Diplomazia [Coro-Ierocrazia] Preghiere e Canti

Dyolance

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La comunità del Coro nell'ultimo anno aveva investito innumerevoli risorse in una sola cosa: crescere. In regioni, certo, considerato l'abbattimento dei mostruosi vermi in Isteria e la colonizzazione della stessa, ma soprattutto in numero. Anni e anni di corsa sfrenata all'espansione, in un moto disperato quasi di voler arrivare in determinate parti del mondo conosciuto il più in fretta possibile, o magari prima che ci arrivassero altri -malintenzionati, non ben pensanti come invece lo era la Collettività del Tutto- lasciavano intendere una strategia votata allo sviluppo in orizzontale piuttosto che in verticale sulle singole regioni, in cui il fabbisogno del domani sarebbe stato soddisfatto dalle regioni occupate nell'oggi, o addirittura in quelle del domani. Ora però il mondo cominciava a farsi più piccolo, lo spazio più stretto, e le ampie distese di speranzosa facile espansione stavano finendo. L'Uno s'era preso del tempo per guardarsi dentro, cosa che in effetti stava facendo su innumerevoli livelli...

Nonostante una ritrovata vocazione all'interiorità, non si poteva però di certo trascurare il mondo esterno, più vivo e organizzato che mai. Questo spirito spinge le vele di una nave d'esplorazione con a bordo i Tribuni degli hobbit e delle arpie, cioè Bomberil Oropipa e la Capitana Klasserene, verso la foce del Grande Fiume, quindi verso le coste di Vieuxlis (nda: ora Naive).
Alcuni amici erano stati incontrati nelle esplorazioni del Coro, due su tutti i vicini draconiani del Dovjunaar e i particolari Sax'Marsh; non si potevano dimenticare le arpie in Korinthos, il particolarissimo Tutto in Timodiel e le aracne in Sulonis. Insomma, le probabilità d'incontrare qualcuno d'amichevole nelle esplorazioni erano aumentate con il passare del tempo poichè come loro anche altre comunità avevano sfruttato gli anni per espandersi; le probabilità d'incontro aumentavano fortuntamente assieme al ragionamento logico, ovvero: dove per logica era verosimile che negli anni si fossero sviluppati stati o colonie lì era molto più probabile trovarli. Per questo motivo risalivano il Grande Fiume gli Astrali: dove se non alla foce del corso d'acqua più imponente d'Ea, e una volta casa di una delle nazione più prospere del mondo, si potevano trovare altri amici?
Le correnti del Mare di Lannach sospingono la nave verso le nuove coste, aiutate da quelle soffiate dalla Curiosità.

@Silen @Adamantio
Primo contatto Ierocrazia Vatis
Percorso (via mare): Volskygge (regione di partenza) -> Mare di Lannach -> arrivo in Naive?
personaggi: Klasserene (arpia, Bomberil Oropipa (halfling)
 

Adamantio

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Il paesaggio alieno di Naive quell'anno e per tutto il venturo sarebbe stato plasmato dall'uso massiccio della magia. Una magia per certi versi di guarigione, nuova, lenta ma con un azione costante ed ininterrotta che fluiva nelle pieghe stesse della terra, in profondità.. portata avanti da una pletora non omogenea di maghi e successivamente, preghiere curative da parte dei sacerdoti Vatis... in quel luogo o in quell'altro dove vi era più urgenza e necessità, con e senza la presenza di truppe in armi che comunque sciamavano da una parte all'altra della regione per coadiuvare o sorvegliare questo o quell'anomalia particolare.

Quando i tribuni del Coro approdarono nella regione di Naive, si trovarono davanti una situazione nuova e forse, inaspettata.
La regione era senz'altro abitata ed il loro approdo non passò inosservato.
Nei venti minuti successivi, una pattuglia di armati si fece spazio nella pianura e prima che il capo manipolo ponesse marzialmente mano alle armi, ordinando ai suoi uomini di fare altrettanto, un incantatrice, alle foci del grande fiume si fece avanti : aveva le mani sporche di terra, una tunica da lavoro sgualcita e macchiata di terra qui e li, ma i suoi occhi erano attenti e penetranti. I soldati si posero per un attimo sull'attenti, prima di tornare a guardare i nuovi giunti sperando che la loro semplice presenza potesse dissuaderli da ogni azione ostile..
Fu Zefris, comunque a parlare.. aveva una voce cristallina, gentile e femminile, perfino musicale come solo la modulazione umana sapeva essere..
Fece un passo avanti, porgendo la zolla di terra che aveva fra le mani sormontata da un minuscolo germoglio di ulivo a mo di regalo, verso Klasserene, il tribuno appartenente alla razza delle arpie, quella che reputava più aliena fra i due, sorridendo nel contempo calorosamente all'Halfling.
Ignorava quanto "simili" o il tipo di legame che scorresse fra i due tribuni.

<Se ciò che vi ha spinto in questi lidi è curiosità e gentilezza.. Sia benedetto il buon vento che vi ha fatti approdare.. ed il Padre Celeste benedica questo incontro.>

Poi sospirò ..

