[Antico Fuoco - Arpie] Il senatore ed il mercante

Basileus

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L'umano guardò ancora una volta l'ardente mentre questi esaminava centimetro dopo centimetro la casa (sempre che una delle più grandi ville di Kyrne Lamiya, a pochi passi dal palazzo, circondata da un grande giardino, nel quartiere più esclusivo della città potesse essere chiamata semplicemente casa), il giardino ed i locali della servitù.
L'uomo lucertola finalmente terminò l'ispezione per tornare dal suo padrone, un altro ardente dalla candida veste listata di porpora, e, sottovoce, riferiva le proprie impressioni. Questi annuì, soddisfatto, per poi rivolgersi all'uomo "faccia un prezzo".

Le settimane successive furono un fiorire di pettegolezzi sul senatore ardente che aveva, a quanto si diceva, pagato una cifra principesca per Villa Arcturus, nella quale aveva intenzione di stabilirsi.
Finalmente dopo circa un mese dall'acquisto i più grandi maggiorenti della capitale vennero invitati ad una grande festa presso la Villa dal nuovo proprietario, il Senatore Tleitzin.
@Silen [scrivimi quanto spendo per tutto]
 

Silen

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Fra gli abitanti umani della città si vociferava che la spesa per l'acquisto fosse stata di non meno di dieci unità monetarie in oro. Le arpie. come sempre, non mostrarono il minimo interesse per queste banali questioni di denaro, pur prendendo nota che un uomo lucertola aveva scelto di dimorare nella prima città del Territorio di Caccia, a una distanza così ridotta dalla Torre di Silene che ne costituiva il centro. Dignitari umani, alti papaveri della corrotta Gilda Commerciale e vari personaggi di importanza più o meno rilevante sarebbero stati certamente presenti a quella che ssi annunciava essere come uno degli eventi mondani più interessanti della stagione; più difficile capire se sarebbero stati presenti anche membri della razza dominante. Le arpie erano note per non dare molto peso a questo genere di avvenimenti a cui sceglievano, solitamente senza dare alcun preavviso di partecipare o non partecipare con una notevole discrezionalità, che si estendeva anche al momento in cui decidevano di fare eventualmente la propria comparsa.
 

Basileus

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La sera della festa la piazzetta su cui si affacciava la villa fu un via vai di carrozze, portantine e calessi. Da ogni strada uomini nei loro abiti migliori, preziosi abbastanza da sfamare una famiglia comune per un anno, assieme a dame ingioiellate e dal trucco pesante, come voleva la moda dell'anno. Ovunque i monelli e gli accattoni cercavano di intrufolarsi venivano regolarmente cacciati in malo modo da uomini assunti appositamente mentre dalla grande villa si udivano le prime note mescolarsi alle risa degli invitati.

Avvicinandosi al grande portale la prima cosa che colpiva era lo stemma inciso nella chiave di volta: il simbolo degli Arcturus era stato prontamente sostituito da una fiamma scarlatta in campo azzurro e bianco. Al di sotto un grande portico riccamente decorato accoglieva gli ospiti introducendoli al portone vero e proprio dove alcuni servitori ardenti accoglievano gli ospiti con un primo calice di vino e controllavano che questi avessero l'invito.

L'ingresso, dai pavimenti di marmo multicolore e dalle pareti affrescate con scene bucoliche, era sovrastato dalla grande scalinata che portava al piano superiore, ornata con festoni rossi, bianchi ed azzurri. Sulla sommità il padrone di casa, il Senatore Tleitzin accoglieva gli ospiti assistito dal fedele Tepoc, discretamente a qualche passo dal padrone.

Uno alla volta i grandi dell'impero resero omaggio al nuovo vicino mentre già ovunque, tra vino, falsi sorrisi e buone maniere, fiorivano le trame ed i complotti.

