Ц П Б - Република Србија - Serbia

Solctis

Chosen one

1° numero, 2015​

Црвено, плаво, бело.

Tre parole che in lingua serba identificano rispettivamente i colori rosso (zzrveno), blu (plavo) e bianco (belo); i colori della bandiera serba.
Lo “Ц П Б“ è un giornale di Belgrado di recente fondazione, originatosi dalle ceneri di numerosi testate minori locali e nazionali.
Si occupa di politica, attualità, cultura ed è la voce del popolo serbo e dei serbi nel mondo.

Un'alba di riforme

Parte con un decisivo successo la campagna di riforme del governo Vasic.
Fin dal suo insediamento, infatti, il Primo Ministro aveva promesso un radicale cambio di rotta per il Paese.
Un cambio di rotta necessario per dare un importante segnale di ripresa della Nazione e di presenza del Governo. Passano nell'ordine le riforme di Giustizia (con importanti riforme in materia di terrorismo e attentato all'unità nazionale), Istruzione (nuovi fondi per l'ammodernamento degli istituti, dei corsi, ristrutturazione del complesso curriculare nazionale, per lo studio delle lingue estere) Sanità (creazione di nuovi presidi ospedalieri generali all'avanguardia, istituzione di presidi per le comunità isolate e nuovi poli di assistenza e formazione specializzata in grado di rivaleggiare coi colleghi europei) Infrastrutture (nuovi sistema interscambio ferroviario-stradale-autostradale, ammodernamento e riparazione strutture danneggiate). Il Governo compie un passo rilevante per l'ammodernamento della Nazione.

Socializzazione!


Affermava in questa provocatoria maniera il Ministro dell' Economia e delle Finanze, Slobodan Minic, l'intenzione del Governo di attuare una nazionalizzazione dei comparti nazionali ritenuti strategici. In una recente intervista, lo stesso Ministro, affermava che, pur essendo più incline ad un'economia di mercato come i vicini europei, fosse egli stesso promotore di un'iniziativa volta a tutelare gli interessi della Comunità dinanzi a liberalizzazioni selvagge.
“Liberalizzazioni, continua il Ministro, che hanno colpito duramente paesi dell'ex blocco sovietico, provocando corruzione ed impoverimento delle risorse statali a beneficio degli oligarchi locali.
E' preciso dovere della nostra amministrazione e del mio Ministero, riuscire a traghettare l'economia nazionale in un sistema pienamente libero, pur conservando tutele statali su servizi come questi.
Previdenza, Sanità, Istruzione, Centrali energetiche, infrastrutture ad interesse nazionale, ecco i nostri punti cardinali”.

Legalità e fermezza.

Risponde così il Ministro della Giustizia, Stanimir Janic, alla domanda di un nostro inviato circa il positivo passaggio in Parlamento del D.Lgs. in tema di reati contro lo Stato e la Comunità.
“Il perdurare di elementi sovversivi, legati alla criminalità organizzata ed a cellule terroristiche finanziate da mano straniera, prosegue Janic, ci costringono a reagire con pugno di ferro. La loro stessa esistenza è un'offesa al nostro buon nome ed alla tutela di cui il popolo ci ha investito nelle ultime Elezioni”. Trattamenti durissimi, quindi, per coloro che si macchieranno dei nuovi capi di accusa di “Crimine contro la Comunità” e di “Crimine contro lo Stato”. Si parla di esecuzione capitale per il primo e di ergastolo per il secondo. Un segnale deciso a chi foraggia il terrosismo albanese?

Distinguere per poter proteggere.

