L.Arrotino
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Aelle del Dente Nero, Anglesaxenwalda, parla per bocca dei suoi emissari.
Abbiamo visto ciò di cui sono capaci i Romani ed i loro servi.
Di parole. Di accuse senza fondamento. Di pretese sui popoli liberi.
Abbiamo visto ciò di cui sono capaci i fratelli Germani liberi.
Di fatti. Di azioni senza parole. Di diritto di comando per la lama.
Agli Hiberni, dico poche parole.
Smettetela di seguire un imbecille, capace di vendere il culo del suo popolo ad un re lontano anni di cammino dalla vostra isola, per avere il comando senza combattere sul fiero popolo dei Pitti.
A differenza del vostro imbecille re, Drest comanda i suoi uomini nonostante abbia subito sconfitte, nonostante abbia affrontato il più grande muro che l'uomo ha costruito. Nonostante tutto, Drest ora combatte in Britannia per il suo popolo, per il futuro dei suoi figli, per la gloria dei suoi guerrieri, per l'onore dei suoi padri.
Per voi hiberni, Aelle del Dente Nero ha poche parole: affogate, impiccate, impalate, sgozzate l'imbecille che vi comanda. Non è degno del vostro popolo.
Per i Franchi, ho ancora meno parole.
Schiavi, che hanno scelto di esserlo, saldando le catene di Roma al loro collo ed ai loro polsi, pronti a ritirarsi dopo le battaglie vinte con il sangue del proprio popolo, perchè un cane borioso ha scelto di usare il popolo germanico come muro di carne al posto dei Romani.
Svegliatevi. O morite da soli, lontani dal rispetto che ogni fratello di Germania vi deve.
Per i Burgundi, Aelle ha molte parole.
I Burgundi un tempo erano nostri alleati. E nonostante questo, i Burgundi sono tuttora rispettati dal popolo Anglosassone.
Eppure, ora, i Burgundi lottano per la loro grandezza. Ed il cane borioso che siede a Roma, che usa i figli burgundi di Germania come scudi di carne contro il nemico di Roma, e di Roma soltanto, vi strappa la gloria della vittoria, e vi obbliga a cedere i territori vinti per risparmiare Roma dalla distruzione sicura portata dalle forze di Attila degli Unni.
Svegliatevi, figli di Germania, perchè per voi c'è ancora salvezza. E amicizia, da parte degli Anglosassoni.
Per gli Iazigi, lontani e isolati, gli Anglosassoni hanno ben poco interesse.
Le catene vi levano il sangue dal cuore e dalla mente. Guardate voi stessi cosa siete.
Niente.
Niente nel culo di una terra che non vi darà mai più di quello che avete.
Ed invece potreste essere grandi, se soltanto vi rendeste conto della vostra forza, delle tradizioni che lentamente state dimenticando, dell'amicizia che molti figli di Germania possono dimostrarvi.
Per i Caledoni, Aelle ha dei rimproveri per il loro re.
Tu, Reghed, accusi il mio popolo di distruggere la vostra fede.
Eppure io, Aelle, ho sposato Igraine dei Pitti secondo i costumi e le usanze della Grande Madre.
Io, Aelle, non colpisco e non uccido i popoli sotto il mio comando, siano essi figli degli Aesi, della Grande Madre, del Dio Falegname, di Ario, del Sole e della Luna.
Tu accusi noi di voler distruggere la Grande Madre, e urli al popolo che siamo la morte.
Eppure tu, che tanto parli di Grande Madre, dimentichi le tue tradizioni, uccidi i tuoi simili e fratelli, perchè hanno tradito non i tuoi dei, ma TE.
Perchè il popolo fiero dei Pitti ha fame, perchè esso ricorda le tradizioni, perchè le tradizioni comuni che condividete Drest ne è diventato custode.
Tu, Reghed, cosa sei?
Cosa, se non uno schiavo di Roma, uno schiavo di coloro che ti hanno messo a difendere un muro contro i tuoi fratelli, in cambio di qualche manciata di grano?
Cosa sei diventato, Reghed, agli occhi dei tuoi fratelli Pitti?
Ferma questa guerra. Rinnega Roma. Condividi la tua isola con noi e con i Pitti, e vivi in pace.
A tutti i fratelli Germanici, siano essi Svevi, Vandali, Visigoti, Alemanni, Dani, Quadi, Turingi.
Oltrepassate i confini, perchè Roma, ora, ci teme.
Teme lo spirito dei figli di Germania.
Teme lo spirito dei figli delle Steppe.
Teme che i suoi preziosi confini, ricchi di terre fertili, di bestiame e di acque fresche, siano strappati loro da chi ne ha bisogno.
L'avidità di Roma la porterà alla rovina.
Oltrepassate i confini, fratelli.
