[FRB] Tribuna politica

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Chosen one
Dagli studi di TV1, la giornalista Martina Trustivopic, presenta il programma di approfondimento 'Politika'.

Alla vigilia delle elezioni federali, la situazione politica interna al Paese, dopo anni di estrema tumultuosità, quasi al limite della lotta armata, conosce un periodo di tranquillità.

Complice l'ascesa della coalizione targata PDF-PAE, il paese ha conosciuto finalmente dopo anni di allerta nazionale, culminati con l'invasione/riconquista dell'ex provincia separatista del Kosovo alla vigilia della sua unione con l'Albania, un periodo di pace e prosperità.

L'intelligente governo di Njego, nato da un ampio movimento pacifista, liberale e socialdemocratico é riuscito ad affermarsi nei confronti della precedente conduzione ultra-nazionalista dell'ex Primo Ministro Vasic.

Se mai si chiedesse ad un ragazzo di Belgrado quale sia stato l'evento epocale nella storia europea dall'inizio degli anni 2000 non avrebbe detto l'unione militare dei paesi europei nel TDE, o la guerra civile in Russia o la nascita dei SUM; direbbe senza dubbio la foto che ritrae una coppia mista serbo-albanese di Pristina che si bacia avvolta nella bandiera della 4° Repubblica Federata Balcanica del Kosovo & Metohija.

La transizione, la concreta realizzazione democratica, financo alla singolare elezione di un ultranazionalista come Memhet, presidente del MFA, a primo presidente della Repubblica del Kosovo, ora riconosciuta quale quarta repubblica federata; un personaggio dalle dichiarazioni passate molto forti verso l'elemento serbo ma ora riciclatosi abilmente in chiave democratico-conservatrice e ben felice di un accordo con Belgrado.

La crescita della ricchezza, il lavoro che tornava timidamente, la pulizia negli apparati statali, il grande lavoro svolto dalle forza di pulizia nell'affermazione di un'immagine ripulta del paese e delle Forze dell'Ordine, la normalizzazione dei rapporti coi vicini ed infine l'unione con un paese storicamente rivale della Serbia come la Bulgaria.

La FRB é cambiata molto e sembra che la ciliegina sulla torta siano stati i Mondiali di calcio appena disputati; un'occasione per far vedere di nuovo, con orgoglio, il frutto della fatica delle genti balcaniche, la collaborazione ed il ritorno alla convivenza ed alla fratellanza.

L'Università di Pristina che riapre, l'eliminazione delle classi etniche, le moschee ricostruite a fianco delle chiese, i pope ed i muezzin che benedivano di nuovo non combattenti o carri ma giovani sposini, case, campi e messi; la voglia di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare a vivere.

Il governo in scadenza di mandato ha portato davvero molte cose, ma al pubblico vogliamo dire: cosa succede ora nella politica della Federazione?

Sembra quasi fuor d'ogni dubbio che l'accoppiata vincente PDF-PAE esca vincitrice dal nuovo confronto elettorale; troppo sbilanciato il rapporto tra promesse fatte e mantenute dalla nuova coalizione democratica e l'incubo di un nuovo decennio sotto la guida degli ultranazionalisti panslavi.

Ma é così monolitica questa 'Coalizione dei volenterosi'?
Andiamo a vedere.


I sondaggi dell'ultim'ora danno le seguenti intenzioni di voto:

PDF 43
PFUS 21
PAE 19
MNA 9
PB 5
MFA 3

La coalizione al governo prenderebbe, quindi, qualcosa come il 62% (43% PDF e 19 PAE) dei voti andando a formare un blocco difficilmente ricattabile dai piccoli partiti così da qualsiasi colpo di mano legislativo del PFUS; seguirebbe il PFUS dell'ex premier Vasic col 21% delle preferenze. Infine il MNA, un partito scissionista del PFUS di matrice ortodossista-conservatore col 9%, un partito in odore di connessione con la disciolta organizzazione paramilitare OBRAZ, sorta negli anni '10 del nuovo millenino come ala politica della galassia paramilitare fondamentalista cristiano ortodossa.
Chiudono il PB al 5% ed il MFA al 3%, poco sopra la soglia di sbarramento del 2%.
Il PB rappresenta l'ala oltranzista di eredità titoista; propugna un ritorno al modello socialista, una rottura totale dei rapporti con gli americani e gli europei e l'apertura di una nuova Internazionale Socialista con paesi quali Cuba ed il Brasile.
Il MFA é invece il vecchio partito di rappresentanza etnica degli albanesi, nato dalla confluenza di tutte le forze politiche shqipetare e con parecchi rappresentanti illustri del vecchio UCK riciclatisi alla politica; governa in accordo con l'ala locale del PDF-PAE la nuova Repubblica del Kosovo e Metohija.

