[Antico Fuoco] di dei e draghi

Silen

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''Così facendo il Picco Rosso diverrebbe una copia del territorio di caccia di Silene. Non è questo quello di cui sono in cerca, preda. Ciò che desidero è trovare il modo di preservare il nostro retaggio, non rinunciarci...coloro che preferiscono la via di Silene sono sempre state libere di recarsi con lei nelle terre verdi, come in verità hanno già fatto. Sono una vecchia testarda e le Sorelle che sono con me mi assecondano.'' aggiunse con un sogghigno.
 

Basileus

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"nemmeno le ali dei draghi antichi sono riuscite a fermare i venti del progresso. Rispetto la vostra decisione Prima ma a meno che non troviate qualcosa di veramente incredibile nella tana del drago prima o poi il Picco Rosso verrà spazzato via. Tra dieci, mille o diecimila anni forse ma prima o poi scomparirà" le fiamme si mossero, increspandosi "tuttavia il mio è un aiuto sincero verso il vostro popolo. Vediamo chi vincerà il duello e cosa troveremo nella tana del drago e vedremo se potremo aiutarci" si rivolse al cavaliere "siete pronto Cavaliere?"
"assolutamente si, chi sarà la mia avversaria?"
 

Silen

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"Se potrò dare diecimila anni al Picco Rosso mi riterrò soddifatta. Non esiste niente di eterno in questo mondo, preda...credi forse che il Territorio di Caccia creato da Silene lo sia?" l'arpia esibì un sorriso ironico "Ma ora passiamo al nostro accordo: uno scontro leale, con in palio il diritto di attaccare l'Antico Drago. Venite con me: in un caso del genere la scelta non spetta soltanto alla Prima."
Ci vollero alcune ore di discussioni fra le arpie riunite in assise per decidere chi dovesse rappresentare le Sorelle del Picco Rosso in quel fatidico duello. Vi furono alcuni battibecchi e momenti di stallo ma alla fine una prescelta emerse dallo stormo. Di nome Lissandra la guerriera era una arpia dall'aria dura, molto alta e magra, un insieme di muscoli, ossa e tendini. In maniera piuttosto insolita per la sua razza, utilizzava come arma una massiccia alabarda, senza dubbio razziata in qualche scorreria, che sembrava maneggiare con sorprendente disinvoltura.
 

Basileus

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Il Cavaliere si presentò indossando l'armatura smaltata di rosso e bianco tipica dell'ordine. Acciaio e cuoio che andavano a proteggere le già dure scaglie ardenti. La Fiamma scarlatta sul petto simbolo del Dio rifletteva la luce quasi a creare l'effetto che fosse una fiamma vera, oltre a confondere il nemico, accecato dal riflesso. Come arma la spada dall'elsa bianca tipica dei cavalieri di drago e un pugnale in cintura. Vedendo l'avversaria l'ardente sorrise pregustando lo scontro

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Silen

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Le prime fasi dello scontro furono lente, di studio. L'arpia tentò una serie di affondi con l'alabarda, evitando per il momento un corpo a corpo e costringendo l'Ardente a farsi sotto e ad esporsi a un contrattacco. Alla fine, la sorprendente pazienza dell'arpia costrinse l'uomo-lucertola ad attaccare ma la destrezza con la spada dell'assalitore si rivelò pari all'agilità della sua avversaria equando il rapido scambio di colpi ebbe fine i due combattenti erano grosso modo alla pari: l'armatura dell'ardente era ammaccata e spaccata ed entrambi riportavano delle ferite leggere.
Fu a questo punto che Lissandra accelerò improvvisamente la cadenza dei suoi attacchi: dopo aver ricominciato a stuzzicare l'uomo-lucertola con un paio di attacchi dalla distanza, l'arpia mosse rapidamente le ali soffiando sabbia e terra addosso all'uomo-lucertola e approfittando del momentaneo stordimento del suo nemico roteò l'alabarda sopra la testa per poi calare la lama di taglio in un colpo tremendo che costrinse l'uomo-lucertola in ginocchio, la sua vita a stento salvata dalla protenzza di riflessi.
Ferito e in difficoltà il cavaliere si trovò a dovere ancora gettarsi in avanti con la forza della disperazione, incassando un'altra ferita ma riuscendo a colpire a sua volta la sua avversaria. L'ardente era in difficoltà ma aveva ancora qualche carta da giocare.
 

