[Evento] Il battesimo del re-cavallo

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Dopo anni di lavoro da parte di missionari ortodossi, re Vairis I, sovrano della Curonia per meriti militari e per decisione dell'assemblea di tutti i re della Curonia, decise che era giunto il momento di una svolta. Negli ultimi anni aveva visitato molta dell'Europa, dall'Ungheria alla Penisola Iberica fino ai principati russi, e il regnante pagano ne era stato decisamente incuriosito. Vairis era una persona semplice, lungi dal comprendere l'intricata diplomazia europea o i delicati giochi religiosi del continente, veniva da una società guerriera dove la massima preoccupazione era come trovare una spada più affilata, fare le giuste preghiere alle numerose divinità e trovarsi qualche guerra da fare in attesa del prossimo figlio da far sfornare. Tuttavia aveva la scaltrezza giusta per capire che il suo paese aveva bisogno di cambiare, in caso contrario sarebbero stati condannati ad una lenta ma sicura decadenza.

Vairis aveva un animo violento, sintomo d una società ancora arretrata e basata su concetti clanici e di mera prevaricazione. Era un guerriero come se ne vedevano poco, molto carismatico, amante della caccia e delle donne (le sue innumerevoli mogli lo dimostravano decisamente), ma non era uno stupido nella sua semplicità. Da anni considerava il Gran Principe di Kiev un fratello di sangue, avevano combattutto assieme e sconfitto i loro nemici e tanto bastava a Vairis per ritenerlo il suo più grande amico e alleato.

Piotr e Gennady, i due missionari che vivevano ormai da anni vivevano alla corte di Vairis e che lo accompagnavano in ogni sua uscita pubblica, avevano lavorato duramente per tentare di insegnare il russo, l'alfabeto cirillico per poter leggere la Bibbia. Avevano tentato, addiritura, di dargli un'infarinatura di greco affinchè potesse comunicare con il basileus dei romani.

I loro sforzi, in parte, erano riusciti nonostante Vairis non fosse esattamente un bravo scolaro. Preoccupati per la svolta superiorista che il popolino stava prendendo, appoggiata anche da Ainis, uno sciamano della Curonia molto in vista nella corte, convertitosi, per ovvi motivi di opportunismo politico, al cristianesimo, avevano premuto molto il re affinchè, finalmente, potesse battezzarsi. Vairis era rimasto a lungo indeciso, nonostante fosse un sincero amante di questa religione del Cristo-Dio e fosse molto legato a Piotr e Gennady, l'instabilità del regno era palese e battezzarsi poteva significare rischiare di rompere la tanto difficile unità politica. Alla fine, pero', i due missionari kieviti riuscirono a convincerlo promettendogli eventuali aiuti militari in caso di ribellioni interne e la promessa che avrebbe potuto mantenere il titolo di re riconosciuto dall'Imperatore. Fu così che il 25 Dicembre del 1156 re Vairis I si battezzò nella appena costruita Basilica di San Cirillo nella città di Turgus [parola che significa Mercato nella lingua della Curonia], appena costruita da Vairis come nuova capitale del regno. Fu un grandioso evento durante il quale Piotr e Gennady aumentarono decisamente la loro autorità anche sul popolino a causa della magnificienza della cerimonia e alla vicinanze che avevano nei confronti di Vairis, il condottiero-cavallo come era chiamato in onore dell'animale sacro dei curoni. Fu una mezza sconfitta per Ainis che vide il superiorismo perdere mordente, perlomeno nelle zone controllate direttamente da Vairis, e una vera vittoria per tutta l'ortodossia che aveva visto un re pagano convertirsi, più o meno sinceramente, al cristianesimo.

Come segno di buona volontà Vairis disconobbe tutte le sue numerosi mogli e coinquiline e, su consiglio di Piotr e Gennady, inviò una lettera a Kiev in cui li si informava della conversione alla parola di Dio e si chiedeva al Gran Principe di Kiev di trovare una regina adatta affinchè Vairis potesse legittimamente governare su quelle terre. Un'altra lettera, inoltre, venna fatta recapitare a Costantinopoli dove Vairis affermava di riconoscere il Patriarca di Costantinopoli come primus inter pares della chiesa ortodossa e chiedeva, con grande umiltà, all'Imperatore dei Romani [nella lettera era scritto proprio così] di riconoscerlo come Re della Curonia in qualità di timorato figlio dell'unico uomo in diritto di governare tutto l'ecumene, ossia il basileus stesso.

Tuttavia non ci furono solo buone notizie, se Vairis aveva un buon controllo della regione della Lettonia, del Daugava e Courland, che considerava suo patrimonio reale, altresì doveva fare i conti con i re delle regioni del Kur, Lituania e Masuria. Ossia gli stessi re che, secondo la forma di governo scelta da Vairis, avevano il potere di eleggere il futuro re della Curonia alla morte di Vairis. Mentre Arvid, re nella regione del Kur, appoggiava la scelta di Vairis dichiarandosi fedele al potere del re-cavallo e convertendosi anche lui al cristianesimo, Edijs e Ilmars, re rispettivamente nella Lituania e nella Masuria, rifiutarono di convertirsi al cristianesimo kievita di stampo bizantino. Se Edijs, pero', rimaneva fedele alle religioni tradizionali pagane, Ilmars, invece, sobillato dallo sciamano Ainis, si convertì al cristianesimo nella variante superiorista e affermò di non riconoscere più l'autorità di Vairis.

Era scoppiata una vera e propria guerra civile, il fronte avverso a Vairis, pero', pareva spaccato a metà e questo dava un sensibile vantaggio al re-cavallo. La situazione tuttavia era diventata estremamente delicata.
 
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