Partito Democratico Federale

Il PDF con la guida di Njego ha ottenuto successi strabilianti e fatto fare il salto di qualità alla Federazione, staccandola dal languore post-RFJ in cui stagnava l'unione di una martoriata Serbia con Montenegro e Macedonia a guida Vasic e riconquistandosi la fiducia del mondo.
La Federazione può ora sedersi all'ONU come un paese rispettato ed una interessante destinazione per gli investimenti esteri, con un rating finanziario stellare, finanze solide, ottimi indicatori interni ed un intenso piano di ristrutturazione infrastrutturale appena varato da quasi 60 miliardi di dollari in 5 anni; cosa che ha portato di nuovo lavoro per i cittadini e nuove possibilità di far ripartire l'economia con l'indotto.

Ma la situazione é così rosea all'interno del partito?
In realtà, nonstante gli ottimi successi in politica estera, all'interno del paese e nell'economia e diplomazia anche il PDF, così come la Federazione stessa, soffre della cosiddetta 'sindrome balcanica'.

Questa originale 'sindrome politico-culturale' é stata descritta per la prima volta da un giornalista italiano, tale Fabio Gerard, successivamente scomparso dalle cronache mentre seguiva un servizio sulla pulizia etnica compiuta dall'UCK nel nord del Kosovo.

Secondo l'analisi di questo giornalista la Serbia, così come tutti i paesi balcanici di tradizione slava (quindi anche la FRB) soffrono si una sorta di sindrome bipolare collettiva in base alla quale costantemente dentro di sé aspirano all'assimilazione ed unificazione con un Occidente europeo visto come prospero, attraente e simbolo di pace e ricchezza.

Al contempo dentro di ognuno rimane forte l'attitudine a quella consapevolezza di essere sempre qualcosa di diverso, frutto di una tradizione storica tragica e bellissima, ancorata a valori alienati nella nebbia del tempo e delle lunghe guerre balcaniche ed ad una visione della fede, della terra e del lavoro diverse, non ultima l'esperienza socialista titoista. Una contastante situazione in cui si desidera divenire qualcosa di diverso combattuti con un senso interiore di tradimento delle proprie radici.

Nonostante, infatti, sia passato perlopiù inosservato all'estero, nella Federazione e nel PDF non é affatto sconosciuto un dibattito interno sul reale rapporto con l'Europa che il Paese dovrebbe avere.

Sono state infatti puntualmente fatte notare non solo il relativo disinteresse da parte dei 'Grandi' per l'integrazione europea del paese, bloccato da un cavillo sollevato dagli ex amici ellenici (ricordiamo infatti come durante la guerra in Bosnia, Atene fu bandita dai tavoli strategici con l'accusa -unica nella storia dell'alleanza atlantica- provata, di aver passato informazioni, armi e paramilitari ai serbi di Bosnia, il nemico in questione) ma anche un certo snobbismo verso il Paese da parte dei grandi paesi europei che, ancora, vedono la FRB come una Serbia più grande affidabile solo fino a quando non scoppierà la prossima violenza etnica e da tenere in una sorta di limbo dorato come la Turchia prima del proprio ingresso nell'UE.

Un paese cioé da invogliare con decine di titoli di partenariato ed attestazioni di fiducia ed amicizia, ma con il quale non sedersi mai al tavolo da pari reputandolo un paese fondamentalmente ed inguaribilmente violento e barbaro dietro alle facciate fatte di sorrisi e strette di mano.

Un comportamento che, ovviamente, trova la base nell'euroscetticismo di fondo che pervade ancora il paese e che é stato solamente messo da parte dovutamente al piccolo miracolo economico conosciuto dalla Federazione ed a qualche timida iniziativa dovuta, perlopiù, a singole iniziative diplomatiche con le quali sono state riconosciute a Belgrado i grandi passi in avanti fatti ed il ruolo obbligatorio di paese guida dei Balcani democratici.

Un euroscetticismo che, di pari passo col tradizionale pragmatismo degli anziani dei caffè turchi (tradizione antichissima diffusa in tutti i paesi storicamente legati alla Sublime Porta) porta a domandarsi se sia da ripensare un modello di totale assimilazione europea a favore dello sviluppo di una tradizione democratica imperniata sulle peculiarità balcaniche.

