Sarmizegetuza sotto assedio:
Forze in campo: esercito dei gepidi, degli Alani d'Oriente e dei visigoti contro esercito degli unni di Ellac.
La morte di Attila era l'occasione ideale per riconquistare la libertà e creare un forte regno fuori dall'orbita unna. Questo avevano pensato Gepidi ed Alani, che avevano approfittato della guerra ad Occidente per radunare un grosso esercito di oltre 25mila uomini. Li comandava il re dei Gepidi Ardarico I, insieme a quello degli Alani Asi.
Attaccare Sarmizegetuza pareva un'azione folle. La città era tremendamente fortificata da un grosso Ring e lo stesso Ellac lo stava difendendo con 50.000 dei suoi migliori guerrieri unni.
Ma la battaglia avrebbe preso una piega diversa con l'arrivo di oltre 20.000 soldati della Legio Lupis dei Visigoti, comandati dal veterano Evarico.
Evarico cercò di dare battaglia al nemico nei pressi di un fiume fangoso, ma l'impazienza di Ardarico e l'apparente poca voglia di muoversi di Ellac lo costrinsero ad accettare lo scontro ai piedi della collina di Sarmizegetuza, durante una giornata di forte sole.
La battaglia:
Evaroco alzò il morale dei suoi con un ottimo discorso sulla fratellanza, che ebbe un forte successo fra i legionari veterani e li preparò allo scontro.
Ellac, proprio come il padre, confidava nella forza dirompente dei suoi arcieri a cavallo. Ne lanciò circa 20mila contro lo schieramento compatto dei suoi nemici.
I primi a subire il danno furono i fanti leggeri della coalizione e i reprti di traefen visigoti, che non riuscirono a respingere un fuoco assolutamente superiore e morirono in massa.
La cavalleria si mosse poi sui lati, bombardando con immensa violenza. Le perdite per gli aggressori furono molto numerosi, un reparto di milis visigoti fu mandato in rotta ancora prima della fine della salva. I buelsing e gli arcieri dei coalizzati tiravano in grande quantità ma la loro forza era assolutamente inferiore a quella dei nemici.
I colpi degli unni cominciarono a diventare meno efficaci dopo il primo giro completo. I Gepidi sfruttarono la fanteria pesante per fare da scudo, gli alani li attirarono via con i loro cavalieri leggeri e i visigoti si compattarono per cercare di minimizzare le perdite.
A quel punto gli arcieri a cavallo sguainarono le spade e si lanciarono in una carica improvvisa da tutti i lati.
I Visigoti riuscirono a respingere l'assalto ma subirono oltre 800 perdite nella fanteria pesante degli Aelde contro truppe di qualità scarsa.
Per gli Alani andò peggio, un tentativo di 1000 cavalieri leggeri di intercettare gli arcieri nemici fallì miseramente, il gruppo fu circondato e massacrato, infliggendo solamente 14 morti.
I Gepidi, invece, mantennero compatta la formazione, con gli scudi alti e respinsero gli arcieri con 711 perdite della fanteria pesante, infliggendo però oltre 2500 morti.
Ellac comunque era in netto vantaggio, montò a cavallo e lanciò una carica a tenaglia dei suoi 10mila cavalieri pesanti.
La carica della cavalleria pesante unna andò a colpire lo schieramento visigoto e gepide, mentre gli alani dovettero fare i conti con una nuova e devastante cavalcata degli arcieri a cavallo.
La fanteria pesante visigota resse all'urto ma subì perdite talmente elevate da richiedere l'intervento dei cavalieri pesanti Koer e degli ausiliari leggeri.
Gli Alani impiegarono tutti i loro cavalieri per contrastare il nemico e la situazione fu più o meno alla pari.
I Gepidi tennero il terreno con grande difficoltà, supportati soprattutto da 3000 lancieri comandati dallo stesso Ardanico.
Sofortunatamente il sovrano gepide fu ferito a morte dopo le prime avvisaglie della mischia e cadde a terra morto.
Ellac ordinò in quel momento la carica generale dei suoi cavalieri leggeri di riserva.