Il Ministro degli Interni, in merito al D.Lgs. passato in Parlamento e da lui fortemente voluto, si dichiara entusiasta del positivo esito del procedimento legislativo che ha visto l'approvazione da parte delle Camere della definitiva distinzione tra cittadinanza e nazionalità.
“Non potevamo continuare a perdurare in uno stato di cose tale da produrre attriti tra il popolo serbo e le minoranze etniche presenti sul suo territorio”. La decisione di riformare la cittadinanza e riconoscere le nazionalità, anche quelle tradizionalmente ostili, presenti sul nostro territorio non può che tirarci fuori dalle infamanti accuse che ancora in certi ambienti si portano avanti. Il ricnoscimento dei diritti particolari ed inviolabili segna un passo storico per la Serbia, capace di rispondere con giustizia ed equità anche a coloro che continuano a diffamarla con azioni o parole. Sono quindi riconosciute ufficialmente le nazionalità: serba, ungherese, bosniaca, albanese.
Quali altre scuse per terroristi e secessionisti armati da mano straniera?

Serbia e Montenegro. Di nuovo fratelli

Calorosa è la stretta di mano che Vladislav Petrovic, Ministro per gli Affari Esteri della Repubblica, compie col suo omologo montenegrino. “I nostri paesi, afferma Petrovic, sono stati divisi artatamente al fine di indebolirli e renderli schiavi della mano che stà insanguinando i Balcani”.
La nostra collaborazione segna un passo deciso in tema di collaborazione non solo militare, ma anche economica, politica e culturale.
“Serbi e montenegrini sono fratelli per cultura, per lingua e per sangue. Chi ci vuole lontani è un nemico comune, non solo un nemico dei serbi”.

Inutili provocazioni spinte dalla mano di chi possiede solo la carta dell'odio etnico per controllare il suo popolo.


Così, secondo indiscrezioni, avrebbe commentato il Primo Ministro Vasic, la recente vittoria del partito pan-nazionalista in Albania.
“Il partito vittorioso in Albania stà accecando il popolo albanese con promesse di prosperità e ricchezza, ma tutto ciò che stà offrendo è l'odio coi paesi vicini ed un futuro di morte per i giovani albanesi. Ricorda tanto le campagne di demonizzazione del passato in cui, per distrarre il popolo dalle condizioni di miseria in cui versava, si dava la colpa ai paesi vicini.
Compiango gli albanesi dotati di coscienza che denunciano, a rischio della propria vita, la campagna d'odio promossa dal loro Governo”.

Bosnia-Erzegovina, I nostri fratelli pongono seri quesiti sugli atlantici!


I nostri fratelli in Bosnia-Erzegovina pongono seri quesiti sull'utilità e sul vero scopo della NATO nel Balcani. Dal primo intervento durante la guerra civile del 1991, l'intento degli atlantici è stato quello del Divide et Impera. Agenti e spie hanno fomentato la divisione tra i nostri popoli ed hanno ucciso e distrutto con l'unico fine di aggiungere un'altra bandierina blu sul loro piccolo mappamondo. “Non potranno impedire che si sappia la verità...stanno solamente chiudendo altri scheletri in armadi oramai strabordanti”. Così afferma Uros Kuzmanovic, slavista e docente di culture e glottologia slave all'Università di Belgrado.

Serbia – Macedonia. Vicini per la sicurezza e per la prosperità comune.

Giubilo a Belgrado ed a Podgorica per l'adesione della Macedonia al Patto di Difesa Balcanico.
“I macedoni hanno compreso finalmente chi è il loro vero nemico”, affermano giovani in Piazza della Repubblica, nella nostra capitale. “Stiamo riunendo tutti i nostri fratelli; vogliamo la pace ma la divisione porta solo guerre”.
Così continuano altri giovani intervistati nella capitale montenegrina.
Un segnale netto e deciso per chi voleva accerchiarci ed un monito a chi ha pretese annesionistiche.
Così commenta Vladislav Petrovic, il nostro Ministro degli Affari Esteri.

I serbi non dimenticano i fratelli russi.

