La guerra di liberazione scandinava:
Forze in campo: esercito svedese, esercito norvegese contro esercito danese
La forze svedesi stavano muovendo da nord per occupare la preziosissima regione dello Skane, porta diretta su Copenaghen. il generale Knut Erikson comandava un gruppo di 11.000 uomini che, dopo alcuni giorni fortunati, si erano trovati ad avanzare in una fittissima e gelida pioggia.
I danesi li stavano aspettando, trincerati nella regione con un esercito di 20.000 uomini comandati dal re di Kalmar Hans I in persona.
I norvegesi stavano arrivando, forse, la battaglia ad Halland li aveva rallentati più del previsto.
La battaglia:
Gli svedesi cercarono di bersagliare il nemico con le proprie balestre, usando i miliziani come prima linea per prendere i danni maggiori. Disgraziatamente la pioggia rese scivolose le armi e i tiri furono fiacchi e poco precisi da entrambe le parti, ma i danesi avevano una portata di fuoco 6 volte superiore a quella della controparte.
Ci furono i primi morti da entrambi i lati, dopo una mezzora abbondante divenne chiaro come i danni inflitti fossero irrisori rispetto alle perdite nella milizia e, vista la nettissima superiorità numerica del nemico il generale Erikson decise di continuare a temporeggiare, sempre sacrificando i miliziani.
La cosa fece gioire i danesi che fecero il tiro al piccione col loro nemico, uccidendo almeno 1700 miliziani a fronte di 200 balestrieri morti.
La cavalleria pesante svedese tentò il giro dell'accampamento nemico e fortunatamente non fu vista, riuscendo a riversarsi sul fianco avversario contro 1000 fanti pesanti.
L'impatto fu devastante, causando la morte di oltre 300 nemici in un solo colpo ma la reazione danese non si fece attendere e furono inviati 3000 lancieri a risolvere l'offesa.
Gli svedesi, fortunati, riuscirono a sfuggire appena intempo ai loro nemici.
Nel frattempo però i miliziani amici andavano in rotta per le troppe perdite, mentre i balestrieri ripiegavano dietro agli alleati.
Constatando l'esiguità dei nemici Hans comandò una carica generale della sua fanteria, supportata sul lato destro dalla cavalleria pesante.
Lancieri e picchieri si scontrarono e, grazie alla carica, i primi punti andarono alla Danimarca. La carica di cavalleria causò solo un centiniaio di morti e non fu così tremenda ma era chiarissimo che in pochi minuti gli svedesi sarebbero stati sopraffatti totalmente.
Proprio allora arrivò l'esercito norvegese, da nordovest, con almeno 15.000 effettivi comandati dal Duca-Re Erik II.
La cosa non fece che infuriare i danesi che colpirono i nemici con maggior violenza, sentendosi intrappolati. Una carica laterale dei lancieri danesi mandò in fuga la controparte svedese e fu una catena di panico unica. Il generale Knut dovette ripiegare rapidamente con la sua cavalleria, incalzato dalle picche nemiche.
Tolta di mezzo la Svezia i danesi si disposero rapidamente per il secondo scontro.
Gli arcieri norvegesi diedero molto filo da torcere ai balestrieri danesi, le perdite furono tutto sommato equilibrate ma i danesi erano stanchi e il loro morale si abbassava con maggior rapidità.
Hans vide il centro dello schieramento nemico composto solo da miliziani e decise di cogliere l'occasione per ottenere una facile vittoria. Dopo aver dato un po' di riposo ai suoi comandò una carica generale dell'esercito.
Le cavallerie pesanti danesi tentarono un aggiramento rapido sui lati ma furono viste ed intercettate da reparti misti di lancieri e picchieri che vi ingaggiarono una durissima battaglia.
Al centro i miliziani furono facilmente fatti a pezzi, lasciando il loro posto ai fanti pesanti norvegesi, li subito schierati.
I fanti leggeri norvegesi tentarono un rapido aggiramento del nemico sul lato destro ma furono intercettati da 2000 miliziani che li tennero occupati, combattendo con fierezza.
Sul lato sinistro la cavalleria pesante danese dovette ritirarsi rapidamente, lasciando un grosso vuoto che fu colmato da 2000 fanti leggeri, adatti ai meno rapidi picchieri.
Nella durezza della mischia re Erik II fu ferito a morte da un lanciere danese, mentre combatteva con la sua unità.
Fortunatamente il generale Aakon prese i suo posto impedendo una rotta generale ma la battaglia non si stava svolgendo come sperato.
Per risollevare le sorti dei lancieri Aakon lanciò una carica dei suoi arcieri, armati di coltello, ma questi furono intercettati da 1000 cavalieri leggeri danesi che li falciarono con 500 perdite, nonostante poco dopo sopraggiungesse un contingente di soccorso di 400 lancieri.
Era chiaro come, anche in caso di vittoria, i norvegesi non avrebbero potuto mantenere lo Skane, perciò decisero di ritirarsi per riorganizzarsi ad Halland.
