sarmatia, un governo separatista che dichiarerà guerra aperta all'Unione: il disastro provoca un secondo colpo di stato da parte del generale Dam che depone il Direttorio per la seconda volta in tre anni. E' l'inizio di una politica di convivenza pacifica fra l'Unione e i separatisti della Repubblica di Sarmatia oltre che l'inizio del governo personale del generale Dam che reggerà Carandor con mano ferma e pugno dif erro intervenendo fra l'altro nella guerra civile Frostlings. Nel 3927 unos candalo sconvolge la repubblica separatista quando si scopre che l'uomo forte dei separatisti, il comandante Elias Karston, ha complottato segretamente contro gli elfi dell'Unione accettando persino di mandare a morire i propri stessi soldati pur di mettere in cattiva luce il comando elfico, l'Unione e gli elfi in generale. La morte di Karston, ucciso dai suoi stessi soldati e la ribellione che sconvolge Sarmatia (una vera propria guerra civile nella guerra civile) sembrano fornire una ottima occasione al generale Dam per riunire i due tronconi dello stato ma mentre si appresta a muovere con le sue truppe per riportare l'ordine egli verrà assassinato a tradimento dal redivivo Malros Shadowbane, desideroso di riportare in auge il Direttorio. La fanatica xenofobia del nuovo uomo forte peraltro provocherà un nuovo ammutinamento dell'esercito che muoverà sulla capitale massacrando Malros Shadowbane e i suoi golpisti. Stanchi del caos imperante i militari appoggeranno questa volta un ritorno al Direttorio ammettendovi due membri umani nel tentativo di sanare la spaccatura fra uomini ed elfi. Sarmatia però, lasciata a sè stessa, verrà travolta dall'invasione di Lady Vashti. Migliaia di profughi si riversano ad ovest, nel territorio rimasto all'Unione venendo accolti con sollecitudine e generosità: i molti atti di carità e soccorso operati dagli elfi verso i profughi umani saranno uno dei fattori che porranno finalmente fine alla lunga ostilità fra le due razze.
Carandor non è in grado di affrontare la Caduta Vashti e le sue due alleate, Diksha e Selvana, ma la minaccia dei non morti e il timore delle conseguenze del crollo dell'Unione inducono gli stati vicini a volgere le proprie forze in aiuto dello stato carandoriano. Una coalizione si forma comprendente Unione di Carandor, Il Regno di Minnonar, il Regno di Ishitara ed il Dominio dei Frostlings: gli eserciti dei quattro alleati ingaggiano una serie di durissimi scontri con il Covenant riuscendo a sopraffare l'esercito di Selvana e respingere a nord Diksha e i suoi soldati. Il territorio dell'Unione viene interamente liberato. Le prospettive di ulteriori conquiste svaniscono però a causa dell'improvviso scoppio della seconda guerra del nord. Carandor, alleata di Minnonar, si trova in guerra contro la coalizione formata da Sylvania, Formicaio e Arpie. Sylvania in particolare, con un vile tradimento, coglie completamente di sorpresa l'esercito dell'Unione dapprima attirandolo nei propri territori con rinnovate profferte di amicizia e alleanza e attaccandolo poi di sorpresa infliggendogli una disastrosa sconfitta. Per il resto del conflitto l'Unione potrà fare ben poco oltre a ritirarsi e chiudersi a riccio in difesa e nel successivo trattato di pace eprderà in pratica la metà orientale dei suoi territori ma non un solo popolano dato che l'intera popolazione verrà trasferita nel restante suot erritorio. La necessità disperata di trovare alloggio e cibo ai profughi porterà l'Unione a una mossa disperata: approfittando del conflitto fra le due alleanze rivali del Covenant e del Consiglio del Giudizio, l'Unione attacca a sorpresa quest'ultimo riuscendo ad invadere ben tre regioni. Sebbene i Caduti mandino un esercito a fermare l'invasione, l'Unione, grazie anche ad aiuti provenienti da driadi e elfi di minnonar, riuscirà a infastidire i non morti a tal punto che pur di prosegurie il conflitto contro vashti il Consiglio del Giudizio accetterà una tregua che lascerà a Carandor buona parte delle sue conquiste. Non paga, l'Unione si getterà in una nuova guerra, questa volta contro Vashti e il Covenant, sperando di ripetere il gioco riuscito contro il Consiglio del Giudizio. Dopo alcune iniziali vittorie, che porteranno le truppe di Carandor e dei Frostlings loro alleati fino alla necropoli di Evernight, l'Unione subirà il contrattacco della Caduta incassando una sconfitta disastrosa che ricaccerà il suoe sercito sul confine permettendo così al Covenant di attaccar e e sconfiggere separatamente anche l'esercito Frostling. La fine, ingloriosa, della campagna vede Unione e Frostlings comprare una tregua da Vashti a suo di cristalli abbandonando i sogni di conquista.
Gli anni successivi vedranno l'Unione vegetare in uno stato di stanca prostrazione dopo un ventennio ininterrotto di conflitti e guerre civili. Solo con riluttanza, l'Unione interverrà nella Grande Guerra per cercare di aiutare Minnonar ma il crollo dello stato elfico vanificherà questo sforzo tardivo. Negli anni successivi il Direttorio manterrà una politica di pace, sebbene si vociferi che più di un carandoriano accarezzi la velleitaria idea di approfittare dello sfascio di Minnonar per realizzare l'antico sogno di annettere il regno elfico. Non se ne farà niente anche perchè l'Unione subirà l'ennesimo assalto dai non morti, questa volta da parte di Lord Smurgh. Fortunatamente Carandor verrà soccorsa dal Regno della Tempesta. Un forte contingente della Tempesta guidato da Re Stannis infatti giungerà in soccorso ottenendo due belle vittorie e forzando il Caduto folle a ritirarsi nuovamente verso nord. Dopo quest'ultima devastante incursione (la città di Ardovia è stata rasa al suolo e migliaia di civili massacrati) l'Unione ha mantenuto un basso profilo: consolidamento e rafforzamento sembrano essere le parole d'ordine del Direttorio.
