Diplomazia Attraversando il continente, Atto I

MisterTango

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Primo contatto Gizeh-Vatis, con i personaggi Schruk (generale) e Marcel (diplomatico). Tragitto: Tarras-Wabami-Serkow-Hougft-Zouf-Decumano Nord-Estonshire, @Silen @Adamantio e per copia conoscenza anche @WinterSun

L’ultimo anno era stato carico di eventi per il Regno di Gizeh, alcuni gioiosi ed altri meno. L’esercito Reale era da poco rientrato nella Capitale dopo la vittoria sui Nu-Volf, ai confini meridionali del Regno. Il ritorno dei soldati era stato celebrato con ampi festeggiamenti pubblici, che erano tuttavia serviti anche a ricordare la morte dei giovani e coraggiosi guerrieri caduti in gran numero nel corso della campagna. Il ritorno di Aryanna Rhuvandoch, una condottiera e cacciatrice di mostri, aveva poi dato adito a non poche voci nelle locande e nelle sale del palazzo del Regno: alcuni sostenevano che il suo ritorno potesse essere di buon auspicio, viste le sue capacità universalmente riconosciute nel combattimento, per altri invece non poteva che essere sintomo evidente delle difficoltà dell’esercito reale a tener sicuri i confini della nazione. Subito dopo, dal lontano nord, erano giunte come una pestilenza le voci di un’orda di non morti attiva nelle distese innevate del settentrione, la cui immensa ombra di morte e distruzione incombeva pericolosamente sul Regno. Infine, erano giunte in gran numero delle voci da sud, portate principalmente dai mercanti provenienti dal Regno di Aarakorya, la fiorente e amichevole nazione de sud.
Furono proprio quest’ultime a stuzzicare maggiormente l’interesse della corte Reale.

Infatti, poco dopo il rientro dell’esercito dal sud, un gruppetto armato ed equipaggiato per un lungo viaggio varcò le porte delle mura della capitale, diretto proprio verso meridione.
Il gruppo non era particolarmente numeroso -non contava più di una trentina di elementi- ma non erano tanto le dimensioni ad attirarne l’attenzione, quanto bensì la sua composizione.
Alla testa del gruppo cavalcavano un uomo e un orco, che ormai tutti nel regno conoscevano molto bene. Il Generale Schruk, il pelleverde alto quasi due metri e con la sua fidata bipenne al seguito, e il diplomatico Marcel, a suo agio nei suoi abiti eleganti e in sella al destriero candido.
Dietro di loro seguiva un gruppo particolarmente eterogeneo: cavalieri umani, bardati nelle loro armature argentee e con le lunghe lance da cavallerie strette nelle mani d’acciaio; ricognitori halfling e frostlings, a dorso di pony e con i loro piccoli archi; nani, sempre a dorso di pony, della delegazione degli artigiani e dei mercanti; arcieri elfici a cavallo, con le fluenti capigliature bionde e le orecchie a punta. Chiudevano il gruppo un paio troll, con la pelle grigiastra e rugosa e tronchi di quercia branditi a mo’ di randello, che in quel momento appoggiavano allegramente sulle spalle mastodontiche.

Il gruppo, che nelle sue sette specie rappresentate mostrava abbondantemente l’ormai cosmopolita composizione del Regno, si mise in marcia verso sud, passando alcuni giorni dopo per la città di Rhuvanea. Ivi, Marcel ebbe modo di incontrare alcuni mercanti della delegazione di Aarakorya, nella nuova Gilda Commerciale costruita l’anno precedente. Si accordò con una carovana diretta verso Zlozye, nei confini più meridionali del Regno delle Aracne, accettando di essere ingaggiato come scorta in cambio di una guida e un passaggio sicuro nelle terre del Regno alleato.

Infatti, giunti al confine con la terra di Wabami, il gruppo si palesò comunque alle guardie aracne alla frontiera, comunicando le loro intenzioni diplomatiche. Ottenuto il libero passaggio nel regno di Aarakorya, il gruppo seguì la carovana fino alla città di Zlozye dove, come d’accordo, si separò dalla rotta dei mercanti. Prima di ripartire verso sud, il gruppo rimase alcuni giorni per riposarsi, rifocillarsi, e raccogliere più voci possibili che potessero permettere un passaggio tranquillo verso le terre del sud.

Venne indicato loro di procede verso sud-est, attraversando la regione chiamata Decumano Nord, e di raggiungere un lungo fiume chiamato Brandivino. Una volta arrivati in vista del corso d’acqua sarebbero sicuramente giunti a contatto con la gente del posto. Vennero inoltre avvertiti di stare alla larga dalle masse scure, non meglio descritte, che i locali definirono unicamente come “Greeshka”, o qualcosa del genere. Raccolto il coraggio necessario per quell’impresa, con bel innalzati gli stendardi purpurei del Regno di Gizeh, il gruppo capitanato da Schruk e Marcel si avviò verso sud, varcando i confini di quella regione inesplorata e misteriosa.
 