Esito:
Vittoria di misura dei danesi
Gli svedesi lasciano sul campo: circa 5500 uomini
i norvegesi lasciano sul campo: circa 6000 uomini
i danesi lasciano sul campo: circa 11.000 uomini
Forze in campo: esercito svedese, esercito norvegese contro esercito danese
La forze svedesi stavano muovendo da nord per occupare la preziosissima regione dello Skane, porta diretta su Copenaghen. il generale Knut Erikson comandava un gruppo di 11.000 uomini che, dopo alcuni giorni fortunati, si erano trovati ad avanzare in una fittissima e gelida pioggia.
I danesi li stavano aspettando, trincerati nella regione con un esercito di 20.000 uomini comandati dal re di Kalmar Hans I in persona.
I norvegesi stavano arrivando, forse, la battaglia ad Halland li aveva rallentati più del previsto.
La battaglia:
Gli svedesi cercarono di bersagliare il nemico con le proprie balestre, usando i miliziani come prima linea per prendere i danni maggiori. Disgraziatamente la pioggia rese scivolose le armi e i tiri furono fiacchi e poco precisi da entrambe le parti, ma i danesi avevano una portata di fuoco 6 volte superiore a quella della controparte.
Ci furono i primi morti da entrambi i lati, dopo una mezzora abbondante divenne chiaro come i danni inflitti fossero irrisori rispetto alle perdite nella milizia e, vista la nettissima superiorità numerica del nemico il generale Erikson decise di continuare a temporeggiare, sempre sacrificando i miliziani.
La cosa fece gioire i danesi che fecero il tiro al piccione col loro nemico, uccidendo almeno 1700 miliziani a fronte di 200 balestrieri morti.
La cavalleria pesante svedese tentò il giro dell'accampamento nemico e fortunatamente non fu vista, riuscendo a riversarsi sul fianco avversario contro 1000 fanti pesanti.
L'impatto fu devastante, causando la morte di oltre 300 nemici in un solo colpo ma la reazione danese non si fece attendere e furono inviati 3000 lancieri a risolvere l'offesa.
Gli svedesi, fortunati, riuscirono a sfuggire appena intempo ai loro nemici.
Nel frattempo però i miliziani amici andavano in rotta per le troppe perdite, mentre i balestrieri ripiegavano dietro agli alleati.
Constatando l'esiguità dei nemici Hans comandò una carica generale della sua fanteria, supportata sul lato destro dalla cavalleria pesante.
Lancieri e picchieri si scontrarono e, grazie alla carica, i primi punti andarono alla Danimarca. La carica di cavalleria causò solo un centiniaio di morti e non fu così tremenda ma era chiarissimo che in pochi minuti gli svedesi sarebbero stati sopraffatti totalmente.
Proprio allora arrivò l'esercito norvegese, da nordovest, con almeno 15.000 effettivi comandati dal Duca-Re Erik II.
La cosa non fece che infuriare i danesi che colpirono i nemici con maggior violenza, sentendosi intrappolati. Una carica laterale dei lancieri danesi mandò in fuga la controparte svedese e fu una catena di panico unica. Il generale Knut dovette ripiegare rapidamente con la sua cavalleria, incalzato dalle picche nemiche.
Tolta di mezzo la Svezia i danesi si disposero rapidamente per il secondo scontro.
Gli arcieri norvegesi diedero molto filo da torcere ai balestrieri danesi, le perdite furono tutto sommato equilibrate ma i danesi erano stanchi e il loro morale si abbassava con maggior rapidità.
Hans vide il centro dello schieramento nemico composto solo da miliziani e decise di cogliere l'occasione per ottenere una facile vittoria. Dopo aver dato un po' di riposo ai suoi comandò una carica generale dell'esercito.
Le cavallerie pesanti danesi tentarono un aggiramento rapido sui lati ma furono viste ed intercettate da reparti misti di lancieri e picchieri che vi ingaggiarono una durissima battaglia.
Al centro i miliziani furono facilmente fatti a pezzi, lasciando il loro posto ai fanti pesanti norvegesi, li subito schierati.
I fanti leggeri norvegesi tentarono un rapido aggiramento del nemico sul lato destro ma furono intercettati da 2000 miliziani che li tennero occupati, combattendo con fierezza.
Sul lato sinistro la cavalleria pesante danese dovette ritirarsi rapidamente, lasciando un grosso vuoto che fu colmato da 2000 fanti leggeri, adatti ai meno rapidi picchieri.
Nella durezza della mischia re Erik II fu ferito a morte da un lanciere danese, mentre combatteva con la sua unità.
Fortunatamente il generale Aakon prese i suo posto impedendo una rotta generale ma la battaglia non si stava svolgendo come sperato.
Per risollevare le sorti dei lancieri Aakon lanciò una carica dei suoi arcieri, armati di coltello, ma questi furono intercettati da 1000 cavalieri leggeri danesi che li falciarono con 500 perdite, nonostante poco dopo sopraggiungesse un contingente di soccorso di 400 lancieri.
Era chiaro come, anche in caso di vittoria, i norvegesi non avrebbero potuto mantenere lo Skane, perciò decisero di ritirarsi per riorganizzarsi ad Halland.
Esito:
Vittoria di misura dei danesi
Gli svedesi lasciano sul campo: circa 5500 uomini
i norvegesi lasciano sul campo: circa 6000 uomini
i danesi lasciano sul campo: circa 11.000 uomini