Dopo un paio d'ore tra chiacchiere, vino e spuntini, secondo la moda ardente, gli ospiti vennero fatti accomodare nel grande giardino, ove varie tavolate, studiate per riflettere l'importanza degli ospiti ivi seduti, li attendevano. Il tavolo d'onore, sistemato sotto un pergolato, aveva posto per una ventina di commensali, appositamente scelti per la loro influenza: i capi della Gilda, gli amministratori di fiducia delle arpie ed i governanti della città. Curiosamente alla destra del Senatore una sedia priva di schienale rimaneva vuota, pronta in caso di arrivo delle arpie. Un'arpia in particolare visto il colore del cuscino, uguale a quello delle ametiste tanto amate dalla sovrana.

La cena, luculliana, fu inframmezzata da spettacoli canori e artistici, mentre Tleitzin sfruttava la serata per tessere le prime reti di conoscenze e favori
 
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Silen

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La Prima non si fece vedere, non subito almeno; in compenso però a festa inoltrata comparvero due elfe. Indossavano abiti sontuosi, di quella bellezza quasi eterea che soltanto gli artigiani elfici riuscivano a realizzare e li indossavano con eleganza del pari quasi ultraterrena. Una delle due protava capelli rossi tagliati corti, penetrant occhi verdi e incarnato pallido, il volto era bello della bellezza senza età della razza primogenita. La seconda, leggermente più alta, aveva splendidi capelli castani, lunghi circa fino a metà schiena e castani erano anche gli occhi che si guardavano attorno con aria inquisitiva. L'espressione sul bel volto elfico era altero, ma non lo sis arebbe potuto definire apertamente ostile; un pò sprezzante forse.
Un pò in disparte, le due sembravano attendere pazientemente il momento adatto per introdursi al apdrone di casa, scambiando appena qualche parola con gli altri convitati.
 

Basileus

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Tleitzin continuò il giro di tavoli tra una portata ed uno spettacolo, assicurandosi che ogni invitato ricevesse la dovuta attenzione, sino a quando Tepoc non ricomparve silenziosamente dietro il padrone e gli sussurrò qualcosa. Il senatore volse lo sguardo ove lo schiavo gli indicava incrociando le due elfe. Con una espressione seccata, che immediatamente si tramutò in cordiale, si avvicinò alle due "Spero vi stiate godendo la festa"
 

Silen

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"E' una serata interessante, senatore. Un pò, chiassosa, forse ma c'era da aspettarselo. Come recita un proverbio umano: 'Quando il gatto non c'è, i topi ballano'. Nel nostro caso non si tratta propriamente di un gatto, ma di sicuro molti dei presenti si comportano come piccoli topolini. Spero che questo non vi dia una impressione sbagliata di Kyrne Lamiya." rispose l'elfa dai capelli rossi con tono affabile e un sorriso. Teleitzin ebbe comunque l'impressione che l'elfa lo stesse scrutando con intento valutativo, come per prendere le misure del nuovo residente di Villa Arcturus.
 

Basileus

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"Impressione sbagliata? Tutt'altro oserei dire" sorrise L'Ardente "chiasso, lusso e ottimo cibo per nascondere il marcio, il veleno e la corruzione che regola questa città... e l'intero impero" bevve un sorso di vino " le arpie comanderanno questo regno na senza gli 'stimati' mercanti e amministratori qui riuniti l'intera struttura crollerebbe nel giro di un battito di ciglia, non trovate signore..."