Adamantio

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L'Estonshire nell'ultimo anno era diventata una regione abbastanza sorvegliata.
Troppe cose, anche sgradevoli, erano successe per non innalzare a livelli massimi la guardia nella regione capitale. Di colpo, fu come un brusco risveglio.. come se tutte le sicurezze ammassate nel corso degli anni si fossero dileguate alla "prova dei fatti" : L'estonshire era tornato ad essere (forse lo era sempre stato?) una regione di frontiera, dove si mescolavano regni conosciuti come il Dawi-Drakkal, ma anche abomini quali il Greeshka più a nord-ovest.
In questa situazione di "confusione", a dir la verità non sorprese poi molto l'arrivo della delegazione dagli stendardi sconosciuti. L'umano era alto per gli standard dei mezz'uomini... ma l'orco.. beh, era mastodontico.
La guarnigione che controllava quel settore venne allertata e come si era soliti fare, alcune staffette in sella ad alcuni pony, prima dell'arrivo della delegazione sconosciuta, partirono al galoppo verso la città di Resilience.
Le truppe di stanza nella guarnigione si prepararono ad accogliere i nuovi giunti e miliziani vennero inviati loro incontro. Armati di tutto punto, ma per la verità non troppo aggressivi, intimarono l'altolà, piantando nel contempo le lance a terra in una posizione di riposo. Parlò un basso (perfino per gli standard degli Halfling) e tarchiato soldato, probabilmente il più alto in grado in quel manipolo di uomini che contava all'incirca 10 individui <.. Salute a voi, scampati al Greeshka. Accogliamo con piacere tutti coloro che fuggono dall'infestazione della regione, molti di coloro che provengono dalle lande che vi siete lasciati alle spalle, professano la fede nel comune padre celeste...> poi sembrò avere quasi un ripensamento <.. ma voi..> assottgliò lo sguardo sbirciando dal basso verso l'alto gli stendardi sconosciuti.. <.. Non ho mai visto tali vessilli e, sinceramente, non sembrate fuggire da nulla in particolare, quanto.. ricercare.. qualcosa> sorrise con fare, tutto sommato affabile <.. Il mio nome è Bodril ed ho l'onore di essere a guardia di questo settore del Limes..> si impettì, cosa che gli riuscì particolarmente bene essendo tutto sommato ben "compresso" nella sua armatura halfling.. <.. Ebbene, state varcando il limite. Queste terre sono reclamate dalla Ierocrazia Vatis, una popolazione di Halfling che ama la pace. Dichiarate le vostre intenzioni.> tacque, e non si smosse
 

MisterTango

Useless Member
Non era la prima volta che Marcel e Schruk partivano insieme “all’avventura”. Già una volta avevano rischiato di essere accoppati da un enorme abominio nelle distese di Nilfgard e, a confronto, la “passeggiata” tra la melma nera fu, per l’appunto, una passeggiata. In ogni caso, quando da lontano scorsero segni di civiltà, Marcel ne fu incredibilmente lieto. Fu ancora più lieto nel vedere il gruppo di halfling, senza dubbio soldati, venire loro incontro con intenzioni apparentemente pacifiche. Quantomeno, non era nulla che avrebbe provato a farli a pezzi, o magari a mangiarli. Ci pensò Schruk, comunque, a far scomparire la soddisfazione come una bolla di sapone.

Bodril assistette da lontano al singolare siparietto tra i due, mentre questi si avvicinavano.
-Oh, guarda, dei tappi-, ridacchiò l’orco, senza curarsi di tenere bassa la voce.
-Cerca di essere educato, per cortesia-, ribatté Marcel, seccato.
-Educato? Io? Sono sempre educato-
-Non mi sembra. Tieniti i tuoi commenti per te-
-Oh, per Mork, cosa avrò mai detto?-
-I nostri ospiti potrebbero offendersi. Meglio non farli irritare, ricordi cosa è capitato l’ultima volta?-
-Sei proprio un cagasotto. ‘Sti qui mi arrivano forse all’ombelico. Entrerebbero tutti nelle tasche della mia veste-, rispose l’orco, ridendo sguaiatamente.
-Stai un po’ zitto, non voglio fare figuracce perché non sai tenere la lingua a posto-

L’orco parve incassare in silenzio, pur borbottando qualcosa nella sua lingua madre. Marcel si massaggiò le tempie, perfettamente consapevole che quel diverbio non poteva essere passato inosservato, e sfoggiò il suo miglior sorriso non appena fermò il cavallo dinanzi alla pattuglia di halfling, salutando con un formale cenno della mano.