 
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Capitolo Terzo: Regno della Tempesta (Precedentemente noto come Regno di Ishitara)

Il Regno di Ishitara/Tempesta chiude ilt rittico dei cosiddetti regni elfici, gli stati la cui origine deriva in tutto o in parte allo stanziamento degli elfi reduci dall'Apocalisse di Tiamat. Come il Carandor, le regioni che ora sono il cuore del Regno della Tempesta erano un tempo parte del reame di Minnonar. Gli elfi che colonizzarono le coste erano in verità assai poco numerosi e a differenza della maggior parte dei propri corrazziali adoravano Solonielle, la capricciosa Dea del Mare, l'unica fra gli dei che a detta delle leggende si innamorò di un mortale e si incarnò in un corpo di carne per potergli stare accanto. In onore della dea questo ramo del popolo elfico si insediò sulle coste a strapiombo fondando piccole città nelle baie e nelle insenature innalzalzando templi dove, sempre secondo le leggende, si celebravano riti bizzarri che a volte attiravano creature mitiche come Kraken e Sirene.
Questa situazione non durò a lungo: negli anni dopo la fine della guerra contro Tiamat Ea era un mondo turbolento: stati sorgevano e crollavano nel giro di poche decine di anni, numerose popolazioni migravano dalle Wastelands cercando una nuova casa, guerre improvvise scoppiavano per ogni dove ora che il nemico comune era scomparso e le antiche passioni e rivalità riaffioravano. Accadde così che un gran numero di profughi raggiunse le coste di Ishitara, per lo più umani che cercavano una nuova patria allontanandosi dalle guerre che hanno sempre afflitto questa razza litigiosa, o fuggendo dall'oscurantismo della Teocrazia di Astera che proprio in quegli anni andava crescendo in forza e potere estendendo via via il suo dominio intollerante e feroce su una sempre più larga porzione delle terre abitate dagli umani. Quali che fossero le loro origini, i nuovi venuti vennero accolti pacificamente dagli elfi che abitavano Ishitara e col tempo finirono per adottarne cultura e religione spinti dalla ammirazione per la sapienza e lo spendore della razza Primognita. A differenza di carandor dove l'antagonismo fra le due razze durerà per secoli, Ishitara divenne il centro di una cultura tollerante e multirazziale. Basti confrotnare la politica dei matrimoni misti: proibita a Carandor e perseguitati i figli risultanti da queste unioni, consentiti e financo incoraggiati ad Ishitara. Col passare del tempo, la composizione razziale delt erritorio finì inevitabilmente a pendere dalla parte dei più prolifici umani mentre i legami col resto di Minnonar andavano indebolendosi fino al giorno in cui i nobilie i maggiorenti di Ishitara elessero uno di loro perchè fosse Re della nazione di Ishitara. Costui, il cui nome era Valerion Crystalbane, aveva peraltro buona parte di sangue elfico nelle vene e all'atto della sua incoronazione inviò una ambasciata d Almarillan per annunciare la nascita del nuovo regno ma anche recando doni e un formale atto di omaggio in cui proclamava sè stesso e la propria casata vassalli dei re di Minnonar. Come era avvenuto con Carandor, anche in questo caso gli elfi non vollero dare inizio a una guerra che percepivano come fratricida, tanto più che il nuovo regno si proclamava suddito e vassallo della Corona. Così dopo alcune discussioni l'ambasciata di Valerion ritornò in patria con l'approvazione e il sigillo del Re. Da allora, e per molti anni a venire, Ishitara rinnovò annualmente il proprio vassallaggio con invii di ambasciate recanti doni e tributi....ambasciate che tuttavia andarono sempre più rarefacendosi man mano che i due regni rpendevano strade separate finchè il vassallaggio non venne tacitamente lasciato cadere. Del resto non sembravano esserci motivi di ostilità fra le due nazioni: non solo Ishitara rimaneva orgogliosa del proprio retaggio elfico ma le sue ambizioni e le sue energie erano rivolte soprattutto al amre, laddove Minnonar rimaneva per geografia e tendenze, uno stato soprattutto continentale.
L'ultimo re della dinastia dei Crystalbane fu Anton III Crystalbane. Innamoratosi perdutamente di una nobildonna straniera ne fece la propria sposa ma sfortunatamente per lui, a questa ultima interessava soltanto il trono e non chi vi sedeva sopra. Pochi anni dopo il matrimonio re Anton andò incontro a uno sfortunato "incidente" e la sua fresca vedova prese il potere esiliando o facendo sparire, rapidamente ed efficientemente, tutti i suoi oppositori. Inioziò così quello che negli annali di tutta Ea viene ricordato come ilr egno della Regina Malvagia. Ishitara divenne una cupa tirannia dominata da una cricca di streghe e favoriti; la stessa Regina era una maga dai poteri non indifferenti ed è probabilmente facendo massiccio uso di questi che stregò e poi eliminò l'ultimo dei Crystalbane. Prolungando innaturalmente la sua vita grazie alla magia di cui era padrona la Regina Malvagia regnò per secoli alimentando il mito che ella fosse immortale: ma la sua politica arrogante e aggressiva le procurò molti, troppi nemici e finì per causare la sua fine.