Il tempo delle rinunce sta finendo.
Abbiamo visto ciò di cui sono capaci i Romani ed i loro servi.
Di parole. Di accuse senza fondamento. Di pretese sui popoli liberi.
Abbiamo visto ciò di cui sono capaci i fratelli Germani liberi.
Di fatti. Di azioni senza parole. Di diritto di comando per la lama.
Agli Hiberni, dico poche parole.
Smettetela di seguire un imbecille, capace di vendere il culo del suo popolo ad un re lontano anni di cammino dalla vostra isola, per avere il comando senza combattere sul fiero popolo dei Pitti.
A differenza del vostro imbecille re, Drest comanda i suoi uomini nonostante abbia subito sconfitte, nonostante abbia affrontato il più grande muro che l'uomo ha costruito. Nonostante tutto, Drest ora combatte in Britannia per il suo popolo, per il futuro dei suoi figli, per la gloria dei suoi guerrieri, per l'onore dei suoi padri.
Per voi hiberni, Aelle del Dente Nero ha poche parole: affogate, impiccate, impalate, sgozzate l'imbecille che vi comanda. Non è degno del vostro popolo.
Per i Franchi, ho ancora meno parole.
Schiavi, che hanno scelto di esserlo, saldando le catene di Roma al loro collo ed ai loro polsi, pronti a ritirarsi dopo le battaglie vinte con il sangue del proprio popolo, perchè un cane borioso ha scelto di usare il popolo germanico come muro di carne al posto dei Romani.
Svegliatevi. O morite da soli, lontani dal rispetto che ogni fratello di Germania vi deve.
Per i Burgundi, Aelle ha molte parole.
I Burgundi un tempo erano nostri alleati. E nonostante questo, i Burgundi sono tuttora rispettati dal popolo Anglosassone.
Eppure, ora, i Burgundi lottano per la loro grandezza. Ed il cane borioso che siede a Roma, che usa i figli burgundi di Germania come scudi di carne contro il nemico di Roma, e di Roma soltanto, vi strappa la gloria della vittoria, e vi obbliga a cedere i territori vinti per risparmiare Roma dalla distruzione sicura portata dalle forze di Attila degli Unni.
Svegliatevi, figli di Germania, perchè per voi c'è ancora salvezza. E amicizia, da parte degli Anglosassoni.
Per gli Iazigi, lontani e isolati, gli Anglosassoni hanno ben poco interesse.
Le catene vi levano il sangue dal cuore e dalla mente. Guardate voi stessi cosa siete.
Niente.
Niente nel culo di una terra che non vi darà mai più di quello che avete.
Ed invece potreste essere grandi, se soltanto vi rendeste conto della vostra forza, delle tradizioni che lentamente state dimenticando, dell'amicizia che molti figli di Germania possono dimostrarvi.
Per i Caledoni, Aelle ha dei rimproveri per il loro re.
Tu, Reghed, accusi il mio popolo di distruggere la vostra fede.
Eppure io, Aelle, ho sposato Igraine dei Pitti secondo i costumi e le usanze della Grande Madre.
Io, Aelle, non colpisco e non uccido i popoli sotto il mio comando, siano essi figli degli Aesi, della Grande Madre, del Dio Falegname, di Ario, del Sole e della Luna.
Tu accusi noi di voler distruggere la Grande Madre, e urli al popolo che siamo la morte.
Eppure tu, che tanto parli di Grande Madre, dimentichi le tue tradizioni, uccidi i tuoi simili e fratelli, perchè hanno tradito non i tuoi dei, ma TE.
Perchè il popolo fiero dei Pitti ha fame, perchè esso ricorda le tradizioni, perchè le tradizioni comuni che condividete Drest ne è diventato custode.
Tu, Reghed, cosa sei?
Cosa, se non uno schiavo di Roma, uno schiavo di coloro che ti hanno messo a difendere un muro contro i tuoi fratelli, in cambio di qualche manciata di grano?
Cosa sei diventato, Reghed, agli occhi dei tuoi fratelli Pitti?
Ferma questa guerra. Rinnega Roma. Condividi la tua isola con noi e con i Pitti, e vivi in pace.
A tutti i fratelli Germanici, siano essi Svevi, Vandali, Visigoti, Alemanni, Dani, Quadi, Turingi.
Oltrepassate i confini, perchè Roma, ora, ci teme.
Teme lo spirito dei figli di Germania.
Teme lo spirito dei figli delle Steppe.
Teme che i suoi preziosi confini, ricchi di terre fertili, di bestiame e di acque fresche, siano strappati loro da chi ne ha bisogno.
L'avidità di Roma la porterà alla rovina.
Oltrepassate i confini, fratelli.
Il tempo delle rinunce sta finendo.