Khuret era una città visibilmente giovane. Le costruzioni venivano erette a grande velocità, in soddisfacimento alla crescita demografica e come futuro crocevia e snodo per i traffici verso l'Ordine della Rosa, il neo confinante scoperto in tempi recenti.
Li la spedizione venne traghettata, accompagnata dai soliti visibili minotauri spacconi ma paciosi, fondamentalmente gli unici conoscitori ed amanti delle alcoliche bevande, ancora frutto di produzione casalinga. Non necessariamente un male.
Si era distanti dai grandi eventi (forse gli unici al mondo al momento) che proprio in quelle settimane si stavano tenendo a Gizeh, qui l'atmosfera era quella che si era vista sempre, di dialogo, ma piacevolmente frizzante.
Ai confini dei focolai però, un minotauro dallo sguardo vuoto sgusciava fuori dalla festa. Non sembrava preoccupato d'essere visto o non visto, ma in mezzo al baccano, nessuno notò la poca furtività nell'abbandonare i chiacchiericci e gli schiamazzi.
Un pò trascinandosi, un pò sorreggendosi agli stabili muri degli edifici li attorno, sembrava aver raggiunto il suo intento. Un cumulo di casse lignee, botti e cesti di vettovaglie sorgeva di, a pochi angoli di distanza dal luogo del raduno. Un paio di addetti entrarono, fecero caso a lui, ma continuarono a svolgere la loro mansione. Prendere e nutrire la festa di bevande ed alimenti, cotti o crudi che fossero.
Distratto dall'ingresso degli sconosciuti, con un velo di titubanza, colse guardingo una damigiana. Anzi, una grossa damigiana, proporzionale alla sua stazza. Un umano di taglia medio-piccola l'avrebbe contenuto, e permesso al prigioniero perfino di respirare.
La prese in mano, e durante il breve viaggio di ritorno si sentiva il liquido purpureo muoversi, mentre gli schiamazzi diventavano sempre più distinti e vicini
L'inviato estraneo Borri Manonera sedeva insieme ad altri e conversava, uno dei pochi piccoli gruppi le cui riflessioni erano relativamente pacate, ed i discorsi un pò più alti rispetto a come uccidere una capra, per svuotarla dal sangue in meno tempo, oppure per quanto si rimane storditi dopo aver picchiato la testa contro un muro da sbronzi.
Si avvicinò con fare piuttosto losco ma deciso alle spalle dell'inviato. Ignaro di cosa sarebbe accaduto da li a poco. La vita a volte, ha un decorso tutto suo
Era certamente elegante e vistoso, non troppo appariscente o meglio, si distingueva vero, ma con dignità diciamo. Il minotauro ormai era a pochi passi dalla sua schiena, ma li successe qualcosa che anche il più attento e pronto delle guardie personali, avrebbe faticato a fermare. I presenti fecero appena in tempo ad intravedere lui, e dopo un istante, una grossa mazza chiodata comparve tra le sue mani. Mazza strausata, quasi fosse l'arma d'ordinanza, dai minotauri.
I presenti inorridirono, ma nessuno ebbe il tempo di reagire. E li, l'ultima cosa che il buon Manonera vide, furono i volti sbiancati dei suoi interlocutori, totalmente ignaro di cosa accadesse alle sue spalle.
"YYoooHHH!!", un urlo squarciò la festa, non come gli altri evidentemente, ed i più si girarono incuriositi, vedendo il minotauro caricare ed infine colpire la damigiana impagliata, sopra la testa dell'inviato dell'Ordine.
Decine e decine di litri di vino si riversarono sulla testa e sugli abiti non solo del diplomatico, ma anche di svariati individui che stavano lui vicino.
Fortunatamente (o forse sapere dettato da precedenti esperienze), i vetri vennero tutti contenuti dal cesto contenitivo.
"bbBORLOTTI!
SHONO I BORLOTTI.. i.. i.. mieifajioli preferiti"
Riferendosi al diplomatico, con il quale aveva avuto una conversazione, credo.. un paio di ore prima. Nella quale (già "pienetto") non si ricordava la specie dei suoi fagioli preferiti, quelli che insieme a cipolle e polpa di pomodoro, erano il suo piatto preferito.
E che sua moglie, per dispetto, non gli faceva mai.