prende parola il giovane Lewis Mohammed Bell, trentenne di famiglia pakistana, colui che viene definito negli ambienti diplomatici come "il piccolo Steeler" per la sua formazione liberale e la sua fervente militanza nello whig britannico (partito liberale sorto dalle ceneri del Progress Party di Edward Lancer). Molti lo ricordano come il grande difensore del Pakistan nel recente scontro di diplomazie con i burocrati di Pechino del precedente governo cinese. Si tratta certamente del confronto più importante della sua breve carriera, quello che può segnare definitivamente il suo destino politico.
Si presenta quindi impeccabile nel suo completo nero, davanti alla platea dell'ONU pronto per il suo discorso. La lingua in cui comincia il suo intervento è però quella materna: l'urdu del Pakistan occidentale. Un moto di sorpresa catalizza subito l'attenzione sul magrissimo delegato britannico. molti delegati colti alla sprovvista infilano gli auricolari wireless per la traduzione simultanea.
Onorevoli delegati, che la pace sia con voi!
Ringrazio a nome della corona britannica il presidente Kozlov per le sue parole patriottiche e ben ponderate.
Quello che però oggi siamo chiamati a giudicare è se l'esercitazione prevista nel Mar Glaciale Artico, rappresenti una minaccia per il governo Russo e non invece un atto assolutamente ordinario.
Ad ogni modo, se la storia dev'essere comunque il metro di misura di questo giudizio, allora che la storia sia messa oggi sotto i riflettori.
Dovrebbe quindi risultare logico pensare che Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda sono paesi da sempre impegnati nei processi di pace internazionali, e che con la sola eccezione della Finlandia, coinvolta in un conflitto mondiale a seguito di un acclarata irresponsabile invasione militare di oramai 90 anni fa, non partecipano a guerre di alcun genere.
Dovrebbe risultare logico pensare che in particolar modo i paesi scandinavi hanno pagato un alto tributo di vite umane all'organizzazione delle Nazioni Unite e più in generale ai suoi principi, come ad esempio Dar Hammarskjold segretario generale dell'ONU martire a Ndola, o il presidente svedese Olof Palme, anch'egli ucciso e che si battè per l' intera sua carriera contro la non proliferazione delle armi atomiche, contro l'apartheid e la guerra in generale, in ottica pienamente neutrale e trasversale.
Dovrebbe risultare logico pensare che norvegese era l'ultimo commissario ONU per l'India, il cui processo democratico è stato totalmente lasciato privo di ingerenze perfino dalle tanto vituperate in questa sede, potenze atlantiche. Aldilà delle ingentissime perdite finanziarie, le quali hanno afflitto attori privati evidentemente troppo poco etici e fin troppo pragmatici.
Dovrebbe risultare logico pensare che Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda sono in prima fila nei finanziamenti a questa organizzazione, in prima fila coi loro mediatori di pace da anni in innumerevoli missioni ONU, in prima fila nel mantenimento di quegli stessi principi fondativi che sostengono questa stessa assemblea.
E quei principi riguardano anche la libertà, in piena e logica condivisione, di provvedere alla sicurezza nazionale e mondiale. Una sicurezza nazionale e mondiale che come giustamente faceva notare il presidente Kovlov dovrebbe muoversi solamente all'interno di missioni condivise dal CdS delle Nazioni Unite.
Stiamo però parlando non di una dichiarazione di guerra alla Russia, bensì di un'esercitazione ordinaria, di marinerie di paesi pacifici e totalmente refrattari ad ogni tipo di scontro militare, che operano come una qualsiasi nazione aderente all'ONU generalmente opera, in partnership con gli organismi di difesa internazionali, i quali esercitano un ruolo determinante sia in fase deterrente sia in fase operativa, come dimostra l'operazione "Yellow Sun", che si svolge sotto il benestare di questa stessa assemblea.
Un'operazione volta a restituire dignità al popolo Argentino e che riunisce unità militari, da ogni parte del globo, di qualsivoglia ideologia politica con un'unica, sola, assordante, eccezione.
Quella Russa.
Il mio intervento non giudicherà la condotta russa in Kazakhistan, ne la porosità del confine Georgiano, ne tantomeno le dispute dei gasdotti sul confine Ucraino, ne le ingerenze recenti in Tanzania, dove con la piena disponibilità delle nazioni africane l'intero Commonwealth sta portando avanti un difficoltoso processo di pacificazione in tutto il versante orientale del continente, mentre gli esodi dei profughi somali incrementano al sestuplo, e il CdS viene paralizzato da posizioni assurde su questioni di merito e di comando, proprio da chi oggi rivendica la propria ancora parziale "democrazia", come si evince dal recente rapporto ONU e da come i partiti di opposizione lamentano.
Il mio intervento non si occuperà nemmeno di quel quarto di miliardo di armi automatiche che continuano a fuoriuscire ogni anno dalla carneficina russa di dieci anni fa, come i rapporti dei SIS, MI6 e MI5 asseriscono, ne tantomeno delle decine di migliaia di profughi russi accolti sul suolo britannico e dell' instabilità sociale che essi, incolpevoli, subiscono più che generare. Ne delle pretese sull'artico, pretese che il governo russo considera di suo esclusivo appannaggio, senza mediare con la controparte. Come se l'Alaska fosse una regione tropicale.
Oggi vi si chiede, onorevoli delegati, di prendere una decisione in merito ad una esercitazione militare di Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda in partnership con Canada, USA e Regno Unito; esercitazione assolutamente legittima. Si dibatte di facezie e non si discute di ben più impellenti questioni.
Quando potremo invece stabilire un quorum per cui il CdS, ad una data % di pareri positivi, rende automatiche le delibere dell'Assemblea Generale?
Quando potremo allargare il CdS a India, Brasile, Germania, Australia ad un paese arabo e ad un paese africano? quantomeno in virtù del rispetto che noi "grandi nazioni" dovremmo nutrire per tutti voi; voi nazioni sulle quali abbiamo troppe volte edificato su fondamenta di crani e ossa il nostro esclusivo benessere.
Quando potremo discutere di riformare il meccanismo del veto, che da 90 anni paralizza risoluzioni assolutamente degne di vedere un compimento, nei più svariati, sanguinari e dolorosi teatri del mondo?
Riflettiamo quindi su cosa dobbiamo votare oggi e a quali nazioni dobbiamo dare fiducia e priorità: le nazioni che espellono le diplomazie di mezza europa e allertano gli arsenali atomici? o le nazioni che pur con tutti gli errori commessi e ripetuti, dal principio di questa organizzazione, hanno immaginato un mondo più equo, più giusto e più libero, ed hanno difeso questa visione?
La risposta è nelle bandiere crociate di quelle 4 nazioni che oggi vengono accusate ingiustamente di cospirare contro l'unità nazionale e la sicurezza del Cremlino.
Ho parlato in urdu affinchè ci si ricordi che anche la bandiera della mia nazione porta dipinte quelle croci e quei valori.
Indipendentemente dal precedente giuridico che questa votazione creerebbe. Come se l'ONU dovesse deliberare sulle esercitazioni militari di tutto il mondo. Discutiamo di cose serie, diamoci priorità nuove, cambiamo prospettiva. La de-militarizzazione storica dell'artico è pretestuosa: essa è stata violata innumerevoli volte nel silenzio degli abissi da 50 anni di guerra fredda per non parlare delle esplorazioni effettuate con ovvi veicoli militari negli ultimi anni da parte di qualcuno.
Il Regno Unito si dichiara contrario alla proposta russa.
Lewis Mohammed Bell conclude il suo discorso.