Nel 3919, soprattutto a scopi autocelebrativi, la Regina Malvagia indisse il grande torneo di Ishitara: una competizione che attirò partecipanti dai quattro angoli di Ea e che avrebbe dovuto rinsaldare il declinante prestigio della sovrana e della sua nazione. Sfortunatamente però la competizione fu teatro di alcuni fatti che ebbero una grande eco: dalla iniquità della formula, che permetteva ai campioni di Ishitara di affrontare solamente il vincitore di tutti gli scontri precedenti saltando le eliminazioni, alle regole cambiate all'ultimo momento per trasformare le finali in scontri all'ultimo sangue (con la morte del campione dragonide di Arkhosia e di quello dei nani della Fortezza Pugno di Ferro) alle voci secondo cui l'intero torneo era stato truccato dalla Regina. Il susseguirsi di scandali creò pesanti tensioni internazionali (la Fortezza Pugno di Ferro finirà addirittura per dichiarare formalmente guerra, nonostante la distanza che rendeva impossibili le operazioni militari). Come se non bastasse, la Regina portò le tasse a un livello intollerabile fomentando lo scontento dei nobili e portando alla disperazione le classi più povere. Isolato all'esterno, in procinto di un collasso all'interno, Ishitara era divenuto improvvisamente vulnerabile e ad approfittarne fu Re Loras di Minnnoar: richiamandosi all'antico atto di omaggio, Loras proclamò la Regina Malvagia una tiranna e usurpatrice e dichiarò guerra sconfiggendo facilmente le forze reali e occupando Porto Lontano. Di fronte alla disfatta, tutto crollò: la flotta di Ishitara si ammutinò e assalì i cantieri reali di Tetroporto mentre nella capitale nobili e popolo si ribellavano: dopo tre giorni di furiosi combattimenti coi costrutti magici della Regina, i rivoltosi ebbero la meglio e presero il palazzo reale. La Regina Malvagia venne bruciata sul rogo insieme a tutte le streghe che aveva personalmente addestrato: i suoi favoriti vennero decapitati, i ministri impiccati come nemici del popolo...le purghe nella capitale andarono avanti per settimane. Nelf rattempo venne negoziato un armistizio con Minnonar mentre si spulciavano documenti e annali per trovare un discendente dei Crystalbane per rendere legale la successione. Infine, con l'approvazione dello stesso Loras, verrà incoronata una diarchia proclamando sovrani l'ammiraglio Shiran Blackion e il generale elfico Elpmilla Du'Anduel entrambi imparentati alla lontana con i Crystalbane. Gli anni successivi vedranno Ishitara assumere una politica di basso profilo unendosi alla cosiddetta Alleanza Elfica con Carandor e Minnonar che supporterà nelle successive guerre contro i non morti. All'interno però la situazione rimarrà turbolenta: l'affermazione di una setta di fanatici nota come il Culto del Kraken provoca disordini a sfondo religioso, specie giacchè si mormora che Shiran Blacklion (che dopo pochi anni, e prcisamente nel 3930, esautorerà Elpmilla diventando l'unico Re di Ishitara) sia un segreto aderente alla setta intento a sovvertire dall'interno le istituzioni reali e la stessa Chiesa di Sononielle. Ishitara interviene anche contro il Dragonato di Arkhosia a fianco di Justa e Minnonar ma sebbene la nazione dragondie venga annientata, Ishitara non ne ricaverà che benefici temporanei occupando una regione che perderà pochi anni dopo alla successiva convulsione politica della regione l'anno del Risveglio del Drago.
Lo scoppio della Guerra dei Giganti vede Ishitara schierata con Minnonar ma lo stato nordico subisce pesanti sconfitte per terra e per mare mentre all'interno la politica favorevole al culto del Kraken con i suoi sacrifici umani e la manifesta intolleranza aliena la potente Chiesa di Solonielle al sovrano; si comincia a parlare apertamente di deporre Re Shiran prima che rovini irreparabilmente il regno. Dopo soli 4 anni di regno un colpo di stato formato da una alleanza fra nobili, chiesa e militari prende il potere deponendo Shiran e mettendo fuori legge il Culto del Kraken; ancora una volta Ishitara sprofonda nel caos e viene nominato un consiglio di reggenza. Dopo quasi un anno di ricerche, viene infine proclamato re Stannis Stormborn discendente di un ramo collaterale dei Crystalbane e con ogni probabilità ultimo esponente dell'antica famiglia reale di Ishitara. Il nuovo sovrano, in segno di aperta rottura col passato, cambia il nome dello stato in Regno della Tempesta e inaugura una politica energica quanto lo stato non vedeva da tempo. Il commercio estero viene favorito in ogni modo e tutte le energie del regno indirizzate alla costruzione di una grande flotta che in pochi anni diventa la più potente di Ea, arrivando a sconfiggere la Flotta Imperiale delle Arpie nella Grande Guerra conquistando il dominio nei mari. Costretto a pagare una indennità onerosa alla fine del conflitto, Re Stannis se ne libererà in fretta e anzi contratterà l'acquisto dell'antica città di Justa in cambio della somma spaventosa di 500 monete: testamento alla prosperità raggiunta dalla Tempesta in appena dieci anni di regno. Impossibilitato ad espandersi sul continente Stannis concentrerà le sue energie sul mare: non c'è isola nei mari di Ea che i marinai del regno non abbiano esploratoe d annesso ogni volta che è stato loro possibile. La caduta di Elenwen, fedele alleato di Stannis, sembra comunque avere scosso la posizione internazionale della Tempesta. Da allora il re ha preferito mantenere un profilo prudente contribuendo in maniera decisiva a respingere Lord Smurgh dalle terre di carandor dopo l'Anno Nero, ma per il resto rimanendo neutrale nei conflitti regionali esplosi dopo la Grande Guerra...anche se si vocifera che i ribelli eldar del Consiglio della Corona siano segretamente appoggiati e riforniti da Stannis.
 
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Capitolo Quarto: L'Impero Rahonavide.

L’orgoglioso popolo sauriano è noto come edificatore di nazioni fin dai tempi più remoti e vanta, se si accettano le rivendicazioni dei loro sapienti, la seconda civiltà più antica di Ea, seconda solamente agli elfi. Sia che si accettino oppure no le pretese sauriane, è indubbio che la cultura e la civiltà del popolo rettiliano attingono ad un retaggio antico, molto più antico di quanto possano vantare le mutevoli nazioni umane o le barbare popolazioni dell’est.
Ben poco si conosce dello sviluppo dei sauriani nelle ere più antiche; da quanto è sopravvissuto delle loro tradizioni scritte e dalle testimonianze degli elfi si ricostruisce il ritratto di una razza fondatrice di imperi e dalla cultura molto sviluppata, più bellicosi degli elfi (tanto che non raggiunsero mai l’unità sotto un unico sovrano) ma senza raggiungere i picchi di litigiosità degli umani, ad esempio. L’Apocalisse di Tiamat colpì duramente i sauriani abbattendo una dopo l’altra le loro nazioni e costringendoli a una dura lotta per la sopravvivenza. È in quest’epoca travagliata che il popolo rettiliano, un tempo uniforme, si divise in nomadi e stanziali. Durante l’Apocalisse essere nomadi aveva grandi vantaggi: l’aver addomesticato gli uritops dava a un tempo mobilità e potenza in combattimento e le vuote immensità delle steppe rendevano facile individuare le armate dei Caduti permettendo di combattere il nemico su un terreno favorevole e, in caso fosse necessario, una via di fuga dalle lente orde di cadaveri viventi. Per contro, buona parte dell’antica sapienza venne perduta. I sauriani che rimasero stanziali salvarono, a prezzo di grandi sforzi, molta parte della antica cultura e sapienza degli stati dei primordi a prezzo però della fuga e della dispersione: incapaci dir esistere alle orde non morte essi fuggirono spargendosi nei quattro angoli di Ea dove edificarono copie più piccole degli imperi che un tempo avevano governato; la nazione degli Hissho del Grande Fiume in particolare venne fondata poco prima della fine dell’incubo non morto e avrà grande parte nel futuro dei sauriani.