-Il mio nome è Marcel, Marcel di Viera. Giungo nella vostra terra su ordine del mio Re, Sire Cleobert, sovrano del Regno di Gizeh e di tutte le sue genti-, disse, dopo aver ascoltato educatamente le parole di Bodril. –Avete ragione, mio buon Bodril. A dire la verità, abbiamo appena trovato l’oggetto della nostra ricerca. O meglio, avevamo sentito soltanto delle voci sull’esistenza di un Regno, a sud, e non ci aspettavamo certo di trovare proprio voi. Sono lieto, però, di aver incontrato la vostra comunità. Anche nella nostra terra ci sono molti halfling, e possiamo dire di conoscere, almeno in parte, gli usi e i costumi del vostro straordinario popolo. Tornando a noi, comunque, arriviamo da nord, dopo aver percorso un lungo viaggio. Non che la compagnia della vostra persona sia sgradevole, affatto, ma giungo con la missione di prendere contatto con i leader della vostra Nazione, se è possibile. Chiedo pertanto gentilmente udienza con il vostro Re, o il vostro Sovrano, il cui titolo al momento mi è sconosciuto-

Tutto il discorso venne scimmiottato da uno Schruk apparentemente molto offeso che, in sella al fianco di Marcel, non nascose affatto la sua insofferenza per le formalità. Poi, l’orco notò, con non poco disappunto, gli sguardi incuriositi che gli halfling gli stavano rivolgendo.
–Che vi guardate, tappi…-, mormorò a bassa voce, cercando di distogliere lo sguardo altrove. Con la sua voce baritonale, però, risultava piuttosto difficile “mormorare” davvero, pertanto il suo commento dovette risultare ai mezzuomini come se pronunciato con un normalissimo tono di voce, tra l’altro alquanto scocciato.
 

Adamantio

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Effettivamente, cosa poteva far paura ad un orco?.. Un orco ed un umano che giungevano, per quanto ne dicevano dai confini del mondo?.. Di certo non degli Halfling che per, loro natura veramente gli sarebbero arrivati all'ombellico.

Bodril si fermò davanti a loro e, sorprendentemente si infilò entrambi i pollici nella cintura, lasciando libere le dita sul panciotto.. <..Beh.. direi che ha detto la verità.> liquidò la prima affermazione dell'orco tranciante, ma era palese che si rivolgeva all'umano.. Marcel, poi continuò <La sincerità come primo approccio non è decisamente una cattiva carta da giocare qui nella Ierocrazia Vatis..> annuì relativamente rilassato e fece un cenno ai suoi uomini che si guardarono, incerti.. <Dal Nord?..> la voce abbastanza incredula, come se Marcel avesse detto loro che venivano dall'iperuranio (?!), ma del resto era cosi.. la conoscenza del Vatis sul continente di Ea era... frammentaria. <.. Pensavamo che al nord ci fossero solo morte e disperazione.. Ci fa piacere che non sia cosi..> tagliò corto <.. Beh.. scoprirete un sacco di informazioni qui, se sarete cosi gentili da ricambiarle. La Ierocrazia Vatis anela alla conoscenza.. Le informazioni dopotutto sono preziose ed essenziali ..> poi quando l'orco intervenì nuovamente fu un soldato della scorta a dare di braccetto con un suo commilitone e commentare *Tzè.. Magari questo qui trova pure moglie qui al Sud..*
Gelo.
Beh.. a quel punto fu Bodril ad alzare le sopracciglia e prima che deflagrasse la bomba.. <.. Il mio commilitone vuole dire che nella Ierocrazia accogliamo popolazioni di diverse razze. Nella regione dello Zoram'Gar, ci sono alcuni Clan degli antichi orchi del Sud.. Una visita sarà di certo gradita.. Ho sentito dire che li persistono ancora le vecchie professioni di fede..> poi dopo una brevissima pausa.. <.. In Mork?>.. cercò conferma negli occhi dell'umano, poi sospirò.. <.. Verrete scortati nella regione della città di Qico , nella regione dell'Anglium. Li potrete avere un assaggio della nostra ospitalità..> e scostandosi, tranquillamente concesse il passaggio.

Se il tuo orco non "sbrocca" e me li ammazza tutti, possiamo cambiare tranquillamente ambient alla prossima azione. :asd::rotfl:Verrete scortati alla città di Qico, praticamente nel cuore del regno Vatis.
 

MisterTango

Useless Member
Tranquillo, Schruk è solo un orco che fa cose da orco con qualcuno meno grozzo di lui :asd:

Mentre il mezzuomo parlava, lo sguardo di Marcel si spostò lentamente verso Schruk, con un’occhiataccia fulminante che stava a significare più o meno “te l’avevo detto, idiota”. Ovviamente, l’orco fece spallucce e continuò bellamente a fargli il verso sottovoce. Al commento del soldato, poi, diede l’impressione di star per balzare giù di sella e cominciare a prendere a randellate lo sventurato, ma le parole di Bodril catturarono rapidamente la sua attenzione.