<.. Noi della Ierocrazia Vatis non conosciamo questi fregi e drappi che onorevolmente, portate sulle vostre picche, ma fino a che non ci dimostrerete il contrario, tali simboli saranno i benvenuti nelle nostre terre ed avrete facoltà di portarli con voi.>

poi tacque un attimo e continuò.. <..Ahimè questa terra necessita ancora del mio aiuto e non posso interrompere il mio sacro compito.. Vi verrà concessa una scorta ed un lasciapassare : se lo permettete, la vostra nave sarà trainata lungo il corso del grande fiume dai rimorchiatori fino alla cittadina di Spring. Li sarete accolti come buona creanza vuole dal Vatis, potrete parlare con chi più di me..> si schernì, piegò in avanti il capo salutandoli, poi semplicemente tornò ai suoi compiti mentre il drappello di uomini ed halfling, accorsi in precedenza fluì attorno ai tribuni, lasciando curiosamente una specie di "terra di nessuno" di qualche metro fra la scorta del coro e quella concessa dalla Ierocrazia Vatis.
 

Dyolance

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Trovando abitata l'antica Vieuxlis c'era solo da comprendere quale f osse l'atteggiamento dei nativi verso visitatori e ospiti. La nuova sitauzione del mondo poteva d'altronde generare diffidenza nelle menti e nei cuori degli individui... Spiacevole, ma comprensibile. Al loro approdo gli Astrali lasciarono rispettosamente il tempo ai locali per organizzarsi e reagire al loro arrivo, guardandoli da lontano e sorridendo loro tramite la persona del tribuno Bomberil, che per natura era una voce particolarmente allegra e ottimista, atteggiamenti così affini e tipici del sangue mezzuomo.
Il farsi avanti della maga con la zolla di terra e il ramo d'ulivo fu un gesto apprezzatissimo dagli astrali, anche se di primo acchito la loro reazione fu distante, neutra, illegibile. La maga porse la zolla di terra all'arpia ma fu l'halfling a farsi avanti e quindi a stringerle la mano, debolmente s'intende considerata l'eta e la razza anche se egli stava usando tutta la forza in corpo dall'entusiasmo.
"Mia cara, carissima ragazza, un pensiero squisito che accettiamo, accettiamo con gioia! Di fatto anche noi, per dimostrare buone intenzioni, giungiamo con doni simili: una cesta colma di materiali per aiutarvi, nel piccolo, nelle vostre ricostruzioni; una cesta colma di cibo per riempire, nel piccolo, le vostre tavole; una cesta colma di buone intenzioni per simboleggiare la nostra volontà d'essere amici. Che cosa gradevole, uno scambio di doni appena incontrati! Abbiamo le farfalline nello stomaco, uhuh."
Mentre l'halfling parlò si fecero avanti armigere e armigeri driadi con appunto le tre ceste, di cui l'ultima, quella delle buone intenzioni, era vuota, perché d'altronde che minchia di forma hanno le buone intenzioni?

Da sottolineare però che al nome di "Padre Celeste" l'arpia Klasserene, soprattutto ma non esclusivamente, si lasciò sfuggire un tic nervoso dell'occhio sinistro. Quel nome era conosciuto, quel nome era per Loro fastidioso, per alcune voci del Coro in modo più insistente di altre. Caso voleva che sia le arpie che i mezzuomini, a loro tempo, avessero sofferto le pene e le vessazioni dei così detti umani fedeli al Padre Celeste, o Allfather, come era stato rinominato alcuni anni prima della fine del mondo in seguito alla riappacificazione della Chiesa dell'Ovest, teoricamente eretica ma Britannica quindi più potente, con quella dell'Est, più antica ma Agarthiana e quindi più debole. Questo i saggi e anziani elfi del Coro lo ricordano, e i nomi di quei nemici sono tutt'oggi dannati da molte sorelle del terreno di caccia in Volskygge. Era necessario portare pazienza: vi sarebbe stato un tempo per giudicare quella società, e la priorità era indubbiamente prima comprenderla meglio, esplorarla.
Gli astrali si fecero guidare più in profondità nella terra dai loro ciceroni, ansiosi d'incontrare la figura di rappresentanza che i locali avessero scelto. Per calmare se stessi intonarono deliziosi e armonici canti, antichi, potenti nella loro poesia e magia, d'estrazione elfica, arborea, umana anche; vantavano la più grande varietà di voci mai probabilmente udita da orecchio vatis.
Giunti a Spring e innanzi a colei, o colui, scelta come rappresentante della Ierocrazia sia sarebbero presentanti.

"Nelle persone di Bomberil Oropipa e Klasserene, Noi siamo il Coro Astrale. Vi ringraziamo per la vostra ospitalità: è piacevole incontrare qualcuno dopo essersi messi in viaggio nella speranza d'incontrare qualcuno. Dà l'idea di un lavoro ben svolto, un cerchio che si chiude, un destino soddisfatto."
Se non nelle persone presenti, quanto meno le architetture tradivano la forte influenza halfling nelle fondamenta e nella fondazione dello stato che stavano visitando. Bomberil, che era un halfling, reagì di conseguenza.
"E la sorpresa! Che sorpresa! All'età di quest'hobbit ci si compiace delle piccole cose, e che piacere è partire verso lidi inesplorati e trovarvi fratelli e sorelle di sangue, vivi!, vegeti!, prosperanti! Potessero vederlo le buon'anime dei nostri padri, nonni, bisnonni e trisavoli! *sniff*" - tirò elegamentemente fuori dal manico un bel fazzoletto di pizzo e s'asciugò la lacrimuccia sincera che stava cominciando a formarsi.