“Siamo contro questo sistema criminale volto a dissanguare il popolo russo, ad indebolire la Russia ed a costellare i punti strategici con pedine serve di interessi occidentali”.
“Si stà ripetendo un nuovo Kosovo. Non possiamo permetterlo”.
“Il popolo serbo stà con il legittimo governo federale di russia. I repubblicani sono solo dei fantocci”.
Queste alcune delle dichiarazioni spontanee che diversi manifestanti hanno rilasciato a nostri inviati in occasione della consistente manifestazione tenutasi nelle più grandi piazze della nostra capitale.
Una manifestazione per spingere il governo ad appoggiare apertamente il Governo Federale di Russia che si è trasformatain un sit-in di 4 mesi con volantinaggio, comizi ed altre proteste pacifiche..
Il Governo non ha ancora rilasciato alcun commento, nè sulla manifestazione, nè sugli eventi in Russia. Nostri inviati hanno ricevuto risposte evasive per un'intervista in proposito.



Direttrice
Tatiana Gravnic
 

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2° Numero - 2016

ESTERI


Un'immagine delle discussioni parlamentari che hanno visto il Ministro degli Esteri, Vladislav Petrovic, relazionare l'Assemblea sui recenti accordi diplomatici della Repubblica.

Belgrado

Febbrile l'attività diplomatica della Repubblica di Serbia che stringe numerosi accordi.
“Uscire dall'isolamento ed affermare il ruolo di protagonista della nostra Nazione nei Balcani e nel Mondo”. Così si esprime il Ministro per gli Affari Esteri, Vladislav Petrovic.
Un'attività diplomatica capace di spezzare le tradizionali tensioni coi vicini e rilanciare uan politica di cooperazione inter-balcanica.
“Non è possibile continuare a portare avanti la perdurante sindrome da Polveriera Balcanica. La Serbia stà facendo di tutto, agli occhi del mondo, per dimostrare come il paese sia forte, resposnabile e capace di grandi responsabilità dentro e fuori dei Balcani”.

INTERNI


Membri dei Servizi di Sicurezza della Repubblica e dei Reparti Speciali della Polizia.

Serbia

Prosegue la lotta senza quartiere del governo Serbo contro il secessionismo e l'imperialismo shqipetaro. I reparti speciali ed i Servizi Segreti della Repubblica stanno schiacciando, da due anni consecutivi, le attività illecite e secessioniste sul suolo nazionale. “La Serbia non si piegherà a niente e nessuno”. Così afferma ai nostri inviati il Ministro degli Interni, Radmilo Njeguš.

“Svariate tonnellate fra stupefacenti, armamento pesante e leggero, documenti e passaporti falsi della Repubblica e mappe e piani dettagliati per una serie di attentati contro la Repubblica ed i suoi alleati”. Così si finanzia il terrorismo di matrice integralista, legato ad Al-Qaida, che opera tra il Kosovo, l'Albania e la Bosnia-Erzegovina.
Incessante, durissima e senza ripensamenti la guerra personale che oramai sembra portare avanti la coraggiosa Repubblica di Serbia contro l'integralismo islamico.
“Serbia trincea d'Europa. Stiamo salvando l'intera Europa dal dilagare della minaccia integralista.
Se crolleremo noi nessun altro riuscirà a fermare il dilagare del fondamentalismo.
Siamo la prima ed ultima linea di difesa!”
Così conclude, in una recente intervista, il Primo Ministro Radovan Vasić, alle domande dei nostri giornalisti circa i recenti scontri ed il clamoroso attentato sventato dai reparti speciali e dai servizi di sicurezza della Repubblica ad opera dei sedicenti componenti delle “Brigate dei martiri dei Balcani” all'aeroporto di Belgrado.
“I cittadini non hanno nulla da temere, stiamo vincendo, siamo vigili e pronti a colpire con la più sproporzionata durezza tutti coloro che stanno portando avanti un progetto integralista nella nostra amata Penisola”. Queste le parole del Ministro degli Interni Radmilo Njeguš.

