Panda
Chosen one
*Diego Ameyda, presidente della Repubblica di Cuba, chiede di poter avanzare una proposta all'assemblea e, ottenuto il permesso di parola si rivolge ai delegati*
Signor presidente, signori delegati,
molto in questi anni è stato fatto contro l'imperialismo, soprattutto nord-americano, nel mondo. L'imperialismo, la grave piaga del nostro secolo e dei secoli passati ha fatto credere ad interi popoli che le sorti del mondo e la coabitazione pacifica degli stati fossero esclusivo dominio delle grandi nazioni del mondo. I recenti avvenimenti mondiali e il fatto che diversi delegati di nazioni un tempo soggiogate siedano qui oggi, è la dimostrazione del fatto che quest'assemblea è fermamente contraria a tutto questo. Quest'assemblea è fermamente contraria allo scontro fra i popoli, all'oppressione e allo strapotere che ha portato a gravi problemi che tutti noi conosciamo in questa sede. Uno di questi problemi, signori delegati, è il problema dell'embargo nord-americano perpetrato nei confronti della Repubblica di Cuba. Per coloro che, in questa assemblea, giudicheranno eccessivamente dure le mie parole circa il provvedimento statunitense nei confronti della nostra economia, cito testualmente il Dizionario di Diritto Internazionale dell'ONU che definisce l'embargo come: "l'atto di potere di uno stato che restringe, interrompe o dà per terminate le sue relazioni economiche e finanziarie con un altro paese.”. L'embargo nei nostri confronti fu un atto di potere di una violenza immotivata e ingiustificata fatta solamente per impedire alla nostra Repubblica finalmente libera di prosperare nell'interesse esclusivo della sua popolazione.
L'embargo nord-americano non include solamenti beni e servizi di consumo, ma anche beni di prima necessità, quali cibo, acqua e medicine non solo da parte di aziende nord-americane, ma anche da parte di aziende che vendono medicine con componenti prodotte in aziende statunitensi. Le navi di qualsiasi paese non possono attraccare in porti statunitensi se quelle stesse navi hanno prima fatto scalo in un porto cubano. I danni causati da questi provvedimenti, signori delegati, sono facilmente immaginabili. E se fosse il vostro paese a morire di fame? E se fossero i vostri bambini a morire per una malattia, colpevoli solamente di essere nati in uno stato la cui economia è ostacolata da un altro stato? Nonostante questo, signori delegati, il sistema sanitario di Cuba è forte, solido ed infinitamente più efficiente di quello nord-americano. Nonostante questo Cuba riesce a sfamare tutti i suoi cittadini. Nonostante tutto questo Cuba resiste. Cuba non si piegherà e non chiederà l'elemosina. Cuba vuole solamente che tutti gli stati di questa assemblea riflettano sull'atto di prepotenza che da anni e anni il governo nord-americano sta perseguendo contro il popolo Cubano. Nel mondo di oggi i nostri cittadini non hanno la possibilità di connettersi ad internet o di usufruire come tutti i paesi del mondo dei normali ricavati tecnologici. Noi chiediamo solamente che tutti gli stati membri di quest'assemblea abbiano pari diritti e che siano in grado di sentire ascoltata la propria voce.
I danni causati da parte dell'embargo nord-americano contro Cuba sono stimati sui 70 miliardi di dollari. La Repubblica di Cuba chiede formalmente al consiglio una sanzione nei confronti del governo statunitense, colpevole di aver danneggiato la Repubblica di Cuba in tutti questi anni, nonchè la cessazione immediata dell'embargo. Vi siete già espressi favorevolmente in netta maggioranza in passato, spero che possiate ora fare lo stesso e affermare davanti al mondo che la giustizia siede ancora in quest'assemblea.