Dopo che l’ultimo Caduto fu scomparso nelle profondità delle Wastelands il reame degli Hissho conobbe un lungo periodo di pace e prosperità. Guidata dagli abili sovrani della dinastia dei Nothrochenidi la nazione del fiume raggiunse un alto grado di ricchezza e potenza giungendo a espandersi nelle regioni vicine dopo aver combattuto alcune guerre vittoriose contro gli scomodi vicini Pelleverde, Orchi o Troll che fossero. Altri fastidi giungevano occasionalmente dalle steppe ad est abitate dalle orde nomadi degli Aliurai. Per quanto anch’essi fossero di razza sauriana gli Aliurai erano nomadi delle steppe con molto poco in comune con la raffinata civiltà degli Hissho. Gli scontri di frontiera, le razzie e le scorrerie erano normale amministrazione ma non furono mai un vero pericolo per il regno degli Hissho, non fino a quando tutte le Orde Aliurai vennero unite da un geniale condottiero di nome Arakh Khan. Signore di una delle Orde più potenti Arakh riuscì, dopo anni di lotte, a sconfiggere tutti i khan rivali delle steppe ottenendo, primo nella storia dei nomadi, il titolo di Aliurai Khan, signore di tutte le Orde. Poco dopo il suo trionfo, Arakh radunò un enorme esercito con cui marciare sulle terre degli Hissho: la guerra che ne sarebbe seguita avrebbe molto probabilmente abbattuto la nazione del fiume e la storia dei sauriani avrebbe potuto essere molto diversa, ma in quell’ora fatale il destino dei due popoli, gli stanziali Hissho e i nomadi Aliurai, sarebbe stato deciso dall’ambasciata che la regina Rukhsana III inviò ad Arakh Khan di tutti gli Aliurai con l’offerta di unire i due popoli con un matrimonio. Dopo aver riflettuto per un giorno e una notte solo nella steppa per cercare la comunione con il dio Tanghar, Arakh decise di accettare l’offerta di Rukhsana. L’unione dei due sovrani si rivelò felice oltre che un grande successo di realpolitik e la loro primogenita Rahuneve come regina degli Hissho e Khatun degli Aliurai diverrà la capostipite della dinastia Rahonavide.
Naturalmente la fusione di due popoli di cultura così differente, per quanto affini, non fu né rapida né facile: non mancheranno momenti di tensione fra le due etnie e finanche una breve guerra civile fra un pretendente sostenuto dagli Hissho e uno spalleggiato dagli Aliurai. Tuttavia l’unione si rivelò troppo vantaggiosa e resistente a tutte le prove: tuttora Hissho e Aliurai mantengono buona parte delle proprie peculiarità e stile di vita, pur avendo acquisito un sostrato comune. A contribuire alla fusione fra i due popoli fu probabilmente anche la difficile situazione geopolitica che vedeva il nuovo Impero Rahonavide preso fra vicini bellicosi e spesso ostili. A ovest il Ducato di Sylvania fu sempre un vicino turbolento, a nord si stendevano le lande occupate dai clan degli gnoll con le loro faide interminabili, a sud i territori degli Orchi (e dopo la loro migrazione la selvaggia nazione del Trollheim) erano una continua fonte di guai e infine ad est il Regno di Antichia con le sue ambizioni espansionistiche minaccerà a periodi alterni i confini sauriani fino al suo crollo avvenuto attorno al 3600. Non stupisce quindi il fatto che a lungo la politica Rahonavide fu condizionata dalla necessità di mantenere le frontiere sicure e solo occasionalmente, e sempre con molta cautela, a spingersi in avanti. Grandi traguardi vennero raggiunti nel campo del recupero di una parte della sapienza perduta durante l’Apocalisse; gli imperatori rahonavidi, considerando la propria nazione un’isola in mezzo a un mare di barbarie (non del tutto a torto a dire il vero) daranno sempre grande importanza alla conservazione e all’incremento del sapere.
