domande:
1) come funziona la borsa? ogni zona ha un tot di quote che quantificano le risorse e queste sono possedute da qualche società. ma:
1.1) come vanno interpretate le quote libere?
1.2) gli investimenti possono incrementare il totale delle quote? (in tal caso, a chi vengono attribuite le quote aggiuntive?)
1.3) che senso ha una borsa in cui il valore delle quote è statico? (cioè, in teoria, a parità di risorse, il valore totale delle quote dovrebbe variare e a seconda dell'appetibilità del mercato. di conseguenza aziende potrebbero decidere di entrare o uscire da certi pacchetti azionari, facendo opportune offerte.)
come può, allora, un'azienda acquistare quote (non nazionalizzate) possedute da un'altra, senza passare per il consenso degli stati?
osservazioni:
non sono esperto di economia quindi vado a naso.
la pagina economia si dovrebbe chiamare borsa perché, sostanzialmente, riguarda solo il mondo economico legato alle società quotate. le piccole/medie imprese non compaiono e soprattutto non ci sono informazioni riguardo ai parametri essenziali dell'economia reale, cioè produzione e vendita, come i dati sull'import e sull'export.
in questo modo se uno concentra il proprio gioco sull'economia in senso liberista, deve fare di continuo TT solo per avere informazioni di base. dopo di che può fare accordi su accordi, ma spesso le aziende li ignorano (dal punto di vista di investimenti ed espansione sui mercati azionari). chi invece ha tutto nazionalizzato o gestisce le multi come se lo fossero, a parità di azioni spese ottiene risultati concreti molto maggiori.
in altri termini: attualmente le multi sono npc, quindi dovrebbero muoversi autonomamente andando a cercare affari convenienti. se hanno le casse piene, si muovono. difficile che stiano sostanzialmente ferme per anni e anni. vedo però una situazione paradossale: se l'azienda è sotto pressione governativa si muove molto di più rispetto ad aziende libere, perché quelle libere sostanzialmente restano ferme. questo probabilmente è dovuto al fatto tecnico che il master deve gestire a priori mille mila multinazionali, a priori nel senso che deve proprio prendere l'iniziativa, per ciascuna azienda.
non sarebbe invece meglio un sistema in cui le aziende vengono gestite dai giocatori, per esempio tramite il pg amministratore? tecnicamente il ceo sarebbe un pg del giocatore e, in caso di cattiva gestione, potrebbe essere sostituito dagli azionisti. nel caso di partecipazioni statali, invece, il deficit andrebbe a carico delle casse dello stato.
così facendo, una volta chiarito il meccanismo (domande di sopra) e definito cosa è conveniente per un'azienda, ne verrebbe fuori un'economia molto più dinamica.
i giocatori tratterebbero tra loro, per mezzo dei pg amministratori, l'acquisto o la vendita di quote in borsa (il forum mercato diventerebbe realmente un mercato. il movimento sarebbe limitato richiedendo comunque un costo in azioni). il ruolo del master sarebbe quello di definire i mercati più o meno appetibili, più o meno in crescita, in base alle situazioni politiche ed economiche. e inoltre stabilirebbe profitti e perdite, nonché le eventuali reazioni degli azionisti scontenti.
1) come funziona la borsa? ogni zona ha un tot di quote che quantificano le risorse e queste sono possedute da qualche società. ma:
1.1) come vanno interpretate le quote libere?
1.2) gli investimenti possono incrementare il totale delle quote? (in tal caso, a chi vengono attribuite le quote aggiuntive?)
1.3) che senso ha una borsa in cui il valore delle quote è statico? (cioè, in teoria, a parità di risorse, il valore totale delle quote dovrebbe variare e a seconda dell'appetibilità del mercato. di conseguenza aziende potrebbero decidere di entrare o uscire da certi pacchetti azionari, facendo opportune offerte.)
come può, allora, un'azienda acquistare quote (non nazionalizzate) possedute da un'altra, senza passare per il consenso degli stati?
osservazioni:
non sono esperto di economia quindi vado a naso.
la pagina economia si dovrebbe chiamare borsa perché, sostanzialmente, riguarda solo il mondo economico legato alle società quotate. le piccole/medie imprese non compaiono e soprattutto non ci sono informazioni riguardo ai parametri essenziali dell'economia reale, cioè produzione e vendita, come i dati sull'import e sull'export.
in questo modo se uno concentra il proprio gioco sull'economia in senso liberista, deve fare di continuo TT solo per avere informazioni di base. dopo di che può fare accordi su accordi, ma spesso le aziende li ignorano (dal punto di vista di investimenti ed espansione sui mercati azionari). chi invece ha tutto nazionalizzato o gestisce le multi come se lo fossero, a parità di azioni spese ottiene risultati concreti molto maggiori.
in altri termini: attualmente le multi sono npc, quindi dovrebbero muoversi autonomamente andando a cercare affari convenienti. se hanno le casse piene, si muovono. difficile che stiano sostanzialmente ferme per anni e anni. vedo però una situazione paradossale: se l'azienda è sotto pressione governativa si muove molto di più rispetto ad aziende libere, perché quelle libere sostanzialmente restano ferme. questo probabilmente è dovuto al fatto tecnico che il master deve gestire a priori mille mila multinazionali, a priori nel senso che deve proprio prendere l'iniziativa, per ciascuna azienda.
non sarebbe invece meglio un sistema in cui le aziende vengono gestite dai giocatori, per esempio tramite il pg amministratore? tecnicamente il ceo sarebbe un pg del giocatore e, in caso di cattiva gestione, potrebbe essere sostituito dagli azionisti. nel caso di partecipazioni statali, invece, il deficit andrebbe a carico delle casse dello stato.
così facendo, una volta chiarito il meccanismo (domande di sopra) e definito cosa è conveniente per un'azienda, ne verrebbe fuori un'economia molto più dinamica.
i giocatori tratterebbero tra loro, per mezzo dei pg amministratori, l'acquisto o la vendita di quote in borsa (il forum mercato diventerebbe realmente un mercato. il movimento sarebbe limitato richiedendo comunque un costo in azioni). il ruolo del master sarebbe quello di definire i mercati più o meno appetibili, più o meno in crescita, in base alle situazioni politiche ed economiche. e inoltre stabilirebbe profitti e perdite, nonché le eventuali reazioni degli azionisti scontenti.