"Una meraviglia proprio, signorsì; ma dovendo, converrete, mettere da parte sentimentalismi di un anziano, che spero comunque comprenderete, siam qui, e siam qui per voi! "Ierocrazia Vatis" mi sembra d'aver capito. Ebbene! Il Coro vuole esservi amico, Ierocrazia Vatis! Il mondo è piccolo e grande al tempo stesso, il selvaggio Altrove non si placa e nuovi nemici sorgono all'orizzonte! Un amico in più può far sempre comodo, e dal nostro punto di vista più siamo alla tavola meglio è!
Chiedeteci, fateci domande! Noi vi risponderemo, e con un sorrisone per giunta."

"Ma preparatevi a lunghe spiegazioni. A questo piace parlare."
"Eheh"
 
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Adamantio

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Zefris sorrise, in maniera genuina nel notare i doni portati dagli astrali e, fortunatamente, non sembrò notare il tic "nervoso" che percorse il coro... nella sua interezza.
Ignorava nei fatti, ancora con "cosa" aveva a che fare.. quella collettività chiamata coro era profondamente aliena al suo modo di rapportarsi con la vita. Privarla del suo libero arbitrio, sarebbe stato.. sgradevole.
Era meglio che il primo contatto avvenisse senza "sensazioni" sgradevoli.. dopotutto.
Quando ci era andato vicino..
Sfiorato ed ignorato il pericolo, gli emissari del coro ebbero il percorso spianato verso la cittadina di Spring.

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La cittadina di Spring sorgeva a cavallo del grande fiume ed era pronta ad accogliere gli emissari. Al centro della piazza, oltre il picchetto d'onore schierato ed alcuni notabili della città, vi era un basso halfling, anziano.. in un semplice abito sacerdotale. Osservava con sguardo penetrante coloro che si stavano avvicinando e li accolse con un sorriso ed un esortazione, allargando le braccia con fare paterno.. <.. Siate in benvenuti. Ho notizie che venite in pace e con ceste colme di buone intenzioni.. Ebbene, le riceviamo con gioia..> sorrise, ascoltò ed inarcando un sopracciglio <.. Oh, sono sicuro che le anime pie, ci guardano e ci benedicono dall'alto. Siamo noi che non riusciamo ad accorgercene.> poi annuì.. <.. Sarete di certo stanchi dal lungo viaggio.. per mare e per terra.. vi accolgo nella nostra città in qualità di diplomatici e non semplici viandanti. La vostra vita, cosi come le cose che vi appartengono, saranno difesi dalla sacra legge dell'ospitalità.. Prima di farvi riposare, tuttavia, permettete una domanda... La vostra patria è lontana? Siete giunti davanti le coste della regione di Naive.. dal grande mare. Abbiamo poche conoscenze del grande mare e di ciò che è al dilà di questo.. ci piacerebbe allargare i nostri orizzonti e se nella vostra compagnia vi è un cartografo, ci piacerebbe instaurare un rapporto..> fece una breve pausa.. <.. Ovviamente le informazioni saranno.. condivise..>

Scusa la lunghissima attesa. Questo periodo fra.. ricoveri di familiari, lavoro, rotture di palle con i denti (con annessa infezione) e roba simile, sono stato proprio latitante >.>' scusascusascusa
 

Dyolance

Novice Spammer
"Splendida, splendida idea!" - disse Bomberil illuminandosi con tutti gli occhi. Le sue mani rugose ma ancora capaci piombarono tra le tascone interne della sua veste, cercando e ricercando tra molte scartoffie. Alcune caddero per terra: documenti sparsi, alcuni appunti, bolle di commercio e una lettera da parte di una qualche lontana zia relativa a un set di cucchiai d'argento. Trovata la sua amata, Bomberil la stese davanti agli ospiti: dove il più del mondo era Terra Incognita, sulla cartina si leggevano distintamente i contorni d'alcune regioni colorate di un verde ma non nominate. Vicino, il Dovjunaar, in rosso, e dall'altra parte del Mare di Lannach il Sax'Marsh. Attorno al paese in verde non nominato alcuni appunti su terre bianche: a Timodiel capeggiava un grosso ? mentre su Ramshar capeggiava la scritta Hic Sunt Apoptoses.
Bomberil spiegò che il verde fosse il Coro Astrale. Da un altro taschino tirò fuori pennino e boccetta d'inchiostro, e aperto il secondo e intinto il primo, ma non prima d'averlo lubrificato portando la punta sulla lingua, si preparò ad aggiornare la mappa.
"Diteci, parlateci delle vostre terre! Che piacere, che piacere!"
 
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