-Altri fratelli, dici?-, domandò, aggrottando l’ampia fronte da pelleverde.
-Ora che non sei più il più grosso non scherzi più, eh?-, lo punzecchiò sottovoce Marcel, non senza una certa soddisfazione.
-Oh, ma sta’ zitto-, lo liquidò l’orco che però, incredibilmente, decise infine di chiudere la bocca.
Un commento, proveniente dal fondo del gruppo, di uno dei troll che componevano la delegazione e relativo al fatto che Schruk non fosse mai stato, in realtà, il più grosso, suscitò l’ilarità degli individui più arretrati della compagine.

Dopo di che, Marcel accettò di buon grado l’invito di Bodril e, mentre s’incamminavano verso la città di Qico nominata dal mezzuomo, smontò da cavallo e proseguì a piedi, per evitare al suo nuovo amico la scocciatura di alzare il collo di novanta gradi ogni qualvolta doveva rivolgergli la parola.

-Vi prego di accettare le mie scuse, Capitano Bodril, per quanto accaduto poco prima. Sono ben conscio della… irruenza, per così dire, del mio amico pelleverde, e so perfettamente che le sue parole di poco prima non siano passate inudite. Il suo problema risiede nell’estrema, a tratti quasi inopportuna, sincerità e un modo di fare e vedere le cose, diciamo… poco ragguardevole nei confronti delle conseguenze delle sue azioni, ecco. In poche parole non voleva insultarvi, ha solo dato voce ai suoi pensieri… da orco-, spiegò l’uomo, fulminando ancora con lo sguardo il pelleverde che cavalcava poco lontano, alle sue spalle.

Lo fece con la voce sufficientemente alta da poter essere udito dal diretto interessato, il quale rispose mimando il gesto di un pugno in un occhio e borbottando qualche parola in orchesco, limitandosi tuttavia a ciò.

Dopo aver scosso il capo, sconsolato, Marcel riportò la sua attenzione verso Bodril. –In ogni caso, la vostra idea del nord non era poi così errata. In effetti, oltre al clima rigido, ci sono stati numerosi perigli e minacce con le quali abbiamo avuto a che fare negli ultimi decenni. Per quanto, almeno al momento, non sia esattamente impellente, la minaccia dei non morti è ancora concreta nelle terre desolate dell’estremo nord. Negli ultimi due anni è comparsa anche una strana creatura, forse un’incantatrice rediviva, alcuni dicono una banshee, alla guida di un’orda di vaganti che ha avuto il riguardo di farsi conoscere come “La Marea”… una brutta storia, insomma. Proprio quando ci eravamo appena tolti l’impaccio a sud di alcune orde di lupi giganti e mutati, tra l’altro. Altra brutta storia, costata migliaia di vite e anni di paura. Insomma, forse adesso starò un po’ esagerando nel descrivere la mia terra natìa: in realtà non si sta così male, ma soltanto perché i miei predecessori hanno compiuto sacrifici enormi per permettere a noi di sopravvivere e, in un certo senso, prosperare. Se posso permettermi, anche noi avevamo un’idea, simile alla vostra, sulle terre del sud. È sicuramente una grandiosa notizia che la civiltà sia perdurata anche qui. La mia missione è quella di scoprire, comunque, e prendere contatti con ogni entità o fazione nella quale avrò la fortuna di imbattermi. Lo scopo è, ovviamente, pacifico e amichevole, e sarò ben contento di rispondere a ogni vostra curiosità, nel limite delle mie conoscenze e dell’opportunità-
 

Adamantio

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Bodril sentì lo scambio di battute, e sebbene non comprese le esatte parole per la troppa lontananza dalla fonte del suono, il senso e la successive risate sguaiate da parte dei Troll furono difficilmente fraintendibili.
Resistette al contagio, ma inarcò solo una parte delle labbra.. <.. In vita mia non ho mai visto.. Troll, oh.. mi sono stati raccontati dalla mia buona madre ed ho sentito qualcuno parlarne, ma.. vederli..> era ammirato. Si scosse poi quasi sorpreso di aver dato troppo fiato alla bocca.