ECONOMIA


Cattaro, il porto turistico in costruzione. Qui sorgeranno i nuovi cantieri navali e il nuovo scalo marittimo per il Basso Adriatico.

Cattaro

Il Governo serbo si stà impegnando attivamente per finanziare l'ampliamento del porto e delle installazioni portuali presso Cattaro, nella vicina Repubblica del Montenegro.
“Un Gesto di amicizia ma soprattutto di responsabilità, capace di rilanciare il ruolo marittimo del nostro asse politico con Belgrado e di accrescere l'importanza del nostro snodo sull'Adriatico”.
Parla così il Ministro degli Esteri montenegrino in piena sintonia con l'omologo serbo.
Iniziano, intanto, a fiorire tramite induzione, le prime attività cantieristiche private di media e grossa portata. Un bel risultato per un porto che appariva solo fino all'anno scorso come un sonnecchioso scalo per la pesca locale.

AFFARI BALCANICI


Militi serbi eseguono controlli sui veicoli diretti verso e provenienti dal Kosovo a seguito dei recenti scontri di confine con gli shqipetari.

Confine serbo - kosovaro

Scontri di frontiera ed incidenti al confine tra la Repubblica di Serbia ed il sedicente Stato del Kosovo dopo la recente nascita della Federazione Shqipërisë, l'ultima provocazione di Tirana e vera e propria azione-ammissione dei reali intenti annessionistici degli albanesi volti a creare la Grande Albania.
Voci parlano di un gesto irresponsabile ed estremamente provocatorio; indiscrezioni vociferano di un Ultimatum che il Parlamento serbo stà preparando per la Federazione Shqipërisë.
"E' possibile, dice Miroslav Barianicic, analista geo-politico della Rivista "Glas Srbije", che nel caso Tirana non torni immediatamente sui suoi passi la Serbia possa passare alle maniere forti per ristabilire il proprio diritto sovrano sul Kosovo".
 

Solctis

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[font=times new roman, serif]AFFARI BALCANICI[/font]



Truppe serbe oltrepassano il confine con lo 'Stato del Kosovo'.



Kosovo e Metohija



GUERRA!
Giunge alle ore 11.19 la notizia dell'oltraggioso rifiuto da parte dei dirigenti della [font=times new roman, serif]Federazione Shqipërisë a convenire alle condizioni dettate dal governo della Repubbblica di Serbia.[/font]
[font=times new roman, serif]Il governo serbo, in risposta alla mossa diplomatica di natura unilaterale che aveva visto la nascita della Federazione tra Repubblica di Albania e Stato del Kosovo, aveva elaborato e fatto pervenire alla parte in causa una concisa serie di richieste in merito alla questione.[/font]
[font=times new roman, serif]Tali richieste prevedevano sommariamente lo sgombero del Kosovo da parte dei ribelli, la restituzione delle proprietà sottratte ai cittadini serbi, la consegna dei jihadisti e dei terroristi shqipetari responabili della pulizia etnica dal 2008 ad oggi ed altre misure minori.[/font]
[font=times new roman, serif]Richieste oggettivamente comprensibili per scongiurare l'intervento militare, soprattutto a fronte di ferree prove e documenti attestanti il riconoscimento della sovranità serba sul Kosovo da parte dell'ONU. Il passo successivo da parte shqipetara è stata la distribuzione di armi ai ribelli e la mobilitazione nazionale, oltre che un appello mondiale affinchè tutti gli albanesi del mondo accorressero in soccorso della Federazione.[/font]
[font=times new roman, serif]Nonostante l'appello ad addivenire alle richieste serbe e l'appello, che lo stesso governo di Belgrado aveva fatto a tutti gli stati del mondo, affinchè facessero pressioni di modo da indurre Tirana ad accettare le richieste, la situazione è precipitata. Il governo serbo, di accordo con gli alleati del Patto di Difesa Balcanico, ha quindi dichiarato, secondo i termini delle condizioni fatti pervenire alla Federazione Shqipërisë, lo stato di guerra, ritirando altresì i propri rappresentanti diplomatici dal territorio oggetto delle operazioni belliche e dando ordine alle FF.AA. di iniziare le operazioni belliche. Fonti vicine al Ministero della Difesa parlano di un numero compreso tra le 3 e le 5 Brigate di terra e tra i 2 ed i 4 Corpi Aerei delle FF.AA. serbe coinvolti nel conflitto.[/font]
[font=times new roman, serif]Sconosciute le forze messe in campo da parte montenegrina, macedone e shqipetara. [/font]