Basileus

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L'ardente guardò l'avversaria con odio, se aveva giocato sporco con la sabbia avrebbe giocato sporco anche lui.
Il sangue.
Il suo sangue.
Ogni ferita subita poteva essere usata contro l'avversario.
Finse un mancamento, in modo da imbaldanzire l'arpia. Nel mentre raccolse tra le fauci sangue bollente, lo stesso fece con la coda e la mano libera.
Non appena l'arpia si avvicinò egli lanciò il rosso liquido contro di lei.
Caldo come le fiamme di un braciere avrebbe sicuramente distratto la creatura quel tanto che bastava per permettere al Cavaliere di avvicinarsi.
Liberando il proprio calore persorse i pochi passi che lo separavano dal nemico, mentre questa gridava di dolore, sopraffatta dal calore crescente.
[Dimmi se una cosa del genere è possibile, se si continuo]

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Silen

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[Si, considerando comunque che non le puoi mica buttare addosso un oceano di sangue...voglio dire fauci, coda, mano libera e poi? Manca solo che usi un secchio :asd: Battute a parte, gettarle addosso un pò di sangue bollente, che hai per caratteristica razziale, è un trucco che può funzionare. Ovviamente come tutti i buoni trucchi funziona una volta soltanto. :D
Vai pure avanti nel descrivere lo scontro poi faccio io un post di conclusione.]
 

Basileus

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Il sangue andò a colpire l'arpia distraendola, permettendo all'ardente di contrattaccare. Si buttò di peso sull'avversaria, facendo in modo che questa lasciasse l'alabarda e, in barba a tutte le nozioni di civiltà ed etica del duello, affondò gli aguzzi denti da rettile nella gola della creatura, mentre con il pugnale iniziò a colpire il fianco, senza riguardo alcuno. Come i coccodrilli ai quali somigliava l'ardente strappò con forza quanto rimaneva della trachea dell'avversaria con un ringhio, lasciandola in un mare di sangue.
 

Silen

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Sula folla di arpie che avevano assistito alla scena scese un silenzio mortale e per un attimo sembrò che il tempo si fermasse, ma poi accadde tutto sin troppo in fretta. Una delle arpie che assistevano al duello si fece avanti e scoccò di bruciapelo una freccia che andò a centrare il cavaliere alla spalla; poco dopo altre due armate di spada gli si gettarono addosso a lame sguainate mentre anche la prima gettava l'arco per buttarsi nella mischia con un pugnale stretto in ciascuna mano. L'uomo lucertola non potè difendersi a lungo di fronte a un simile triplice assalto, specie dopo uno scontro così duro, e dopo qualche istante cadde abbattuto da una mezza dozzina di ferite. Anche quando fu evidente che il guerriero era ormai morto le tre arpie continuarono a colpirlo selvaggiamente, quasi avessero l'intenzione di ridurre il cadavere ad una poltiglia sanguinolenta.

In mezzo a tutto questo Sylanna non sembrava particolarmente turbata e anche se molte arpie stavano indirizzando sguardi furenti ai rimanenti ardenti ardentie alle loro bestie, la Prima fece loro cenno di attendere mentre si rivolgeva all'immagine del senatore in mezzo alle fiamme che ancora bruciavano.
"Una conclusione sorprendente" disse con voce tranquilla, come se quanto aveva appena visto fosse perfettamente normale "direi che il vostro cavaliere ha guadagnato il diritto di tentare per primo la sorte nella tana del drago" si usì uno schianto come di ossa spezzate "avrebbe guadagnato" si corresse Sylanna scuotendo il capo con aria di deprecazione "Non posso dire di approvare i vostri metodi, preda. Questo duello non doveva essere mortale...e invece ora ci troviamo entrambi privati di uno dei nostri guerrieri migliori. Qualora non lo avessi capito, loro sono le sorelle-vere di Lissandra. Vorranno che tutta la vostra..ah, delegazione sia sterminata e molte Sorelle saranno d'accordo. Non è così che doveva andare." concluse con tono nel quale trapelava chiaramente il fastidio.
 

