[Fatimidi] Aksum

Finnen

FORSE Finnen
Da un'altipiano del Kordofan, terra appena annessa al Califfato dalla gloriosa armata Al-Qahira, il Rais Qarin al-Qaid osservava lontano, lungo la via tracciata dalle sue truppe durante la marcia.
Mezza dozzina di cavalieri si dirigevano verso il campo di buona lena - "..messaggeri dal Califfo"- disse tra sè Qarin, montando in sella per sentire di persona gli ordini del suo signore.
Rientrando tra le tende notò da subito l'agitazione tra gli uomini, le notizie correvano leste tra i suoi soldati e tanto fermento poteva voler dire solo altri combattimenti, altri kafiruna da respingere e terre da sottomettere con il ferro delle scimitarre.
Istintivamente portò una mano all'elsa del suo falcione e sorrise.
Ad aspettarlo presso il suo tendone, dove solitamente discuteva la strategia con i suoi ufficiali, i suoi attendenti e i messaggeri appena giunti che avevano già ricevuto i cavalli per il viaggio di ritorno.
Qarin entrò solo all'ombra della tenda, congedò l'eunuco che si occupava delle vivande e, srotolando una a una le pergamene sul tappeto, si lascò cadere su un cuscino esaminando le mappe e gli scritti che giungevano dal cairo.
Il volere del Califfo era chiaro, alle missive era allegata una lettera da consegnare presso la corte dell'Aksum e l'ordine era attendere 7 giorni una risposta, con l'armata schierata presso il confine.
Una risposta negativa o il silenzio del re copto e i suoi "al-Qahira" avrebbero trattato le genti di quella terra come Kafiruna.
Non perse tempo e fece immediatamente chiamare i suoi ufficiali perchè si procedesse a levare il campo e preparare le truppe. I messaggeri per Aksum partirono immediatamente, mentre lui disponeva una guarnigione da lasciare dietro di se , perchè il kordofan fosse sicuro dai selvaggi negri senza Dio mentre lui estendeva la Mano di Fatima di nuovo verso il Nilo.


"As-salam aleikun sovrano dell'Aksum
chi vi scrive è Haqim al Nazahari, Visir di Mansura, Consigliere personale dell'Imam Abd al-Majīd al-Ḥāfiẓ, Califfo di al-Qahira la Vittoriosa, erede legittimo di Fatima figlia del Profeta, Allāh benedica il Suo nome.
Le terre su cui regnate e che il vostro popolo calpesta spettano al mio e vostro signore il Califfo, tuttavia, essendo lui magnanimo e conoscendo i vostri usi e i vostri modi, vi offre la possibilità di giurargli lealtà e governare in nome suo.

Le vostre chiese non saranno chiuse ne occupate e il vostro popolo potrà continuare a professare la vostra fede.
I cittadini non musulmani pagheranno, come in ogni altra regione del califfato, una tassa maggiorata di un decimo del totale dovuto.
I vostri uomini potranno essere chiamati alle armi come in ogni altro possedimento concessoci da Allāh e come tale sarà allo stesso modo difeso.

Scegliete saggiamente e in fretta, le nostre armate attendono una vostra risposta sul nilo, al confine con la regione del kordofan, entro 7 giorni da oggi.

Possa Allāh mostrarvi la via"
 
Re Georgios IV, Umilmente Re di Makuria, per grazia di Dio e di San Michele Arcangelo,

ai Signori di Aksum la Grande

Nella speranza di giorni fausti e gioiosi, salve.
Vi scrivo, amici di Aksum, nel mio nome e oso dire in quello di Cristo. Ascoltate quindi la mia parola e il mio consiglio.
Quando la vostra gente dominava sulla terra d'Africa non poteva esserci amicizia più fraterna che tra Aksum e Kush, e poi tra Aksum e Makuria, fari di luce in terre di tenebra: quindi non dubitate della mia parola, perchè vi parlo nel nome di quella amicizia!
Le genti arabe, che si fanno chiamare Figli di Fatima, sono giunte vicino a voi, chiedendovi di unirvi al loro regno.
Vi promettono libertà nella vostra fedeltà alla croce, e io vi giuro che la loro parola è degna di rispetto, e le loro promesse saranno onorate.
Ascoltatemi, fratelli di Aksum, e ponete le vostre lance in giuramento: accettate d'unirvi al regno dei Figli di Fatima, e io veglierò affinchè la vostra fede in Cristo sia sempre libera.
Che la grazia di Dio sia sempre su di voi,


re Georgios IV di Makuria
 

Rebaf

Get a life
Fantacalciaro
La risposta fu facile, il popolo dell'Aksum e i suoi capi clan sapevano benissiom di non poter lottare per la propria indipendenza. In più, con il fatto che erano cristiani e sottoposti in parte all'autorità della chiesa makuriana, il processo fu estremamente facilitato. L'Aksum accettò la proposta fatimide ed entrò a fare parte dei possedimenti del califfato sciita di Al-Qahira.
 
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