[font=times new roman, serif]DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE[/font]



[font=times new roman, serif] [/font]
[font=times new roman, serif]La bandiera serba sventola presso il Palazzo delle Nazioni Unite a New York, U.S.A.[/font]


Palazzo delle Nazioni Unite, New York - U.S.A.


[font=times new roman, serif]Bagarre diplomatica presso le sale del Palazzo delle Nazioni Unite a New York.[/font]
[font=times new roman, serif]Singolare scambio di argomentazioni è avvenuto tra i delegati della Repubblica di Serbia ed i colleghi della Repubblica Popolare di Cina. I due delegati hanno portato avanti una non indifferentemente lunga ed articolata dissertazione in merito al caso Kosovo. Il delegato cinese popolare ha infatti arguito sul fatto che la cosiddetta 'invasione serba del Kosovo' avvenisse tra gli applausi delle 'potenze imperialiste occidentali' mentre, invece, il 'legittimo rattachement' militare condotto dalla RPC ai danni della 'ribelle' ROC, fosse condannato da queste ultime quale 'manovra violenta contro uno stato democratico e legittimo nella propria sovranità'.[/font]
[font=times new roman, serif]Puntigliosa la risposta del delegato serbo che, prove alla mano, ha fatto notare come la posizione cinese popolare fosse null'altro che un singolare tentativo di pubblicizzazione della RPC nello scenario diplomatico internazionale. I nostri inviati non sono riusciti a sapere null'altro a causa della pausa dibattimentale ordinaria e della vaghezza e ritrosia delle due delegazioni a rilasciare commenti sulla faccenda.[/font]

 

Solctis

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Numero 3, Edizione 2018​
AFFARI BALCANICI



Collage tematico diventato oramai culto tra i giovani serbi e balcanici




Pristina

Dopo 10 lunghi anni di oppressione e martirio i nostri fratelli serbi del Kosovo e Metohija sono finalmente liberi di poter condurre una vita dignitosa. L'operazione Kosova17, che ha visto l'impiego di un complessivo di più di 95.000 uomini, ha visto la sfavillante entrata dei nostri reparti in Kosovo. La processione verso Pristina è filata, complice il ripiegamento progressivo dei ribelli shqipetari, relativamente indolore (si segnalano però numerose trappole esplosive ed alune imboscate, tutte risolte favorevolmente, alle nostre retroguardie).
In 12 giorni il Kosovo è di nuovo serbo ed in 4 Pristina è circondata ed assediata.
Il cosiddetto esercito della Federazione Shqiperise, come ci aspettava da una banda di ribelli, tagliagole e terroristi, è semplicemente fuggito, lasciando ogni struttura in mano nostra.
Durante le operazioni si è segnalato un curioso caso di non expedit, da parte del Presidente statunitense. Durante l'attacco, infatti, i soldati USA, tradizionalmente visti come amici e tutori degli shqipetari, sono rimasti nelle loro basi.
Voci di corridoio ci segnalano intensissime trattative segrete tra i governi serbo e statunitense.