Durante il regno della regina Athoxa II l’evolversi della situazione internazionale sembrò finalmente creare l’opportunità per una politica estera più attiva: l’anno 3914 vede infatti la creazione di proficui rapporti commerciali con Sylvania. Il conseguente miglioramento dei rapporti col mutevole Conte – Duca ( molti altri fantasiosi titoli verranno successivamente aggiunti) e un contemporaneo accordo con gli gnoll, di recente precariamente uniti in una lasca confederazione di clan capeggiata dalla potente figura del condottiero, permetteranno ad Athoxa di concentrare tutte le forze contro il Trollheim, da sempre una spina nel fianco della nazione sauriana. La guerra coi troll durerà tre anni e nonostante l’aiuto degli gnoll si rivelerà una guerra difficile anche grazie alle capacità rigenerative dei troll, malamente valutate dal comando sauriano, che permette ai Pelleverde di mettere in campo eserciti sempre rinnovati mentre gnoll e sauriani subiscono perdite comparativamente ben più gravi. Fortunatamente la perdita delle regioni agricole dello stato si rivela micidiale per i troll che prostrati da una terribile carestia preferiscono arrendersi senza condizioni. Nonostante lo scarso entusiasmo della corte sauriana per questa soluzione, l’esito della guerra si rivelerà una grande vittoria per i Rahonavidi rimuovendo permanentemente la minaccia del Trollheim. Trasformati in stato vassallo i troll riceveranno negli anni successivi cibo, denaro e missionari sauriani subendo grandemente l’influenza di una cultura e una civiltà tanto superiori alla loro. Col tempo il Trollheim finirà per trasformarsi in un alleato affidabile e una nazione amica contribuendo a difendere il fianco dell’Impero da eventuali nemici…una necessità sempre presente considerando che poco dopo la fine della guerra l’Orda del Tramonto farà la sua breve ma devastante apparizione nella regione. Gli anni successivi alla guerra vedranno l’impero rafforzare notevolmente il proprio esercito: misura che si rivelerà molto saggia visto che nel 3924 il territorio degli gnoll verrà devastato da una invasione di non morti. La possibilità di un crollo della Banda Reale, sconfitta più volte dalle truppe dei Caduti, indurranno la regina Athoxa a mandare tutte le truppe disponibili in aiuto del vicino settentrionale. L’anno dopo un esercito gnoll-sauriano aumentato dal contributo di un contingente da Sylvania e a comando Rahonavide otterrà una brillante vittoria a Coralyne annientando i non morti e salvando la Banda Reale dalla distruzione. La battaglia, divenuta celebre per l’isolamento e la cattura del Caduto Melchior, verrà cantata come una delle vittorie più gloriose della storia dell’Impero. Negli stessi anni la minaccia dei non morti è fatta oggetto di un convegno di magia nella città di Kyrne Lamiya nell’Impero delle Arpie. Per quanto il convegno di per sé sia deplorevolmente privo di iniziative concrete va comunque citato come l’inizio delle relazioni amichevoli fra i sauriani e l’impero meridionale. Successive visite reciproche e persino l’invio a sud di due reggimenti di Uritops, che attraversano praticamente mezzo continente nel loro viaggio, fanno si che i sauriani siano una delle poche nazioni ad avere rapporti cordiali con la nazione governata dalla razza alata. Nel 3929 una nuova invasione di non morti, questa volta guidata dal Caduto Sijansur, verrà respinta da un esercito misto sauriano-sylvaniano ma la situazione ai confini resta pericolosa. Non passano due anni e un nuovo problema richiede l’immediata attenzione della regina: gli gnoll, da lungo tempo confinati in regioni povere ed immiserite e stanchi delle continue guerre con i non morti si sono messi in movimento verso sud. Un intero popolo si stà spostando in una colossale migrazione. Di fronte alla richiesta degli gnoll di poter entrare in territorio rahonavide la regina Athoxa prenderà una decisione gravida di conseguenze concedendo diritto di transito e aiuti in denaro e in cibo…purchè gli gnoll attraversino il territorio sauriano e proseguano a sud, cedendo il loro diritto sulle terre del nord ai sauriani stessi! La Migrazione Gnoll proseguirà per anni interi e avrà per conseguenza la distruzione del regno nanico del Clan del Corvo. Allo stesso tempo Sylvania attaccherà l’altro stato nanico, la Fortezza Pugno di Ferro, approfittando del fatto che i nani del Corvo sono impegnati altrove. Non è esagerato dire che l’ascesa di Sylvania e la distruzione degli stati nanici sono dovuti in gran parte alle decisioni di Athoxa.
La guerra fra nani e gnoll durerà per diversi anni e vedrà anche l'intervento diretto di un corpo si spedizione sauriano quando, dopo le sconfitte iniziali, i nani riusciranno a ricacciare gli invasori gnoll e a circondarne l'esercito principale nella città di Bothar; ma l'intervento Rahonavide, al quale rpesto si affiancherà Sylvania, renderanno il conflitto una guerra a senso unico.
L'anno 3934 è un anno che verrà ricordato nella storia di Ea: è in questo anno che il principe Kairos, mettendo in pratica un antico rituale recuperato dai vassalli troll, aprirà un portale verso l'arcana dimensione dell'Altrove permettendo alla creatura che presto diverrà famosa nel mondo conosciuto col nome di Tamano-no-Mae di entrare nella nostra dimensione. Tamano, appartenente alla razza delle kitsune, chiederà e otterrà poi di convolare in matrimonio con un principe della casa reale, nella fattispecie con lo stesso Kairos legandosi così al popolo sauriano e formando una unione tanto bizzarra quanto duratura.
Lo scoppio della Guerra dei Giganti vede i Rahonavidi schierati insieme agli alleati di Sylvania; peraltro dopo una battaglia iniziale con Carandor, conclusa con una sonora vittoria (grazie anche al fatto che i soldati dell'Unione vengono malamente ingannati da Konrad che dapprima finge di essere alleato dell'Unione per poi attaccarli di sorpresa) vede i sauriani impegnati solo marginalmente. La guerra contro gli stati elfici è piuttosto impopolare e il comportamento disonorevole del duca Konrad non aiuta a renderla maggiormente accetta, per cui i sauriani, sbrigato il loro dovere di alleati, sono ben contenti dir estare fuori dalle battaglie più cruente del conflitto. Con la graduale migrazione degli gnoll verso sud i Rahonavidi cominciano anche gradualmente ad occupare parte delle regioni lasciate libere dalla Banda.
Se i sauriani si msotrano poco interessati a quanto accade a occidente, tanto da tenersi in disparte per tutta la durata della Grande Guerra, non si può dire lo stesso per le frontiere orientali. Nel 3936 iniziano i negoziati con i troll che culmineranno nella fine del lungo vassllaggio imposto al Trollheim, sostituito da una alleanza tra pari. Poco dopo, in alleanza con la Zungaria e la Contea, inizierà la campagna contro il Caduto Syrad Amon. La vittoria verrà ottenuta con sorprendente rapidita e un ridotto costo in vite grazie soprattutto alla magia arcana di Tamano che farà cadere una meteora sull'esercito principale del Caduto. Il corpo celeste, compsoto interamente di giada purissima e trascinato su Ea dal terrificante potere della Dama dell'Altrove, verrà poi utilizzato come materiale di costruzione per una imponente città, la cosiddetta Città degli Spiriti o Città di Giada, considerata a parere unanime di tutti is aggi una delle grandi meraviglie di Ea. Degno di nota è la aprtecipazione di scultori e artisti dell'Impero dell'Arpia, che per qualche ragione si mostra molto interessato al progetto contribuendo in maniera sigificativa alla sua realizzazione.