Lo schieramento visigoto fu circondato molto rapidamente dopo l'arretramento dei gepidi e per Evarico si metteva male. L'unica era tentare di forzare il blocco con una carica della cavalleria Koer o di quello che ne rimaneva.
Incredibilmente quella carica disperata si trasformò in un autentico successo. Gli unni, impacciati dal numero troppo elevato, furono travolti e caddero da cavallo in gran numero, creando una breccia per i visigoti.
Nel frattempo 1000 lancieri alani riuscivano a tenere a bada 2 reggimenti di arcieri a cavallo nemici, consentendo a 1000 cavalieri leggeri di cariare sul fianco per dare respiro ai Gepidi.
I pochi guerrieri gepidi, terrorizzati, stavano per abbandonare il campo ma si trovarono la via sbarrata dagli Unni. Decisero di tentare il tutto per tutto con una carica a cono che fu condotta egregiamente.
Ancora una volta la cavalleria unna si ritrovò pochissimo spazio di manovra e oltre 2000 cavalieri fra leggeri e arcieri caddero, contro una perdita di meno di 70 gepidi.
Una freccia vagante colpì Evarico alla gola, facendolo cadere morto.
Ellac, con impeto sorprendente, riuscì ad evitare due giavellotti e ad uccidere un gruppo di aggressori che si erano avvicinati troppo.
Asi era ancora in sella ma sapeva che ormai non c'era più nulla da fare.
I Gepidi stavano fuggendo, i Visigoti avevano perso vigore per la morte del loro comandante, l'unica cosa che c'era da fare era fuggire con i suoi reparti veloci e così fu.
Ellac mantenne il campo e impedì di fatto la disgregazione dell'Impero unno grazie alla sua forza che si mostrò degna di Attila.
Esito:
Vittoria netta del Khanato Unno
I Visigoti lasciano sul campo oltre 15.000 uomini e il comandante Evarico
I Gepidi lasciano sul campo oltre 7000 uomini e il loro re
Gli Alani lasciano sul campo oltre 8000 uomini.
Gli Unni lasciano sul campo circa 25.000 soldati.
Forze in campo: esercito dei gepidi, degli Alani d'Oriente e dei visigoti contro esercito degli unni di Ellac.
La morte di Attila era l'occasione ideale per riconquistare la libertà e creare un forte regno fuori dall'orbita unna. Questo avevano pensato Gepidi ed Alani, che avevano approfittato della guerra ad Occidente per radunare un grosso esercito di oltre 25mila uomini. Li comandava il re dei Gepidi Ardarico I, insieme a quello degli Alani Asi.
Attaccare Sarmizegetuza pareva un'azione folle. La città era tremendamente fortificata da un grosso Ring e lo stesso Ellac lo stava difendendo con 50.000 dei suoi migliori guerrieri unni.
Ma la battaglia avrebbe preso una piega diversa con l'arrivo di oltre 20.000 soldati della Legio Lupis dei Visigoti, comandati dal veterano Evarico.
Evarico cercò di dare battaglia al nemico nei pressi di un fiume fangoso, ma l'impazienza di Ardarico e l'apparente poca voglia di muoversi di Ellac lo costrinsero ad accettare lo scontro ai piedi della collina di Sarmizegetuza, durante una giornata di forte sole.
La battaglia:
Evaroco alzò il morale dei suoi con un ottimo discorso sulla fratellanza, che ebbe un forte successo fra i legionari veterani e li preparò allo scontro.
Ellac, proprio come il padre, confidava nella forza dirompente dei suoi arcieri a cavallo. Ne lanciò circa 20mila contro lo schieramento compatto dei suoi nemici.
I primi a subire il danno furono i fanti leggeri della coalizione e i reprti di traefen visigoti, che non riuscirono a respingere un fuoco assolutamente superiore e morirono in massa.
La cavalleria si mosse poi sui lati, bombardando con immensa violenza. Le perdite per gli aggressori furono molto numerosi, un reparto di milis visigoti fu mandato in rotta ancora prima della fine della salva. I buelsing e gli arcieri dei coalizzati tiravano in grande quantità ma la loro forza era assolutamente inferiore a quella dei nemici.
