Diplomazia [Aarakorya-Regno di Gizeh] Nel mondo, non siamo soli

WinterSun

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In un clima di profondo interesse e curiosità, dettata da una scossa e suggestione per tutto ciò che giaceva, seppur inesplorato, fuori dai confini della Nazione, diversi droppelli esplorativi più o meno "autonomi" orbitavano intorno ad Aarakorya. Curiosi, avventurieri o effettivamente mandati in piccole e circoscritte perlustrazioni, appena fuori dai confini.

Ormai diversi dispacci connettivi con tali gruppi giungevano in capitale a settimana, molti assai poco interessanti, ma comunque letti ed appuntati.

Ma in quella settimana uno raccolse attenzione più di tutti. Un gruppo affiliato direttamente al governo, sembrava avesse scovato insediamenti più articolati rispetto ad altri, in quello che -stando al testo- sembrava potenzialmente il primo incontro con un "agglomerato statale non regionale".

Venne prontamente richiesto di monitorare maggiormente, indagare, e nel caso una figura di spicco facente veci di Aarakorya sarebbe stata pronta a partire seduta stante.


Pochi giorni passarono, in un momento di quiete logistica, ecco che nuovamente da Wabami una missiva portò risposta: si segnalava una città di discrete dimensioni, con un certo movimento esterno, facilmente collegamenti con altre zone civilizzate, regioni. Uno Stato, quantomeno un proto-stato, una serie di città stato magari.
Di certo non vi era pochezza nella notizia, e venne, come promesso, fatta partire una figura di spicco degnamente scortata, per giungere nella regione d'interesse della vicenda.

Nella regione in cui l'infiltrazione non aveva destato sospetto, un pugno di esploratori ed esploratrici si avvicinarono silentemente agli insediamenti, per rispondere vagamente a primitive domande, quali chi fossero e cosa facessero.

@MisterTango se descrivi qualche scena di "usi e costumi", iniziamo così
 

MisterTango

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Le avanguardie Aracne giunsero in una regione che ben presto scoprirono essere stata battezzata con il nome di Tarras, in cui da poco erano stati terminati i lavori di costruzione di un piccolo borgo fortificato, Rhuvanea. Gli esploratori di Aarakorya si inoltrarono in una relativamente placida regione collinare, dove le piccole e verdi valli e i dolci declivi dei rilievi ospitavano piccoli villaggi e campi coltivati, abitati da umani e halfing che convivevano in una pacifica coesistenza.

Ebbero modo di osservare i rigogliosi vitigni, ove veniva coltivata prevalentemente uva chiara da tavola (da una conversazione tra viticoltori, ebbero modo di scoprire che i vitigni più pregiati si trovavano ben più a nord, protetti nelle valli di una regione chiamata Farquart), e colorate fattorie ove si coltivavano, grazie a rudimentali terrazzamenti, ortaggi e alberi da frutta in gran quantità. La gente viveva tranquilla, quasi spensierata, nonostante in almeno un paio di occasioni gli esploratori ebbero modo di osservare attacchi da parte di creature mutate, nello specifico grossi lupi della foresta, diretti verso gli insediamenti posti più a sud-ovest.

Quella spensieratezza, forse, era radicata in motivazioni non sì tanto felici, come ebbero facilmente modo di appurare le aracne: il popolo di quella terra era forte e, purtroppo, ormai abituato alla disgrazia. Si cercava di cogliere il bello della vita ovunque si riusciva, nella consapevolezza che quel momento poteva sempre essere l’ultimo. Meglio fare in modo che ogni istante, dunque, potesse essere vissuto fino in fondo e sempre con il sorriso e un pizzico di ironia.

In ogni caso, la gente di Tarras era abituata alle incursioni di creature di natura esogena, e anche molto esperta nel tenerla fuori da casa propria, come in ogni occasione avvenne con i Nu-Volf, seppur con qualche perdita tra i coraggiosi difensori dei villaggi. Capitò quindi in un paio di occasioni che gli esploratori di Aarakorya si imbattessero per caso in gruppi o singoli cacciatori nelle foreste, che in tutte le occasioni osservarono con costernazione le aracne, creature dissimili da tutte quelle fino ad allora erano apparse in quella terra, dandosela a gambe subito dopo. Fortunatamente, nessuno di questi incidenti vide l’uso della violenza, nemmeno tentata.

Gli strani avvistamenti destarono comunque sospetto. Per quanto gli scontri con i mostri del mondo esterno fossero la norma da secoli, gli sceriffi e i soldati delle guarnigioni prestavano sempre molta attenzione alle voci di paese, di qualsiasi genere, per prevenire ogni sorta di sgradevole sorpresa. E quando gli avvistamenti di “strane creature dal corpo a forma di insetto e dal busto di belle puledre” cominciarono ad essere reiterati, in luoghi anche piuttosto lontani tra di loro, ai capi delle comunità locali divenne evidente la necessità di notiziare la capitale.