<.. Perdonatemi, sarete stanchi e parlare di frivolezze, probabilmente è l'ultimo dei vostri desideri..> poi alzò gli occhi al cielo.. <.. Il padre celeste, quantomeno è magnanimo.. le nuvole cariche di pioggia di questo periodo sono lontane e non dovremmo bagnarci..> la scorta si allargò per inglobare gli ospiti e, mantenendo una pur sempre adeguata distanza fra i soldati dei due schieramenti, il contingente armato fu scortato nella regione dell'Oriden. Nel tragitto, Bodril non potè non ciarlare, nel chiaro e naturale stile degli Halfling e quando trovò in Marcel terreno fertile, i due instaurarono una specie di, amichevole, primo contatto. <Accettare le vostre scuse?.. Diavolo e perchè mai dovrei farlo?!.. Non sò.. forse non conosco bene gli Orchi, ma ai miei occhi sono soldati validi, leali, violenti quanto basta sul campo di battaglia, ma incredibilmente genuini una volta che sei riuscito a scollinare, la loro proverbiale diffidenza.. Tenet mi fulmini se mi sento offeso in qualche modo..> fece un occhiolino all'orco <..E poi, sono un soldato! Ho la fortuna di usare le mani al posto di scervellarmi per capire se alcune parole sono dette con altri scopi.. No, non sono adatto a fare il diplomatico, sarei annoiato a morte da stupide parole e salamelecchi linguistici..> poi fece una pausa.. <.. Anzi, a dir la verità non vi invidio proprio.. Mesi di viaggio e qualcuno vi starà già attendendo a Qico per sommergervi di domande.. e la cosa peggiore è che avrete tanto da parlare e da chiedere.. Hai detto "Marea"?> rabbrividì.. Le parole di Bodril suonava come una minaccia? Probabilmente si.. ma fu la minaccia portata con il più bel sorriso genuino che Bodril era in grado di fare.

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Qico era una città operosa ed operaia, ma non particolarmente sviluppata in "larghezza" : il motivo? Presto detto.. era una città popolata da Halfling e Goblin, entrambe razze piccole per natura, le porticine della città bassa, come le taverne, erano semplicemente a grandezza d'uomo.. ups.. pardon, "Mezz'uomo".. Inserita in un contesto rurale, la cittadina sorgeva a ridosso di una collina nell'entroterra dello stato Vatis. Il confine della regione era totalmente pacificato e le guardie di frontiera erano per la maggior parte, usate con scopi di controllo del territorio, quanto più vera e propria guardia.. E comunque, dal momento che la carovana era già scortata, nessuno impedì loro il passaggio. I braccianti, ma soprattutto i minatori interrompevano al passaggio degli stranieri il loro lavoro e li osservavano con meraviglia. Non sembrava esserci particolare ostilità ed anzi, a Marcel e perfino all'Orco sembrava che si respirasse un aria totalmente sotto controllo.
Le porte di Qico erano aperte ed alcuni miliziani di guardia lanciarono solo alcune occhiate, il capo della guarnigione, lanciò un segnale sonoro ed una serie di porte si schiusero davanti la delegazione, fino a giungere in una cittadella abbastanza fortificata da essere centro nevralgico del potere politico del Vatis in quella regione. A dir la verità quasi tutte le cittadine Vatis seguivano, piu o meno la stessa conformazione urbanistica..
La scorta si fermò al'ultima porta e la delegazione, solitaria fece il suo ingresso nell'ampia piazza d'armi che accoglieva già parecchie persone.

Zefris, un umana attendeva al centro della piazza gli ospiti, era una donna dalle fattezze delicate e forse, addirittura cagionevole di salute a prima occhiata, ma gli occhi penetranti che si focalizzarono su Marcel, senza abbandonarlo per un attimo, fecero sorgere alcuni gravi dubbi in lui. Gli occhi in contrasto alla prestanza fisica di Zefris creavano una sorta di discrasia fra ciò che era il "contenitore" ed il "contenuto". <.. Spero abbiate fatto un buon viaggio, Le strade dal nord per giungere fin qui, sono ricche di perigli. Mi è stato riferito che il viaggio è stato intrapreso per giungere qui dove siete ora. Ebbene, ne siamo onorati..> fece una reverenza e molti altri alle sue spalle eseguirono tale saluto.. <..Molti sono gli argomenti di cui vorremmo trattare, ma sarebbe sgarbato ed inadatto affrontarli nell'immediato. Rifocillatevi e riposate, i vostri soldati e la scorta che non reputate necessaria, potrà usufruire e scoprire la nostra accoglienza nelle taverne o nelle varie case di gioco.. vi chiediamo solo di non essere molesti o .. violenti. Voi e la vostra scorta personale, invece sarete invitati al banchetto in vostro onore che si terrà, domani.. Godrete della proverbiale ospitalità Halfling..> si deliziò in un sorriso.. <.. Ovviamente vi sono stati riservati degli alloggi personali per voi e tutta la vostra scorta, la vostra sicurezza sarà garantita dai vostri uomini e da un distaccamento speciale di miliziani Vatis appositamente scelto dalla sottoscritta.> poi chinando appena il capo.. <.. Benvenuti a Qico>
 

MisterTango

Useless Member
Il viaggio verso Qico trascorse senza particolari intoppi. Marcel passò la maggior parte del tempo a parlare con il suo nuovo amico halfling, o ad ammirare le pacifiche campagne della regione. Schruk, dal canto suo, non fece altro che grugnire annoiato, non essendoci più perigli con i quali sperare di poter menare le mani.
La città di Qico, d’altronde, non era poi tanto diversa dalla norma alla quale erano abituati gli uomini di Gizeh: agli occhi di Marcel assomigliava al quartiere halfling di Gizhaya, per quanto su scala più ampia, e forse dal clima un po’ meno rigido.


