Solctis
Chosen one
1° numero, 2015
Црвено, плаво, бело.
Tre parole che in lingua serba identificano rispettivamente i colori rosso (zzrveno), blu (plavo) e bianco (belo); i colori della bandiera serba.
Lo “Ц П Б“ è un giornale di Belgrado di recente fondazione, originatosi dalle ceneri di numerosi testate minori locali e nazionali.
Si occupa di politica, attualità, cultura ed è la voce del popolo serbo e dei serbi nel mondo.
Un'alba di riforme
Parte con un decisivo successo la campagna di riforme del governo Vasic.
Fin dal suo insediamento, infatti, il Primo Ministro aveva promesso un radicale cambio di rotta per il Paese.
Un cambio di rotta necessario per dare un importante segnale di ripresa della Nazione e di presenza del Governo. Passano nell'ordine le riforme di Giustizia (con importanti riforme in materia di terrorismo e attentato all'unità nazionale), Istruzione (nuovi fondi per l'ammodernamento degli istituti, dei corsi, ristrutturazione del complesso curriculare nazionale, per lo studio delle lingue estere) Sanità (creazione di nuovi presidi ospedalieri generali all'avanguardia, istituzione di presidi per le comunità isolate e nuovi poli di assistenza e formazione specializzata in grado di rivaleggiare coi colleghi europei) Infrastrutture (nuovi sistema interscambio ferroviario-stradale-autostradale, ammodernamento e riparazione strutture danneggiate). Il Governo compie un passo rilevante per l'ammodernamento della Nazione.
Socializzazione!
Affermava in questa provocatoria maniera il Ministro dell' Economia e delle Finanze, Slobodan Minic, l'intenzione del Governo di attuare una nazionalizzazione dei comparti nazionali ritenuti strategici. In una recente intervista, lo stesso Ministro, affermava che, pur essendo più incline ad un'economia di mercato come i vicini europei, fosse egli stesso promotore di un'iniziativa volta a tutelare gli interessi della Comunità dinanzi a liberalizzazioni selvagge.
“Liberalizzazioni, continua il Ministro, che hanno colpito duramente paesi dell'ex blocco sovietico, provocando corruzione ed impoverimento delle risorse statali a beneficio degli oligarchi locali.
E' preciso dovere della nostra amministrazione e del mio Ministero, riuscire a traghettare l'economia nazionale in un sistema pienamente libero, pur conservando tutele statali su servizi come questi.
Previdenza, Sanità, Istruzione, Centrali energetiche, infrastrutture ad interesse nazionale, ecco i nostri punti cardinali”.
Legalità e fermezza.
Risponde così il Ministro della Giustizia, Stanimir Janic, alla domanda di un nostro inviato circa il positivo passaggio in Parlamento del D.Lgs. in tema di reati contro lo Stato e la Comunità.
“Il perdurare di elementi sovversivi, legati alla criminalità organizzata ed a cellule terroristiche finanziate da mano straniera, prosegue Janic, ci costringono a reagire con pugno di ferro. La loro stessa esistenza è un'offesa al nostro buon nome ed alla tutela di cui il popolo ci ha investito nelle ultime Elezioni”. Trattamenti durissimi, quindi, per coloro che si macchieranno dei nuovi capi di accusa di “Crimine contro la Comunità” e di “Crimine contro lo Stato”. Si parla di esecuzione capitale per il primo e di ergastolo per il secondo. Un segnale deciso a chi foraggia il terrosismo albanese?
Distinguere per poter proteggere.
Il Ministro degli Interni, in merito al D.Lgs. passato in Parlamento e da lui fortemente voluto, si dichiara entusiasta del positivo esito del procedimento legislativo che ha visto l'approvazione da parte delle Camere della definitiva distinzione tra cittadinanza e nazionalità.
“Non potevamo continuare a perdurare in uno stato di cose tale da produrre attriti tra il popolo serbo e le minoranze etniche presenti sul suo territorio”. La decisione di riformare la cittadinanza e riconoscere le nazionalità, anche quelle tradizionalmente ostili, presenti sul nostro territorio non può che tirarci fuori dalle infamanti accuse che ancora in certi ambienti si portano avanti. Il ricnoscimento dei diritti particolari ed inviolabili segna un passo storico per la Serbia, capace di rispondere con giustizia ed equità anche a coloro che continuano a diffamarla con azioni o parole. Sono quindi riconosciute ufficialmente le nazionalità: serba, ungherese, bosniaca, albanese.
