http://www.primissima.it/cinema_news/scheda/daniel_day-lewis_dice_addio_al_cinema/
Daniel ha deciso di smettere. Così. Di botto. Lui che già alla metà degli anni novanta si era ritirato una prima volta (per andare a fare il calzolaio in una bottega fiorentina), lui che in più di trent'anni ha fatto solo 20 film, ha appena finito di girare il suo 21esimo e ultimo lungometraggio, Phantom Thread di Paul Thomas Anderson, che è in post-produzione, dovrebbe uscire a inizio 2018 e di cui esiste solo quest'immagine, appropriatamente crepuscolare.
È un vero peccato, anche se erano già 5 anni che non lo si vedeva sugli schermi (l'ultimo suo film era stato Lincoln di Spielberg). Attore mostruoso e originale, pluripremiato come nessun altro, chiude con un gesto dal minimalismo teatrale una carriera di grandissime interpretazioni (sempre) e di grandi film (quasi sempre). I miei preferiti tra i suoi ruoli restano quelli di Nel nome del padre, L'età dell'innocenza, Il petroliere, in attesa di vedere quest'ultimo lavoro con PT Anderson, in cui Daniel interpreta uno stilista che non vuole scendere a compromessi nella Londra degli anni cinquanta, che ha avuto da questa notizia una pubblicità niente male.
Resteranno nella Storia del cinema i suoi caratteri interpretati con magistrale cura e leggerezza, frutti di quel metodo maniacale ed eccentrico che appartengono invece già alla Leggenda. Grazie di tutto, Daniel.
Daniel ha deciso di smettere. Così. Di botto. Lui che già alla metà degli anni novanta si era ritirato una prima volta (per andare a fare il calzolaio in una bottega fiorentina), lui che in più di trent'anni ha fatto solo 20 film, ha appena finito di girare il suo 21esimo e ultimo lungometraggio, Phantom Thread di Paul Thomas Anderson, che è in post-produzione, dovrebbe uscire a inizio 2018 e di cui esiste solo quest'immagine, appropriatamente crepuscolare.
È un vero peccato, anche se erano già 5 anni che non lo si vedeva sugli schermi (l'ultimo suo film era stato Lincoln di Spielberg). Attore mostruoso e originale, pluripremiato come nessun altro, chiude con un gesto dal minimalismo teatrale una carriera di grandissime interpretazioni (sempre) e di grandi film (quasi sempre). I miei preferiti tra i suoi ruoli restano quelli di Nel nome del padre, L'età dell'innocenza, Il petroliere, in attesa di vedere quest'ultimo lavoro con PT Anderson, in cui Daniel interpreta uno stilista che non vuole scendere a compromessi nella Londra degli anni cinquanta, che ha avuto da questa notizia una pubblicità niente male.
Resteranno nella Storia del cinema i suoi caratteri interpretati con magistrale cura e leggerezza, frutti di quel metodo maniacale ed eccentrico che appartengono invece già alla Leggenda. Grazie di tutto, Daniel.