Il successo contro Syrad Amon viene offuscato dal continuo peggiorare deir apporti con la vicina teocrazia di Agharti che, approfittando delle vittorie sauriane, hanno invaso parte dei territori un tempo appartenenti ai non morti e rifiuta qualsiasi compromesso diplomatico. L'atteggiamento ostile degli Arconti di Agharti finirà per precipitare una guerra nella quale la Teocrazia, trovatasi in guerra con Rahoanvidi, Contea, Zungaria e Nagrond, verrà rapidamente disfatta. I sauriani non fanno a tempo ad esultare che al lato opposto del loro dominio devono subire l'invasione della Caduta Astartes: l'Anno Nero non risparmia nemmeno l'impero Rahonavide. Soverchiatida una orda immensa di non morti e con le truppe all'estremo opposto dei propri territori i sauriani sono costretti a indietreggiare e soltanto l'intervento a loro favore dei troll e degli gnoll evitano guai peggiori. Ancora una volta arisolvere la situazione è il terribile potere di Tamano-no-Mae: una foresta di dalie carnivore evocata dalla potenza della creatura dell'Altrove decimerà le forze di §Astartes permettendo alle truppe asauriane alleate di dare l'assalto e conquistare la stessa necropoli di Carcharoth.
 
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Capitolo Quinto: la Teocrazia di Astera

Il compito dello storico che volesse scrivere una storia esaustiva delle nazioni umane è notoriamente una fatica di Sisifo. Già prima dell'Apocalisse gli umani erano la razza più diffusa su Ea ma anche la più litigiosa, la più pronta a suddividersi in una miriade di regni, repubbliche, imperi, stati e staterelli. Su questa messe di nazioni l'Apocalisse passò come una falce annientandone non soltanto l'esistenza ma ahimè anche la storia: pochi frammenti ci rimangono di quello che fu prima dell'Apocallisse, un nome di una nazione o di una città, qualche rovina, qualche frammento. Chiunque abbia studiato anche solo in parte i tempi dell'Apocalisse ne comprenderanno facilmente il perchè: i loro regni spazzati via e i loro simili sterminati in numero incalcolabile, gli umani fuggirono e si dispersero ai quattro venti; troppo impegnati a sopravvivere per cercare di conservare cose del tutto superflue come libri e trattati di sapienza in massima parte ricaddero nella barbarie.
Per la razza umana l'Apocalisse fu una sorta di grande diluvio al termine del quale si dovette ricominciare tutto da capo: solo con molti secoli di ritardo rispetto agli elfi e ai sauriani gli uomini cominciarono nuovamente a costruire delle nazioni degne di questo nome e in molti luoghi regredirono a uno stato semibarbaro come coloro che vennero forzatamente annessi dall'Unione di Carandor.
Nel panorama delle nazioni che gli uomini fondarono una volta intrapresa la risalita della lunga china discesa durante gli anni più bui in cui Ea era alla mercè dei non morti, non possiamo non nominare la Teocrazia di Astera: sebbene questa naziuone sia da lungo tempo scomparsa i Magistri lasciarono una impronta duratura sulla storia del mondo conosciuto e non è esagerato affermare che molti degli stati odierni (Britannia in particolare) risentono ancora delle conseguenze di ciò che venne fatto secoli fa in nome del dio Astera.
La Teocrazia nacque infatti in un primo tempo come una semplice gerarchia all'interno della Chiesa del Divino Astera, il dio patrono dell'umanità. Il Magister Astrum, eletto a vita dal Consiglio degli Illuminati, era niente più che un capo religioso il cui compito principale era vigilare e coordinare gli sforzi dei credenti in un tempo in cui legge ed ordine erano solamente un ricordo. Inizialmente la Chiesa del Divino Astera esercitò una influenza positiva accogliendo nelle sue file fuggiaschi e profughi dando loro una istruzione e un futuro, sebbene fin dall'inizio manifestasse un certo fanatismo censurando spietatamente ogni pensiero che potesse essere ritenuto dissenziente rispetto alla educazione impartita. Ahimè, molti di quei pochi frammenti di storia e cultura umana sopravvissuti all'Apocalisse vennero distrutti senza pietà dalla Chiesa del Divino Astera man mano che essa si diffondeva e si rafforzava. Nel vuoto seguito al termine dell'Apocalisse il Magister Astrum e la sua organizzazione religiosa erano un'ancora di stabilità che garantiva ordine e sicurezza: non passò molto tempo prima che un Ordine Militante venisse fondato per difendere la Chiesa da qualunque minaccia, si trattasse di sacche residue di non morti, di predoni o razziatori e financo delle altre razze che cercavano a loro volta di costruire il proprio futuro. Infine sotto il ventiduesimo Magister Astrum, Aloysius Prassiris, la Chiesa del Divino Astera proclamò la nascita della Teocrazia di Astera, propria diretta emanazione ed ecumene di tutti i credenti. Man mano che cresceva e si sviluppava assorbendo le popolazioni circostanti la Teocrazia diveniva sempre più fanatica e intollerante. Il Panteismo, la fede in Ognidei che aveva permesso alle molteplici razze di Ea di unirsi contro il comune nemico venne ufficialmente bandita dopo nemmeno trenta anni dal proclama di Aloysius. Sotto il ventiseiesimo Magister Astrum, Basilius Tatzes, venne proclamato che il Divino Astera Creatore e Padre della razza umana aveva decretato che di tutte le razze esistenti su Ea solamente gli uomini erano puri e degni della salvezza: tutte le altre razze non erano che esseri inferiori e le loro credenze, sozze eresie che andavano represse con la forza. Da qui a decretare che le razze non umane potevano e dovevano essere utilizzate come schiavi il passo era breve e venne raggiunto poco dopo.
In tempi normali una simile nazione fanatica, xenofoba e inerentemente ostile a qualunque altra entità statale avrebbe probabilmente avuto vita breve...ma quando la Teocrazia iniziò a lambire i confini dei regni elfici ormai era una entità politica che dominava un territorio immenso all'incirca dall'odierno minnonar a partire dalla regione di Drakenloft fino ai confini della odierna Contea. A nord occupava tutto il territorio delle driadi e una ampia fetta della stessa Sylvania mentre a sud controllava l'intero territorio di Britannia e si spingeva a sud fino alla città di Aravesia. Guidata da un governo fanatico ma che aveva un largo supporto fra la popolazione e dotata di un esercito di guerrieri altrettanto fanatici la Teocrazia finì col diventare lo stato più potente del Mondo Conosciuto abbattendo e assorbendo ogni altro territorio abitato da umani e imperversando nelle regioni abitate da non umani con feroci invasioni che portavano invariabilmente lunghe colonne di schiavi deportate nel cuore della Teocrazia in condizioni miserevoli per vivere una esistenza di fatiche e persecuzioni.