INTERNI



[size=0.7em]L'arresto di un sospetto nei pressi di una via del centro di Nis[/size]



Serbia


In uno stato di assedio totale messo in piedi dai ribelli shqipetari e dai loro fiancheggiatori qaedisti, la Repubblica di Serbia ha, letteralmente, dato una lezione di
controterrorismo al mondo intero.
All'attivo delle forze di sicurezza ci sono almeno 19 attentati sventati nel corso di quest'anno.
Questo costituisce non solo l'evidente segno dell'adamantino sistema di difesa serbo (e federale) contro le minacce interne oltre che esterne, ma anche un segnale fortissimo sia ai vicini che a tutti coloro che hanno intenzone di intromettersi negli affari interni della Repubblica e della Federazione.


AFFARI BALCANICI



[size=0.7em]Il nuovo stemma della Federazione
[/size]

Belgrado


La notizia è stata ufficializzata con la pubblicazione della nuova Costituzione ma era nell'aria da tempo.
Le repubbliche di Serbia, Montenegro e Macedonia hanno intrapreso un cammino comune volto a costituire un nuovo polo politico autorevole e dalla voce forte nei Balcani e nel mondo intero.
La nuova entità politica si chiama Federazione delle Repubbliche Balcaniche ed ingloba i tre paesi balcanici in un nuovo importantissimo progetto capace di ridare centralità e fama ad una zona molto spesso considerata periferica.
La cruciale posizione di snodo sul basso Adriatico, la funzione di porta di collegamento tra l'Europa danubiana ed i Balcani orientali e la Turchia, fanno della FRB un partner commerciale e strategico impossibile da non tenere in considerazione.
Le elezioni hanno visto, in massima parte, il trionfo dei partiti serbi con la riconferma agli incarichi federali dei ministri di Belgrado. Importanti le affermazioni, però, dei colleghi montenegrini e macedoni che piazzano rispettivamente il nuovo Presidente federale e due ministri.
Rimpasto e riorganizzazione anche per lo Stato Maggiore e le FF.AA.


ESTERI



[size=0.7em]Manifestazioni di giubilo in Piazza Nevskij a San Pietroburgo[/size]

[size=1em]Dal corrispondente presso Mosca[/size]



La guerra è finita.
La straziante guerra civile che ha visto contrapposti i nostri fratelli russi è finalmente giunta al suo naturale termine. Il decisivo intervento del Trattato di Difesa Europeo ha sbilanciato in massima parte i rapporti di forza sul campo di battaglia a vantaggio delle forze repubblicano che sono, infine, riuscite a spazzare via le più grosse resistente lealiste federali.
Immediatamente dopo la conclusione ufficiale delle ostilità la nuova entità politica russa, l'Unione Russa, ha ufficializzato la propria adesione al TDE, chiudendo un cerchio politico e strategico e ripagando, per il momento con questa piccola misura, il profondamente decisivo intervento europeo.


ECONOMIA


[size=0.7em]
L'ingresso del palazzo della Banca Nazionale in Kralija Petra.
[/size]


Kragujevac


“Prevediamo due profondi piani di sviluppo ed investimento da attivare durante l'anno venturo.
I piani consisteranno in un profondo investimento al credito, alle infrastrutture, alle industrie ed alle specificità locali per rilanciare, aggiornare e far balzare in avanti le nostre province depresse.
Prevediamo un consistente aumento per la nostra Borsa nei settori strategici dei metalli, dell'energia, della cantieristica e dei beni di consumo”. Il piano, continua il Ministro Minic, prevede un investimento totale pari a 10 miliardi e dovrebbe garantirci un adeguato scudo protettivo interno rispetto alla crisi che colpisce il resto del mondo. Molto probabilmente questo sarà un piano esplorativo e, nel prossimo biennio, è probabile che seguirà almeno un piano omologo stabilizzatore e conclusivo per il Kosovo e per la Serbia.

