[Antico Fuoco - Arpie] la Fiamma e la Cacciatrice

[Basileus]

Ormai il Senatore era figura nota a palazzo. Umani e arpie, sebbene queste fosse più saltuarie, frequentavano la Villa. Alcune tra le più progressiste e tolleranti, incuriosite dalla cultura della nuova preda, avevano ricevuto alcuni regali (armi e oggetti d'arte per lo più).
La richiesta di un nuovo incontro con la Regina Alata, quindi, non sorprese nessuno. Ciò che sorprese fu il luogo, la Villa e non il palazzo. Già più di una volta gli ardenti avevano incuriosito la sovrana con i loro piccoli atti di coraggio, bisognava sperare che questo ulteriore atto non la indisponesse.

 

[Silen]

Contrariamente alle previsioni di molti beneinformati, il cui pronostico era che Silene non avrebbe lasciato la propria torre per recarsi nella villa dell'ardente, la Prima si presentò alla villa tre giorni dopo (senza peraltro farsi annunciare, come da costume delle arpie); cosa che forse sorprese ulteriormente gli uomini-lucertola fu il codazzo che seguiva la Prima in quella visita. C'era Saska, la minuta arpia dalle ali nere e la maga Shiver dal piumaggio candido e l'aria altera. C'erano l'irrequieta Nilin e la spietata Falka, la giovane Mahiri e la più anziana Shayla, Driass, la creatrice dell'Arconita e molte, molte altre cinquanta o sessanta almeno. E con loro la cordiale umana Sabrina Glessivig e la glaciale Francesca Findabair, una sorridente Ida Emean, ancora accompagnata dalla taciturna Sienna e con loro un'altra decina di schiavarazza di alto rango. Infine c'erano anche delle guardie, un drappello di una cinquantina circa.
Sembrava insomma che l'intera eterogenea corte della Torre si fosse tarsferita per l'occasione alla villa del senatore.

 

[Basileus]

l'arrivo di Silene, per quanto poco fosse stato il preavviso, non colse il personale del tutto impreparato -grazie alle informazioni ricevute dai corrotti servitori a palazzo- tanto che quando la Prima atterrò nel grande giardino il Senatore era già sulla scalinata di accesso, pronto ad accoglierla mentre dalle cucine iniziava a salire il rumore dello sfrigolio della carne cotta.

Mentre i servi umani correvano ad aprire botti del migliore vino Tleitzin porse personalmente alla sovrana un calice mentre Tepoc usciva dalla villa con un piccolo cofanetto che, aperto, rivelo un piccolo arco d'osso "Un dono per la nuova nata Silenetzin"

 

[Silen]

"Un dono adeguato. L'arco è forse la prima arma che una giovane impara ad usare. Nilin, vuoi essere così gentile?" aggiunse rivolta alla guerriera che già due volte aveva partecipato ai tornei indetti da Ishitara e Sylvania. La giovane arpia si fece avanti ed esaminò il dono con attenzione, arrivando a tendere in parte la corda per saggiarlo e poi annuì in direzione della Prima.
"Spero che tu non sia stato...ah, sorpreso dal numero di ospiti convenuti alla tua...casa. E' usanza della mia razza che chiunque voglia seguirmi sia libero di farlo, se lo desidera." disse poi con un luccichio di divertita malizia negli occhi violetti.

 

[Basileus]

Il Senatore fece spallucce "Questa casa ha visto un numero di invitati maggiore" disse salutando con un cenno del capo gli umani venuti con Silene. Da lì a poco i servi arrivarono con svariati vassoi di carne e varie brocche di vino.
"I miei... nuovi amici... dicono che l'Impero abbia qualche problema a sud" disse offrendo uno dei vassoi alla Prima "ciò è increscioso! Fortunatamente è usanza ardente aiutare i propri alleati"

 

[Silen]

L'arpia indirizzò uno sguardo non propriamente amichevole all'uomo-lucertola, era evidente che quella scelta di parole non era stata molto felice.
"I tuoi....amici....chiunque essi siano, si sbagliano. Gli ultimi che ci hanno causato...problemi...per usare la tua scelta di termini, sono finiti sullo spiedo, nella pubblica piazza." qualcosa nel tono dell'arpia sembrava suggerire 'attento a non finirci anche tu'.

 

[Basileus]

"Non ho dubbi che l'impero sia florido e forte come non mai" disse, quasi ignorando il tono dell'arpia "sarebbe un piacere per l'Antico Fuoco assicurarsi che il sud rimanga fedele al Trono Alato. Nessuno vuole altri spiedi in piazza" si girò verso le porte delle cucine da cui uscirono alcuni grossi vitelli "specie quando si possono avere questi altri spiedi" sorrise

 

[Silen]

Silene non rispose subito. Prese invece un bocconcino di carne arrosto speziata dal vassoio di un servitore e lo morse con aria pensosa. Si potevano dire molte cose della dentatura delle arpie, dentatura che molte delle altre razze trovavano semplicemente spaventevole; di certo era mirabilmente adatta al suo scopo. Nonostante la carne fosse spessa parecchi centimetri avrebbe potuto anche essere fatta di burro dal modo in cui l'arpia la lacerò, divorandola in un paio di rapidi morsi.
"I tuoi cuochi ci sanno fare" commentò in tono discorsivo. Un altro servitore porse alla Prima un vassoio sul quale erano posati diversi calici colmi di vino e l'arpia ne sorseggiò uno. Si trattava di un vino rosso e dolce; in omaggio ai gusti delle arpie, spesso incomprensibili quanto il loro modo di ragionare ma paese che vai...
"Voi prede siete gente strana. Ti industri studiatamente di compiacermi, eppure al tempo stesso sfidi la mia pazienza con questo atteggiamento che potrei definire insolente. Quanto al tuo Antico Fuoco, non dubito che il suo interesse dipenda strettamente dalle circostanze. Ora dimmi: perchè continui ad alludere alle province del sud? La mia non è una razza di esseri pazienti e io temo di non fare eccezione."