Basileus

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la fiamma si mosse, infastidita "indubbiamente è una scocciatura" disse il senatore tra le fiamme osservando il fu cavaliere "il Fuoco lo ha divorato, non ha saputo adattarsi al cambiamento. Tuttavia avete accettato le pratiche del Duello dei Giusti. La morte del perdente era possibile, se non apprezzabile. Un duello senza il rischio della morte è un gioco, nulla di più. Inutile agli occhi di dei e mortali" le lingue di fuoco si mossero ancora sotto il vento "E l'interferenza delle Sorelle Vere, per quanto giustificata, è" cercò la parola "diciamo irregolare" sospirò "se le Sorelle Vere accetteranno farò in modo che il prezzo di sangue sia pagato per la delegazione. Quanto al drago... il vostro campione è stato tecnicamente sconfitto Prima, anche se non nel modo più ortodosso"
 

Silen

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L'arpia storse la bocca "Come ho detto, il vostro cavaliere avrebbe guadagnato il diritto di tentare. Deduco che tu intenda reclamarlo per uno dei suoi compagni?" si, Sylanna era decisamente seccata "Non è il nostro costume, preda...ma due morti senza significato sono già troppe. Fate il vostro tentativo e staremo a vedere cosa ne verrà fuori. Quanto alla vostra delegazione, io non ho nulla contro di loro." la Prima si era voltata a guardare le tre sorelle-vere della defunta Lissandra e quanto vide non dovette piacerle visto che storse la bocca una terza volta mostrando i denti in quello che non era certo un sorriso "Parlerò alle sorelle-vere di Lissandra, ma temo che esse non accetteranno alcun prezzo da voi se non quello del sangue. Dì ai tuoi di restare vigilanti finchè non se ne andranno; forse qualcuno di essi non rientrerà nelle vostre tane."
 

Basileus

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la delegazione ardente si mosse nella tana del drago, accompagnata dai piccoli draghi. Entrati percorsero i lunghi corridoi, fino ad uscire dalla portata di udito delle arpie "Drago!" disse uno degli ardenti "in nome del Primo Padre, mostrati!"
 

Silen

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Non vi fu risposta ed al piccolo gruppo di cavalieri non rimase altro che continuare ad avanzare nell'ampio cunicolo, sempre più giù nelle profondità della terra. Dopo qualche tempo però gli ardenti videro di fronte a loro una luce che rischiarava il buio della grotta che poco dopo si allargò bruscamente a formare un'immensa camera sotterranea, palesemente di origine non naturale; doveva essere stata scavata nella viva pietra dal lavoro di molte mani come testimoniavano le pareti levigate e soprattutto un nugolo di colonne che sostenevano l'altissima volta.
Come nella migliore tradizione degli Antichi Draghi, Maisen li attendeva sdraiato su quella che era, letteralmente, una montagna d'oro e gemme. L'enorme creatura aveva gli occhi chiusi e pareva dormire: la morbida luce giallastra che permeava la stanza promanava dalle sue scaglie dorate e si rifrangeva su oro e gemme in mille incredibili sfumature. Come Shooting Star anche il drago dorato doveva misurare almeno un centinaio di metri dalla testa alla coda; anche senza contare il suo soffio, la sua forza doveva essere incommensurabile anche se, come già gli ardenti avevano appurato, egli si rifiutava di suarla per combattere.
Non appena gli uomini lucertola fecero per avvicinarsi, l'antico drago spalancò gli occhi e alzò il collo, come se fino ad allora non avesse atteso altro che la comparsa di quei minuscoli esseri.
"Benvenuti nel mio rifugio, piccoli ardenti" disse la voce che già avevano udito più volte nel tempio in rovina "vedo che siete riusciti a superare le cacciatrici."
 

Silen

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Nonostante le migliori intenzioni degli uomini lucertola non fu possibile trovare un modo per convincere le arpie del Picco Rosso a lasciare passare il drago dorato. Dopo circa un mese dal fallimento della missione diplomatica dell'Unione, durante una notte senza luna, l'Antico Drago abbandonò il suo secolare rifiugio riuscendo con una combinazione di magia e di abilità a sorprendere le sue inseguitrici e a far perdere le proprie tracce. Quando le cacciatrici del Picco Rosso ritornarono allo sperone roccioso videro che Maisen aveva fatto crollare la volta della caverna prima di fuggire, impedendo così per sempre a chiunque di accedere al proprio tesoro.

(Evento chiuso)
 
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