Ok, letti tutti.
I miei personalissimi commenti:
"una sera in cui mi rompevo i coglioni"- Lo stile mi piace troppo. Diretto, pochi fronzoli ma tante chicche sparse. Atmosfera che sa di noir, se invece della stangona Pepper ci fosse il detective privato americano classico, con tanto di impermeabile e cappello, la storia rimarrebbe perfettamente coerente. Il crescendo della tensione, che poi si stempera nel finale quasi a sorpresa quasi lieve, mi piace. Il tutto impregnato di un surrealismo non esasperato. Voto 9.
"VAMONOSì"- Scritto molto bene, devo dire. Non trovo nessun punto debole in quanto a forma, però l'anima del racconto non mi prende. O meglio, mi sembra troppo "guidata". I personaggi sono pesantemente caratterizzati: per quanto alcuni tocchi di stile ne sfumino i contorni, risultano troppo netti e mancano di qualunque sorpresa. Di fondo c'è una "denuncia" che per quanto mi appaghi al 100% (o forse proprio per questo), mi suona come troppo voluta. Il finale è lo squillo di tromba che mi riscuote da una sorta di intorpidimento (non perché noioso, sia chiaro, ma perché mi sembrava tutto troppo scontato), e solleva decisamente il voto. Voto 7.
"CANTO DI NATALE"- Vabbè ::\: Se fosse stato messo per ultimo (o subito dopo quello di Oghard) avrebbe fatto un divertente contrappasso alla lunghezza degli altri, ma comunque mi dice troppo poco. Voto 5.
"STORIE DI FAVA E DI SPADA"- Ah, quanto mi piace. Sia l'ambientazione che la storia sono interessanti, lo stile ti immerge nell'ambientazione e le perle qua e là sono gustosissime. Pecca forse di lunghezza, ma le divagazioni all'interno del testo sono perfettamente in linea col personaggio che narra le sue glorie passate. Non c'è un solo punto debole. Si respira aria di sesso, sporcizia e vanagloria. Voto 9.
"IL CURIOSO SMOKING DI MR. CAVENDISH"- Stavo per chiedermi dove volesse andare a parare il racconto quando gli spari hanno mandato in frantumi l'aura di sofisticatezza letteraria del racconto, che sembrava traghettarlo verso una lunga e dettagliata critica sulla società moderna o su qualche altro tema "alto" tramite un infuocato quanto impeccabile dibattito fra il vecchio e il ragazzo, che magari si sarebbe rivelato uno "spirito affine", oppure il classico strenuo oppositore del vecchio. Il finale spezza il ritmo e spiazza il lettore in maniera secondo me perfetta. Mi risulta faticoso, però, il percorso per arrivarci, al finale. Intendiamoci: secondo me è voluto, è proprio fatto apposta per preparare il terreno per il botto finale, però non mi tiene attaccato al racconto quanto quello di Oghard o di Pepper. Voto 8.
Profondamente indeciso, quindi, fra quello di Pepper e quello di Oghard.