Vi fu un piccolo momento di tensione quando, inavvertitamente, uno dei troll inciampò su –e ruppe- una pila di cassette di frutta, impilate sul bordo della strada mentre si dirigevano verso la cittadella. Il tentativo maldestro di rimettere insieme il pastrocchio, poi, afferrando a manciate con le mani nerborute le mele e le pere cadute, si tradusse in una poltiglia di frutta ammassata alla bell’e meglio tra le assi spaccate delle cassette, ma servì quantomeno per dimostrare la buona fede del mastodonte. La manciata di monete di bronzo lasciate da Marcel a titolo di indennizzo, poi, furono sufficienti per superare il disguido.
Se la città era a malapena a misura “d’uomo”, per i pellevedere risultava estremamente complicato proseguire senza continuare a far danni, ma per fortuna non accaddero altri incidenti per il resto del percorso.


Quando fecero il loro ingresso nella piazza d’armi, poi, sia Schruk che i troll furono costretti ad abbassarsi per non dare delle sonore capocciate sugli architravi della struttura. In ogni, caso, nonostante le difficoltà, la delegazione giunse incolume sino alla destinazione ultima.


Marcel, già smontato da cavallo, rimase per un istante sorpreso, o forse meravigliato, quando vide Zefris. Se era rimasto sorpreso di incontrare dei mezzuomini, figurarsi una donna. Qualsiasi cosa fosse, comunque, durò poco, e il diplomatico si esibì in un profondo inchino elegante.
Schruk, invece, se ne rimase con il muso all’insù a guardarsi intorno, ancora a brontolare per quello stile architettonico troppo “ristretto” per le sue dimensioni. Marcel lo svegliò con un buffetto, e questi si esibì a sua volta in un inchino, forse anche eccessivamente teatrale.


-Siamo più che grati della vostra accoglienza. Il viaggio dal nord è stato lungo e faticoso, ma invero più tranquillo di quanto mi aspettassi. Visto l’esito, poi, posso dire che ne è valso abbondantemente lo sforzo-, esordì Marcel con un sorriso smagliante.
I due ascoltarono il discorso di Zefris entrambi, inaspettatamente, in maniera educata.


-Con tutto il rispetto, signora dama, io non sono la scorta personale di nessuno-, sbottò infine Schruk, attendendo almeno che la donna terminasse il suo discorso, rompendo nuovamente l’incantesimo. –Io sono un Capitano dell’esercito Reale, incaricato…-
-…di comandare la scorta della delegazione -, completò Marcel a denti stretti, con un tono terribilmente imbarazzato. – Sei la mia scorta, Schruk-
L’orco parve riflettere per qualche istante, poi fece spallucce. –Potresti aver ragione, in effetti-, fece, come se nulla fosse appena accaduto. –Mi perdoni, signora dama-
Al secondo “signora dama” pronunciato in nemmeno un minuto, Marcel si massaggiò le tempie con le dita, sconsolato.

Si ricompose in fretta, però. –Abbiamo bisogno giusto del tempo di renderci un po’ più… presentabili, quel tanto che basta per poter essere accolti come si deve alla corte di una Dama-, fece, cercando di riprendersi dallo scivolone. –Dopo di ché, saremo ben lieti di rispondere ad ogni vostra curiosità. Temo, purtroppo, che non tutti gli aneddoti di cui potrò raccontarvi possano essere gradevoli da ascoltare. La nostra nazione è un luogo sicuro e un rifugio per tutte le genti, ma appena varcati i confini, soprattutto verso nord, i perigli si moltiplicano come le bollicine in un boccale di birra frizzante. In ogni caso, non vedo l’ora di poter conversare con voi di fronte a una tavola imbandita-.


Lo sguardo dell’uomo cadde di nuovo sull’orco al suo fianco, che ascoltava annoiato con le braccia appoggiate ai fianchi, e il suo sorriso si tramutò rapidamente in una smorfia carica di disagio. –Per il resto, garantisco personalmente che la mia scorta non vi provocherà altri danni. E chiedo perdono per il Capitano Schruk. Come avrete intuito, è un soldato, poco avvezzo alle formalità di una corte rispettabile. Forse, la prossima volta potrei lasciarlo a badare ai cavalli, compito che di certo più gli si addice…-
L’orco non parve per nulla toccato da quel commento, anzi, roteò gli occhi al cielo ancora più annoiato di prima. Dal canto suo, Marcel sfoderò nuovamente un sorriso a trentadue denti verso Zefris, sperando con tutto sé stesso che quanto appena accaduto non avesse offeso i padroni di casa.