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Silen

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"Ah che ne è delle mie buone maniere? Chiedo venia, senatore Tleitzin." disse l'elfa con fare un tantino melodrammatico "il mio nome è Ida Emean ap Synfrey e la mia silenziosa compagna qui risponde al nome di Sienna Silavandrel. Quanto alla vostra domanda...invero, non saprei dire." Ida si strinse nelle spalle con fare negligente "indubbiamente le arpie necessitano di queste persone per mandare avanti lo stato visto il loro completo disinteresse per questo genere di cose; al tempo stesso però i singoli sono tutt'altro che indispensabili come dimostrano le pubbliche esecuzioni che le nostre signore e sovrane si peritano di effettuare a intervalli regolari per l'erudizione dei propri sudditi schiavarazza. La giustizia delle arpie è molto sbrigativa e apparentemente prevede un tipo di pena soltanto, specialmente per chi sottrae denaro all'apparato statale. Non che mostrino molto interesse a sistemarne i difetti che consentono questi abusi del resto." Ida Emean sorseggiò con grazia del vino dal calice che teneva nella destra e poi accennò genericamente agli ospiti "Credo di non esagerare nell'affermare che almeno tre quarti dei presenti approfitta indebitamente della propria posizione o carica per arricchirsi nè se affermo che ognuna di queste persone vive nel terrore di essere scoperto...o che questo governo così negligente da dar loro tante occasioni di abuso venga abbattuto. Il rischio che corrono non basta a far desistere dalla tentazione nè d'altro canto desta in loro alcuna aspirazione verso un governo più giusto e umano poichè nell'uno e nell'altro caso dovrebbero rinunciare per sempre ai loro illeciti guadagni. Tale è la natura mortale." l'elfa concluse con un sospiro di deprecazione per l'apparente malvagità della natura delle creature di Ea, a prescindere dalla razza.
 

Basileus

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l'ardente rimase in silenzio per un istante, guardando negli occhi l'elfa "Ida Emean ap Synfrey... non un nome tzitzimime" bevette un altro sorso "vi prego, passeggiate con me". L'ardente tornò con l'elfa tra gli ospiti, come se nulla fosse. Alcuni minuti dopo guidò l'elfa in un luogo più tranquillo, uno dei molti salotti all'aperto del grande giardino "non siete una mercante, troppo marziale, non celate i vostri pensieri, e sicuramente non fate parte della burocrazia corrotta di Kyrne Lamiya. I miei ospiti non appena vi avvicinate cambiano discorso e si dimostrano intimoriti. Chi siete?"
 

Silen

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L'elfa rise allegramente "Una mercante? No, spero proprio di non sembrare tale. C'è una ragione se per tutta Ea è noto che gli elfi non sono degli abili mercanti; nemmeno Francesca Findabair lo è, sebbene Silene l'abbia incaricata spesso di missioni relative al commercio...ma già, a Silene piace dare incarichi alle persone che conosce, a volte indipendentemente dalle loro abilità. Forse sapete che anche Rayla ha svolto spesso incarichi da ambasciatrice sebbene sia una militare fatta e finita. Una militare eccellente, certo, ma non proprio una diplomatica. Circola un aneddoto divertente a proposito.....ma scusatemi, stò divagando."

Ida Emean fece una pausa prima di riprendere a parlare "Mi perdonerete se affermo di nutrire nei vostri confronti la stessa curiosità che manifestate nei miei. Un senatore ardente viene a Kyrne Lamiya, la città delle arpie, acquista una villa sfarzosa e distante solo poche centinaia di metri dalla Torre di Silene spendendo una cifra principesca, dopodichè dà una festa di inaugurazione a cui sono invitati tutti gli esponenti più in vista della gilda commerciale e della burocrazia...e si, ho notato anche il posto d'onore che avete riservato sul vostro tavolo. Non è difficle capire a chi eventualmente sia destinato visto che è senza schienale. Tutte queste cose hanno incuriosito molte persone."
 