Vuoi per la singolarità intrinseca della segnalazione, vuoi perché, dopo gli eventi dell’ultimo anno, non c’era più voglia di rischiare catastrofi contro creature maligne, il Re inaspettatamente incaricò un proprio consigliere di indagare, affidandogli la missione e il comando di un plotone di cavalieri per sbrigare meglio il compito. A giungere nella regione di Tarras fu dunque il mago di corte, Wilhelm, che come prima cosa optò per recarsi nei vari luoghi dove erano avvenuti gli avvistamenti per interrogare i diretti interessati.

Vista che la stragrande maggioranza di tali segnalazioni erano avvenute presso l’estremo confine sud-orientale, fu lì che il mago scelse di stabilire la sua base operativa, in un piccolo villaggio sito nei pressi del limitare del Regno, su una collina ben protetta, ove i colorati gonfaloni del Regno erano visibili da grande distanza, e da lì avviò le sue indagini e ricerche.
 

WinterSun

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Il contatto visivo del droppello era ormai vigile da qualche settimana, e di tanto in tanto, questo non passò chiaramente inosservato.
Presa nota dello spirito difficilmente minaccioso dei locali, presa nota dello stile di vita "civilizzato", e del fatto che la notizia non aveva procurato problemi ostili, venne ponderata e presa la decisione che, ormai, era tempo di uscire allo scoperto, dopo l'arrivo il loco della comitiva diplomatica.

Avvenne un pomeriggio, ed il gruppo esplorativo venne trovato in ottimo stato, non trasandato o affamato, esente da perdite o dispersi.

Buon segno.


All'alba del giorno seguente, venne imbastito il da farsi, il come muoversi per prendere contatto con i locali, ed in numero decisamente esiguo, vennero inviati un pugno di esploratori in un villaggio. Ne venne scelto tatticamente uno piccolo e numericamente poco popolato si, ma piuttosto vicino al borgo fortificato pochi chilometri collinari di distanza.
Solo un aracne, di "rappresentanza", solo un minotauro (razze per natura.. impattanti), più drow.


Entrarono nel villaggio dalla via principale, dirigendosi verso il centro, lentamente e tanto incuriositi quanto guardinghi.
Qualcuno si sarebbe presentato amichevolmente per interagire?
 

MisterTango

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La reazione della popolazione del piccolo villaggio fu facilmente prevedibile. Non appena il gruppo acquistò sufficiente visibilità ai piedi della collina, a qualche centinaio di passi dal limitare del villaggio, la guardia di vedetta sulla piccola torre di avvistamento del caseggiato cominciò a suonare convulsamente l’allarme con una piccola campana.

Dopo un primissimo istante di incredulità, l’avanzata del gruppetto scatenò un frettoloso fuggi fuggi delle genti in strada che si chiusero nelle proprie case, sbarrando le porte. Simili creature non si vedevano da secoli in quelle terre. Molti non avevano più nemmeno memoria di esse, e la prima, ragionevole reazione, venne dettata dalla paura.

In ogni caso, il gruppo fece il suo ingresso nel villaggio in maniera del tutto indisturbata. Per quanto numerose paia di occhi si potessero scorgere dalle finestre e dalle porte socchiuse, nessuno tentò loro di sbarrargli la via. Si trattava di un piccolo villaggio di case in legno e con tetti di paglia, circondato da frutteti e piccole coltivazioni di carote, patate e pomodori, non di certo un posto dove era aspettabile trovare cavalieri in armatura a proteggerlo.

Nondimeno, di fronte a l’unica struttura in pietra del villaggio, davanti alla quale si apriva una piccola piazza intorno a un pozzo, il gruppo venne accolto da un manipolo di coraggiosi in armi. Questi -in particolar modo di fronte alla vista del minotauro- non sembravano poi tanto impavidi, ma ancora non avevano gettato a terra le armi di fortuna che imbracciavano e non se l’erano data a gambe.
Al centro del manipolo -formato da una mezza dozzina di umani armati di forconi e zappe e un paio di arcieri- vi era un singolo individuo che sembrava essere equipaggiato leggermente meglio degli altri, con una leggera corazza di cuoio, una spada e un cappello a tesa larga con una vistosa piuma colorata. Si trattava probabilmente dello sceriffo.

Fu questi a parlare, con voce tremante. -Co…cosa volete?-

In quel momento, un nugolo di cavalieri sciamò nella piazza, circondando i nuovi arrivati da ogni direzione.
Cavalieri in armatura in un villaggio che coltivava pomodori.
Di certo una strana coincidenza.

Un uomo, che a differenza degli altri sembrava molto più avanti con l’età e non sembrava armato, smontò da cavallo con un certa difficoltà, rifiutando l’aiuto di un sergente.

Con calma sorprendente, l’uomo si sistemò la veste, e poi sorrise verso i nuovi arrivati.
-Perdonate la reazione un po’ brusca, il vostro ingresso è stato piuttosto… inaspettato, ecco. In ogni caso, il mio nome è Mastro Wilhelm, e il vostro?-
 

WinterSun

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"E' una buona giornata quest'oggi" proferì il minotauro, svelando l'ovvio: la sua natura mastodontica e fuori taglia veniva espressa anche tramite una voce profonda, cavernosa e decisa, seppur ben scandita.