mi sto divertendo un mondo a scrivere questa role :asd:
 

Adamantio

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Vedere un Goblin incazzato mentre si sbraccia, tentando di articolare parole di senso compiuto è priceless... vedere il medesimo goblin, disinnescato da una montagnetta di monete di rame, sufficienti a comprare almeno cinque volte le casse distrutte dalla "grazia Troll" è altrettanto disarmante.
Bodril, non ebbe neanche il tempo di intervenire, forse troppo flaccido per aspettarsi problemi, li.. a pochi "metri" dall'arrivo.. Stà di fatto che quando il Troll concesse quella "marmellata" di frutta al Goblin, questo giulivo come un bambinetto che ha appena ricevuto le caramelle, decise di "omaggiarlo" (ecchettefrega, tanto paga Marcel) con una piccola montagna di mele superstiti, sufficienti perfino ad appanciare l'appetito di un Troll... Ammesso che i Troll mangiassero.. frutta?
Ci sarà un Troll fruttariano in tutta Ea no?.. Oppure si mangiano solo ronzini? (Semi-Cit.)
Beh, problemi logistici a parte, quando Marcel e Schruk si presentarono al cospetto di Zefris, non rinunciando ad un piccolo, delizioso battibecco, fu ella stessa ad intervenire per placare per quanto possibile gli animi.. <.. Oh, no, perdonatemi, Capitano, non era mia intenzione mancarvi di rispetto.. Forse..> Marcel intervenne, trattando abbastanza male l'orco e lei arrossi vistosamente <Intendevo dire che.. Essere scudo e lancia è un onore e segno di rispetto per la tua forza e coraggio. Io non metterei la mia esistenza nelle mani di nessuno se non avessi la totale fiducia..> e poi scosse nuovamente il capo<.. Comunque, Capitano Schruk dell'Esercito Reale del regno di Gizeh, la nostra tavola è aperta anche a voi ed a chi riterrete degno..> pensava di aver appianato le divergenze?.. <.. Il mio nome è Zefris, sono mago e consigliere di corte.. di chi è voce del Padre celeste, Tenet.> era abbastanza criptica la presentazione, ne era consapevole eppure, fece del proprio meglio per renderla digeribile. < Ser.. Non siate cosi duro nei confronti di un bravo soldato solo perchè difende il suo onore. E..> fece un sorriso che non era per nulla "femminile" quanto più "sornione".. <.. Anche noi, abbiamo cose non troppo gradevoli da raccontare.. I perigli esistono e purtroppo il Sud di Ea non è cosi tranquillo come vorremmo fosse.. Proprio l'anno scorso ho personalmente dato alle fiamme 3800 valorosi soldati morti nell'adempimento del loro dovere. E' per il loro sacrificio che ora sono qui e posso parlare> ah si?.. Dicevamo?.. Bruciato?.. In che senso?.. Marcel si siederà al tavolo con una piromane? Maga?.. Cosa voleva dire con "personalmente dato alle fiamme" Almeno erano morti? Zefris non si scompose, anzi, lanciò un occhiolino complice al Capitano della guardia di Gizeh e si fece avanti per accorciare la distanza fra se e Marcel <.. Benvenuto.. Vi faccio strada..>
Si sarebbero rivisti a cena, dopo alcune ore di riposo e (forse) pensieri strani..
 

MisterTango

Useless Member
Alle parole di Zefris, Marcel annuì con sguardo grave. -Anche il nostro popolo ha subito migliaia e migliaia di perdite, negli ultimi anni, e di certo non mi conforta sapere che anche il vostro ha subito il medesimo destino. Tuttavia, dalle vostre parole capisco che entrambi i nostri popoli sono accomunati dal medesimo spirito: fare tabula rasa degli errori dei nostri antenati, imparare da essi e fare tutto il possibile per proteggere la nostra gente. E riprenderci il mondo che un tempo ci apparteneva, metro dopo metro. In ogni caso, non voglio dilungarmi troppo, adesso. Non voglio rovinare la nostra conversazione di stasera, per quanto non sono certo che una sola sera possa bastare per raccontarci tutte le peripezie che i nostri popoli hanno attraversato. Purtroppo, oserei aggiungere-, fece il diplomatico, prima di seguire la Dama all’interno della cittadella.