 

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Numero 4, Edizione 2019​
AFFARI BALCANICI


Soldato federale in pattuglia vicino al confine con l'Albania

Pristina


Le armi tacciono oramai da quasi due anni e sul confine, ancora caldo, non si segnalano movimenti di sorta se non una generale allerta da ambo le parti. La schiacciante vittoria riportata dalle forze del Patto di Difesa Balcanico nell'operazione Kosova17 ha riportato sotto il pieno controllo federale l'intera provincia del Kosovo e Metohija e, trascorso questo tempo, la situazione sembra giunta ad uno stallo. Da più parti si invocava un accordo, una stretta di mano, una chiusura di questo conflitto originatosi fin dall'occupazione italiana della Jugoslavia nel lontano Aprile del 1941; purtroppo però non sembrano esserci apprezzabili miglioramenti diplomatici.
In una dichiarazione ufficiale rilasciata al nostro giornale dal portavoce del Ministero degli Esteri federale, ci è stato comunicato che Tirana ha ufficialmente e sdegnosamente rifiutato le offerte di pace dei nostri delegati. I dettagli non si conoscono ma indiscrezioni ci lasciano intendere che la Federazione Shqiperise avrebbe dovuto semplicemente rispettare le condizioni richieste nell'ultimatum serbo pre-bellico unitamente ad una cifra simbolica quale risarcimento per l'occupazione militare del KeM, della pulizia etnica e delle devastazioni belliche e culturali inflitte alla provincia serba.
In particolare un punto piuttosto dolente è stato il capitolo sui monasteri ed il patrimonio storico sistematicamente distrutto dalle bande shqipetare con il preciso intento di cancellare, con la memoria storico-religiosa del Kosovo e Metohija, la stessa presenza storica dei serbi nella regione.


AFFARI BALCANICI


Cantieri in Montenegro


La sede della società mineraria della Macedonia orientale

Skopije, Podgorica


10 miliardi divisi equamente tra la provincia del Montenegro e quella della Macedonia; questo sarebbe il succo del disegno di legge approvato e già all'opera nella nostra Federazione.
Il governo presieduto da Radovan Vasic, 'terminata' la riconquista del Kosovo & Metohija, si è infatti dedicato ad un'importante opera di recupero e restauro del tessuto non solo burocratico ma soprattutto economico e politico. In particolare, secondo quanto emerso dalle prime indiscrezioni, particolare sviluppo sarebbe stato posto sulle singole potenzialità regionali come, ad esempio, un ovvio aiuto e supporto al comparto marittimo e culturale per il Montenegro ed al comparto minerario ed agricolo per quanto riguarda la Macedonia. Un'interessantissima iniziativa, contenuta nel DDL successivamente approvato, è stata quella di un finanziamento a tasso 0 per giovani imprenditori da restituirsi nell'arco di 10 anni ed assolutamente innovativo per l'area.
Un buon segnale che ci mostra come l'intento del governo sia quello di puntare ad una forte valorizzazione economica per giocare da protagonisti nei Balcani e poter diventare un partner importante nello scacchiere europeo.


AFFARI BALCANICI


Alcune delle reclute

Pristina


“Sloboda ili smrt! Libertà o morte”! Con queste parole si celebra oggi il giuramento di fedeltà alla Federazione delle nuove reclute del Btg. “Cacciatori del Kosovo & Metohija”, fortemente voluto dal governo ed in particolare dal colonnello Ilijanic. Un battaglione speciale appositamente pensato come un'unità militare formata da elementi originari del Kosovo & Metohija e quindi esperti conoscitori della zona. Un cambiamento di politica, da parte della nostra dirigenza, resasi conto che nella gestione di un territorio caldo come il K&M, serva avere prima di tutto una conoscenza ed una familiarità col territorio, prima ancora che armi e tattiche adeguate.
Indiscrezioni da parte del Ministero della Difesa ci comunicano, inoltre, che questo dovrebbe essere solamente la prima tranche di un programma di ammodernamento e reclutamento sull'intero territorio federale.