"Lasciamola tale.
Sono settimane che presenziamo nei pressi dei vostri insediamenti, per spiare certo, ma non per violente o miserabili ragioni. Siamo partiti da esploratori, ormai presenziamo davanti a voi come diplomatici. Non contavamo di trovare altre creature sopravvissute, per decadi e decadi convinti di essere gli ultimi, abbiamo incontrato altre creature. Non contavamo di trovare agglomerati statali sviluppati e civilizzati, ed abbiamo trovato voi.
Siamo qui facendo voce per Aarakorya, nostra gloriosa nazione, e siamo qui semplicemente per conoscere, ciò che ci preme di più"
 

MisterTango

Useless Member
Wilhelm non riuscì a mascherare la meraviglia di fronte a creature tanto particolari e maestose, ma riuscì a contenere la sua curiosità, permettendo che soltanto il suo sguardo ammirato lasciasse trasparire le sue emozioni.

-Che i vostri intenti non fossero violenti risulta chiaro, altrimenti nulla e nessuno sarebbe riuscito a impedire ai miei uomini di proteggere la propria gente. Ma come giustamente ben dite, è opportuno stemperare gli animi-, disse Wilhelm, impartendo un tacito ordine ai suoi uomini.

Il manipolo dello sceriffo venne invitato a sciogliersi, permettendo di permanere soltanto a quest’ultimo, mentre i cavalieri assumevano un atteggiamento decisamente più rilassato, per quanto la tensione di un simile incontro potesse permettere.

-In ogni caso, cercavate la civiltà, e qui l’avete trovata. Dove si trova questo Regno di cui mi dite? Oh, perdonate la scortesia. Di certo avrete fatto un lungo viaggio a sarete affamati. Seguitemi, vi prego-, aggiunse l’uomo, invitandoli con un cenno a seguirlo all’interno della struttura in pietra che dominava sulla piazza.

La struttura era una locanda, nemmeno troppo squallida. Di certo non una sala per ricevimenti, ma sicuramente il meglio che le immediate vicinanze potessero offrire.
Wilhelm diede ordini alla servitù, che cominciò a imbandire riccamente un paio di tavolate con carne stufata, ortaggi, frutta e altre leccornie della cucina locale, il tutto accompagnato da fiumi di vino e birra.

Con un sorriso Wilhelm invitò gli ospiti ad accomodarsi, sorriso che si tramutò in imbarazzo quando si rese conto di non avere sedute adatte per aracne o minotauri. Diede quindi ordine di portare un caldo tappeto da sistemare di fronte ai tavoli, ove quantomeno tali creature potessero sistemarsi più comodamente che sul freddo pavimento di pietra.
Il tutto sullo sguardo vigile di parte dei cavalieri, che a piedi avevano seguito la comitiva all’interno della locanda.

-Non conosco la vostra dieta, amici miei, ma spero che questo ben di dio possa quantomeno togliervi la fame. Perdonatemi per la sistemazione spartana, ma mi preme che siate ben rifocillati prima di intraprendere il viaggio verso la capitale, che di certo vorrete visitare. Nel frattempo, potete dirmi di più su di voi e sul vostro Regno?-
 

WinterSun

Spam Master
Da questa domanda in poi, emersero storie e curiosità proprie di Aarakorya, e quasi ovvietà su quanto fosse stata dura e sanguinolenta la sopravvivenza dei fondatori, coloro che poi iniziarono a riunire le razze ed i territori attorno all'epicentro di quella che divenne poi la capitale, Ulsh.

Fu interessante vedere due ceppi di sopravvissuti così differenti, interagire in uno scambio culturale bello e buono; entrambi erano incuriositi dall'altro, accumunati da una storia irta di piaghe, drammi e cupe storie, tramandate da nonni ai figli, e da essi ai nipoti, in una linea di sofferenza che accomunava tutti i sopravvissuti di Ea, qual ora ce ne fossero altri, che i postumi vivevano come propria ancora oggi.

Già in quel momento, nel primo incontro, facilmente gli abitanti di quell'improbabile regno o nazione o repubblica a nord, ebbero modo di osservare la differenza tra le razze di Aarakorya, stranamente effervescenti i minotauri (seppur "mascolini" nell'atteggiamento), piuttosto distaccati e chiusi i Drow, assai poco empatiche ed a sprazzi graffianti le Aracne.
In mezzo a queste differenze, che si compensavano evidentemente tra loro, venne fuori un piacevole incontro.
Si trovò tempo, nella ludica cena, di parlare anche di cose serie, ed entrambi tornarono a dormire con accordi di scambio, e così, dopo secoli, merci che entrano ed escono da Aarakorya tornarono ad essere realtà (I minotauri premettero al fine di importare anche inebrianti bevande assaggiate quella stessa sera).
 
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