Quali altre scuse per terroristi e secessionisti armati da mano straniera?
Serbia e Montenegro. Di nuovo fratelli
Calorosa è la stretta di mano che Vladislav Petrovic, Ministro per gli Affari Esteri della Repubblica, compie col suo omologo montenegrino. “I nostri paesi, afferma Petrovic, sono stati divisi artatamente al fine di indebolirli e renderli schiavi della mano che stà insanguinando i Balcani”.
La nostra collaborazione segna un passo deciso in tema di collaborazione non solo militare, ma anche economica, politica e culturale.
“Serbi e montenegrini sono fratelli per cultura, per lingua e per sangue. Chi ci vuole lontani è un nemico comune, non solo un nemico dei serbi”.
Inutili provocazioni spinte dalla mano di chi possiede solo la carta dell'odio etnico per controllare il suo popolo.
Così, secondo indiscrezioni, avrebbe commentato il Primo Ministro Vasic, la recente vittoria del partito pan-nazionalista in Albania.
“Il partito vittorioso in Albania stà accecando il popolo albanese con promesse di prosperità e ricchezza, ma tutto ciò che stà offrendo è l'odio coi paesi vicini ed un futuro di morte per i giovani albanesi. Ricorda tanto le campagne di demonizzazione del passato in cui, per distrarre il popolo dalle condizioni di miseria in cui versava, si dava la colpa ai paesi vicini.
Compiango gli albanesi dotati di coscienza che denunciano, a rischio della propria vita, la campagna d'odio promossa dal loro Governo”.
Bosnia-Erzegovina, I nostri fratelli pongono seri quesiti sugli atlantici!
I nostri fratelli in Bosnia-Erzegovina pongono seri quesiti sull'utilità e sul vero scopo della NATO nel Balcani. Dal primo intervento durante la guerra civile del 1991, l'intento degli atlantici è stato quello del Divide et Impera. Agenti e spie hanno fomentato la divisione tra i nostri popoli ed hanno ucciso e distrutto con l'unico fine di aggiungere un'altra bandierina blu sul loro piccolo mappamondo. “Non potranno impedire che si sappia la verità...stanno solamente chiudendo altri scheletri in armadi oramai strabordanti”. Così afferma Uros Kuzmanovic, slavista e docente di culture e glottologia slave all'Università di Belgrado.
Serbia – Macedonia. Vicini per la sicurezza e per la prosperità comune.
Giubilo a Belgrado ed a Podgorica per l'adesione della Macedonia al Patto di Difesa Balcanico.
“I macedoni hanno compreso finalmente chi è il loro vero nemico”, affermano giovani in Piazza della Repubblica, nella nostra capitale. “Stiamo riunendo tutti i nostri fratelli; vogliamo la pace ma la divisione porta solo guerre”.
Così continuano altri giovani intervistati nella capitale montenegrina.
Un segnale netto e deciso per chi voleva accerchiarci ed un monito a chi ha pretese annesionistiche.
Così commenta Vladislav Petrovic, il nostro Ministro degli Affari Esteri.
I serbi non dimenticano i fratelli russi.
“Siamo contro questo sistema criminale volto a dissanguare il popolo russo, ad indebolire la Russia ed a costellare i punti strategici con pedine serve di interessi occidentali”.
“Si stà ripetendo un nuovo Kosovo. Non possiamo permetterlo”.
“Il popolo serbo stà con il legittimo governo federale di russia. I repubblicani sono solo dei fantocci”.
Queste alcune delle dichiarazioni spontanee che diversi manifestanti hanno rilasciato a nostri inviati in occasione della consistente manifestazione tenutasi nelle più grandi piazze della nostra capitale.
Una manifestazione per spingere il governo ad appoggiare apertamente il Governo Federale di Russia che si è trasformatain un sit-in di 4 mesi con volantinaggio, comizi ed altre proteste pacifiche..
Il Governo non ha ancora rilasciato alcun commento, nè sulla manifestazione, nè sugli eventi in Russia. Nostri inviati hanno ricevuto risposte evasive per un'intervista in proposito.
Direttrice
Tatiana Gravnic