"Non nego di aver ricevuto un compenso per l'intervento. Ne che le altre nazioni lo abbiano ricevuto.
Ignoro quali fossero gli obbiettivi di Justa, ma so precisamente quali fossero i nostri, e son ben distanti dai vostri screzi.
Voi, Prima, parlate di interessi.
Che interessi esattamente? La vostra ambasciatrice che ci ha chiesto di sederci ad un tavolo non ha citato alcun vostro interesse, ella mentiva?
Non avete forze sulle terre che vi sembrano stare così tanto a cuore. Ne le aveva Britannia. Forse, se importavano in questo modo, avreste dovuto scegliere un mezzo più adeguato, o forse contattare prima chi con quelle terre confina."
Il tono del mago a questo punto cambio d'improvviso e per la prima volta dall'incontro, da conciliante divenne serio e profondo.
"Credo che stiate commettendo due gravi errori.
Il primo, la superbia. Ea è una terra grande, se vicino al vostro... territorio di caccia potete dettare legge, posso assicurarvi che non ovunque è così, e soprattutto non è così ai nostri confini.
Il secondo, supporre che sia il Regno a dover dimostrare qualcosa.
E dunque veniamo al motivo per cui sono qui, oltre a spiegarvi ciò che vi era oscuro.
Parlate di ostilità, ma l'unica ostilità che scorgo è quella nei vostri atti e azioni.
Sua Maestà Elensil, ha acconsentito ad un immediata pace per l'intercessione della vostra inviata, ciò che ha ottenuto è stata la vostra interruzione dei commerci. Non posso che sottolineare come si sia sentita raggirata.
La Regina comprende il vostro diritto di variare i commerci, ma, dopo tanti anni, ritiene un affronto una simile decisione priva di alcun avvertimento.
Ora... Prima nella Caccia, ditemi cosa potrò riferire alla mia Signora, in che modo non dovrà considerare il vostro agire come un atto ostile e di insulto?
Poichè come voi stessa dite, credete che potesse passare inosservato e senza conseguenze?"