Durante la XII dinastia, il faraone Sesostris III (1878 a.C. - 1839 a.C.) fece probabilmente scavare un canale in direzione est-ovest per unire il Mar Rosso al delta del Nilo, a fini commerciali. Ci sono prove della sua esistenza almeno nel XII secolo a.C. sotto il regno di Ramses II[1]. In seguito fu abbandonato e, secondo le Storie del greco Erodoto[2], intorno al 600 a.C. il faraone Nekao II intraprese lavori di ripristino, senza però terminarli.
Il canale fu terminato dal re Dario I, il conquistatore persiano dell'Egitto. Dario commemorò la sua opera su diverse steli di granito disposte sulle rive del Nilo, fra cui quella di Kabret, a 200 km da Pie. L'iscrizione di Dario dice[3]:
« Il re Dario ha detto: io sono persiano. Oltre alla Persia, ho conquistato l'Egitto. Ordinai di scavare questo canale dal fiume chiamato Nilo che scorre in Egitto al mare che inizia in Persia. Quando questo canale fu scavato come io avevo ordinato, navi sono andate dall'Egitto fino alla Persia, come io avevo voluto. »
Il canale fu restaurato dal faraone ellenistico Tolomeo II nel 250 a.C., per poi divenire inutilizzabile in epoca imperiale (Plinio il Vecchio ne descrive i tentativi di costruzione, ma pare non essere a conoscenza del fatto che fosse stato in funzione).[4] Nel corso dei successivi 1000 anni fu più volte modificato, distrutto e ricostruito, fino al definitivo abbandono nell'VIII secolo sotto il califfo abbaside al-Mansur.