Basileus

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Tleitzin si alzò e recuperò due calici quindi ne porse uno all'elfa "coloro che ho incuriosito dovrebbero prestare attenzione a chi mandano in casa mia. Sono pur sempre un figlio di Apsu, molti vedendo una tzitzimime presentarsi non invitata non ci avrebbero messo molto a toglierla di mezzo... cosa che non ho ancora escluso dalle possibilità" disse brindando "cosa voglio? Voglio ciò che ogni ardente vuole: un posto sicuro per il suo popolo. Collaborare con le arpie è il modo migliore per garantire pace e ricchezza. Ma, come dicevo prima, non sono le arpie ad avere in mano il potere, non tutto almeno. Oh certo, uccidono qualche umano ogni tanto ma non fanno altro che sfoltire i rami di un grande albero inamovibile. Burocrati, mercanti, nobili, loro sono i veri ingranaggi di questo impero. Questa villa, questa festa, non sono altro che un grande spettacolo per affascinarli, ottenerne l'attenzione e successivamente i favori, per l'Unione... e per le arpie".
 

Silen

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L'elfa rise nuoamente mentre ricambiava il brindisi "Al contrario, è proprio il fatto che sono un'elfa a garantire la mia sicurezza. Andiamo senatore...elfa viene ritrovata morta dopo aver fatto visita ad un senatore Ardente, l'unico uomo-lucertola rpesente in tutta Kyrne Lamiya. Di chi si sospetterebbe se non di voi, visto l'odio che voi Ardenti non mancate mai di mostrare verso tutti gli elfi? Sentimento comprensibile, ma piuttosto irrazionale. Come tutti gli elfi dell'Impero, pardon: del Territorio di Caccia, non ho avuto parte alcuna nei massacri perpetrati da Minnonar...ma stò divagando nuovamente. Più importante ancora è il fatto che sarebbe sciocco da parte vostra uccidere qualcuno senza conoscere i suoi appoggi, a maggior ragione visti i vostri intenti."
Ida fece una pausa per bere un piccolo sorso dal bicchiere "Ah, la sicurezza. La vogliamo tutti, ma esiste veramente in questo mondo? O non si tratta invece di un miraggio dietro al quale ci sfianchiamo inutilmente? Ammetto comunque che il vostro spettacolo stà avendo un discreto successo. In molti stanno rivedendo i propri calcoli per includere la variabile costituita dalla vostra presenza, le loro menti sotto pressione per capire cosa possono guadagnare...o perdere." sorrise nuovamente "Anche io in effetti."
 

Basileus

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"Molti hanno già avanzato proposte, alcune serie, altre campate in aria. Maestri di gilda, ruffiani, mercanti. Molti li incontrerò nei prossimi giorni, altri mai più. Chi rappresentate ne avrà di interessanti per esporsi così"

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Silen

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"Voi credete? Eppure se ci pensate bene, non vi ho detto assolutamente nulla." disse l'elfa scrollando le spalle "Potremo forse approfondire la questione in futuro, se potrete trovare un psoto libero nella vostra impegnata agenda; ora però è meglio tornare dai vostri ospiti, certamente sentiranno la vostra mancanza. Inoltre probabilmente stiamo facendo preoccupare Sienna." concluse con una risatina.
 

Basileus

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Il senatore si accomiatò dopo aver fissato un regolare appuntamento per le settimane successive. Per il resto della notte il giardino ed il pian terreno della villa risuonarono di grida, schiamazzi e musica sino all'alba quando gli ospiti iniziarono ad andarsene, ebbri di vino e con le voglie ormai placate grazie alla generosità dell'ardente.

Ben presto la villa divenne sede di un continuo via vai di alti papaveri, di giorno per lavoro, molte sere per cene e feste. La moda di Kyrne Lamiya si adeguò alla novità, in ogni circolo di una certa rilevanza si iniziò a studiare la filosofia ardente, mentre donne e uomini ordinavano abiti dalla foggia simile a quella dei vicini meridionali. I predicatori della Fiamma, prima ignorati, vennero spesso invitati a parlare presso i Grandi della città.

Tleitzin, ormai noto universalmente come "il Senatore", fece in modo di inserirsi e di inserire i propri famigli nelle grandi organizzazioni, come amici, consiglieri, azionisti. Tutto sotto lo sguardo divertito ma attento delle arpie.
 
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