Detiene, in ogni caso, l'assoluta maggioranza la cosiddetta corrente dei 'picconatori', così chiamati dal piccone portato da Njego alla prima seduta del nuovo governo nel quale dichiarava:"Con questo voglio abbattere il muro dell'odio che ci divide; non vogliamo mai più guerre in Patria, vogliamo solo pace e lavoro". Zelante e quasi religiosamente fanatica per i successi di Njego, questa corrente di maggioranza del PDF si esprime totalmente nello slogan: Europa-Democrazia-Lavoro. Non sembra in alcun caso in pericolo la fede quasi cieca del Governo verso l'Europa, sentita sinceramente come un modello intoccabile, quasi protetto dall'ortodossia di voler chiudere col passato in nome dell'Europa.

Partito Federale dell'Unità Slava

Il Partito, dopo la grave crisi seguita all'invasione del Kosovo, ha vissuto un'emorragia di voti tali da portarla a perdere qualcosa come più del 30% delle preferenze, vivere la traumatica esperienza di un'epurazione interna dei vertici militari di cui moltissimi tra i più fedeli all'ex Premier Vasic, una generale cacciata totale da tutti i posti di controllo della Pubblica Amministrazione ed un esilio politico che in diverse occasioni ha portato diversi deputati di maggioranza ad abbandonare i seggi durante gli interventi di deputati di PFUS.

Il partito rimane forte nelle tradizionali roccaforti ex-serbe e, complice un senso di 'caccia allo slavo' perpetrata dagli ambienti più ostili alla NATO ed all'UE ha fagocitato anche le frange nazionaliste più estreme in Montenegro e Macedonia, così come nell'ex Repubblica Srpska di Bosnia in nome di un nuovo forte revival nazionalistico panslavo.
La Russia é vista sempre come l'unico vero alleato ed il modello assoluto di riferimento in tutto.

Malgrado ciò la grave sconfitta elettorale e l'isolamento politico seguente hanno portato a mutare un pensiero critico anche verso Mosca, ritenuta colpevole di un appoggio di facciata e della mancanza di forti ed autentici atti di appoggio al governo Vasic nel momento del bisogno.
Un senso di tradimento maturato nell'ottica di una progressiva ghettizzazione vissuta dai militanti del partito nella vita pubblica.

La tenuta alle prossime elezioni é incerta e non é improbabile l'implosione in una miriade di partitini, con ottime prospettive per un partito conservatore-moderato che, ripulendosi dall'ingombrante eredità della guerra potrebbe presentarsi quale forza di governo credibile per i cittadini e che, secondo le stime degli analisti, potrebbe attestarsi intorno al 15% dei voti.

In ogni caso é da ritenersi un fallimento per il governo e per l'Europa la presenza, aperta, alla luce del sole ed ancora forte specie nele fasce proletarie e popolari di un nazionalismo panslavo oramai radicatosi e capace di incorporare tutti i nazionalisti balcanici in nome del Panslavismo e dell'Ortodossia.

Partito d'Alleanza Europeo

Il giovane PAE é l'espressione liberale della società balcanica, vicina ideologicamente e non solo agli Stati Uniti e desiderosa di staccare il paese dall'ingombrante eredità socialista e centralista.
Il partito di Minic ha conosciuto un discreto exploit per un Paese dove il liberalismo é ancora visto con sospetto e dove una autentica cultura liberale democratica al governo non c'è mai stata.

L'obbiettivo dichiarato é l'integrazione in Europa ed una rivoluzione interna affinché si creai un asse stabile con gli USA, preferibilmente di stambo liberale. Minic ha un ottimo curriculum politico e nel Paese é molto rispettato, così come a livello europeo ed internazionale rappresenta, con Njego, il volto pulito e presentabile della FRB.

Paradossalmente l'ostracismo greco potrebbe portare il partito vicino ad una destra conservatrice pro-europea, se mai uscisse dal PFUS nell'ottica di superare una politica estera del governo verso la Grecia ritenuta, dal PAE, troppo morbida ed arrendevole.
Glogovac infatti é stato infatti accusato, insieme a Njego di non aver sufficientemente fatto pressioni sugli alleati del Paese, paventando la ricerca di alleati più leali e vantaggiosi, e di una politica di 'zero contrasti' portata avanti dalla FRB nella sua politica estera.

