La notte delle cucine
Il capo cuoco halfling rimase a lungo a guardare il suo sguattero, come se cercasse di trafiggerlo.
"Mio signore, è un errore, li abbiamo sempre tollerati, un cambiamento simile non porterà sicuramente bene."
"Noi li abbiamo tollerati... fino a ieri. Oggi, saranno le cucine a decidere."
Quella notte, venne nei mesi e negli anni successivi ricordata come la notte dei "cornetti".
Con l'ausilio dei beoni e dei ghiottoni locali, tutti gli smunti o presunti tali vennero presi dalle loro case, letteralmente con la forza e trascinati nelle pasticcerie, dove furono chiusi dentro, in attesa delle colate di cioccolato bollente, che, venendo assaggiate grazie a quelle golose lingue, scottate vive lentamente, provocarono in loro degli urli di gioia per il Dio del cibo, come dono.
Al contempo vennero re-alzati i menù del giorno dei ristoranti, recanti lo stemma dell'Hobbit sdraiato su una una tavola imbandita.
Lo sguattero era ancora dinnanzi al suo capo cuoco, senza realmente sapere cosa dire, attendendo la possibilità di andarsene.
"Nessuna pietà per chi fa la dieta. Nessuna."