Sui poteri e le istituzioni di Venezia, trattato e riforma del Morosini

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IL PARTITO TI OSSERVA
All'inseguito della parentesi di "Dittatura del Principe" di Enrico Dandolo, il cui enorme potere diede un colpo micidiale alla sua testa, venni eletto io, Domenico Morosini figlio di Antonio, come Doge della Serenissima. Quando mi venne affidato l'incarico ebbi molti colloqui con tutti i notabili della Repubblica e giungemmo ad accordi sulla restaurazione e la riforma di alcune istituzioni di potere. Le elenco, in particolare a beneficio del lettore straniero, affinché la grande civiltà della res pubblica Veneta possa essere presa a modello in ogni dove vi sia terreno fertile per questo genere di istituzioni.

Doge

Supremo notaio dello Stato, propone le leggi al Minor Consiglio e guida la flotta e le armate in tempo di guerra. E' eletto a vita e non esiste per lui differenza tra vita pubblica e privata, tutta la sua esistenza è in funzione dello Stato. E' il capo della Chiesa di Venezia cui il Santo Padre delega alcune sue prerogative.



Maggior Consiglio

E' il massimo organo politico della Repubblica. E ad esso compete l'elezione del Doge e di quasi tutte le cariche dello Stato. La partecipazione al Maggior Consiglio è un diritto ereditario ed esclusivo delle famiglie il cui nome è scritto nel Libro d'Oro. Può proporre leggi al Doge.



Minor Consiglio

E' composto da soli sei consiglieri. Vota le leggi che propone il Doge e controlla qualsiasi sua attività, sia pubblica che privata.



Consiglio dei Dieci

Viene eletto ogni anno dal Maggior Consiglio ed è a capo della sicurezza dello Stato. Istituisce indagini a seguito di accurati controlli delle denunce anonime pervenute nelle Bocche di Leone disseminate per la città.



Tribunali dei Quarantia

Emanazione giudiziaria del Maggior Consiglio, giudicano le persone messe in stato d'accusa dal Consiglio dei Dieci. La più importante Quarantia è quella Criminale, l'unica a poter imporre la pena di morte (praticamente mai applicata, segno della grande civiltà veneta).



Collegio dei Savi

Ministri del Doge, consigliano questi in ogni sua scelta e sono eletti uno per ogni sestiere di Venezia.



Signori della Notte

Svolgono le attività del Consiglio dei Dieci in relazione ad alcuni crimini di natura violenta (furti, stupri, diserzione dalle galee, percosse ecc..) e sull'ordine e la sicurezza delle ore notturne.
 

Toga!

Chosen one

Per quanto riguarda le modifiche costituzionali di Morosini, alla prova dei fatti Venezia si ristrutturò su un modello differente, ma in definitiva organico a quello dandoliano, completando definitivamente la trasformazione in una repubblica mercantile oligarchica e molto moderna. In una combattuta discussione, l'ultima fatta col vecchio sistema, al Minor Consilio, grazie anche all'appoggio dei Dandolo e all'astensione dei Polani, Morosini la ebbe vinta su Badoer, Ziani e Michiel. Il Maggior Consilio divenne praticamente l'organo assembleare principale della Repubblica, la base nobiliare del fu Minor Consilio precedente fu estesa a tutte le attuali famiglie notabili veneziane che furono tutte iscritte al Libro Aureo in base al censo. Chiunque fosse quindi in grado di dimostrare antenati veneziani, residenza continuativa e censo sufficiente, potè accedere al consiglio cittadino. La carica di scrivanio aureo quindi decadde, con grande scoramento della famiglia Michiel che perse un ruolo egemone importantissimo.
Non passò, invece la prerogativa dogale sugli uffici ecclesiastici, in quanto il nuovo Maggior Consilio stesso riunito in prima seduta, non osò porsi contro il suo storico protettore Enrico Dandolo; oltre che contro una netta presa di posizione papale sulla faccenda. Vittore IV infatti, su iniziativa di Rolando Bandinelli, amico intimo di Enrico Dandolo, in una bolla nominò i due patriarchi come direttamente deferenti a Roma, schierandosi di fatto contro la proposta di un doge "primus inter pares" all'interno del clero veneziano. Il Patriarcato di Grado restava quindi separato da quello di Venezia: il primo restava a Enrico Dandolo, il secondo andò a Giovanni Polani, contentando sia la fazione avversa all'ex doge che la citta stessa, la quale esprimeva ora due seggi al conclave.
L'unico rischio di questa situazione era rappresentato dalla possibilità di un interferenza imperiale in una delle due diocesi: quella di Venezia che comprendeva Venezia e il Veneto, o quella di Grado che comprendeva tutti i restanti domini veneziani, ad esclusione di San Rebbo, dove fu nominato un vescovo.
Tra gli ulteriori adattamenti del vecchio statuto al nuovo vi fu l'abolizione delle congreghe mercantili, che scontentò notevolmente il popolino vista l'autonomia sostanziale delle congreghe dei bottegai, soprattutto a livello giuridico. Tuttavia il Maggior Consilio, ora che poteva accedere direttamente al governo, non necessitava più di quello che era considerato un "paravento" popolare. Il Collegio dei Savi tuttavia mitigò il drastico taglio delle congreghe, essendo plasmato sulle sestiere veneziane; i savi quindi divennero maggiorenti legati strettamente al popolo, da cui dipendeva l'elezione. Le nomine erano da intendersi tutte a vita, salvo situazioni in cui il Magg. Consilio ai voti, poteva rimuovere o ricollocare le cariche, Doge incluso. Il Doge mantenne comunque il pieno potere legislativo, il Minor Consilio, rimase sottoforma di gabinetto col compito di approvare le leggi del doge veneziano.
Gli ebrei invece persero di potere uscendo tutti dal Magg.Consilio.
Alcuni divennero Savi, visto che l'attuale legislazione non specificava limiti.

Le nomine del primo Maggior Consilio unito furono le seguenti:

Doge Domenico Morosini, confermato.

Minor Consilio Brunello Bembo, Diodato Dandolo, Naimero Polani, Vitale Michiel, Orsino Tiepolo, Giovanni Baseggio

Consilio dei Dieci Antenore Baseggio, capo consilio

Tribunali della Quarantia Orio Zorzi, Quarantia Danarosa (delitti contro la proprietà e le imposte), Menelao Memmo, Quarantia Criminale (delitti contro lo stato e la persona)

Siri della notte Paolino Barozzi, Achille Querini, Martino Gradenigo,Tommaso Falier (grand'ammiraglio) e Michele Badoer (gran bargello)

Al Collegio dei Savi furono nominati per le due sesitiere (le sestiere sono date dai livelli della città di Venezia) Beniamino Leone e Demetrio Mastropiero, entrambi fuori dal Magg.Consilio
Patriarca di Grado fu Enrico Dandolo per nomina papale, Patriarca di Venezia fu Giovanni Polani per nomina papale.
Vescovo di San Rebbo di Tiro Francesco Bragadin

Pietro Polani manteneva il ruolo di Bailo permanente a Costantinopoli.

risultati:

NUOVI CONTROPOTERI A VENEZIA
FEDELTA CAMBIATE IN TUTTI I PERSONAGGI
Lex Minor Consilio, Lex Scrivanio Aureo et Minor Consilio Riformae, Lex Nomina Consiliarum, Lex Dandoli, Lex Bancaria,
Lex Statuto Officio Serenissima Zecca e Lex Charta Legis, sono rimosse per STATUTO MOROSINI
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