Battaglie turno 15

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La seconda battaglia della piana dei Merli.

Forze in campo: esercito crociato contro esercito ottomano


Il generale Muhammud Alì era rimasto isolato in Dalmazia con le sue truppe. Impossibilitato a ricevere rinforzi e sotto costante attacco dagli ungheresi e dai loro alleati, ricevette l'ordine di ripiegare frettolosamente a Costantinopoli. A questo punto l'esercito crociato si accorse di non poter permettere l'unione delle due truppe ottomane e attaccò con grande possanza su più lati. Circa 50.000 ungheresi e oltre 70.000 crociati si battevano contro un esercito fiacco e decimato dalla precedente battaglia. Lo scontro avvenne poco lontano dalla battaglia della Piana dei Merli nel 1399 fra Serbia e turchi.
La battaglia:

Muhammud capì immediatamente che la vittoria era impossibile. Cercò di organizzare i suoi in modo da consentire la massima potenza di fuoco agli archibugieri ridotti e di lasciare un via libera almeno per le truppe a cavallo.
L'assalto crociato cominciò quasi subito, bombardando il nemico ai lati con le truppe da tiro a cavallo e usando i milizani come scudi umani per le pallottole del Sultano. Bombardati da freccie e piombo gli ottomani soffrirono immediatamente l'immensa inferiorità numerica e bande di miliziani e salafiti si diedero quasi subito alla fuga.
Attizzati dal crescente successo i cavalieri crociati lanciarono una poderosa carica di cavalleria pesante che sfondò il lato sinistro dello schieramento nemico.
La falla venne tamponata dal tiro incrociato e rapido degli archibugieri che però, complice anche il clima umido e la forte pioggia, non riuscirono a tenere tutto lo schieramento. In breve si aprirono numerose falle fra i fanti ottomani e in quel momento Muhammud ordinò la ritirata dei suoi.
I fanti combatterono ancora per un'ora, fino all'ultimo uomo, ma la vittoria dei crociati era totale.
Il doge di Venezia, ora comandate supremo delle forze alleate, festeggiò la vittoria insieme al comandante della cavalleria spagnola Carlo de Serràn, che fu promosso al grado di generale dell'armata spagnola.
Esito:
Vittoria schiacciante dell'esercito crociato:
Gli ottomani perdono tutto l'esercito, si salvano un reggimento di cavalleria pesante ottomana e alcuni gruppi di cavalieri mamelucchi.
I crociati perdono qualche migliaio di uomini.


EDIT: L'esercito ungherese non arriva, la situazione è invertita. I crociati vengono sconfitti e gli ottomani ottengono una vittoria netta
 
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I due occhi del Mondo:

Forze in campo: esercito crociato e esercito bizantino contro esercito ottomano

L'esercito ottomano, composto da circa 40.000 compresi i soldati alleati dell'Hejadz, si muoveva riconquistando la Tracia e poi puntando direttamente verso la Grecia per colpire il fantoccio crociato Manuele III. Passata Tessalonica gli ottomani approfittarono del bel tempo per lanciare un forte attacco in Tessaglia dove si trovavano accampate le truppe bizantine. Con loro erano appena giunti i soldati crociati da nord dopo una serie di marcie forzate in terra ostile. Nonostante la netta inferiorità numerica gli ottomani erano certi di poter combinare qualcosa di utile vista la spossatezza delle truppe cristiane, colpite anche da un'epidemia di dissenteria endemica.

La battaglia:


Sfortunatamente alcuni litigi interni fra i comandanti turchi impedirono la possibilità di cogliere il nemico di sorpresa, i cavalieri di Hejadz infatti tentarono un assalto laterale ma il tutto fu fatto troppo presto e la pronta reazione dei picchieri spagnoli impedì uno sfondamento. Le truppe dei salafiti furono scelte per assorbire il fuoco nemico che comunque si rivelò abbastanza fiacco. Faruq cercò di trovare un punto debole nello schieramento avversario lanciando alcune piccole sortite mentre il Doge veneto disponeva i picchieri a impedire infliltrazioni nemiche. Una buona figura la fecero i lancieri di Milano che riuscirono ad intercettare un'avanguardia salafita mentre i soldati fiorentini si misero alla testa della colonna che tentò di sfondare a cuneo le difese nemiche.
I Salafiti riuscirono a bloccare il cuneo e a dare tempo ai fanti della mezzaluna di caricare sul lato ma la cosa fu un disastro vista l'infinita superiorità numerica della cavalleria francese che li falciò senza problemi.
Conscio di non essere in grado di vincere, il generale ottomano ordinò una ritirata ordinata, supportata anche dalla lentezza delle truppe crociate.