Infine l'espansione della Teocrazia troverà il suo limite naturale una volta che i suoi confini toccheranno quelli di potenze decise a resistere ai Magistri: ad ovest il Regno di Minnonar, a sud lo Sceiccato di Ashran e a nord il Ducato si Sylvania. Quest'ultima in particolare si rivelerà un osso durissimo per la Teocrazia. Sorta anch'essa dal caos seguito al termine dell'Apocalisse, Sylvania ebbe fin da subito una fama piuttosto oscura. Voci riguardanti l'uso massiccio di magia caotica, dell'evocazione di spiriti e non morti di basso rango e altri malefici si ritrovano in molti dei resoconti sopravvissuti fino a noi. Un nome in particolare emerge sinistro da tutti i manoscritti ed è il nome di Vlad von Castein primo signore di Sylvania della propria famiglia a seguito del suo matrimonio con Isabella von Drak, ultima erede della precedente dinastia. Nei volumi di storia conservati nelle biblioteche dell'antica taraska, Vlad viene definito un servitore di Tiamat, potentissimo stregone di magia nera e praticante di riti innominabili. Fatto stà che Vlad von Carstein divenne presto famoso come "Il Terrore del Nord" per via delle sue campagne sanguinose che condusse in tutto il settentrione del mondo conosciuto. Ben tre volte, a quanto risulta, la Teocrazia proclamò delle Crociate contro Sylvania e per tre volte i suoi eserciti vennero respinti. Solamente dopo trent'anni di guerre intermittenti un Comandante Inquisitore riuscì a sconfiggere ed uccidere Vlad ponendo fine al suo regno di terrore: sfortunatamente l'Inquisizione di Astera mise il suo sigillo su tutto quanto riguardava Vlad e la sua supposta abilità nella magia del caos quindi ad oggi abbiamo ben poche notizie su di lui e sulla sua lunga guerra contro la Teocrazia di Astera.
Con la vittoria su Vlad la Teocrazia raggiunse l'apice del suo potere e la sua massima estensione: ma la presa della Teocrazia su Sylvania si rivelò precaria. Troppe risorse erano state spese per sconfiggere Vlad e ad ovest Minnonar era considerato una minaccia altrettanto grave nonostante il pacifismo del regno elfico: ma il Magister semplicemente non poteva tollerare una nazione di alta cultura e sviluppo così vicino al suo confine, che avrebbe potuto fare venire strane idee in testa ai suoi sudditi. La Crociata contro Minnonar venne lanciata ad appena tre anni dopo la fine delle guerre contro Vlad ma si concluse in un disastro: gli elfi si erano da tempo preparati all'eventualità di una guerra e quando le truppe della Teocrazia entrarono nelle foreste di Minnonar caddero in una imboscata e vennero in buona parte distrutte. La disfatta costrinse il Magister Mion Leti alla pace e pochi anni più tardi il governatore di Sylvania venne assassinato sancendo la perdita del controllo sulla regione. Mion non si sentì di tentare una nuova invasione con le sue forze ridotte e preferì rinunciare a Sylvania che prestò tornò ad essere governata da un altro membro della numerosa famiglia von Carstein. Le cose non andavano meglio a sud dove lo Sceiccato di Ashran, una nazione allora potente che governava buona parte dei territori dell'odierno Impero delle Arpie, bloccava fattivamente ogni velleità dei Magistri verso sud. Ricchi grazie a un commercio fiorente gli sceicchi videro sempre la Teocrazia come una minaccia e pur non dichiarando mai guerra, fecero sempre il possibile per infastidire il vicino settentrionale.
Frattanto all'interno della Teocrazia si stavano verificando profonde trasformazioni: in particolare andava diffondendosi una nuova interpretazione del culto di Astera che andava a minacciare dalle fondamenta lo stato teocratico. La dottrina dei Veri Credenti, come allora chiamavano sè stessi , propugnava una visione molto diversa del Dio Patrono dell'Umanità. Non più il Divino Astera che avrebbe salvato gli Umani suo unico Popolo Eletto, bensì Astera il Padre Celeste, il Creatore dell'Umanità che nella sua infinita saggezza accoglieva nel suo regno le anime dei giusti, indifferentemente dalla loro razza di appartenenza. Nata come una congrega visionaria, pacifista e in verità piuttosto bizzarra, la Setta dei Veri Credenti conobbe una forte diffusione fra i disillusi cittadini della Teocrazia, fra i nobili ansiosi di scrollarsi di dosso il giogo della Chiesa del Dino Astera, e in generale fra i dissenzienti di ogni tipo. I Magistri reagirono con misure repressive sempre maggiori mentre al tempo stesso cercavano di ricostruire la forza militare della Teocrazia ma notoriamente le persecuzioni, anche le più atroci, non bastano a sradicare la fede dal cuore degli uomini.
Nel 3644 un grave scandalo coinvolge il Duca di Sylvania: da alcuni anni infatti con un rivolgimento politico degno di un camaleonte il Magister Dyon Spatzis in cerca di alleati si era rivolto al Duca di Sylvania concedendogli persino il titolo di "Custos Asteris" in cambio della sua lealtà. Sfortunatamente per la politica del Magister venne presto alla luce che come il suo avo anche l'attuale Duca di Sylvania era coinvolto nell'uso di magia oscura ed evocazione di non morti. Lo scandalo conseguente, unito alle feroci persecuzioni ordinate a loro danno portarono allo scoppio dell Rivolta dei Veri Credenti, una ribellione a sfondo religioso che staccò quasi metà del territorio della Teocrazia dal controllo del Magister precipitando lo stato nella guerra civile. Tanto basso era ormai il rpestigio del Magister Dyon Spatzis che il generale in capo Kasterius Deodatos si ribellò al Magister Astrum e marciò con le truppe sulla capitale e città santa Astera annientando la Guardia del Tempio ed epurando il consiglio degli Illuminati. Dyon Spatzis riuscì a fuggire e rifugiarsi all'estero dove scomparve dalla storia e lo stesso Kasterius Deodatos venne eletto Magister Astrum da un ossequiente Consiglio degli Illuminati.