Movimento Nazionale Autonomo

Il Movimento Nazionale Autonomo riunisce l'ala nazional-conservatrice di matrice ortodossa del Paese.
Ha rappresentato, nonostante le immediate connesioni politiche immaginabili, il peggior nemico del governo di Vasic, accusato di una politica 'eretica', cieca nell'incapacità di una solida alleanza con la Russia ed i paesi ortodossi e di un atteggiamento di conservatorismo solo di facciata.

Nekic, il leader del partito, ha raccolto l'ala conservatrice del Paese desiderosa di una svolta maggiormente conservatrice ma ostile alla politica giudicata estremamente militarista, a tratti autoritaria, del governo Vasic. Alle elezioni giocherà sicuramente sul pericolo di una eccessiva occidentalizzazione della Federazione, colpevole l'arrendovolezza coi musulmani in Kosovo (considerati quinte colonne del terrorismo bosniaco salafita) e verso un'Europa giudicata arrendevole verso l'Islam e verso il capitalismo sfrenato.

Partito Balcanico

Come da tradizione, in ogni paese storicamente interessato dal socialismo reale, anche la FRB esprime un movimento neo-comunista.
Il PB infatti, 'uscito a sinistra' dall'ex maggioranza del PFUS ha criticato apertamente la svolta 'fascista e borghes'e del governo, incapace di assicurare ai lavoratori della Federazione un avvenire dignitoso. Vasic é stato infatti accusato di un eccessiva bontà verso il capitalismo e la borghesia nazionali, colpevoli di avvelenare le menti del popolo con etichette etniche e religiose. L'incapacità poi di rispondere alla crisi nazionalizzando le proprietà dei nemici capitalisti di Belgrado é stata poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando all'uscita dal PFUS.

Il partito é forte nelle aree operaie colpite dalla disoccupazione, dove 10 anni di nazionalismo hanno deluso e dove, in fondo, la RFJ non é vista poi come un periodo totalmente oscuro; riscuote numerosi consensi inoltre nelle campagne serbe del sud e verso la Bulgaria e la Romania, nell'entroterra montenegrino e nel tratto di confine tra Macedonia e Grecia (area di tradizionale esistenza di organizzazioni combattenti comuniste).

Movimento Nazionale Autonomo

Questo partito esprime gli interessi della popolazione albanese del Kosovo.
Il grande cambiamento in Kosovo e l'epocale accordo sulla transizione pacifica con l'istituzione della 4° Federata hanno portato Memhet (Segratario nazionale del MNA) a far manbassa di voti, potendo presentare una vittoria epocale ed un riconoscimento per gli albanesi senza precedenti.

Al di là di questo, sempre maggiori sono i malumori interni al partito, tacciato da diversi fuoriusciti (volontari o meno) di eccessivo autoritarismo e culto del leader. Non piacciono inoltre ai giovanissimi, che trovano fastidiosa una politica portata avanti solo su temi nazionalistici, mentre le altre repubbliche, come la multietnica Macedonia, vivono una grande crescita economica.
In particolare viene criticato anche un eccessivo nepotismo interno al partito che ha portato a diverse denunce ed inchieste circa crimini politici e non di amministrazioni di diverse municipalità del nuovo Kosovo di arca MNA, accusati di tutta una serie di reati compresi tra la corruzione e l'associazione mafiosa.

Da diverse parti infatti, intraprendenti giornalisti locali e federali hanno spiattellato imbarazzanti connessioni tra il Premier del Kosovo, Vulaj Memhet e le ale paramilitari dell'ex-UCK ora riciclatesi nel narcotraffico e nella malavita.
Imbarazzanti poiché non solo illegali ma simbolo di un interesse personalistico che, scomparso il 'nemico serbo' s'é riciclato in uno status quo basato sul mantenimento di un apparato personalistico e corrotto, incapace di dare risposte ai giovani tenuti fuori dalla reale rappresentanza.

Difficile sopravviva così com'é alle nuove elezioni; plausibile, complice la presenza di altre minoranze nella FRB, che la corrente 'pulita' interna al partito butti fuori Memhet e la sua cricca e spinga affinché si federi il partito con gli altri movimenti espressione delle minoranze per un nuovo partito federale delle minoranze.


In ogni caso a breve vedremo gli sviluppi della situazione.

Per stasera qui é tutto da Martina Trustipovic, buon proseguimento coi programmi di TV1.
 
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