Esito:

Sconfitta di misura degli ottomani
Gli ottomani e alleati lasciano sul campo circa 10.000 uomini
I crociati lasciano sul campo circa 6.000 uomini
I bizantini lasciano sul campo 400 arcieri.
 

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Tessaglia di sangue:

Forze in campo: esercito crociato contro esercito ottomano (con alleati un po' da tutto il mondo islamico).

Appurato che Costantinopoli non era direttamente minacciata via terra, le truppe del sultano Solimano I e dei suoi alleati si mossero a supporto dei soldati in Dalmazia. Avendo ottenuto in Bulgaria la notizia della sconfitta dello stesso, i guerrieri si mossero a sud per supportare l'attacco contro l'impero bizantino. Nelle pianure della Tessaglia un immenso esercito ottomano, circa 80.000 uomini, si scontrò con le truppe del Basileus, 10.000 ma molto ben armati e contro l'esercito crociato, ancora molto numeroso ma stanco delle continue battaglie.

La battaglia:

la moltitudine delle truppe ottomane cercò di attirare il fuoco nemico sui miliziani e sui fanatici jiahadisti, che restavano faticosamente nei ranghi. la superiorità di fuoco degli occidentali fece crollare a terra diverse migliaia di nemici in poco tempo ma le prime cariche laterali di cavalleria furono squarciate dalla possanza degl archibugieri nemici. Gli spagnoli furono i primi a cercare uno scontro ravvicinato, sfruttando le corazze superiori dei loro armati. Il lato destro, comandato dagli italiani, servì da specchietto per attirare il fuoco incrociato ottomano quanto bastava perchè i francesi sulla sinistra potessero colmare la distanza e lanciare i primi attacchi.
Gli ottomani seppero reagire rapidamente inviando al posto giusto gli jihadisti a tappare le falle, schierando poi le truppe pesanti fresche nel momento del bisogno. Grande rilevanza anche la cavalleria che si impegò in diversi scontri. Un gruppo di cavalieri saffavidi tentò un aggiramento sul lato sinistro ma venne interamente accerchiato e distrutto dalle lancie spagnole. La cavalleria pesante francese lanciò una serie di possenti cariche che territorizzarono gli alleati ottomani, tanto che lo stesso Solimano dovette intervenire per alzare il morale, insieme ai suoi lancieri.
La battaglia rimase lungamente in stallo, al centro i fanti pesanti turchi fornivano sicura protezione agli archibugieri mentre le truppe alleate tappavano rapidamente i numerosi buchi creati dalla possanza del nemico. I cristiani stavano infliggendo perdite molto numerose nonostante tutto e la carica bizantina sul fianco destro, a supporto degli italiani, rischò seriamente di far cadere tutto lo schieramento ottomano. Fortunatamente l'arrivo repentino di alcuni lancieri di Tripoli permise alle truppe da fuoco di ricaricare e cacciare indietro il nemico di alcuni, preziosi metri.
Le truppe spagnole furono le prime ad accusare i segni di una guerra troppo prolungata, mentre gli ottomani al contrario combattevano con ferocia per riconquistare il loro impero. In pochi minuti i cristiani passarono da una fase aggressiva ad una difensiva, rischiando di venire accerchiati dai cavalieri nemici. I milanesi e i fiorentini riuscirono a bloccare alcuni gruppi di nemici e creare un varco verso sud. Stranamente i turchi decisero di ignorarli e anzi lanciare un attacco a forchetta molto rischioso, incuranti delle posizioni degli italici. francesi e spagnoli subirono un urto pesantissimo il loro morale precipitò a terra. I bizantini, ancora freschi, cercarono inizialmente di resistere ripiegando vicini agli italiani ma capirono presto che fosse meglio assicurarsi una posizione di maggiore vantaggio.
Di fronte al via via generale i soldati turchi smisero completamente di curarsi dei milanesi e lanciarono un attacco ai fiorentini che caddero uno dopo l'altro. Vista la situazione i bizantini ripiegarono frettolosamente ad est mentre le truppe di Milano ammainarono il gonfalone e si ritirarono.L'esercito crociato aveva subito un colpo durissimo, complice una guerra eccessivamente luna e logorante con rifornimenti ovviamente scarsi. Quel che rimaneva delle sue truppe si spostò a sud ripiegando ad Atene.