Il primo atto del nuovo Magister fu cercare un accordo con i Veri Credenti: la rivolta venne pacificata ma solo a prezzo di una lunga serie di concessioni. Il Consiglio degli Illuminati venne ampliato e molti esponenti dei Veri Credenti entrarono a farne parte mentre il culto ufficiale venne pesantemente riformato. Tutte queste concessioni vennero però viste come una resa senza condizioni dalle fazioni che si oppongono ai Veri Credenti e inoltre è ben difficile far dimenticare che per la prima volta nella sua storia un Magister Astrum, l'eletto di Astera, è stato deposto da una ribellione dell'esercito. La ribellione ha sconvolto la Teocrazia e il suo apparato militare è ai minimi termini: più volte negli anni successivi eserciti drow emergono dal cosiddetto "Grande Buco" per effettuare razzie nel territorio della Teocrazia. Il tentativo di Kasterius di condurre una politica estera nuova stipulando trattati anche con nazioni non umane è l'ultima goccia: dopo soltanto due anni dalla sua presa di potere il generale viene deposto e assassinato da una congiura degli Illuminati. Nuovo Magister Astrum viene eletto Alledon Tassetis, un moderato, che cerca una politica di compromesso fra le fazioni abbandonando la politica riformista di Kasterius (compreso l'annullamento di molti trattati sottoscritti da questi). Sebbene Tassetis sia nel complesso un buon governante la sua elezione segna una svolta in negativo per la Teocrazia. Indebolita pesantemente da anni di rivolte e colpi di stato la nazione avrebbe bisogno di un lungo periodo di pace per riprendersi ma fuori dai suoi confini si stanno addensando nubi minacciose: da est attraverso le steppe nomadi umani e dragonidi puntano verso ovest in cerca di nuove terre dove stabilirsi. A sud stà sorgendo la potenza dei Rakshasa che da li a pochi decenni abbatteranno lo Sceiccato di Ashran e le azioni di Tassetis hanno ormai alienato ogni potenziale alleato fra quei pochi che erano disposti a collaborare con la Teocrazia: ma la cosa peggiore è la perdita di prestigio del Magister Astrum che da figura inviolabile è ormai divenuto oggetto di intrighi, complotti e assassinii. E' quindi dolorosamente evidente come nonostante la moderata ripresa verificatasi durante il regno del Magister Alledon Tassetis la Teocrazia come nazione era ormai avviata verso la decadenza, decadenza disastrosamente accelerata dal suo isolamento diplomatico, dalle discordie religiose e dalle invasioni straniere. Nel 3694 i dragonidi varcano i confini delle terre dei goblin e li sconfiggono pesantemente nella piana di Goblinkal. I goblin pagarono pesanti tributi al koharik dragonide proponendogli allo stesso tempo una alleanza contro gli stati più ad ovest. Nel 3697 una incursione dragonide-goblin sconfigge le truppe della Teocrazia e avanza saccheggiando fino a Taraska. Nel 3699 i Rakshasa abbattono lo Sceiccato di Ashran e premono sul confine sud della Teocrazia. Il 3704 è l'anno decisivo: dragonidi e Rakshasa si alleano e invadono contemporaneamente il territorio della Teocrazia da nord e da sud. Il Magister Astrum Nicomedes Zimiskes è costretto a ritirarsi di fronte alla superiorità numerica del nemico e si schiera a difesa della città santa dove si combatte l'ultima battaglia della Teocrazia: il Magister e la Guardia del Tempio cadono combattendo e con loro la Teocrazia. La città di Astera viene saccheggiata, incendiata e rasa al suolo: leggendaria in particolare la furia dei Rakshasa dai racconti pervenuti fino ad oggi. Successivamente i dragonidi muoveranno verso ovest fondando il Dominio Arkhosiano mentre Taraska e i territori limitrofi verranno occupati dai Rakshasa il cui maharaja si stabilirà in quella che era stata la seconda città della Teocrazia per fondarvi l'Impero di Lanka. Il crollo della Teocrazia verrà completato dalla ribellione degli schiavi non umani che coglieranno l'occasione per abbattere i loro odiati padroni; gli stati nanici dei Clan del Corvo e del Pugno di Ferro nasceranno da una di queste rivolte.
Col passare dei secoli ben poco è rimasto dell'antica Teocrazia: la città santa di Astera, meraviglia dello stato, è scomparsa e non ne rimane che qualche rovina di scarso interesse archeologico. Ad ovest i dragonidi scacciarono gli umani da una vasta regione saccheggiando e distruggendo: le nuove città che sorsero più tardi ebbero interamente carattere dragonide che si è conservato fino ad oggi nonostante il Dominio Arkhosiano sia a sua volta scomparso da molti anni. Nonostante tutto però la cultura e la religione della Teocrazia sopravvissero: la fede in Astera, nella sua versione riformata praticata dai Veri Credenti prosperò e si diffuse soppianando quasi ovunque la Chiesa del Divino Astera e ancora oggi le preghiere che si innalzano verso il patrono dell'umanità lo fanno in nome del Padre Celeste anche se nessuno più ricorda lo scisma e i Veri Credenti. Nel territorio occupato dai Rakshasa una rivolta abbatterà la tirannia del maharaja e poterà alla nascita di Britannia, una nazione la cui cultura è per molti versi debitrice della vecchia Teocrazia. Persino a Sylvania si può ancora ritrovare qualche frammento della Teocrazia sopravvissuto al regime dei von Carstein a dispetto di ogni probabilità. La Teocrazia fu per molti versi tirannica e il suo fanatismo feroce; difficile dare un giudizio positivo del suo operato complessivo attraverso i secoli, e tuttavia fu la prima nazione umana a sorgere dal caos dell'Apocalisse e inevitabilmente ha lasciato la sua impronta su tutte le nazioni sorte in seguito. Nel bene e nel male l'ombra della Teocrazia di Astera è ancora oggi su tutte le nazioni degli uomini.
 
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