I colpi degli unni cominciarono a diventare meno efficaci dopo il primo giro completo. I Gepidi sfruttarono la fanteria pesante per fare da scudo, gli alani li attirarono via con i loro cavalieri leggeri e i visigoti si compattarono per cercare di minimizzare le perdite.
A quel punto gli arcieri a cavallo sguainarono le spade e si lanciarono in una carica improvvisa da tutti i lati.
I Visigoti riuscirono a respingere l'assalto ma subirono oltre 800 perdite nella fanteria pesante degli Aelde contro truppe di qualità scarsa.
Per gli Alani andò peggio, un tentativo di 1000 cavalieri leggeri di intercettare gli arcieri nemici fallì miseramente, il gruppo fu circondato e massacrato, infliggendo solamente 14 morti.
I Gepidi, invece, mantennero compatta la formazione, con gli scudi alti e respinsero gli arcieri con 711 perdite della fanteria pesante, infliggendo però oltre 2500 morti.
Ellac comunque era in netto vantaggio, montò a cavallo e lanciò una carica a tenaglia dei suoi 10mila cavalieri pesanti.
La carica della cavalleria pesante unna andò a colpire lo schieramento visigoto e gepide, mentre gli alani dovettero fare i conti con una nuova e devastante cavalcata degli arcieri a cavallo.
La fanteria pesante visigota resse all'urto ma subì perdite talmente elevate da richiedere l'intervento dei cavalieri pesanti Koer e degli ausiliari leggeri.
Gli Alani impiegarono tutti i loro cavalieri per contrastare il nemico e la situazione fu più o meno alla pari.
I Gepidi tennero il terreno con grande difficoltà, supportati soprattutto da 3000 lancieri comandati dallo stesso Ardanico.
Sofortunatamente il sovrano gepide fu ferito a morte dopo le prime avvisaglie della mischia e cadde a terra morto.
Ellac ordinò in quel momento la carica generale dei suoi cavalieri leggeri di riserva.
Lo schieramento visigoto fu circondato molto rapidamente dopo l'arretramento dei gepidi e per Evarico si metteva male. L'unica era tentare di forzare il blocco con una carica della cavalleria Koer o di quello che ne rimaneva.
Incredibilmente quella carica disperata si trasformò in un autentico successo. Gli unni, impacciati dal numero troppo elevato, furono travolti e caddero da cavallo in gran numero, creando una breccia per i visigoti.
Nel frattempo 1000 lancieri alani riuscivano a tenere a bada 2 reggimenti di arcieri a cavallo nemici, consentendo a 1000 cavalieri leggeri di cariare sul fianco per dare respiro ai Gepidi.
I pochi guerrieri gepidi, terrorizzati, stavano per abbandonare il campo ma si trovarono la via sbarrata dagli Unni. Decisero di tentare il tutto per tutto con una carica a cono che fu condotta egregiamente.
Ancora una volta la cavalleria unna si ritrovò pochissimo spazio di manovra e oltre 2000 cavalieri fra leggeri e arcieri caddero, contro una perdita di meno di 70 gepidi.
Una freccia vagante colpì Evarico alla gola, facendolo cadere morto.
Ellac, con impeto sorprendente, riuscì ad evitare due giavellotti e ad uccidere un gruppo di aggressori che si erano avvicinati troppo.
Asi era ancora in sella ma sapeva che ormai non c'era più nulla da fare.
I Gepidi stavano fuggendo, i Visigoti avevano perso vigore per la morte del loro comandante, l'unica cosa che c'era da fare era fuggire con i suoi reparti veloci e così fu.
Ellac mantenne il campo e impedì di fatto la disgregazione dell'Impero unno grazie alla sua forza che si mostrò degna di Attila.
Esito:
Vittoria netta del Khanato Unno
I Visigoti lasciano sul campo oltre 15.000 uomini e il comandante Evarico
I Gepidi lasciano sul campo oltre 7000 uomini e il loro re
Gli Alani lasciano sul campo oltre 8000 uomini.
Gli Unni lasciano sul campo circa 25.000 soldati.