[premetto che non ho la scheda, non conosco quindi bene la situazione. comunque ho letto che nel 1145 già da qualche decennio la norvegia ha problemi di guerre civili e lo stesso Sigurd II che sarei io poi muore in una guerra civile. allora ho scritto qualcosa che mi sembra verosimile. rebaf: se c'è qualcosa che non va bene, fa niente, si cancella. Se va bene invece lo completo perchè non è finito]
Da mesi il regno di Norvegia è nuovamente insanguinato dalla guerra civile. Emissari giungono da ogni regione per tenere informato il re degli ultimi avvenimenti. Sigurd II, il possente signore di Norvegia, e al suo fianco il veterano primo consigliere del re, ascoltano gli ultimi rapporti degli emissari.
emissario1: Mio signore, la gente delle terre di Trondheim è scontenta, dicono che il trono non vi spetta. Tre giorni fa hanno impugnato le spade. I nostri non possono più mantenere la regione sotto controllo senza combattere. Cosa ordinate? Vostro cugino aspetta solo un vostro ordine, dice che la vostra nobile stirpe è stata offesa ed è pronto a far rispettare la legge. Sono stati catturati vivi 14 rivoltosi e condannati a morte. Cosa ordinate? La condanna va eseguita?
emissario2: Mio signore, la rivolta in hordanland è stata sedata. Il comandate riferisce che ci sono state oltre 100 vittime tra i rivoltosi. Dei nostri 12 sono i caduti in battaglia. Ma ora la regione è sotto il vostro controllo. I rivoltosi superstiti sono stati condannati a morte e la condanna eseguita immediatamente.
emissario3: Mio signore, dalle isole riferiscono che il vostro trono non è in discussione. Le regioni di Fjordane, Agder inviano regolarmente i tributi e sarebbero onorati di combattere al fianco dei vostri uomini nelle lande del Trondheim e ovunque si scatenassero rivolte.
emissario4: La vostra regione, la nobile Norvegia, vi è fedele, mio signore.
Sigurd II: Date ordine di preparare il mio cavallo, dite ai miei uomini di tenersi pronti, domattina partiamo per l'Hordanland.
Inviate immediatamente un emissario in Trondheim, fate sapere a mio cugino che entro 7 giorni dovrà ospitarmi nel suo palazzo. Andate adesso.
Gli emissari si allontano e Sigurd II resta solo col proprio amico e fidato consigliere...
Consigliere: Nobile Sigurd, non possiamo permetterci che le rivolte si estendano. Vanno represse con ogni mezzo, immediatamente. I popoli del nord potrebbero fare accordi coi rivoltosi e invadere le nostre terre.
Il nostro regno cadrebbe nel caos. Non possiamo permettercelo.
Leggo nei vostri occhi che non avete intenzione di lasciare che le condanne a morte in Trondheim vengano eseguite. E temo per la sorte del comandante dei guerrieri dell'Hordanland, è chiaro che non avete apprezzato la carneficina che è stata fatta senza il vostro ordine diretto. Ma... ascoltatemi bene, mio signore: se lasciate pulite le nostre spade oggi, domani a sporcarsi saranno quelle dei nostri nemici. Le rivolte vanno sedate. E bisogna farlo in fretta.
Sigurd II: Sagge come sempre sono le vostre parole, amico mio. Ma le genti del nord non meritano spargimenti di sangue se non per una nobile causa, troppo spesso le rivolte sono state represse con carneficine simili e la situazione non è migliorata. La stirpe dei rivoltosi uccisi dopo qualche anno è pronta a vendicare i propri padri con l'onore e l'orgoglio che contraddistingue i valorosi vichinghi.
Così, dovremmo sterminare i rivoltosi fino all'ultima generazione per sperare di aver completamente riportato l'ordine. Ma che regno è quello che, invece di allevarli, uccide i propri figli? Quale tipo di nobiltà può esserci in un Re incapace di farsi rispettare dalla propria gente senza insanguinarsi le mani? Che razza di Signore di Norvegia è colui che ha dimenticato lo splendore del popolo vichingo uccidendo gli amici e trascurando i nemici?
Consigliere: Nemici? Di chi parlate? Ad ogni modo, il vostro volere è legge. Le vostre parole sono più sagge delle mie, come sempre, mio signore. Non potrei mai contraddirvi.
Sigurd II: Amico mio, non è approvazione che cerco da voi, ma critiche e consigli. E' vostro dovere contraddirmi.
Eppure...ci deve essere un modo di fermare questi disordini e riunire il nostro popolo dietro un unico vessillo, com'era un tempo. Ne sono convinto.
Consigliere: Il nostro è un popolo guerriero, la nostra è gente libera. Non ama certo sottostare alle leggi di un Re in tempo di pace, ma è pronta ad unirsi e a morire in battaglia per difendere le nostre terre da invasori esterni.
Sigurd II: E' compatta e pronta a morire anche per riconquistare terre perdute e che invece legittimamente ci appartengono.
Consigliere: State pensando al regno di inghilterra? Avete dimenticato quale sorte toccò ai vostri antenati che tentarono di approdarvi? Qualche scorribanda guasterebbe le relazioni commerciali con le nostre città, probabilmente potremmo assoldare dei pirati per farlo. Ma una invasione è una conquista è ben altra cosa...
Sigurd II: No, non era a quello che pensavo. Le genti del nord nei nostri mari vivono in pace, i commerci tra le nostre città sono un bene troppo prezioso per essere messo in dicussione.
Consigliere: E a cosa allora? Forse pensavate ai lontanissimi nemici della chiesa di Roma?
Sigurd II: Neppure. Non ho mai sopportato l'idea di difendere una chiesa che non mi appartiene, che non appartiene alla gente del nord e anzi ha corrotto il nostro popolo, offuscando l'antico splendore del popolo vichingo.
Consigliere: Mio signore, state forse incolpando il santo Papa delle nostre disgrazie?
Sigurd II: Di santo io riconosco solamente la mia spada. Benedetta dal sangue dei nemici abbattuti. Amico mio, è ora di volgere lo sguardo al passato e ricordare alle nostre genti chi siamo. Ho intenzione di incolpare qualcuno delle nostre disgrazie. E nessuno dei nostri può mai essere colpevole.