Battaglie turno 16

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La marea polacca:

Eserciti in campo: esercito di Pskov e esercito polacco contro esercito confederato dei Rus

Dopo aver saputo che la Polonia aveva rotto la pace le truppe della Repubblica corsero immediatamente a nord per dare supporto alla loro capitale, che in breve tempo era stata messa sotto assedio. Fortunatamente giunsero quando i difensori non avevano ancora ceduto, ma la situazione era disperata da subito. Basilio di Luga e il generale Basilisco potevano contare su un esercito di circa 15.000 uomini che si era asserragliato a fatica sui suoi bastioni.
L'esercito polacco era comandato dal Maresciallo Wladyslaw Sobyeski e contava oltre 30.000 uomini, con il supporto delle truppe di Pskov.
I cannoni tuonarono ancora per un po', alla fine fu aperta una breccia e la battaglia finale iniziò.

La battaglia:


Sfruttando la loro poca potenza di fuoco gli archibugieri di Novgorod provarono a frenare l'avanzata nemica ma non andò affatto bene. Scannato qualche miliziano, furono investiti da una pioggia di freccie da parte della cavalleria nemica e dovettero ripararsi dietro le mura, abbassando il rateo di fuoco.
L'avanzare della fanteria nemica li fece rischiare ad esporsi e inizialmente riuscirono a fare qualche vittima ma poi furono costretti alla fuga dalla pioggia dei dardi nemici.
Per non cedere la postazione vantaggiosa la Guardia Palatina si piazzò nel mezzo, pronta a reggere l'urto, mentre 5000 picchieri si disposero ai lati per evitare improvvise cariche nemiche.
La cavalleria polacca fu dissuasa dall'azione e i palatini tennero bene le prime ondate di miliziani, che falciarono e misero in rotta. Quando giunsero i fanti pesanti il combattimento divenne in fase di stallo ma la netta inferiorità numerica costrinse i picchieri a flettere sul lato destro, venendo rimpiazzati dai miliziani. La cavalleria polacca tentò un lungo aggiramento su un lato scoperto del muro ma fu fermata da alcune truppe opportunamente spostate.
Nonostante i rus stessero combattendo bene la guardia palatina fu messa in fuga dalla massa dei polacchi e i picchieri la sostituirono su tutto il lato. Pskov e i suoi fanti pesanti cominciarono a falciare i non proprio ben messi difensori, tanto da costringerli a richiedere l'uso della milizia per prendere tempo.
La cavalleria russa tentò una sortita nelle retrovie nemiche sperando di falciare le truppe da tiro e causare una catena di panico ma fu investita da una pioggia di dardi e costretta alla fuga.
Il generale Basilisco si mosse per prendere il comando di un gruppo di lancieri in fuga, ma nel tam tam generale fu colpito da una lancia e cadde a terra morto.
Basilio di Luga tentò di riorganizzare la resistenza nella cittadella ma ormai i polacchi si erano troppo sparsi per potercela fare.
La città era perduta.

Esito:
Vittoria netta degli invasori:
I polacchi lasciano sul campo circa 4000 uomini
Pskov lascia sul campo 4564 uomini
Novgorod perde l'intero esercito
 

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L'assedio di Pisa:

Forze in campo: esercito del duca di Milano, esercito provenzale e spagnolo contro esercito di Pisa e Ferrara

Dopo aver facilmente schiacciato la resistenza di Lucca al nord, le truppe del Duca e dei suoi alleati si mossero verso sud per assediare la ricca città di Pisa, recentemente ribellatasi al duca di Toscana. L'armata milanese, forte ancora di circa 14.000 uomini comandati dallo stesso Luca Sforza era supportata dagli alleati del duca di provenza e di Spagna, circa 12.000 uomini in totale. Inoltre con loro vi era la compagnia mercenaria di Jaques de Montfort, vicina alla doppia cifra di guerrieri.
L'esercito pisano, forte di 10.000 uomini arroccati in città, aveva appena ricevuto gli inaspettati rinforzi della signoria di Ferrara e accolto quel che restava dell'esercito di Lucca, per un totale di circa 23.000 uomini.
Il pantano dato da lunghi giorni piovosi rendeva difficile il movimento di entrambi gli schieramenti.

La battaglia:

Le truppe degli aggressori, forti della loro superiorità numerica e qualitativa, cercarono di fiaccare il morale nemico con fuoco incrociato degli archibugi, massacrando centinaia di miliziani nemici. Nel frattempo la cavalleria milanese vessò il fianco avversario con colpi di balestra ma rischiò seriamente di venire intercettata dai lancieri, sicchè si ritirò poco dopo. Gli spagnoli, decisi a colpire con la superiorità delle loro tattiche e dei loro armamenti, concentrarono il fuoco al centro delle difese pisane per poi permettere ai fanti corazzati alleati di avanzare. Senza la possibilità di intercettare rapidamente il nemico con la cavalleria, i ferraresi si disposero a cuneo decidendo di reggere l'urto e dando tempo ai pisani di riorganizzare le forze.
I provenzali lanciarono per primi un assalto sul fianco destro mentre i francesi tentavano un accerchiamento dalle spalle. I lucchesi cercarono di creare un punto di pressione caricando con la propria fanteria verso i milanesi, riuscendo anche a resistere alle salve di archibugio per un po' ma alla fine furono costretti a cedere.
Quando si arrivò al corpo a corpo la superiorità degli invasori si era già fatta terribilmente sentire e la fanteria pesant francese fu la prima a falciare i nemici. Nonostante tutto la formazione a quadrato improvvisata dai difensori si rivelò efficace e riuscirono a tenere la linea, spingendo indietro il nemico. La cavalleria francese e milanese si portò su un fianco presidiato dai miliziani per caricare e generare una catena di panico nel fronte avversario. I pisani capirono il problema e scaricarono tutto il fuoco residuo sui nemici, sperando di fermarli.
Luca Sforza fu colpito da un dardo al volto e cadde a terra ma nella mischia in pochi se ne accorsero e la carica ebbe un buon effetto nonostante il fango la rallentasse. Coadiuvata da una pressione dei fanti pesanti, il morale dei difensori crollò a terra e senza una via di fuga combatterono fino all'ultimo uomo, rimanendo sul campo da vero soldati.

Esito:
Vittoria schiacciante della coalizione milanese
I milanesi perdono circa 2100 uomini, 2600 mercenari e il Duca
Gli spagnoli perdono circa 2000 uomini
I provenzali perdono circa 2100 uomini
Pisani, Ferraresi e Lucchesi perdono tutto l'esercito:
 

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La battaglia di Trieste:

Forze in campo: esercito del sindaco di Trieste contro esercito ausburgico

La battaglia:

Nonostante entrambi gli schieramenti disponessero dello stesso numero di effettivi, circa 15.000 uomini, l'esercito asburgico partì in vantaggio poichè veterano e comandato da un generale temprato dalle battaglie contro i turchi. I triestini cercarono di compensare lo svantaggio arroccandosi nella cittadella e sfruttando la moltitudine dei loro miliziani. Cercarono di evitare le cariche della cavalleria pesante asburgica tappando sui lati con i lancieri ma l'esercito tedesco si trovò immediatamente in vantaggio non appena lanciò i fanti pesanti nel corpo a corpo. Dopo alcune ore di battaglia il fianco triestino fu scoperto per tappare le perdite al centro generate da alcune catene di panico e gli asburgo riuscirono a caricare, falciando la resistenza nemica.

Esito:


Vittoria netta degli Asburgo:
Gli Asburgo perdono circa 4000 uomini
I triestini perdono circa 6000 uomini.
 
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