AFFARI BALCANICI


Il reattore sperimentale del Centro Studi Federale per l'Energia Nucleare

Belgrado


Nell'attuale situazione di emergenza energetica e di penuria di risorse è importante avere un'alternativa stabile e sicura al combustibile fossile. Per questo motivo il nostro programma nucleare può e sicuramente ci darà la capacità di renderci maggiormente indipendenti ed autonomi sia per l'approvvigionamento energetico interno, sia per una politica regionale dell'atomo”.
Così il Ministro dell'Economia e delle Finanze federali, Slobodan Minic, commenta brevemente la ripresa del programma nucleare federale dopo gli anni bui della dissoluzione della Jugoslavia e delle successive guerre balcaniche. Una scelta coraggiosa, non priva di polemiche circa l'entità degli investimenti, che a lungo termine dovrebbe cominciare a colmare il gap formatosi tra la nostra federazione e gli altri attori della scena nucleare mondiale.
 

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AFFARI BALCANICI


Il Ministro della Giustizia Janic

Belgrado

“Il nostro compito è quello di consegnare ai nostri figli uno stato forte, solidale ed equo”.
Così si conclude l'intervento del Ministro della Giustizia federale, Janic, improvvisato capofronda della corrente marcatamente social-democratica del PUGS.
Nel recente ed infuocato dibattito interno al 1° Congresso del partito di maggioranza del Parlamento balcanico, si è infatti verificata un'accesa battaglia politica circa il destino dello stesso.
Si decideva infatti la direzione da dare ad un partito nato come espressione di una piccolissima minoranza in Serbia e divenuto, oggi, espressione della maggioranza del Parlamento del nuovo stato balcanico. Ad uscire sconfitta è l'ala marcatamente liberista del Ministro dell'Interno, Njegus che preferisce non commentare la sconfitta limitandosi a dire che, comunque, continuerà a sostenere con lealtà i compagni di partito dell'altra ala.
Interessante una frase del discorso tenuto da Janic alla direzione federale del PUGS.
Il Ministro della Giustizia, nel momento più intenso, ha infatti dichiarato:” La nostra vittoria non significherà alcun ritorno ai fantasmi del passato. La nostra ispirazione è la gloriosa socialdemocrazia, che noi tradurremo in una nostra via balcanica. La nostra E' e DEVE rimanere un'economia di mercato, libera e moderna, ma essa deve poggiare su una base sociale e solidale, affinchè maggior libertà non significhi minori possibilità per le fasce deboli”.


AFFARI BALCANICI


Collage di nuove infrastrutture tra Skopije e Podgorica

Skopije

Un balzo di quasi 4.500 euro per area del GDP, infrastrutture, abitazioni, posti di lavoro, ammortizzatori sociali, servizi pubblici ed adeguamento con gli standard degli altri paesi europei.
Questo, in 1 anno, è stato il risultato del grande impegno economico del governo nel risanamento delle aree svantaggiate del paese come la Macedonia ed il Montenegro.
Gli indici di gradimento della popolazione rimangono stabili intorno a vette simil bulgare ed il governo appare forte. Questi risultati, che aprono la via ad un modello 'balcanico' di sviluppo economico, segnano una rivoluzione sociale, economica e culturale nelle relazioni dell'Europa orientale. Un modello alternativo, capace di rispondere alle esigenze di un territorio con diversi problemi peculiari ma capace di far fare 'il balzo' e lanciare la Federazione verso le vette dei colossi europei vicini, staccandola dalla crisi che attanaglia i vicini colpiti dalla crisi. Un modello orgogliosamente 'diverso ed alternativo' cui, indiscrezioni, danno come concausa del crescente prestigio e popolarità della Federazione nell'area ex-orientale.
Il sottosegretario all'Enomia ed alle Finanze, in un'intervista, s'è lasciato scappare dichiarazioni in base alle quali, in realtà, sarebbe pronto un piano di sviluppo per ciascuno dei vicini e che, fonti alla mano, le casse federali registrano un notevole surplus di cassa e che, infine, il rating della Federazione stà continuando a consolidarsi.
Quali sviluppiù
 
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