-Io comunque sono già pronto per cena. E ho fame-, borbottò Schruk sottovoce, tentando inutilmente di non farsi sentire dalla padrona di casa.
-Non mi interessa, e vedi di smetterla. Sono già due figuracce che mi fai fare-, ribatté l’altro a denti stretti, cercando di stroncare quell’ennesimo battibecco sul nascere.
-E che avrò mai detto-, insistette invece l’orco, alzando inavvertitamente la voce a un tono perfettamente udibile. -Mica si sono offesi, no?-
-Se i nostri ospiti sono gentili non vuol dire che tu te ne possa approfittare. Ultima possibilità, ti avverto-, fece Marcel, esibendosi in gesti disperati per far abbassare la voce al pelleverde.
-Oh, e va bene-, concluse Schruk, offeso.
Il tutto, ovviamente, avveniva alle spalle di Zefris mentre quesa li conduceva presso gli alloggi che gli erano stati riservati.
-E lavati. Puzzi-, caricò Marcel pochi istanti più tardi.

In ogni caso, oltre agli inutili battibecchi tra i due, l’impressione che Zefris aveva fatto ai due non era stata che quella di una normale e aggraziata cortigiana [ndr, nel senso buono, ovviamente, sporcaccioni :nonodinet03:] di un Regno per molti versi simile al loro. Anzi, Marcel era decisamente incuriosito da quella donna: sapeva perfettamente che le razze di Ea, fino a qualche secolo prima, erano del tutto mescolate tra loro in ogni regione del continente, dunque non era stato poi così strano trovare una comunità umana anche lì. Ciononostante, era curioso di scoprire come il corso dei secoli potesse aver cambiato e plasmato quella comunità, rendendola magari molto simile alla sua, o magari completamente diversa. Per quanto concerneva invece l’utilizzo specifico della terminologia della maga, Marcel interpretò il “bruciare” i soldati nel senso per il quale, probabilmente, era stato utilizzato: la pratica di bruciare i caduti in battaglia, in particolare contro mutanti e non morti, era comune anche al nord, dunque quell’accenno non causò alcun genere di incomprensione.
Schruk invece, dal canto suo, non vedeva l’ora di assaggiare la cucina locale, nella speranza che il menù della serata comprendesse anche piatti di carne.

Dopo essere giunti agli alloggi, i due (tutti e due) ebbero cura di lavarsi e indossare vestiti pulite, preparandosi per il momento in cui qualcuno li fosse andati a chiamare per la cena.
 

Adamantio

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Venne concessa alla delegazione di Gizeh un buon e sicuro riposo, sebbene certo, la natura amichevole ed accomodante dei cittadini del Vatis alle volte sfociava in una vera e propria.. tentazione, o.. Marcel iniziava a pensare, in un vero e proprio tentativo di corruzione.
Corruzione? Chissà se perfino l'orco era "immune" a questi continui tentativi..
Corruzione monetaria? No.
Corruzione del corpo o dello spirito? Neanche.
Corruzione.. casereccia... ecco :

Cibo e bevande non mancavano ed i condimenti del Sud erano decisamente.... carichi di sapore ed a quanto pare sapientemente preparati per spronare i commensali al "Bis".
La cena data in onore dei nobili ospiti del Nord, era decisamente quello che Marcel sospettava. Un attentato.

Marcel aveva di certo superato prove nel corso della sua vita, ma alzarsi da tavola, quella volta fu veramente... un impresa ardua.
A paragone, Idorin sembrava totalmente essere a suo agio, più semplicemente si limitava a spiluccare fra una portata e l'altra, i suoi pasti erano piccole porzioni ma portate in rapida successione.
<Il Sud di Ea è in fermento Ser Marcel e quello che sembrava fermo ed inamovibile da '300 e più anni, sembra accelerare giorno dopo giorno. Abbiamo contattato invero vari stati, ma mai nessuno è giunto noi dai freddi paesaggi del Nord-Ovest di Ea.. Anzi, per meglio dire.. Il Nord-Ovest, ma in generale tutto l'Ovest è per noi della Ierocrazia un enorme punto di domanda. Voi di certo saprete rispondere alle nostre domande. Noi, faremo altrettanto con voi..> fece un gesto e cerimoniosamente un valletto si avvicinò, mostrando una cartina ben definita delle attuali conoscenze geografiche del mondo di Ea. Marcel potè facilmente notare i possedimenti del Vatis e, curiosamente a Nord due stati conosciuti ed amici, quello del Dawi-Drakkal e dell'Ordine della Rosa. Aveva incontrato l'Ordine il regno di Gizeh? Chi poteva dirlo? <..Saremo deliziati se ci forniste indicazioni e mappe aggiornate..> sorrise cordiale.. < La conoscenza è potere.> disse semplicemente per poi sospirare <Qui nel sud combattiamo contro Demoni e Caos. Le terre sono avvelenate da incanti oscuri e magie indicibili, ma ci siamo relativamente salvati dalla piaga dei Non morti..> sospirò <.. Ancora spingono e seminano il terrore ai vostri confini?> sospirò, tutti avevano da fare con tragedie e quale che fosse la posizione sulla mappa, tutti erano lo scudo l'uno dell'altro, impegnati a respingere invasioni e calamità varie..
 
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