[Bisanzio] Su Nea Athinia

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A Costantinopoli si tengono grandi festeggiamenti per l’avvenuto insediamento al di là dell’oceano.
Poco tempo il Basileus riunisce il consiglio nobiliare, e apostrofa così i nobili presenti:

«La Vergine ha protetto le nostre genti nella difficile traversata dell’Oceano: ora nostro compito non è bearci della benevolenza che Ella ha voluto accordarci, ma adoperarci perché la grande opera che abbiamo iniziato non finisca stroncata sul nascere.
Conosciamo dai racconti dei navigatori quanto sia pericoloso il grande mare di là da Gibilterra, e da quelli dei generali quanto sia insidioso lo stesso Mediterraneo: dobbiamo essere preparati a venti di guerra in grado di lacerare le vele degli stessi convogli che ora ci portano risorse sconosciute e nuove.

In vista di ciò, Gregorios Palaiologos, uomo di comprovato valore e fedeltà al Basileus, è nominato Esarca di Nea Athinia: amministrerà le colonie dell’Impero nel nuovo continente per grazia di Dio e nel nome del Basileus, impegnandosi a diffondere in quelle terre il credo cristiano ortodosso.

Abbiamo altresì stabilito che tale carica sarà ereditaria, e che laddove ragioni di stabilità nel Mediterraneo o nelle colonie non lo impediscano ogni nuovo Esarca si recherà a Costantinopoli a recare formale giuramento al Basileus.
Egli sarà responsabile dei contatti con la madrepatria, preoccupandosi della buona salute dei convogli in arrivo e in partenza, e in assenza degli stessi manterrà viva in sé e nei sudditi di oltreoceano la fedeltà al Basileus, a Costantinopoli e alla Demokratia tutta.
Agirà come meglio crede per ciò che concerne l’amministrazione fiscale e della legge: siamo certi che si dimostrerà un capace governante; alla Demokratia sarà tributata una moneta ogni due territori che passeranno sotto l’Esarcato.

Si versi ora del buon vino d’Acaia per il nostro nuovo Esarca e per noi tutti, ma che qualche botte del migliore sia subito imbarcata sulla sua nave: nulla gli sarà più di giovamento per dimenticare gli affanni e ricordare la patria lontana!»
 
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