Non vi fu risposta ed al piccolo gruppo di cavalieri non rimase altro che continuare ad avanzare nell'ampio cunicolo, sempre più giù nelle profondità della terra. Dopo qualche tempo però gli ardenti videro di fronte a loro una luce che rischiarava il buio della grotta che poco dopo si allargò bruscamente a formare un'immensa camera sotterranea, palesemente di origine non naturale; doveva essere stata scavata nella viva pietra dal lavoro di molte mani come testimoniavano le pareti levigate e soprattutto un nugolo di colonne che sostenevano l'altissima volta.
Come nella migliore tradizione degli Antichi Draghi, Maisen li attendeva sdraiato su quella che era, letteralmente, una montagna d'oro e gemme. L'enorme creatura aveva gli occhi chiusi e pareva dormire: la morbida luce giallastra che permeava la stanza promanava dalle sue scaglie dorate e si rifrangeva su oro e gemme in mille incredibili sfumature. Come Shooting Star anche il drago dorato doveva misurare almeno un centinaio di metri dalla testa alla coda; anche senza contare il suo soffio, la sua forza doveva essere incommensurabile anche se, come già gli ardenti avevano appurato, egli si rifiutava di suarla per combattere.
Non appena gli uomini lucertola fecero per avvicinarsi, l'antico drago spalancò gli occhi e alzò il collo, come se fino ad allora non avesse atteso altro che la comparsa di quei minuscoli esseri.
"Benvenuti nel mio rifugio, piccoli ardenti" disse la voce che già avevano udito più volte nel tempio in rovina "vedo che siete riusciti a superare le cacciatrici."