Esito:
Vittoria netta della coalizione islamica
L'esercito crociato perde circa la metà degli effettivi rimasti, parecchi battaglioni sono interamente distrutti tranne che per Milano e bizantini.
L'esercito ottomano perde circa 30.000 uomini di cui almeno 25.000 fra salafiti e fanatici jihadisti.
 
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Carne contro accaio:

Forze in campo: esercito ungherese contro esercito unito dei tartari e esercito valacco.

Il generale Vladislaus il Polacco comandava una forte armata ungherese di circa 50.000 uomini. L'obiettivo era chiaro, distruggere qualunque forma di resistenza da parte del nemico valacco. Non poteva certo immaginare che i khanati musulmani avessero deciso di intervenire compatti, supportati in particolare dalla Crimea, storica nemica di Polonia e Ungheria. Gli alleati polacchi erano stati trattanuti lontano, per motivi ancora ignoti, i solo magiari dovevano affrontare un esercito di pari numero al loro ma con almeno il tripolo della cavalleria.
Il clima rigido ma non brusco permetteva alle truppe di muoversi agilmente, nonostante la fatica si sentesse fin da subito.

La battaglia:

La tattica ungherese consisteva nel tenere i nemici lontani e bombardarli con le proprie truppe da tiro. La milizia divenne immediatamente bersaglio degli arcieri tartari mentre le truppe magiare si muovevano sui lati per vessare il nemico, disgraziatamente la superiorità negli arcieri a cavallo costrinse i magiari a ritirarsi rapidamente, con gravi perdite per poi chiudersi a cono con i lancieri e i fanti leggeri esterni. A questo punto i tartari tentarono un paio di sortite da ogni lato, saggiando la difesa ungherese. Al centro lo schieramento si piegò ma i fanti pesanti si misero di mezzo evitando una rotta generale. Sul lato destro i picchieri si liberarono facilmente del nemico, che fuggì con disonore mentre sul lato destro la carica nemica sortì un effetto poco efficacie perchè non riuscì a prendere la giusta velocità. A questo punto Vladislaus si mise alla testa di circa 5000 cavalieri pesanti, che fecero il giro di una collina per prendere il nemico alle spalle. I suoi uomini lanciarono una carica generale per tenere occupati i tartari. Gli archibugieri a cavallo furono rapidamente messi in rotta da una carica incrociata di cavalleria leggera, peggio ancora per un gruppo di archibugieri appiedati che si trovò isolato e fu tranciato dalle truppe nemiche. La nobiltà magiara tentò di incunearsi a destra per sfondare le truppe valacche ma subì grosse perdite e dovette ripiegare. Ora i tartari tentavano di aggirare i nemici per poi circondarli e massacrarli a colpi di freccie e lancie. In quel momento giunsero da nord i cavalieri corazzati magiari e colpirono il nemico direttamente alla spalle, falciandone le truppe appiedata. Era la dimostrazione che l'epoca dalla cavalleria non era ancora morta; gli ungheresei in pochissimo tempo ribaltarono la situazione e costrinsero i tartari a tornare indietro, nel contempo però spinsero da due lati, di fatto erano loro, ora, a circondare il nemico.
La caduta a terra di Muhammud, figlio primogenito del Khan di Astrakan causò il panico nelle truppe alleate, gli ungheresi ne approfittarono per lanciare una carica di fanti pesanti e la catena di terrore che si scatenò causò la disfatta generale delle truppe tartare.


Esito:

Vittoria netta degli ungheresi:
Gli ungheresi perdono circa 10.000 uomini
I tartari perdono circa 23.000 uomini
 
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